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Autore: GiulsCold    05/04/2014    0 recensioni
Lei, bella come il paesaggio invernale ma fredda come la neve della foresta proibita.
Lui, misterioso e solitario ma gelido come il lago nero in Gennaio.
Eleanor Malfoy e Derrick Peregrine, due cuori di ghiaccio che si sono trovati.
Ma si sa, il ghiaccio fonde.
( Harry Potter Fan Fic. )
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mangiamorte
Note: Lemon | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Nessun contesto
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Era notte fonda e si vedeva, perchè il cielo era particolarmente scuro ed anche i corvi avevano smesso di racchiare intorno alla ragazza, sarebbe dovuta essere al letto, o nel bosco, o in un posto che conoscesse ma che non fosse casa, non aveva molte intenzioni di tornarci, aveva diciott’anni ed era libera finalmente. Quella strada risultava esser solo vagamente familiare, ma niente di più, vide un locale aperto, da cui di tanto in tanto uscivano ed entravano persone "Strano" pensò, non era davvero orario. Scrollò le spalle ed entrò per poi guardarsi intorno, incuriosita ed un pò persa nel tentativo di scaldarsi almeno per qualche secondo.
Il ragazzo al bancone sentì la porta aprirsi e girò il capo per notare chi fosse. Una ragazza dai capelli biondi e l'aspetto seducente. Ma poco gli importava, il suo turno di lavoro era quasi finito ed avrebbe come da programma, passato la notte tra film Horror e schifezze cibarie. Magari con Adrian, anche detto Pulce, l'altro Serpeverde il quale ormai considerava come un fratello. Attese che la ragazza gli chiedesse qualcosa, nel caso avesse bisogno. Lui non era il tipo che si preoccupava troppo degli altri. Così, non smettè di lustrare quello che probabilmente era l'ultimo tavolo da pulire, con uno straccio ben saldo nella mano.
Lei non aveva per niente sonno e non avevo nulla da fare, sospirò e si sedette al bancone con un aria pensierosa e preoccupata, volevo solo allontanarsi da diverse cose e persone ma specialmente dai suoi genitori. Aspettava che si avvicinasse qualcuno, non era mai stata in un posto simile, una locanda da quel che sembrava.
Eleanor Malfoy, un nome una certezza.
Sarebbe stata certo sicura, talvolta irriverente e sfacciata. Amabile ma dall’animo ribelle pronta a sfidare l’autorità di una famiglia che la aveva viziata sin dalla nascita con gli abiti migliori, le feste ed i viaggi. Ma il suo animo capriccioso, il volere sempre di più a quel punto della sua vita l’avevano portata a desiderare la liberà, l’indipendenza dalla morsa dei genitori che da sempre l’avevano spinta a diventare una mangiamorte proprio come loro. Lei voleva semplicemente di più, non sapendo precisamente cosa si era decisa ad uscire dalla teca di vetro e per una volta a prendere in mano la propria vita.
Con la scusa di aver finito il dovuto, il ragazzo sollevò l'ultima sedia ponendola sul tavolo appena lustrato, ora pulito. Infine si girò a guardarla. Mancava poco alla chiusura. La ragazza aveva occhi incantevoli, nonostante la luce del locale non fosse affatto forte, anzi, affusolata ed alquanto piacevole, per lui. Una domanda spontanea anche se posta con tono freddo, gli uscì dalle labbra che tutti gli avevano sempre invidiato  << Serve qualcosa? >>
Derrick era il solito ragazzo dal bell’aspetto abituato ad avere tutte ai propri piedi, e si vedeva dalla scioltezza e sicurezza con cui parlava. Gli importava solo di se stesso e per nulla del resto o degli altri, gli bastava lavorare, divertirsi a fare il bar-man acrobatico per poi andare a casa per restare sveglio tutta la notte a guardare la tv e mangiare pizza. In poche parole, gli importava solo di godersi la vita nel suo modo leggero, senza pensieri futili.
La ragazza si voltò di scatto verso il ragazzo e restando sulla difensiva, si rivolse a lui infine con incredibile freddezza <> Chiese alzando un sopracciglio per sottolineare la parola caffè, come se questo fosse stata una cosa poco conosciuta, soprattutto in quel posto.
