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Autore: B e l l e    05/04/2014    7 recensioni
SPOILER 3x08 Once Upon a Time!
Rumplestiltskin viene abbandonato dal padre e cade in un portale che lo catapulta in una grande città a lui sconosciuta. Riceverà una strana lettera e da quel giorno la sua vita cambierà completamente. Crossover Harry Potter/Once Upon a time.
[Il primo capitolo ha passato il primo turno del contest a turni "Un anno speciale a Hogwarts" di Dragone 97 con il punteggio di 33/35]
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Severus Piton, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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ALL MAGIC COMES WITH A PRICE


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1. UN PORTALE VERSO LA MAGIA

 

Da quando suo padre lo aveva abbandonato, Rumplestiltskin era stato cresciuto da due filandere, le zitelle del villaggio, che gli avevano dato almeno un minimo di istruzione: sapeva leggere, scrivere e filare con l'arcolaio.
Un giorno però, mentre tentava di tirare su dal pozzo un secchio con l'acqua fresca, si sporse troppo e vi cadde dentro. Qualcuno doveva averlo incantato, con un fagiolo magico e chissà che altro, perché il pozzo era un portale e il bambino si ritrovò sul marciapiede di una grande città: non sapeva dove fosse, non sapeva che strano posto fosse quello, lui che era sempre vissuto in un villaggio di campagna, e non sapeva come fare a tornare indietro. Era buio, faceva freddo e lui era così spaventato che si accucciò dietro un lampione, tenendosi le ginocchia strette al petto, e non si mosse più. Il risultato fu che, la mattina dopo, aveva ancora più freddo e gli faceva male ogni parte del corpo.


Erano passate circa due settimane e quel giorno, il piccolo Rumplestiltskin, vagava per le strade della periferia ovest di Glasgow, in cerca di cibo. Si era sistemato in un vecchio garage abbandonato e tirava avanti come poteva: prendeva gli avanzi dai ristoranti; alcune volte, la signora del fruttivendolo in fondo alla via gli regalava una mela; si lavava, come poteva, nel fiume Clyde, rischiando di caderci dentro, ogni volta. In quegli anni, le periferie di Glasgow erano luoghi malfamati, pieni di persone senza fissa dimora e poco raccomandabili, dunque nessuno faceva caso al bambino.
Lui era sempre triste: quando pensava a suo padre che lo aveva abbandonato, alle due signore che lo avevano cresciuto e a quel portale che lo aveva costretto a vivere per strada, in un luogo sconosciuto così diverso dal suo villaggio, gli veniva da piangere.

Cosa aveva fatto di male, in soli undici anni di vita, per meritare tutto ciò? - si chiedeva.
Era sempre stato un bambino solare, così legato al padre che avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di restare con lui, così riconoscente alle filandere che lo avevano tenuto con loro, così intelligente e intuitivo da gratificare chiunque provasse a insegnarli qualcosa...
Soddisfatto dalla mezza mela, trovata per terra vicino alle casse della frutta del mercato, vuote e abbandonate, Rumplestiltskin tornò al 'suo' garage e si raggomitolò in un angolino, cercando di scaldarsi. D'un tratto, entrò un gufo marrone che lasciò cadere una busta vicino al piccolo. Sembrava una lettera, ma chi avrebbe potuto scrivergli? Nessuno.
Il bambino guardò l'animale, incuriosito e, vedendo che il gufo puntava lo spicchio di mela che aveva in mano, gliene porse un pezzetto. Era il suo pranzo, ma non importava. Magari, quella povera creatura era sola e affamata, proprio come lui.
Il gufo, dopo aver gustato il cibo, si appollaiò su di una trave, in attesa che il bambino aprisse la lettera. Rumplestiltskin prese la busta, scettico e, rigirandosela tra le mani, notò la scritta sul retro:


Mr. R. Gold,
Garage abbandonato,
28, Ezdell Street,

Glasgow,
Scozia


Il bambino spalancò gli occhi. Possibile che qualcuno gli scrivesse? Che qualcuno sapesse che viveva in un garage abbandonato? E che la lettera gli fosse stata recapitata da un gufo?
Sempre più incuriosito, Rumplestiltskin aprì la busta e lesse la pergamena tutta d'un fiato, ad alta voce, tanta era l'eccitazione.


