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Autore: Fra_Jones    05/04/2014    0 recensioni
“Sono stata innamorata prima. Ma quello che mi fa guardare il suo viso corrucciato, i suoi occhi azzurri.. è qualcosa di inspiegabile. Mi sento persa in un mondo differente. Se te avessi presente il colore dei suoi occhi..” disse, passando la mano sulla guancia per asciugare le lacrime che continuavano a cadere. “Comunque.. passerà. Tornerò a ‘vivere’ come facevo prima. Ma per il momento.. mi sento morta dentro. Non avevo mai sperimentato l’amore impossibile, ecco come c si sente.” Sorrise.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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James era fermo davanti alla porta di casa sua. Si decise ad entrare.
Chiuse la porta dietro di sé,poi diede un’occhiata in salotto per vedere se Mel era là, ma niente.
“Ehi Mel?”
Si sentirono dei passi svelti, e pochi secondi dopo la ragazza era là, con le braccia al collo di James.
“Mi dispiace.” Disse piangendo.
“Ehi, non piangere.” Disse stringendola, poi tolse le braccia di lei intorno al suo collo per guardarla bene.
“Mi dispiace.”
“No, dispiace a me..” disse con tono basso mentre andava a mettersi seduto.
“Perché quel tono? Usi quel tono quando c’è qualcosa che non va.”
“Lo so.. io, mi dispiace.”
“Lo so, dispiace a entrambi. Che scemi che siamo!” disse sorridendo.
Ma James non sorrideva.
“James..?”
“Mel. Io non avrei mai pensato succedesse …”
“Ma cosa James, abbiamo solo bisticciato. Lo abbiamo già fatto in passato!”
“Non parlo del litigio.. Mel.. vieni qua” disse, accennando appena un sorriso.
La moglie si avvicino lentamente a lui, poi si mise seduta. Gli chiese cosa non andava.
“Non lo so Mel. Sento che qualcosa non va, molto probabilmente in me. Non sento più quello che.. sentivo prima. Ho pensato anche se forse ci siamo sposati troppo presto.. si lo so che .. non è bella come cosa, ma.. non so , sto avendo tanti di quei pensieri per la testa. Perdonami.” Disse lui abbassando la testa.
“Ehi.. “ disse lei, mentre con una mano alzava il viso di James. “possiamo provare a sistemare le cose.” Disse.
James pensò che era così dolce.. le aveva appena detto che forse quel matrimonio era quasi un errore e lei non si era arrabbiata. Le voleva così bene,ma non era abbastanza. E poi.. potevano sul serio sistemare le cose?
“Ok.. “ disse lui, dandole poi un bacio sulla guancia.
“Ehi, come sta Emma? L’hai sentita?” disse lei cambiando argomento. James pensò fosse l’argomento più sbagliato ma si limitò a rispondere “penso stia bene.”
Ma era davvero così?

&&&


Emma si risvegliò al rumore del cellulare. Si alzò di scatto e pensò tra sé e sé “James”. Ma a chiamarla era solo la madre.
“Mamma?” disse con tono ancora mezzo addormentato.
“Tesoro, dormivi ancora? Devi venire da noi! C’è il pranzo di cui ti parlavo.”
“O mio Dio, è vero. Io .. io , ora mi preparo e arrivo. Scusa mamma. Ciao” disse chiudendo la telefonata, senza che la madre potesse dire altro.
Si alzò di corsa, mentre pensava a tutto ciò che doveva fare.
“Maledetto pranzo” farneticò.
Dopo essersi fatta una doccia veloce, andò verso il guardaroba, prese un maglioncino bianco ed un pantalone nero, si vestì, poi andò verso lo specchio, pettinò di corsa i folti capelli, mise un po’ di lucida labbra. Si fermò due secondi davanti allo specchio e guardò intensamente il suo riflesso. Poi si rese conto che doveva muoversi, così scosse la testa e con passo svelto scese le scale. Prese la borsa e le chiavi della macchina ed uscì.
Il tragitto in macchina durò più o meno quaranta minuti, tempo in cui non riuscì a non pensare all’amore in generale.. a James in particolare.
Arrivò alla porta della casa dei genitori e suonò il campanello.
“Oh, tesoro, eccoti qua finalmente!”
“Si, scusa il ritardo mamma.”
La casa era già piena zeppa di vicini, colleghi e amici di vecchia data dei genitori. La madre adorava fare rinfreschi, pranzi, cene.
Vide il padre parlare con una persona e decise di andare a salutarlo.
“Papà” disse mentre si dirigeva verso di lui con il sorriso sul volto e le braccia aperte in cerca di un abbraccio.
“Piccola mia!” disse il padre, scusandosi poi con la persona con cui stava parlando.
“Quante volte ti ho detto che non sono più piccolina?”
“Si lo so, ma lo sai che continuerò a chiamarti così!” disse abbracciandola.
Emma adorava il padre. Il tempo passato insieme a lui faceva parte dei bei ricordi della sua vita. Le aveva trasmetto tanto amore, per lo sport, per la natura.. per la vita. Era bello stare con lui.
“Come va?” gli chiese.
“Oh,tutto bene piccola. Te?”
“Io.. bene.”
“Non mi sembra vada bene. Almeno non dal tuo tono.”
“No papà, va tutto bene, sul serio.” Disse accennando un sorriso.
“Io credo di andare un po’ in giardino.”
Il padre annuì.
In giardino c’era un bellissimo dondolo dove Emma era solita passare le sue giornate estive quando era piccina. Era novembre, ma aveva bisogno di un po’ di ‘coccole’ e tranquillità.
Arrivò  fuori, rubò una piccola margherita da un vaso e andò verso il dondolo. Si tolse le scarpe si sedette,poi con la punta del piede diede una spinta. Incrociò le gambe e lasciò cadere dolcemente la testa indietro.
 