<< Si, ma non posso macchiartelo. >> Affermò lui fissandola con lo straccio stretto nella mano e le braccia lungo i fianchi, apparentemente quel ragazzo sembrava avere un fisico niente male. Effettivamente non ne beveva di caffè, ma portarne in quel locale era stata una bell'idea per fruttare più soldi. In parecchi non conoscevano quella bevanda lì e questo aveva dato la possibilità al giovane di farsi dare un bell'aumento per la svolta positiva che aveva fatto prendere al locale.
<< Lo vorrei normale credo. Senza zucchero e tanto. >> Enfatizzò la parola “tanto” con un veloce gesto della mano, aveva un disperato bisogno di caffè in quel momento o quasi certamente avrebbe avuto un crollo nervoso.
<< Ringrazia che stasera sono di buon'umore. Sei entrata sull'orlo della chiusura. Dovrei essere sulla strada di casa da 4 minuti. >> Disse in modo scocciato, sbuffando. Poi saltò su uno sgabello con un piede per atterrare dietro il bancone in posizione eretta, girandosi sbrigativo verso la macchina del caffè. Infilò la cialda, l'acqua, e poi fece partire la macchinetta, attendendo che questa facesse il suo dovere.
La ragazza alzò gli occhi al cielo dopo averlo osservato per qualche istante. << Se per te questo è buon umore, io allora sono una compagnia piacevole. >> Disse con una punta di ironia mentre aspettava la propria dose di caffeina.
Il ragazzo fece roteare gli occhi chiaramente in uno sbuffo silenzioso, poi prese la tazzina da caffè con l'indice, il pollice ed il medio, mettendola sull'apposito poggia-tazza che aveva preso con la mano opposta, messa alla macchina. La tazzina venne messa lì giusto in tempo, un secondo ed il caffè sarebbe fuoriuscito, la bevanda calda ed ordinata dalla ragazza colò abbastanza velocemente nella tazza che poi, il ragazzo porse alla cliente con lentezza e cautela, sul bancone << T'oh. >> Quell'ultima parola, se si poteva definire tale, era alquanto scocciata e annoiata proprio come era quasi sempre quel ragazzo dai capelli neri.
Eleanor prese la tazzina e bevve velocemente, abbozzò un mezzo sorriso quando ebbe finito e poggiò sul bancone dei soldi, almeno cinque volte di più rispetto al prezzo del caffè ma non le importava più di tanto. << Come ti chiami? >> Chiese improvvisamente al ragazzo.
Lui fissò i soldi prendendo la tazzina e cominciando poi a lavarla con l'acqua dal rubinetto, sporse il viso per adocchiare i soldi, fissandoli attentamente e poi dicendo qualcosa in tono abbastanza stupito quanto scontroso << Ragazzina, mi hai dato quasi lo stipendio del mese. >> Affermò adesso divertito tornando a fissare poi la tazza, svuotandola per l'ennesima volta dall'acqua ed infine, pulendola prima fuori e poi dentro con un panno. Fatto ciò, attese che la ragazza mettesse i soldi giusti, si presentò sistemando la tazzina ed il poggia-tazza, nella lavastoviglie << Mi chiamo Derrick. >> Tre parole, che sarebbero rimaste nella mente di lei a lungo, indelebili.
"Quasi eh?" pensò la ragazza e leggermente divertita aggiunse degli altri soldi, non le cambiava molto, almeno qualcuno sarebbe stato felice in qualche modo. << E' un piacere fare la tua conoscenza Derrick‎. >> Affermò con tono sicuro, un sorriso malizioso quanto stanco dipinto sulle labbra.
<< E' un regalo di capodanno, forse? >> Chiese lui notando un aggiunta di soldi anziché una regressione di questi ultimi. Infondo non gli dispiaceva. L'aveva avvertita del prezzo sbagliato e lei, lo aveva aumentato, senza nemmeno batter ciglio. Forse era ricca. O forse semplicemente stupida stupida. Fatto sta che a Derrick non importava. Ora poteva andarsene a casa, a non fare niente, come al solito. << Piacere mio... >> Lasciò finire a lei la frase voltando il capo a guardarla una volta infilatosi la giacca di pelle addosso, nera e sportiva, come piaceva a lui che metteva quasi sempre.
La ragazzo lo guardò infine quasi con malinconia, era l'unica persona sveglia che aveva trovato in giro in chilometri, chiuse gli occhi e scendendo pigramente dallo sgabello disse << Eleanor,mi chiamo Eleanor‎ >>.