 

SCUOLA DI MAGIA E STREGONERIA DI HOGWARTS
Dedicata ad Albus Silente (ordine di Merlino, Prima Classe, Grande Esorcista,
Stregone Capo, Supremo Pezzo Grosso, Confed. Internaz. Dei Maghi)

Caro Mr. Gold,
Siamo lieti di informarla che Lei ha diritto a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Qui accluso troverà l'elenco di tutti i libri di testo e delle attrezzature necessarie.
L'anno scolastico avrà inizio il 1° settembre. Restiamo in attesa del Suo gufo entro e non oltre il 31 luglio p.v.
Distinti saluti,
Minerva McGranitt
Vicepreside

 

Il bambino la lesse più volte, incredulo. Non riusciva a capacitarsi di ciò che gli stava succedendo. Una scuola di magia. La stessa magia che gli aveva portato via il papà. Da una parte, era spaventato, ma dall'altra, era affascinato: se suo padre aveva deciso di abbandonarlo, pur di restare a contatto con la magia, essa doveva essere qualcosa di davvero speciale. Quella scuola gli dava la possibilità di studiarla e così, forse, un giorno avrebbe potuto riabbracciare suo padre.
All'improvviso, però, si intristì. Lui non aveva soldi per comprare tutta quella roba che serviva, né per il biglietto del treno; lui non aveva soldi per pagare quella scuola.
Scoppiò in lacrime e scacciò il gufo, arrabbiato. Non c'era niente di buono, per lui. Sarebbe rimasto per strada tutta la vita.

 

 

Glasgow, 1 settembre 1971, 7.00 a.m.

Rumplestiltskin dormiva rannicchiato sopra un vecchio materasso, in fondo al garage. Era passato del tempo dal giorno in cui aveva ricevuto la lettera da Hogwarts e il piccolo aveva smesso di pensarci.
"Hey, bambino! Svegliati!" gridò una voce maschile a pochi metri da lui.
Rumplestiltskin si svegliò di soprassalto e quando vide l'uomo enorme, fermo davati a lui, si spaventò; si spinse nell'angolo del materasso e chiuse gli occhi.
Hagrid sorrise, affabile: "Non devi avere paura di me. Sono qui per accompagnarti a scuola!" gli disse. Il bambino aprì piano gli occhi e scrutò il Mezzogigante dalla testa ai piedi.
"Sei tu Rumples... Rumplsh... insomma, sei tu il signor Gold, non è così?" isisté.
Il bambino annuì: "Rumplestiltskin, sono io".
"Perfetto, allora! Dobbiamo sbrigarci, sai? Andiamo a comprare la bacchetta e poi facciamo una bella colazione. Per le altre cose non devi preoccuparti, potrai accedere alle scorte. In più, Silente ha trovato degli abiti per te: non puoi girare per Hogwarts con quello straccio addosso, ti scambierebbero per un elfo domestico!" esclamò Hagrid, contento.
Il bambino non credeva alle sue orecchie.
"Non sono un elfo" mugolò "e non ho i soldi per pagare nessuna scuola... non ho più niente!".
Il Mezzogigante scosse la testa: "Non devi preoccuparti di nulla, ragazzo. Se Silente mi ha affidato questa missione, che in realtà è la mia prima missione, vuol dire che è importante!" disse, più a sé stesso che al bimbo, "Ho pensato a tutto, ma la bacchetta devi venire a prenderla tu!".
Rumplestiltskin fissava Hagrid: nel suo sguardo si poteva leggere sia il sospetto che la speranza. Il Mezzogigante aprì le braccia: "Vieni?".
Il bambino si avvicinò. Peggio di così non poteva andargli, quindi, tanto valeva provare. Quell'uomo così grosso non sembrava cattivo.
Hagrid lo prese in braccio ed uscì dal garage con lui.

"Cosa dovrei farci con una bacchetta?" chiese il bambino, quando Hagrid lo mise a terra, davanti al negozio di Olivander.
"La bacchetta ti serve per fare magie, piccolo. Non sai davvero nulla del mondo magico?" rispose Hagrid, spalancando gli occhioni scuri.
Rumplestiltskin scrollò le spalle. "Mio padre usa la magia senza bacchetta" pigolò.
"Oh..." Hagrid non sapeva cosa dire. Silente lo aveva avvertito che quel bambino era particolare, ma non aveva nessuna idea di chi fosse suo padre o da dove venissero.
"Dai, entriamo!" Il Mezzogigante aprì la porta e spinse dentro il bambino.
Olivander li accolse con la solita gentilezza e i suoi luminosi occhi chiari si puntarono subito su Rumplestiltskin.
"Acquisti dell'ultimo minuto, eh? Temo che tu debba darti una ripulita, ragazzo e.. " lo squadrò " hai bisogno di un paio di scarpe!". In effetti, Rumplestiltskin era ancora scalzo.
"Oh, sì... colpa mia, signor Olivander. Ho lasciato il suo baule al Paiolo Magico. Se ci sbrighiamo qui, avremo tempo di fare colazione e darci una ripulita, eh bambino?" sorrise amabile e il bimbo annuì.
Olivander guardò Rumplestiltskin con attenzione e misurò la lunghezza delle sue braccia distese e la distanza tra le sue narici. Il bimbo era sconcertato e guardava quel vecchietto con un'espressione curiosa. Olivander si fece pensieroso. Andò nel retrobottega e ne uscì con due bacchette. Ne aprì una davanti al ragazzino e gliela porse: "Prova questa".

