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Autore: rihannasnose    05/04/2014    10 recensioni
John Mayer e Katy Perry si amano da ormai molto tempo, ma un vento freddo cade sui loro animi e porterà qualche cambiamento nel loro rapporto.
E se questa volta fosse Katy ad avere un momento di difficoltà chi sarebbe presente per aiutarla? Sarà la fine della loro relazione o tutto si sistemerà?
Non deve dimenticare che ci saranno gli amici pronti a sostenerla.
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Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Grazie a voi per aver partecipato a questa fantastica serata. New York mi emoziona. E' un vero divertimento cantare per voi qui ogni volta, in questo stadio. Vi ringrazio, come ringrazio la mia band e tutti coloro che hanno reso possibile creare tutto questo. A presto e buonanotte."

 

Sono contenta di aver trovato il coraggio e la forza di tenere lo show anche questa sera. E' sempre molto duro cantare e ballare ininterrottamente per due ore, sono molto stanca ogni volta che concludo, ma soddisfatta di ciò che ne viene fuori.

Do un'ultima occhiata alla folla che salta e sorride quando le luci si abbassano solo su di me. La musica è ormai finita. Il mio sorriso si spegne mentre scendo verso il backstage e i camerini. Sento il mio pubblico urlare il mio nome e battere le mani ora che ho tolto le cuffiette: sino a questo momento non mi accorgo di quanto sia fortunata ad avere così tante persone pronte a sostenermi.

 

"John è arrivato? Dove mi aspetta?" Chiedo, mentre corro a cambiarmi.

"Non c'è, ho provato a chiamarlo prima, ma ha il telefono staccato. Però non preoccuparti, sicuramente è stato da qualche parte con i suoi amici a suonare e quando tornerai a casa lo troverai pronto ad accoglierti nel migliore dei modi."

 

Non ci credo.

Non posso credere a ciò che dice.

Lo conosco da tanto tempo.

Abbiamo avuto tantissimi alti e bassi, ma ci siamo sempre rialzati. Questa volta non sarà così. Sta succedendo tutto così velocemente.

Mi siedo davanti allo specchio, per togliermi il trucco ormai sbavato. Ma mi porto le mani sulle tempie e inizio a massaggiarmele per qualche minuto, cercando di farmi passare il mal di testa. Prendo un'aspirina per evitare che mi peggiori, ma, appena ricomincio a cambiarmi, con l'idea di tornare subito a casa e addormentarmi rapidamente senza pensare a nulla, una delle mie assistenti bussa e si affaccia alla porta, senza entrare.

 

"C'è una sorpresa per te. Vestiti rapidamente e vieni fuori."

 

Annuisco con un movimento leggero senza proferire parola. Penso subito sia la persona che desidero vedere di più in questo momento: John, che si scusa per il ritardo e dopo un abbraccio mi riporta a casa.

Mentre mi preparo, il mio cuore si riempie di nuovo di gioia e sapere che non sta succedendo nulla di spiacevole nel nostro rapporto mi fa tornare il sorriso.

Esco dal camerino aprendo la porta piano piano per godermi il momento. Mi piace aspettare: è così emozionante sapere di attendere una cosa desiderata tanto, prima ancora di riceverla. Mi soffermo spesso sulle piccole gioie che la vita mi regala e mi ha regalato. John è tutto ciò che di migliore possa essere capitato nella mia vita, e non voglio perderlo per nessuna ragione. Non posso reggere altre delusioni. Ora sono felice, non voglio pensare che qualcosa possa mutare questa tranquillità.

Spalanco la porta con un gesto per scoprire che fuori non c'è nessuno. Niente di tutto ciò che mi sono immaginata nei due secondi passati tra l'avvicinarmi piano alla porta e l'aprirla completamente. Lo sapevo.

Mi do un'occhiata in giro e percorro tutto il corridoio.

Mi blocco.

 

"Amore mio, sei così bella stasera. Mi sei mancata tanto."

 

Mi corre incontro e mi abbraccia forte.

Io rimango attonita.

Non so che dire.

Non so che fare.

La fisso per qualche secondo.

Non avevo neanche notato che era tra il pubblico. Probabilmente si era nascosta per potermi fare adesso la sorpresa, ma sembra abbastanza delusa dalla mia reazione, non l'ho accolta al meglio.

 

"Non sembri molto contenta di vedermi." Mi dice, per l'appunto. "Hai qualche problema? Sembra che tu abbia visto il tuo peggior nemico. Forse ho sbagliato a farti una sorpresa... Hai ragione, avrei dovuto avvertirti, hai la tua vita e non ci sentiamo da qualche mese."

"No, no. Sono contentissima che sia venuta. Ma ho molti problemi, e non ce la faccio ad affrontarli tutti da sola."

"Spiegami amore, sono qui per te." Mi dice e mi abbraccia di nuovo.

 

Illustro a Robyn la situazione tra me e John, cercando di non mettermi a piangere, mentre lei mi guarda intensamente negli occhi. Quando finisco di parlare, si allontana e, senza dirmi nulla, prende il cellulare dalla sua borsa, che aveva lasciato su una sedia poco distante da dove ci troviamo noi, esce nel retro e si chiude la porta alle spalle. Non c'è granché luce fuori, perciò non riesco a capire cosa stia facendo.

E' venuta e poi si mette al telefono? Senza neanche fare un accenno di comprensione?

