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Autore: Devangel_    04/04/2014    1 recensioni
Chiusa in una stanza, dove il buio ha preso il sopravvento.
La morte è dietro la porta...resisti, va avanti.
Genere: Horror, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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✝ L'oscurità è come una belva pronta a divorare la tua carne.
Ti nasconde agli occhi del mondo e ti trascina lì dove non è possibile raggiungere la salvezza.
Sono qui, immobile.
Attendo che la morte mi porti via.
Il mio respiro si fa pesante, ciò che mi circonda è solo buio, tenebre.
C'è una candela, la luce è fioca.
Sta per spegnersi, questa è la mia fine.
Avvicino la mano per sentire il calore della fiamma, ma è inutile, il freddo è costante.
Appoggio le spalle contro il muro, sto tremando.
E' freddo, sembra una lastra di ghiaccio.
Mi allontano e alzando lo sguardo, fisso la porta.
Sono in un seminterrato, in una casa isolata dal mondo.
Un posto situato in una cupa foresta da cui nessuno fa più ritorno.
Eppure io sono qui, la mia follia mi ha portata sulla via della morte.
Sono chiusa qui, in questo luogo, sono finita.
L'odore di sangue si è impossessato della camera, cumuli di cadaveri mi fanno compagnia.
E' passato molto tempo da quando sono stata rinchiusa qui dentro.
In principio la camera era illuminata da innumerevoli candele, ma successivamente una dopo l'altra si sono spente.
Con esse è svanita via anche la mia speranza.
Si narra che colui che vive nella foresta è un demone senza anima al quale ogni gioia è stata portata via.
Io sono una giornalista e come obbiettivo mi ero posta di scoprire di più su questa faccenda.
Quando sono arrivata davanti alla casa mi sembrava tutto così normale, così come la persona che conobbi in seguito.
Ma a dispetto delle dicerie si trattava di una donna, un'anziana signora dal viso angelico.
Mi invitò ad entrare in casa e successivamente cominciai ad intervistarla.
Poco dopo scese la notte e un rumore assordante si udì al di fuori dell'abitazione.
La donna mi guardò quasi impaurita e mi disse << Non stare ferma, vai, esci dal retro e scappa >>.
Esclamò.
Così feci, andai sul retro e mentre mi apprestavo ad uscire sentii una voce.
L'anziana signora stava parlando con qualcuno.
Così tornai indietro e sbirciai.
Da allora non ricordo più niente...so solo una cosa, il destino è crudele.
Chiusi gli occhi e mi soffermai per un attimo a riflettere sull'accaduto.
Per quale ragione tutto ciò che era successo io non lo ricordavo?
Mi toccai il capo, sentii un dolore allucinante.
Soffermai lo sguardo sulla mano, era ricoperta di sangue.
La ragione era più che evidente a questo punto, avevo perso la memoria.
Però tutto ciò è molto strano, del mio passato ricordo ogni minimo istante, eppure ciò che è successo prima di svegliarmi per me è un oscuro segreto.
<<..mm...a questo punto basta restare ferma e lasciarmi morire...>>
Sussurrai.
Mi alzai e camminai in direzione della porta.
Afferrai la maniglia e uscì fuori.
'' Perché non lo avevo fatto prima?La porta era aperta?Perché non è chiusa a chiave? ''
Mi guardai intorno.
Sulle pareti c'erano spruzzi di sangue e ovunque si sentiva odore di morte. 
Cominciai a camminare cercando di non fare rumore.
Un silenzio inquietante dominava la casa.
Mi fermai per un attimo, per quale motivo era accaduto questo, non capivo.
Proseguivo guardando tutto nei minimi particolari.
Mi avvicinai al camino, sul ripiano c'era una mano tagliata.
Oramai brulicante di insetti che divoravano le carni putrefatte.
Feci un passo indietro, un brivido mi percosse la schiena.
Spostando il piede toccai qualcosa, così abbassai lo sguardo.
Un enorme coltello da cucina ricoperto di sangue accompagnava un cadavere dal volto sfigurato.
<< Ma cosa diavolo è successo...>>
Enunciai con voce tremolante.
Lacrime amare cominciarono a contornarmi il volto.
L'amarezza e il dolore che provavo si manifestarono.
Dentro di me la rabbia cominciava a crescere, così come la voglia di vendetta.
La belva feroce che aveva ucciso queste persone avrebbe pagato.
Con la morte.
Presi il coltello e mi diressi verso l'uscita.
Cominciai a correre, come il vento.
L'aria era così pulita e fresca.
Avrei potuto dimenticare tutto e tornare a casa senza farne parola con alcuno.
Ma non era questo ciò che volevo davvero.
Affannata mi fermai per prendere fiato.
Una mano ghiacciata mi afferrò per il braccio.
Mi preparai a colpire, ma quando mi voltai vidi il volto di un angelo.
Capelli color oro ,labbra rosa, carnose e occhi color cielo.
Mi sorrise.
Poi disse: << Stai bene?...em...mi sbaglio o ti sei ferita? >>
La guardai negli occhi, stavo soffrendo così tanto.
