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Autore: fragile come il vetro    05/04/2014    1 recensioni
Perché se la vita mi sta stretta, ci sei tu che me la sfili con la maglietta e il reggiseno per baciarmi e toccarmi e... Hai capito.
E nascondersi tra i fiori? E ad innamorarsi delle tue mani? E te che mi raccogli da terra, sollevandomi e caricandomi sulla spalla:“che hai?”,“eri il fiore più bello e morivo dalla voglia di raccoglierti.”
-Mi hanno detto che vale la pena leggerla.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"La verità è che ti amo abbastanza."

"Sì, ma abbastanza quanto?"



 

 
"Perché se la vita mi sta stretta, ci sei tu che me la sfili con la maglietta e il reggiseno per baciarmi e toccarmi e... Hai capito."




A navigare tra i sentimenti, non ho mai imparato, tra il surfing su internet e i tuoi occhi innamorati che mi fanno naufragare, mi accorgo che io il mare non lo conosco.
Mio padre mi portava a pescare, quando scopriva mia madre a tradirlo.
Ho imparato a diventare un uomo di mare: forte, silenziosa, attenta e perspicace. Infiduciosa, dedita, persa. Perché il mare è così grande, con i fiumi che ci sfociano, con i mari che diventano oceani e con gli oceani che hanno lo stesso colore dei tuoi occhi. Perché è il mare è così grande, appare così grande, profondo e io, guardo i tuoi occhi e “se tu fossi il mare adriatico?”; un sospiro, un sorriso innamorato, una carezza e “tu saresti il pesce più bello”.
E a sdraiarsi sul balcone di un appartamento, di una Milano piena di smog, a pensare quanto il mare sia perso.
Perso in cosa? 
“In cosa si perde il mare?”
“In te.”
E con la notte, piena di stelle confuse e a guardarle e a immaginarsi costellazioni inesistenti e a promettersi di comprare un telescopio, io mi innamoro sempre dell'oceano che perso in me, mi bacia e, nella mia cassa cranica parte un viaggio, a che stazione? Hai preso il treno? Partiamo? Mi chiami quando arrivi? Ti amo... E ci siamo abituati ad abituarci all'abitudine della vita, ma io a te mi sono abituata?
“Che ci fai ancora sveglia? Vieni qui... È tardi, a letto.”
“Sono su Wikipedia.”
“Se non vieni qui, smetto di pagare l'ADSL.”
“Va' a dormire.”
“Che scrivi...? Aspetta! Riapri la finestrella! Che hai scritto? Hai chiesto se è normale sostituire l'ossigeno con una persona?”
“Privacy! E finiscila di ridere, idiota!”
“Privacy su Yahoo Answer?”
Ma come mi sono innamorata di te? È un processo chimico? È colpa degli ioni a idrogeno? Dei legami covalenti quasi puri di 0,900?
“Come ci si innamora?”
“Guardandoti.”
“Come si capisce di essere innamorati, sii serio sta volta.”
“Puoi sempre chiederlo su Yahoo Answer... Okay! Non fare quella faccia... Ti è mai mai capito di innamorarti delle dita di una persona?”
E rispondere di sì, come d'abitudine e deglutire.
“Di innamorarti delle lentiggini timide? Quelle sul naso? A fermarsi ad osservare come mangia, dimenticandoti di farlo? A lasciarle l'ultimo trancio di pizza? A odiare la tecnologia quando ti manda sms perché non puoi sentirla parlare? A struggersi la notte con paure folli? Paura di dimenticarsi la curva precisa del suo sorriso? Paura di scambiare la sua voce con quella di qualcun'altra? Paura di svegliarsi con l'altra parte del letto vuota? Paura di ucciderla mordendole quel punto col neo sulla spalla? Paura di rispondere alla Telecom, perché significa che non c'è lei ad imitare la voce di una bambina e a mugugnare “i miei non sono a casa... Mi aiuta a fare i compiti?”... Ti è mai capitato? Ti è mai capitato di innamorarti dell'impronta del suo piede sulla sabbia? Di dare in escandescenza se non risponde a una telefonata perché hai paura che qualcuno si sia accorto che sia la donna più bella della terra e l'abbia rapita? Ti è mai capitato di sognare di essere Super Mario e lei la principessa Peach da salvare? Ti è mai capitato di ordinare al cuore di stare calmo per paura che si accorgesse che stava per esplodere dal tuo petto? Ti è mai capitato di accorgerti che le vene sui suoi polsi sono così belle? Che i nei sulla schiena formano costellazione brillanti e accecanti? Che c'è un Orsa maggiore sulle costole? Ti è mai capitato di accorgerti che è fondamentale come un pezzo di un puzzle? Ti è mai capitato?”
“Mi ami?”
“Abbastanza.”

A fuggire tra la boscaglia sono bravi tutti, ma chi è capace di tornare indietro perché si sente asmatico senza una cosa, anzi, senza una persona? Io sì.
Perché se la vita mi sta stretta, ci sei tu che me la sfili con la maglietta e il reggiseno per baciarmi e toccarmi e... Hai capito.
A nascondersi tra i fiori, e ad innamorarsi delle tue mani e te che mi raccogli da terra, sollevandomi è caricandomi sulla spalla:“che hai?”“eri il fiore più bello e morivo dalla voglia di raccoglierti.” Ad imparare ad apprezzarti, ad accontentarsi, ad odiare l'oro “i tuoi occhi sono più splendenti”, a disprezzare le proprie mani fredde senza altre mani con cui accoppiarle. Ho preso la mia vita, senza saperla vivere e te l'ho data come un compito portato alla maestra, dicendo che non sapevo svolgerlo, che quello che avevo fatto fino ad ora era un casino e ti ho chiesto di correggerlo.
“Non sono capace nemmeno io, ma se ci proviamo insieme, forse uno dei due ci capisce qualcosa...” A sollevare pensieri e bicchieri per fare brindisi, a vomitare pensieri e shottini.
A chiedersi il nome delle moneta giapponese, a rispondersi e camminare a tentoni, come un quindicenne con la prima relazione.
“Come si dimostra l'amore?
 Tra il tuo sguardo pensieroso a guardarmi le labbra, ci ho pensato pure io.
Come ci si dimostra l'amore? Con i regali? Con i baci? Con gli abbracci? Con il ricordarsi i mesiversari? Con l'imparare la canzone preferita? Col dedicarsi poesie di Baudlaire? Di Catullo? O dicendosi che i ragazzi che si amano si baciano in piedi contro le porte della notte? A mangiarsi con gli occhi? O a mangiarsi direttamente lo Yogurt che l'amato adora anche se si odia lo Yogurt?
“Allora?” Un sospiro, un'occhiata fugace, un biglietto da visita per l'inferno paradisiaco, una visita fissata per le tue labbra sulle mie, tra? Facciamo Mercoledì 21? No... Ho un'altro un impegno! Facciamo... Tipo adesso?


“Come ci si dimostra l'amore?”
“Facendolo.”





 
  
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