Rumplestiltskin la prese in mano e l'agitò d'istinto: il vetro del negozio si frantumò in mille pezzi e il bimbo mollò lo stecchino correndo a nascondersi dietro la gamba di Hagrid.
"No! Assolutamente no!" esclamò il vecchio proprietario del negozio e la ripose.
Hagrid fece uscire il bambino di lì, rassicurandolo, e Olivander gli porse la seconda bacchetta: "Questa dovrebbe andare" disse.
Il bambino la prese, timoroso e, appena la toccò, la bacchetta si illuminò.
"Magnifico!" esultò Olivander "Agrifoglio, corda di cuore di drago, 12 pollici, rigida".
Il bambino alzò un sopracciglio, senza comprendere.
"Il preside provvederà a ripagarla, signore" disse Hagrid, raggiante.
Salutato il vecchio fabbricante di bacchette, il Mezzogigante e il bambino si diressero al Paiolo Magico. Rumplestiltskin fu accompagnato da una cameriera a farsi un bagno, mentre Hagrid ordinava la colazione.
Quando scese, il bambino indossava una vecchia divisa di Hogwarts con un mantello logoro, proveniente dalle scorte di Gazza, e un paio di scarpette ancora più rovinate, adattate con la magia alla sua misura. Non era un granché, ma per lui era moltissimo. In mano, portava i suoi vestiti, lavati e stirati dalla cameriera, e si trascinava dietro il baule.
Hagrid lo accolse e lo fece mangiare. Il bimbo si tuffò sul cibo: era davvero tanto che non faceva un pasto completo; Hagrid se ne accorse e fece preparare un fagottino per concedergli di mangiare qualcosa anche sul treno, durante il viaggio.
Finita la colazione, Hagrid e Rumplestiltskin si recarono a King's Cross e il Mezzogigante indicò al bimbo come arrivare sul binario 9 ¾; poi se ne andò.
Rumplestiltsin non rimase sorpreso di dover attraversare un muro. Aveva usato il portale per Neverland, ed era finito a Glasgow, cadendo in un portale... dunque, un muro non lo spaventava.
Passò attraverso la parete in pietra che divideva il binario nove dal binario dieci e si ritrovò davanti all'espresso per Hogwarts. Rimase a bocca aperta: non era mai salito su un treno, tantomeno ne aveva mai visto uno così bello.
Una volta a bordo, cercò uno scompartimento vuoto, ma non lo trovò. Il treno era già partito da un pezzo, quando, vagando per la vettura, si trovò davanti un ragazzo alto, con i capelli biondi e gli occhi di ghiaccio, che disse di chiamarsi Lucius Malfoy e di essere un Prefetto di Serpeverde. Rumplestiltskin non sapeva cosa volesse dire 'Prefetto di Serpeverde', ma obbedì al ragazzo e si infilò nel primo scompartimento che trovò.
"Buongiorno" salutò educatamente i due ragazzini che erano già dentro; "non ho trovato altri posti, vi do fastidio?" chiese.
Una ragazzina dai capelli rossi gli sorrise dolcemente "Ciao! Siediti pure, non ci da fastidio, vero Severus?" disse, mandando un occhiata al ragazzo seduto di fronte a lei.
Severus scrollò le spalle e scosse la testa distrattamente. Vedendolo un po' infastidito, Rumplestiltskin si affrettò a dire "Oh, non preoccuparti, leggerò per tutto il tempo. Non mi sentirai nemmeno" e accennò un sorriso.
Il ragazzino ricambiò l'occhiata, senza sorridere e tornò a guardare fuori.

