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Autore: Astoria McCartney    05/04/2014    1 recensioni
"All my loving, I will send to you, all my loving darling I'll be true." Disse Paul tutto d'un fiato.
"Cosa sarebbe?" Chiese Jane.
"Quello che provo per te."
Amori, bugie, tradimenti, colpi di scena...questi sono gli elementi principali della long. Nei capitoli vivremo la storia dei Beatles dal punto di vista di Jane Asher....MA..ATTENZIONE: Nel corso della storia ci saranno modifiche agli avvenimenti in modo da adattarli al finale!
Buona lettura!
Kiss.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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PREMESSA: Questa fanf è una raccolta di storielle a tema 'McAsher'. 
Gli avvenimenti sono in parte inventati anche se si sviluppano in contesti realmente avvenuti.  (Viaggio in India, A Hard day's night ecc.)
La storia si svolge negli anni sessanta a Londra e, dal punto di vista di Jane, ripercorreremo tutta la storia dei Fab Four e della Beatlemania. 
Spero vi piaccia, buona lettura! Aspetto con ansia vostre recensioni e considerazioni! 
Astoria.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
"Jane Asher"
 

Jane non era come tutte le altre ragazzine della sua scuola, forse perchè era un'attrice, o forse per la sua capigliatura vermiglia. Di certo non passava inosservata quando camminava nei corridoi della scuola. 
Oltre ai suoi capelli rossi, erano proprio due occhioni azzurro cielo ad incorniciare il suo viso magrolino, Jane non era solo una ragazza carina. La dolcezza forse era la sua parte del carattere più conosciuta da tutte le persone che frequentava, molte, a dire il vero; ma erano solo due le sue amiche più strette, quelle con cui magari si confidava più spesso, ma adesso non mi soffermo a raccontarvi di loro, ne parleremo nel corso della storia che sta per cominciare. 
Come ho detto prima, Jane era un'attrice, forse da più tempo di quanto lei e suo fratello potessero ricordarlo, cominciò tutto quando un giorno del 1952 appena dopo aver compiuto sei anni il padre le disse:
"Tesoro....non ti ho ancora fatto il regalo per il tuo compleanno"
Il viso della bambina si illuminò subito e con vocina timida rispose saltellando: "Davvero? E' una bambola? Cos'è?"
Il padre sorrise dolcemente e rispose con calma :" No Jane, è un provino"
La bambina arricciò il naso senza capire: "Un provino? Che cos'è?"
"Ti piacerebbe diventare un'attrice?" 
Jane sorrise di nuovo "Certo!" e corse ad abbracciare il Padre, Richard Asher. 
Suo fratello Peter, già più grandicello, già aveva deciso di prendere la stessa strada della madre, Margaret. Gli interessava molto la musica e sua madre, infatti, insegnava oboe in una scuola di musica molto prestigiosa. Jane aveva anche una sorellina piccola, in tutto erano tre, si chiamava Claire.
Il giorno del provino Jane fu subito presa per recitare in "Mandy, la piccola sordomuta". Le dissero che aveva un talento naturale, era bravissima a recitare e gesticolava nei momenti giusti, era perfetta per quel film. Fu così che Jane non abbandonò più quel mondo lì, il mondo del cinema. Fose era troppo piccola per pensare che stesse intreprendendo una carriera vera e propria e infatti, poi, la sera stessa di quel giorno prese il suo oracchiotto e si addormentò silenziosamente nel suo lettino. 
La sua fanciullezza passò così, tra interviste, film e cose varie. Divenne famosa per "Alice nel pase delle meraviglie" dove interpretò la protagonista. 
Non posso negare, tuttavia, che c'erano le altre bambine invidiose ma....chi c'era sempre pronto ad aiutarla? Non altro che il suo fratellone Peter. Molto spesso litigavano ma erano molto affezionati, lei diceva sempre che era un idiota, ma di nascosto (senza ammeterlo mai) gli voleva bene più di ogni altra cosa al mondo. 
Le bambine crescono, e grazie tante.
 

