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Autore: Aki_Saiko    05/04/2014    4 recensioni
«Non c’è modo o speranza di fuggire. È tutto silenzio, ovunque solitudine, ovunque presenza di morte. O speranza di morte»
Sei quasi arrivata in cima.
«Questa è la storia della principessa Arianna, fanciulla ingenua che per amore ha gettato al vento ogni cosa».

Il mito di Arianna e Teseo rivisitato sotto un altro punto di vista.
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Arianna
 
 
 
Ti svegli, ma la spiaggia è deserta. Non vi è altro rumore oltre a quello delle onde, e all’inizio pensi di essere solo molto insonnolita. Ma capisci che non è così. Perché alzando lo sguardo in direzione dell’orizzonte, noti una nave dalle vele nere che si allontana  seguendo la direzione del sole nascente.
Sei incredula e sconvolta, un panico crescente prende possesso di te nel constatare che quella è proprio la nave di Teseo, la stessa che avrebbe dovuto condurti ad Atene, dove saresti diventata sposa e avresti vissuto una vita felice a fianco del giovane.
Ti avvicini al mare, ma le gambe ti cedono e senza che tu te ne accorga sei già per terra. Stringi in pugno la sabbia umida, le onde che ad intervalli regolari lambiscono le tue ginocchia.
Vorresti tuffarti in acqua e nuotare, nuotare fino a raggiungere la nave ateniese, ma capisci che è impossibile.
  Una presenza si avvicina, e tu non la allontani, perché hai già capito chi è. Ti volti a guardare la piccola bestiola bianca, che con tono neutrale commenta: «Se n’è andato, quindi»
Non le rispondi nulla, e il tuo sguardo torna fissarsi su quella imbarcazione che minuto per minuto si rimpicciolisce sempre di più alla tua vista.
«Potresti andartene, se solo lo volessi» aggiunge ancora l’animaletto. E tu sai che ha ragione, ma non puoi fare a meno di ridere della sua proposta.
«Andarmene? E dove? » rispondi, impregnando la voce di tutta l’amarezza che c’è nel tuo animo «ho tradito la mia famiglia per seguirlo. Ho ucciso mio fratello, mentito ai miei genitori. Non ho più una casa dove tornare, è come se fossi rimasta orfana. Non c’è nessun posto su questa Terra dove io potrei mai andare»
La tua voce si spezza e cede il passo alle lacrime che iniziano a bagnarti gli occhi, le guance, la bocca e il collo, perché la desolazione di quelle verità è così grande, così disarmante, che tu non puoi e non riesci a fare altro. A capo chino, attendi che i tremori cessino di scuotere il tuo corpo, ma questo non accade, i singhiozzi hanno il sopravvento.
Solo dopo molto riesci nuovamente ad alzare lo sguardo, e quando lo fai, lui è ancora lì che ti osserva. Ti chiedi se voglia solo farti compagnia, ma la verità è che dà tutta l’impressione di star aspettando qualcosa.
  Sfili l’anello dal dito, e questo assume la forma di un piccolo ovetto bianco e splendente circondato da una cornice finemente decorata. Soltanto una piccola porzione della gemma è leggermente ingrigita a causa dell’energia che hai usato il giorno prima.
Torni a fissare la piccola volpe, e lui fa lo stesso con te. In questo scambio di sguardi, ripensi a come ti sia abituata alla sua presenza nonostante il pochissimo tempo avuto a disposizione.
  La notte di due giorni prima era comparso alla tua finestra, sorprendendoti a cercare di spiare l’area del palazzo dedicata agli ospiti. Ti aveva detto di chiamarsi Kyubey –un nome strano, che tu non avevi mai sentito- e di avere un’offerta da proporti. Gli avevi risposto di non intendertene di affari, e lui aveva ribattuto dicendo di conoscere i tuoi sentimenti verso il giovane principe di Atene.
«So che ardi di passione per lui, e so anche che tra poche ore dovrà andare in sacrificio al Minotauro tuo fratello» ti aveva detto «Perciò ti propongo: stipula un contratto con me e diventa una maga. In questo modo, potrai salvare la sua vita –che ti è cara- e quella di altri tredici giovani»
Tu ti eri chiesta che razza di divina illusione fosse. Avevi pensato che Zeus volesse metterti alla prova, dunque gli avevi chiesto se volesse entrare e accomodarsi, cercando di adempire ai tuoi doveri di ospite.
Lui però aveva rifiutato, affermando che gli bastava che tu riflettessi seriamente sulla sua proposta. Tu allora avevi inteso che faceva sul serio, che non poteva essere uno scherzo divino. E all’offerta ci avevi pensato davvero: un qualunque desiderio –anche un miracolo- in cambio di poteri magici e il compito di affrontare delle streghe.
Le stelle della notte stavano per tramontare, quando tu accettasti il contratto: in pochi minuti, una sfera bianca, brillante e immacolata come una gemma, venne estratta dal tuo petto. L’hai afferrata, facendoti avvolgere dalla luce e trasformandoti in maga.
Le tue vesti erano candide quanto la tua Soul Gem, i biondi capelli arricciati sparsi al vento, alcune ciocche raccolte in trecce sottili. Portavi in mano l’arco di Artemide, e sulle spalle una argentea faretra: eri bellissima.
Sorpresa e stordita, sei tornata al tuo aspetto normale, e infilandoti l’anello al dito hai creato un soffice gomitolo dalla stoffa delle tue coperte.