Come promesso, Rumplestiltskin passò tutto il viaggio a leggere Storia di Hogwarts: voleva saperne di più su quel posto strano che, oltretutto, lo aveva salvato dalla strada. Voleva sapere che tipo di magia avrebbe studiato, cos'erano le 'case', cos'era il Quidditch, perché avevano scelto proprio lui...
Quando, finalmente arrivarono a destinazione, i ragazzi del primo anno furono condotti al castello da Hagrid. Rumplestiltskin si era ammutolito: aveva scoperto tante cose su quella scuola e aveva capito che il momento dello smistamento era molto importante; lo scenario che si era trovato davanti era mozzafiato, il castello era incredibile, lui non aveva mai visto niente di simile. Salutò Hagrid con la mano e rimase in silenzio finché la professoressa McGranitt non chiamò il suo nome. Quella strana signora aveva condotto lui e gli altri primini in sala Grande e aveva presentato loro il cappello parlante. Rumplestiltskin, ormai, sapeva tutto a riguardo e, quando quello strano oggetto animato gli fu posizionato sulla testa, mancò un battito. Si chiedeva in quale casa lo avrebbe collocato. Si richiedeva coraggio – no, lui non era affatto coraggioso – lealtà e nobiltà d'animo, oppure ambizione – sì, lui era decisamente ambizioso – furbizia, intraprendenza, o ancora, intelligenza e saggezza...
"Difficile, ragazzo!" esclamò il cappello, interrompendo i suoi pensieri e facendolo agitare di più.
"Vedo molta intelligenza, ma non ti collocherei in Corvonero. Pazienza proprio no, tolleranza forse... ma Tassorosso non fa per te".
Il bambino era rimasto immobile, con gli occhi chiusi. Non sapeva cosa aspettarsi: Grifondoro o Serpeverde?
"Bella domanda, ragazzo. Grifondoro o Serpeverde? È davvero molto difficile. Hai qualche preferenza?". La voce del cappello gli rimbombava in testa.
"I..io non sono per niente coraggioso, s..se questo può essere utile" balbettò il bimbo.
"Ma neanche opportunista, da ciò che posso vedere... per ora!" rispose il cappello.
Il cuore di Rumplestiltskin batteva fortissimo. Forse, non c'era un posto per lui in quella scuola. Gli altri bambini erano stati collocati facilmente: una certa Lily e quel Severus, i ragazzi del treno, erano stati spediti di gran fretta nelle loro case; una certa Cora non era riuscita neanche a sedersi che il cappello aveva urlato 'Serpeverde'. Per lui, invece, c'era tutta quell'indecisione.
"Stai tranquillo ragazzo, un posto per te c'è. Vedo tanta nobiltà d'animo e spero che tu non la perda mai. Ricordati che c'è sempre del buono, nel profondo del tuo cuore. GRIFONDORO!"
Un applauso scrosciante accolse il piccolo Rumplestiltskin al tavolo rosso-oro, ma quando alzò la testa vide quel ragazzo, quel Lucius Malfoy che aveva incontrato sul treno, con un braccio sulle spalle di Severus, che lo guardava deluso, da un'altra tavolata. Rumplestiltskin abbozzò un sorriso e si sedette, in attesa della cena.
Non sapeva assolutamente cosa aspettarsi da quell'avventura. Perché, per lui, nient'altro era che un'avventura. Una nuova vita, forse. Quella vita che avrebbe voluto con suo padre, a Neverland, ma che lo stesso uomo gli aveva negato. Hogwarts sarebbe diventata la sua casa, per sempre.



 

 

NoteDell'Autrice: SPOILER 3° STAGIONE!

Nell'episodio 3x08 di Once Upon a Time possiamo vedere che il padre di Rumplestiltskin, Malcolm, abbandona suo figlio per avere di nuovo la giovinezza e la possibilità di volare e sfruttare la magia che offre Neverland. Il piccolo Rumple viene riportato nel suo villaggio e viene cresciuto dalle zitelle del paese. Il bambino era molto legato al padre e gli aveva offerto il fagiolo magico per andare in un posto dove ricominciare a vivere insieme, lontani da quel villaggio dove avevano acquisito una cattiva fama, grazie all'immaturità, la pigrizia e la vigliaccheria di Malcolm.
Ho deciso di far partire questa storia da quel momento, quando il bimbo torna al villaggio, da solo.
Nel prossimi capitoli si scoprirà il suo stato di sangue e cosa abbia spinto Silente ad offrirgli un posto a Hogwarts.
Vorrei sottolineare che non userò mai l'appellativo Tremotino (italianizzazione di Rumplestiltskin) e userò Neverland per riferirmi all'isola che non c'è.
Siccome molti chiamano il personaggio RUMPELstiltskin, vorrei sottolineare che il personaggio di Once Upon a Time è BASATO su quello dei fratelli Grimm, ma si chiama RUMPLEstiltskin. Lo stesso attore che lo interpreta lo chiama Rumple, dunque lo chiamerò sempre così.
Ho dato al personaggio il cognome Gold, dal momento che non si conosce il suo cognome e che il suo alterego nella serie si chiama così.
La strada di Glasgow dove il bimbo vive è una strada presa a caso, non so se c'è un garage abbandonato o un fruttivendolo; ho solo cercato una via che fosse nella periferia ovest di Glasgow, non lontana dal fiume Clyde.
Grifondoro era l'obbligo del mio pacchetto per avere un maschio e ambientare la storia nella generazione dei Malandrini; nonostante ciò, io il bimbo ce lo vedo benissimo.
Spero di aver detto tutto XD

B e l l e

   
 
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