-1960-
 

Jane era in vacanza a Liverpool quell'estate,una cosa piuttosto insolita per la raggazza Londinese, ma sua nonna era molto vecchia e avrebbe voluto, in un modo o nell'atro, cercare di starle vicino il più possibile prima che se ne andasse. 
Il caldo era molto persistente e la ragazzina decise di legare i suoi lunghi capelli rossi in una treccia da far cadere sulla spalla destra, prese la sua borsa di cuoio con il suo piccolo quadernino per i disegni, e decise di andare nella campagna più isolata per cercare un albero ombroso sotto il quale disegnare in pace. La nonna stava dormendo e le aveva dato il permesso di uscire un po' a patto che tornasse prima del crepuscolo.
Si incamminò lontano dal mare cercando di allontanarsi il più possibile dalla città, camminava camminava e camminava, finche non si sedette sotto un salice piangente. Poteva sentire le cicale, le amava. Il vento caldo le fece prendere subito un posticino sotto l'albero e, incrociando le gambe, prese il suo quadernino e con la matita cominciò a disegnare, non so per quanto tempo andò avanti così.
Il vento continuava a soffiare tiepido e delicato e gli immensi campi di grano che circondavano Jane avevano tutte le spighe leggermente piegate verso sinistra, la tranquillità più assoluta.
-
Jane era furibonda ma terrorizzata allo stesso tempo, timidamente raccolse la sua borsa di cuoio dall'erba arida e si aggrappò al tronco del salice. Due ragazzacci almeno quattro anni più grandi di lei la circondarono.
Partì un fischio.
"Ehi...pel di carota..come ti chiami?" Ribattè il primo con sguardo malizioso.
"Non sono affari tuoi.." Rispose Jane con veemenza.
"Ripeto, come ti chiami tesoro?" Si sforzò di essere gentile questa volta.
"Non voglio dirtelo, capito?" Rispose Jane irritata.
Subito il ragazzo le diede una sberla fortissima facendole girare la testa dall'altra parte, il suo amico mentre rideva, si avvicinò pericolosamente a lei e cominciò a ridacchiare mentre le toccava i capelli.
"Dai, non farci arrivare alle cattive maniere" Le disse con voce strascicata e antipatica.
Il primo ragazzo la immobilizzò vicino al tronco mentre l'altro cominciò a toccarla, Jane era terrorizzata e non sapeva cosa fare, adesso nessuno l'avrebbe aiutata in quel posto sperduto, stava facvendo buio, doveva tornare a casa della nonna, ed era nei guai con due perfetti sconosciuti. Avevano giacca di pelle e Jeans aderenti, uno di loro era molto bello, aveva dei capelli castani che gli scendevano disordinati sulla fronte, mentre l'altro era dietro di lei, non lo riusciva a guardare, cominciò a tremare e a scalciare molto furiosamente.
"Cosa c'è? Hai paura, carotina?" Disse quello bello che la toccava.
Jane cominciò a piangere e a dimenarsi: "LASCIATEMI IN PACE!"
I ragazzi ridevano. Cosa avrebbe fatto Jane?
Proprio quando credeva che ogni speranza forse perduta vide che due motocilclette li raggiunsero a tutta velocità sulla strada sterrata. I due ragazzi parcheggiarono la moto senza il cavalletto, subito il più grande dei due corse verso Jane.
"SUTCLIFFE, BEST! LASCIATELA!" Tuonò con fermezza e coraggio.
"Dai McCartney, so' benissimo che ti piacerebbe...da quanto sei in astinenza?" Disse Stuart Sutcliffe (il ragazzo che toccava Jane) sghignazzando.
"Cosa...? Stuart..non è corretto nei confronti delle più piccole!"
"Senti Paul, calma...eh?"
"Stuart ho detto di lasciarla!" Stuart si allontanò da Jane e si avvicinò a Paul, il ragazzo che era venuto con lui in moto era George Harrison, un anno più giovane di lui. Stuart si avvicinò a Paul e lo spinse non debolmente.