Il cuore stava per esplodermi.
Le lacrime cadevano senza il mio consenso.
<< So...so...sono tutti... morti ...>>
Esclamai.
Il suo volto si impallidì.
Le presi la mano e correndo la portai nella casa.
Mi guardò negli occhi e si avvicinò abbracciandomi.
Parlammo per un po'.
Era una persona meravigliosa e gentile.
Sua nonna era la dolce donna che avevano ucciso insieme a tutti gli altri.
Alla fine decidemmo di fare luce su questa storia.
Ci dividemmo.
Lei andò a cercare un telefono ancora funzionante per la casa, ed io delle spiegazioni logiche.
Analizzai le vittime e i vari modi che aveva usato la belva per assassinarli.
Non riuscivo ancora a capire chi fosse stato e per quale ragione.
L'unica rimasta...ero io.
E quella ragazza?
Forse era stata lei..?
Chi poteva assicurarmi che non fosse l'assassina?
D'altronde la conoscevo da pochissimo, avrebbe potuto uccidere tutti ingannandoli con il suo bel faccino.
Nessuno mi dava una certezza.
Ne io tanto meno.
Con il cuore in gola presi la decisione di tornare lì dove tutto ebbe inizio.
Mi armai di torcia e scesi nel sottoscala.
Era buio..e faceva freddo.
La luce si accese.
Mi voltai.
<< Oh sei tu..>>
Dissi alla biondina.
<<...Era buio, così ho accesso la luce..>>
Tremava, molto probabilmente cominciava a rendersi conto che tutto ciò non era un gioco.
Anzi, era la peggiore delle torture.
Scese le scale e si fermò all'ultimo scalino.
<<...mi fermo qui...non riesco...em...non riesco a venire lì...>>
Abbassò lo sguardo.
Mi voltai, c'erano così tanti cadaveri...
<<..Perché c'è così tanta gente...me lo sai spiegare?..>>
La guardai arrabbiata.
Lei non rispondeva, tremava come una foglia, era bianca..?
<<...Io non lo so...>>
Disse.
<<...Come puoi non saperlo?...eh?....non è casa di tua nonna questa o mi sbaglio?...
Perché non mi rispondi dannazione!??....>>
Feci due passi indietro ,inciampai in un panno.
Mi voltai, lo guardai per un attimo, poi lo tirai via.
Era cupo, circondato da un alone di mistero, come nei film d'orrore.
Guardai la mia immagine riflessa nello specchio.
Ero ricoperta di sangue.
Ovunque.
Gli abiti erano stracciati.
Il mio volto, così spento e sofferente.
Guardai la ragazza dallo specchio.
Stava risalendo le scale ,lentamente.
Non capivo per quale ragione.
Mi voltai in fretta, le andai in contro conficcandole il coltello nella schiena e cadde a terra.
Toccandomi il capo caddi di ginocchia a terra facendo un enorme tonfo.
Alla fine avevo capito ciò che era accaduto, il mio passato.
Tutto quanto..
L'anziana signora che avevo ucciso, era mia nonna, questa casa mia, i miei ricordi non erano altro che finzione e menzogna.
Soffrivo di un disturbo bipolare da anni, quando usavo "l'altra" parte non ricordavo più nulla una volta svegliata.
Nei miei giorni da persona normale lavoravo da giornalista, poi, quando l'altro lato prendeva vita uccidevo gente e la portavo lì, in quel posto.
Solo quella gente riusciva a capirmi.
Quell'uomo era un poliziotto, stava per incatenarmi, presi il bicchiere e lo colpì, uccisi anche tutti gli altri, in un attimo.
Così quando ho conficcato il coltello  nella schiena di questa ragazza, mia sorella, ho ricordato tutto.
Ogni singolo colpo, le urla delle persone quando le uccidevo.
Le lacrime e la sofferenza di quella gente.
Il loro dolore, l'ho provato sulla mia pelle.
<<...N..non ...ti..p..preoccupare...va tutto bene..>>
Mi disse.
Le tolsi il coltello, stava sanguinando, sorrideva anche se le lacrime le cadevano.
Mi guardava, così da farmi capire che mi aveva già perdonata.
Le feci una carezza.
<<...Grazie...>>
Le sorrisi, era così buona e gentile nei miei confronti.
Mi aveva sempre protetta, non voleva che qualcuno mi portasse via o mi facesse del male.
<<...Grazie...ma non posso far sapere a qualcuno la verità..>>
Le conficcai il coltello nel cuore.
Diedi fuoco alla casa.
E mentre le fiamme crescevano divorando tutto quanto, mi alzai, andai vicino alla specchio e mi tagliai la gola.
Per quanto riguarda il mio passato e tutti i miei errori...beh...ebbero fine quel giorno.
Insieme a tutto del resto... ✝


" Non sempre le cose in cui crediamo sono la verità.
Molto spesso il male si cela dietro a situazioni o persone da cui non ce lo aspettiamo affatto..."
  
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