Mi siedo e fisso lo schermo del mio cellulare: nero.

Nessun messaggio.

Nessuna chiamata.

Non riesco a essere felice neanche sapendo che ora ho accanto una delle mie più care amiche, che oltretutto non vedo da tempo. Ha rinunciato ad alcuni impegni importanti per poter stare con me, mi ha accolto in modo così dolce.

Spalanca la porta e rientra, distogliendomi dai miei pensieri.

 

"Nessun problema, cambiati perchè usciamo. Non voglio sentire storie, sei giovane e devi divertirti, lascia i pensieri a domani, stasera scateniamoci."

"Ma... Insomma, non so bene."

"La macchina è qui che ci aspetta, quindi è meglio che ti sbrighi."

 

Non sono in vena di andare a ballare.

Vorrei solo rivedere una persona, quella persona.

E parlarci.

E chiarirci.

E capire cosa sta succedendo.

Abbracciarci e far finta che non sia successo nulla.

 

"Non lo so, non me la sento, vorrei solo tornare a casa, dormire dodici ore e non pensare a nulla."

"Amore," Si avvicina con fare tranquillo, ma sicuro "so come ci si sente. Conosci cosa ho passato qualche anno fa. Penso che tu abbia solo bisogno di distrarti. Guardati: sei così stressata."

 

Io faccio segno di negazione, con la testa bassa, ma restando nella mia posizione. Lei però si ammusa, mi prende per un braccio e mi trascina fuori, uscendo dalla porta sul retro, per evitare la folla. Quando si convince nessuno può dirle niente, la sua sicurezza mi meraviglia ogni volta.

Ci infiliamo subito nella macchina nera di Robyn, con i vetro oscurati e il motore già acceso, pronta per partire. Il suo autista, un uomo scuro di pelle, muscolosissimo, con gli occhiali da sole, guida per una mezz'ora fin quando si ferma davanti a una porticina, dalla quale si intravede un ingresso di un palazzo poco illuminato. Non ci sono insegne, nè indicazioni, nè citofoni.

Lampeggia e suona il clacson insistentemente finché un uomo esce e ci apre lo sportello, noi scendiamo e ci augura una buona serata. Entriamo nel palazzo, saliamo una rampa di scale e accediamo al night club. Robyn saluta un paio di ragazze vestite in un bikini pieno di fronzoli, le quali ci prendono le giacche: sembrano abituate a vedere persone famose, non hanno fatto nessun gesto ambiguo, nessuna risatina, nessun commento.

La musica alta mi rimbomba nelle orecchie, il fumo dei narghilè e delle sigarette mi infiamma gli occhi. Sono in piedi vicino a tavolini di metallo grigi. Chiudo gli occhi e mi sento trascinare verso il centro della pista: ragazze che ballano ovunque, tutte mezze nude, fanno twerking sui pali, vicino alle altre persone, con la lingua di fuori, in atteggiamenti provocanti. Dappertutto ci sono simboli di dollaro e vicino al palchetto ci sono migliaia di monetine. Sono distrutta dal concerto e assorta nei miei pensieri, non mi preoccupo molto di quello che succede intorno a me: vorrei solo essere in un altro posto con un'altra persona in questo momento.

Il locale non è molto grande e non è pieno, anzi non c'è molta gente questa sera. Le luci a intermittenza non mi permettono di vedere i volti di chi mi circonda: qualcuno passa e da una strusciatina a una ragazza accanto a me, balla con lei per qualche minuto e poi va da un'altra. Nessuno sembra realmente interessato a conoscere le altre persone.

Resisto tra musica a palla, a cui però dovrei essere abituata, e cocktail di tutti i tipi (penso di averne bevuti cinque!) per circa un'ora. Quando, verso le due e mezza non ce la faccio più, avverto le altre che sarei uscita per prendere una boccata d'aria. Altre due ragazze, sempre in bikini, mi prendono la giacca e, dopo essermela accuratamente infilata per evitare di prendere freddo, scendo le scale di corsa per arrivare all'uscita. L'uomo che prima ci aveva accolto e aperto la porta, mi chiede se voglio che chiami un taxi per essere riaccompagnata a casa, dato che la macchina di Robyn non ariverà prima delle quattro e mezza. Io gli rispondo educatamente di no, perchè dopo poco sarei rientrata. Il fumo della sigaretta che ho appena acceso si espande nell'umidità della notte e riscalda il mio corpo, di colpo la getto a terra, con un gesto quasi involontario, ma pieno di rabbia, calpestandola violentemente per spegnerla. Il buttafuori mi osserva e si avvicina facendomi un sorriso.

 

"Vuole che le chiamo un taxi signorina...?"

"Mi puoi chiamare Katy. E dammi del tu." Rispondo, sorridendo e annuendo. "Grazie."

 

Chiudo gli occhi e cerco di rilassarmi. Il signore entra dentro il portone e scompare nella penombra. Mi accorgo che sto facendo respiri molto profondi. Dopo pochi minuti che aspetto, arriva una macchina gialla da cui scende un uomo che mi saluta e mi apre lo sportello e mi accoglie dentro. Vedo Robyn e Jennifer, la sua amica, scendere di corsa le scale. Si fermano vedendomi nel taxi. Tiro giù il finestrino e faccio segno di negazione con la testa.

  
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