"Senti amico, lasciala stare, pensa ad ASTRID, AD ASTRID!" Disse Paul.
Stuart abbassò lo sguardo: "Non sono affari tuoi." Disse quasi in un soffio. "Abbiamo litigato", aggiunse sempre Stuart.
"Ciò non vuol dire che devi andare ad importunare una ragazza più piccola.." Gli disse Paul.
"SENTI, IO SONO PIU' GRANDE...E..." Cercò di ribattere Stuart al 'rimprovero' di Paul.
"Ma ti comporti come un moccioso..." Gli rispose Paul con calma.
Stuart sbuffò e fece cenno a Pete di lasciar andare Jane, insieme se ne andarono tutti e due, rimasero solo George, Paul e Jane.
Il sole era quasi calato e Jane era paonazza e leggermente sudata, si lasciò cadere a terra e raccolse tutte le sue cose nella bosa di cuoio, aveva un leggero affanno. George guardò prima lei e poi Paul, che la osservava intensamente, gli diede un colpo sulla spalla e cominciarono a parlare a bassa voce.
George: "Ma che fai?"
Paul: "La guardo, no?"
George con un piccolo colpo di tosse: "Dot Rhone l'hai dimenticata?"
"Zitto Geo, non raccontarle nulla e va' via.." Gli sussurrò scherzando, e Gerge se ne andò dopo poco. Paul si avvicinò a Jane e l'aiutò ad alzarsi.
"Ehi, tutto bene?" Le chiese con dolcezza.
Jane si rese conto della bellezza del ragazzo che aveva di fronte, alto, magro, capelli scuri, viso perfettamente ovale, occhioni verde e labbra a forma di cuore all'apparenza morbide e delicate, imbarazzata si passò velocemente una mano tra i capelli e rispose: "S-si.. e comunque grazie, cioè, per prima.."
Paul sorrise piano e rispose: "Dovevo aiutarti, non avrei permesso che quei due idioti ti facessero del male.....ehm...comunque io sono Paul, Paul McCartney"
Jane sorrise a sua volta e rispose: "Lo so ahah" Rise leggermente, Paul la guardò perplesso
"E dimmi un po', come fai a saperlo?" 
"Prima, con quei due, ti hanno chiamato Paul" Gli disse ridendo.
Paul arrossì leggermente "Oh, giusto, che stupido.."
Jane raccolse la cartella e gli disse: "Io mi chiamo Jane Asher".
Paul le sorrise e le disse: "Ti serve aiuto, percaso, Jane?"
Jane si guardò intorno e vide che il sole era già tramontato, doveva già essere a casa in questo momento, la nonnna sicuramente era già preoccupatissima e non voleva che si sentisse male a causa sua. "Oddio! E' il crepuscolo, ti prego Paul, mi serve un passaggio...devo assolutamente tornare a casa da mia nonna, è molto vecchia, le sarà venuto un bruttissimo colpo.." Jane era molto agitata.
Paul rispose: "Jane, calmati...comunque si, vieni con me!" La condusse alla sua moto cicletta e la aiutò a salire. 
"Tieniti forte Jane!" 
"C-cosaa?"
La moto partì molto velocemente e Jane si teneva strettissima a quel ragazzone, profumava di pino, addesso che gli stava più vicino come se lo stesse abbracciando. 
In poche decine di minuti giunsero alla casa della nonna di Jane nella periferia della città, Paul e Jane subito scesero dalla moto e lui scortò lei fino al cancello. 
Paul rimase molto colpito dalla 'casa' che era, in verità, una villa piuttosto discreta; cosa che gli fece capire che Jane, sicuramente non era povera.
Nel frattempo, La nonna di Jane era preoccupata ed aveva ordinato alla sua cameriera di andarla a cercare, ma non c'era bisogno. La badante di nomme Elisabeth, l'aveva vista fuori dalla finestra in compagnia di un bel giovanotto Teddy Boy. Elisabeth era una donna giovane e poteva capire le eventuali cotte tra ragazzi e quindi decise di non interferire, decise di aspettare finchè Jane non fosse rientrata a casa. Si limitò a dire alla nonnna di Jane, che si stava intrattenendo fuori insieme ad una amica di vecchia data reincontrata lì vicino.