<< E' un bel nome. >> Disse lui.
'' E chissenefrega. '' = Hai ragione. = Pensò tra se e se, mentre la fissava e pronuncia la prima frase in modo schietto, proprio com'era lui. Si apprestò a controllare se in tasca avesse tutto: Chiavi di casa, Chiavi del posto, Sigarette ed accendino. Appurato d'aver il dovuto, si incamminò a passo pacato verso la porta del locale, poggiando poi la maniglia sulla porta graziosa ed attendendo che lei lo raggiungesse prima di aprire, girandosi a fissarla.
<< Non è vero..è fastidioso quasi quanto me. >> Disse la ragazza secca mentre lo raggiungeva alla porta, appena questo aprì la porta si rese contro della bufera di neve, sbuffò, non sarebbe stato tanto facile stare nel bosco con quel tempo, uscì e fui investita da un vento gelido. Non le dispiaceva ma non le avrebbe fatto molto bene.
' Mitico, congelerai la notte prima di Capodanno. '' = Sta zitto e non rompere. =
Uscì dal locale spegnendo la luce e prendendo poi a guardarsi un attimo in giro, chiuse la giacca il più possibile, coprendosi così anche il collo, seppur gli dava fastidio. Cominciò allora a camminare mettendosi le mani in tasca. Si stava per scordare persino di rispondere a lei, cosa che dopo pochi secondi fece << Si chiamano gusti. >>
Lei si sedette senza ribattere su una panchina ghiacciata non molto distante dal locale "Speriamo non nevichi tanto" pensò ”o qui muoio congelata e non sarà una morte poetica, come quella di Catherine, più una stupida.” Constatò infine sempre pensando.
Derrick si fermò a guardarla, smettendo di camminare e facendo così cessare il rumore dei passi, lasciando in assoluto silenzio la zona dove si trovavano i due, finchè non le parlò interrompendo la quiete
<< Che diavolo fai? >>
'' Magari vuole suicidarsi. ''
= Le colpe ricadrebbero su di me, con omissione di soccorso probabilmente. =
'' Sarebbe un peccato poi, è così bella. ''   
= Chissenefrega. Basta che non crepi davanti ai miei occhi e sopratutto se ne sono consapevole. =     
'' Sei il solito. ''
= Già. =
<< Aspetto il sole, non ho altro posto dove andare. >> Bofonchiò per poi prendere un pó di neve dal bordo della panchina e trasformarla senza bacchetta in ghiaccio, con fare annoiato.
= Capodanno, come dice già il nome, è il primo giorno di una serie di danni. =  Pensate queste parole gli scappò un lieve sospiro mentre alzava gli occhi al cielo. Non poteva lasciarla di certo lì, sarebbe morta, quella sera. E per quanto fosse freddo, distaccato e dal cuore solido non poteva certo permetterlo. Si incamminò nuovamente verso la ragazza dai biondi e lunghi capelli, senza preavviso arrivata davanti a lei l'afferrò per un braccio costringendola ad alzarsi di forza, portandosela dietro e tirando fuori delle chiavi, quelle del locale con le quali lo aveva chiuso poco prima.
'' La vuoi far dormire lì dentro? ''
= Non me la porto di certo in casa. =
'' E quindi anche tu dormirai lì? ''
= Non se ne parla. =
'' Potrebbe distruggerti il locale e tu verresti licenziato. =
= Non ne avrebbe motivo. =
'' L'apparenza inganna. ''
= I fatti no. =
'' ... ''
= E ora gentilmente sta zitto. =
<< C-che diamine stai facendo?! >>  Chiese la ragazza mentre cercava di liberarsi dalla sua stretta ,non sopportava quando veniva toccata, di chiunque si trattasse, di solito iniziava ad urlare ma era troppo stanca quella sera per fare tante scene.
<< T'impedisco l'assideramento, ma se preferisci posso sempre accenderti un falò, come fanno i barboni. >>Disse ovviamente prendendola in giro divertito e scocciato, aprì poi la porta del Pub con le chiavi che girò svelto nella toppa, per poi estrarle ed entrare portandosi dietro Eleanor. Chiuse la porta, probabilmente riutilizzando la chiave ed infilandosele nuovamente in tasca, rimettendole al loro posto, tornando dopo a fissare il locale addentrandocisi a passi lenti. Chiaramente avrebbe passato la notte lì anche lui, ma dopo la paga della ragazza, si, si poteva anche fare.