Hai portato il gomitolo al giovane Teseo, spiegandogli il tuo piano, senza dirgli nulla dell’incontro con Kyubey.
«Sposiamoci» ti aveva proposto, con uno sguardo di richiesta e di sfida «ti condurrò con me ad Atene, dove chiederemo la benedizione di mio padre»
E tu, incredula e gioiosa oltre ogni dire, hai accettato.
  Giunta l’alba, hai accompagnato Teseo all’entrata del labirinto, augurandogli una buona fortuna e il benestare degli dei per quell’impresa. Quindi, senza farti vedere, ti sei trasformata e sei entrata anche tu in quel dedalo intricato di interminabili corridoi.
Kyubey ti aveva detto che l’origine della fame del Minotauro risiedeva nella possessione da parte di una strega, un nemico che il giovane da solo non poteva affrontare: dunque avresti dovuto combattere anche tu.
Con una freccia incoccata ti aggiravi per quelle vie spettrali e silenziose, attendendo il momento giusto per sorprendere il mostro, guardinga verso ogni genere di rumore: nessuno doveva sapere che tu eri lì.
Il momento era arrivato: giunta nel cuore del labirinto ti sei ritrovata di fronte alla strega, somigliante ad una divinità marina tranne che per corna e zoccoli, forse residuo della lunga convivenza con il Minotauro. Era fatta in gran parte d’acqua salata, e le tue frecce non la danneggiavano molto. Ma tu non ti volevi arrendere, e hai continuato a combattere fino a scoprire il suo punto debole: la fronte. Con particolare cura hai incoccato uno degli ultimi dardi rimasti, imprimendogli forza maggiore: la punta di metallo si era illuminata di bianco, e tu hai scagliato l’arma proprio al centro dell’obbiettivo.
In poco tempo la strega è scomparsa e la barriera si è dissolta, rendendo in ogni caso il labirinto non meno inquietante. Tuo fratello giaceva per terra, ma tu non l’hai aiutato: anzi, sei corsa via, udendo i passi di Teseo.
  Poche ore dopo, il giovane era uscito vittorioso dall’ingresso della dimora del Minotauro, portava in mano trionfante la sua testa. E tu fai fatica a reggere la vista di una tale scena, ma ti consoli pensando che adesso potrai partire con lui verso Atene.
Ripensandoci ora, ti dai della stupida per essere stata tanto ingenua.
  Hai smesso da tempo di fissare la piccola volpe, troppo persa nei tuoi ricordi di nemmeno ventiquattro ore prima.
Ti alzi, continuando a stringere nel pugno la tua Gemma, e ti incammini verso la fitta selva nella parte più interna dell’isola di Dia.
Usi il tuo potere per rimuovere gli ostacoli che ti impediscono il cammino, finché non ti ritrovi davanti un’altura, e decidi di scalarla. Il sentiero –se così può essere definito- è scosceso e accidentato, ma a te non importa. Ogni traccia di tremore è sparito, perché ormai ti senti solo un guscio vuoto. Non hai più neanche la forza per disperarti.
«Non so perché lo sto facendo» rispondi ad una domanda che l’animaletto non ha mai posto «non lo so».
Lui continua a trotterellare al tuo fianco e non proferisce parola.
«Mi chiedo se sarebbe cambiato qualcosa, esprimendo un desiderio diverso»
Silenzio. E tu non puoi sapere cos’altro accadde quella notte, perché con il cuore sereno eri tornata a dormire.
Nel sogno, qualcosa o qualcuno mise nell’animo di Teseo il timore del padre, la vergogna e il disonore di condurre in patria come sposa una donna straniera, fuggita di casa e dagli occhi dei genitori, senza dote e –presumibilmente- senza purezza.
E quando il giovane si era svegliato, questo pensiero non aveva più lasciato la sua mente.
  Un masso si stacca dalla parete rocciosa, ma tu prosegui imperturbabile.
«Ormai non ha più senso porsi certe domande... niente ha più senso. Niente vale più nulla»
L’unica reazione che ottieni è un fruscio della coda.
«Non c’è modo o speranza di fuggire. È tutto silenzio, ovunque solitudine, ovunque presenza di morte. O speranza di morte»
Sei quasi arrivata in cima.
«Questa è la storia della principessa Arianna, fanciulla ingenua che per amore ha gettato al vento ogni cosa».
Il vento sull’altura ti sorprende e ti scompiglia i capelli, facendo ondeggiare le tue vesti. Ti ricordi di avere ancora il Grief Seed avvolto in un fagotto attaccato alla cintura, ma ormai lo reputi inutile. Non sapresti che fartene.
Giunta sulla vetta della più alta montagna dell’isola di Dia, osservi la nave ateniese scomparire dietro la linea dell’orizzonte, le vele nere come l’inchiostro, come il colore della tua Soul Gem.
Schiudi il pugno e, osservandola, non provi altro che odio, e rabbia, e rancore, e vorresti solo distruggere ogni cosa.
«Che il mio dolore e la mia sofferenza possano perseguitarti duecento volte, Teseo»
Abbandoni te stessa e il tuo corpo a quell’odio cieco che ormai ha preso possesso di ogni parte del tuo essere.
La mano inerme lascia cadere quella che fino a ieri era la Gemma che splendeva come e più di una stella. Prima che essa tocchi il suolo e si frantumi, mentre è ancora in aria, le pareti s’incrinano e un’oscura forza ne fuoriesce: un nuovo Grief Seed nasce da essa, trascinando con sé il tuo corpo.