"Sei di Liverpool?" Le chiese speranzoso Paul.
"No, sono di Londra.." Rispose Jane.
Paul la guardava, Jane era bellissima, molto più bella della sua attuale ragazza Dot Rhone..
"Bella Londra, prima o poi io e i miei amici ci verremo.." Le rispose.
"Intendi tu e quei due lì..? E poi perchè?" Gli chiese Jane piuttosto curiosa.
"Vedi, in realtà siamo in cinque, ci sta un altro, si chiama John...comunque siamo un gruppo" Disse orgoglioso Paul.
"Ah si?" Gli rispose Jane.
"Si! E non siamo neanche niente male.."
Jane lo guardò un po' incredula. "Che suoni?"
"Io sono la chiatarra insieme a George e John, Pete suona la batteria mentre Stuart suona il basso".
"Uhm, interesante Paul" Rispose Jane cordiale "Come vi chiamate?"
"Noi cinque siamo i QUARRYMEN!" 
"Che nome originale.." Rispose Jane sorridendo.
"Suoniamo Rock'n Roll noi, come Elvis..che ascolti?"
Jane cominciò ad arrossire non capendo nulla di rock'n roll e roba simile.. :"Io non sono molto di questo genere, di solito vado per Bach e Rachmaninov, magari anche Chopin.."
Paul la guardà senza capire :"Musica classica eh?" Le disse sorridendo.
Jane annui, era colpita dal fatto che avesse capito, pensava che i tipi come lui fossero...insomma..diversi.
"Sai, anche io ascoltavo classica quand'ero più piccolo, era mio padre ad invogliarmi, ascolatavo molto Schönberg.." Paul sorrise ancora guardandola.
"Beh....io dovrei..." Dice Jane.
"Di già?" Dice Paul.
"Si, c'è mia nonna dentro, che ha bisogno di me.."
"Ma ci rivedremo?"
"Non so...." Risponse Jane di malincuore.
"Jane, quanti anni hai?"
"Quattordici.. tu?"
Paul rimase di sasso, quella ragazza era troppo bella..possibile che avesse solo quattordici anni?
"Io ne ho diciotto...comunque sai? Sembri più grande.."
Jane sorrise a quel bellissimo ragazzo e rispose: "Davvero? Perchè quanto mi davi?"
"Almeno sedici anni!" Rispose Paul sorridente.
All'improvviso la porta della casa si aprì, era Elisabeth, "Signorina Asher? La prego entri, su nonna chiede di lei.."
"Un momento Elisabeth! Arrivo subito!" 
Fu così che Jane diede un bacio sulla guancia a Paul e corse nella casa, scomparendo dietro la porta di quercia.
Paul rimase immobile, e si sfiorò la guancia deglutendo. Non sapeva se si era innamorato di Jane ma, doveva essere cauto, di certo nella ghenga sarebbe stato preso in giro fino alla morte se effettivamente si fosse preso una cotta vera. Gli altri del gruppo, soprattutto John Lennon, erano tipi da 'una notte e via', nient'altro, anche Paul era così, solo che era l'unico, insiema a Stuart, ad avere il record della ragazza tenuta più a lungo, era mesi che stava con Dot. Paul, nonostante la sua età e i suoi svariati bisogni, infondo infondo, cercava di trovare l'amore sicero in qualche modo, sapeva di non essere proprio come gli altri. Si passò una mano sul ciuffo e andò via con la moto; una cosa era certa, non sarebba stata affatto l'ultima volta che avrebbe visto quella graziosa ragazza dai capelli rossi, ah no..Paul non si arrende tanto facilmente.
 
Jane quando andò in camera sua per andare a dormire non riusciva a prendere sonno, l'immagine di quel ragazzo le si era impressa nella mente, l'immagine di Paul, di quel ragazzo che sapeva essere DIVERSO. L'avrebbe rivisto?










Note dell'autrice: Ciò che è scritto in questo capitolo non è realmente accaduto. E' di mia invenzione. 
Spero vi sia piacuto. :)

 
  
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