“È comodo,vero?” sentì dire.
Emma tirò su la testa, sbarrò gli occhi e si girò verso il portico.
“Si.” Disse.
“Posso unirmi a te oppure ti dà fastidio?”
“Oh, no certo, vieni pure.” Disse.
Il ragazzo andò verso di lei, si sedette e ringraziò. Emma gli sorrise, poi lasciò nuovamente cadere la testa indietro. Il ragazzo fece lo stesso.
“Sono Marco comunque.” Disse ad occhi chiusi, mentre spingeva con i piedi il dondolo.
Emma guardò verso il ragazzo e disse sorridendo “Emma.” 
Poi gli chiese “Qual buon vento ti porta a questo divertentissimo pranzo, Marco?”
“Son venuto a trovare i miei zii, avevano questo pranzo e mi hanno costretto a venire. Devo dire che non mi sarei mai aspettato tanto divertimento. “ disse sorridendo.
“Oh si, i pranzi di mia madre son conosciuti da tutti qua.”
“Ah, ho il piacere di parlare con la padrona di casa allora?”
“Diciamo che non mi ritengo più una padrona . Sono.. un’ospite frequente.”
Il ragazzo sorrise.
“Tu abiti qui a Watford oppure..?”
“Io.. no, no. Mi sono trasferita a Londra.”
“La bellissima Londra.” Disse il ragazzo.
“Oh si. Cioè, c’è a chi piace e a chi no .. ma io la adoro!”
“No, credo sia davvero bella. Certo.. nulla a che vedere con Birmingham!” disse scherzando.
“Oh, tu sei di lì?”
Il ragazzo annuì, poi disse. “Anche se non ci torno da un po’.”
“Deve essere bella come città.”
“Io non faccio testo.  Mi ci legano molti bei ricordi.”
Mentre i due parlavano , si sentì chiamare il nome del ragazzo. Ma a nessuno dei due importò e continuarono a parlare.
“MARCO?” disse un uomo.
Il ragazzo si voltò. “Cugino!” urlò sorridendo.
“Sai quante volte ti ho chiamato dalla porta? Come stai bello?” disse avvicinandosi a lui, che nel frattempo si era alzato.
“Bene bene.” Si abbracciarono.
“Io ho interrotto qualc..” poi guardò la ragazza.
“Emma?”
“Erik?” disse Emma sconvolta dalla presenza dell’uomo.
“Io.. che ci fai qua?” disse lui andando verso di lei.
“Beh, questa .. è casa dei mie genitori. Tu cosa ci fai qui a Watford?” Disse , mentre giocherellava con il fiore che aveva in mano.
“I miei hanno una casa qua da qualche anno. Mio cugino è venuto a trovarli così ho pensato di venire. Wow, il mondo è piccolo.” Disse sorridendo.
Sì, era proprio bella pensò. Peccato che il suo migliore amico era innamorato di lei.
“Che sorriso smagliante che ha” pensò Emma. “Possibile che uno come lui pensi di me.. che sono bella?”
“Stai.. sei.. davvero carina!” disse lui, con un tono un po’ nervoso.
“Grazie!” disse lei arrossendo. “Si, forse lo pensa sul serio.” Ipotizzò.
Erik, con il sorriso stampato in faccia, continuava a guardarla. Ma si rese conto del grande imbarazzo che c’era, così cambiò argomento e disse “Beh, di che cosa parlavate con mio cugino?”
“Oh, niente, parlavamo di Birmingham. Di città in generale.”
“Bell’argomento.” Disse sorridendo. “Ci sei mai stata a Birmingham?” chiese.
“No, ma mi ha detto che è molto bella. Dovrò andarci prima o poi.” Disse annusando la margherita. “Che imbarazzo!” pensò.
“Magari possiamo andarci una volta insieme.. a me farebbe piacere rivederla.” Affermò Erik.  “OH MIO DIO, l’ho appena invitata a fare qualcosa insieme,Cazzo” pensò.
“Beh, io vi lascio parlare.” Disse Marco, che forse si stava sentendo un po’ di troppo.
“No cugino, dove vai?”
“Si infatti, rimani.” Disse Emma. Poi … il cellulare squillò.
“Scusate” disse lei allontanandosi. Poi cercò nella borsa il telefono, guardò il display, e rispose.



 ***
Nuovo capitolo della mia storia che non viene mai recensita :p
Quando iniziai a scriverla, quando è apparsa nella mia mente, così dal nulla, ci ero molto affezionata,quindi continuerò a postarla nonostante tutto.
Un bacio!!
  
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