---Angolo Autrice---
Il latino e il greco non servirebbero a nulla? Niente di più sbagliato, ispirano ottime fanfiction.
Scherzi a parte, questa shot mi è venuta in mente leggendo il carme 64 delle poesie di Catullo, dove il poeta ci parla del matrimonio di Peleo e Teti e, descrivendo i ricami di una coperta, introduce il mito di Arianna e Teseo. Dovrebbe essere abbastanza conosciuta come storia, ma per chi non ci abbia capito molto: il sovrano di Creta impone ad Atene l'invio ogni anno di 14 giovani -7 maschi e 7 femmine- da dare in pasto a suo figlio, mezzo uomo e mezzo toro (il minotauro). Teseo, figlio del re di Atene Egeo, decide di porre fine a questa situazione, partendo egli stesso per Creta al fine di uccidere il minotauro. Lì incontra Arianna, la figlia del sovrano di Creta e sorella del minotauro. Ella si innamora follemente di Teseo, e gli offre il proprio aiuto per riuscire nell'impresa: fornisce al giovane un filo di lana con il quale potrà ritrovare la strada e non perdersi nel labirinto. Compiuta l'impresa, il giovane conduce Arianna con sè sulla nave per Atene ma, sbarcati sull'isola di Dia per la notte, la abbandona mentre la ragazza sta ancora dormendo. Il mito continuerebbe narrando che Arianna disperata sia stata salvata dal dio Dioniso, ma io ho preferito dare alla storia un finale più "tragico".
Alcune frasi sono una citazione diretta del testo di Catullo, le ho trovate molto evocative.
Trovo che sarebbe stata una bella aggiunta nell'anime inserire anche lei tra le puellae del passato.
Ad ogni modo, spero davvero che questa shot vi sia piaciuta, io l'ho scritta di getto ma ne sono veramente soddisfatta c:
Alla prossima!
Aki_Saiko

[Non so chi segua anche la mia ""long"", mi dispiace di averla abbandonata così ma si sta rivelando un po' ostica da scrivere, in ogni caso non me la sono dimenticata e tornerà anche lei(?).]
  
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