<< Grazie. >> Si limitò a dire mezza voce, non era suo solito scusarsi, soprattutto con gli estranei. Si sedette per terra con le spalle contro il muro e tirò fuori dalla borsa un libro molto vecchio, scritto a mano. Iniziò a leggere, tanto non sarebbe riuscita a dormire.
Il ragazzo non si preoccupò neanche di risponderle, infondo un '' Prego '' non serviva, erano pari e basta. Non si curò di cosa lei stesse facendo, anche se la vide immersa nella lettura, andò a stendersi sul bancone fissando il soffitto, per poi rivolgersi nuovamente alla ragazza.
<< Spero per te che domani mi sveglierò per il lavoro. >>
'' Stanotte ti tocca dormire, eh? ''
= A quanto pare. =
'' Farà bene alle tue occhiaie. ''
= Silent Hill ce l'avrà a morte con me. =
'' Stai parlando di un film, Derrick. ''
= Ero ironico. =
<< Ti sveglio io non appena fa luce,prima di andare via. >> Mormorò la ragazza, era chiaro che aveva ben altri programmi che occuparsi di una "ragazzina" come lei. Lasciò perdere l'idea del libro, cime tempestose non sembrava una grande idea, visto il tempo fuori.
<> Chiede prima di volersi concedere una dormita, doveva sapere almeno chi aveva aiutato. Una maga, una pazza, un'ex maga, magari anche una ricercata, lui non poteva saperlo. La domanda era lecita quanto spontanea, infondo.
<< No..ho finito l’ultimo anno un anno fa, è una storia complicata in verità, forse nemmeno più di tanto. >> Rispose a mezza voce mentre osservava un punto non definito di fronte a se.
<< Ah. >> Disse solamente lui, lasciando ad intendere che in realtà non gli importava più di tanto del resto, le sarebbe bastata una risposta secca, si o no. Si sistemò meglio sul bancone e si posò il dorso di una mano sul viso, probabilmente per coprire appena la luce affusolata del locale per conciliare la chiusura dei propri occhi.
Eleanor vide che la luce lo infastidiva, quasi istintivamente si alzò per poi spegnerla. Si sedette a terra nel buio portando poi le ginocchia al petto e chiudere gli occhi "Non devi aver paura, aver paura é da deboli El, non devi avere paura del buio, non devi aver paura degli incubi" Continuava a ripetersi mentalmente mentre si rassicurava severamente e sgridava un possibile atto di debolezza anche solo con se stessa. Lentamente si addormentò ancora tremante, pensosa per poi svegliarsi qualche ora dopo, con un urlo soffocato ed il viso rigato di lacrime.
<< Perchè diavolo hai spento la luce, Eleanor? >> Chiese lui sbuffando rivolgendosi alla ragazza che aveva sentito risvegliarsi, dopo qualche ora che aveva tentato di prendere sonno senza successo, probabilmente nemmeno a lui piaceva dormire con la luce spenta. << Mi da fastidio dormire senza un briciolo di luce. >> Affermò infine in un sospiro attendendo che la ragazza, forse non potendo a causa della probabile poca dimestichezza che aveva col posto, riaccendesse la luce del locale.
Lei non rispose, ma debolmente si alzò da terra e riaccese la luce dall’interruttore che aveva individuato nel muro con l’occhiata generale che aveva dato al posto appena entrata. Si sedette nello stesso punto di prima e silenziosamente mentre cercava di calmarsi nascondendosi il viso tra le mani.
Sentendo il silenzio della ragazza, un po' perplesso girò il volto per guardarla, senza però cambiare la posizione in cui si era messo. Probabilmente aveva qualcosa, anzi sicuramente, poiché il viso era nascosto nelle mani. Sembrava sciupata. Capì che il sonno della bionda non era tranquillo. Mitico, proprio quando poteva dormire. << Hai avuto un'incubo? >> Chiese.
La ragazza annuì senza dire nulla, oramai aveva rinunciato all'idea di dormire, ogni volta che chiudeva gli occhi veniva rapita da sogni terribili, che implicavano dolore emotivo ed anche fisico e seconda dei casi si poteva dire che la mente della ragazza stesse cercando di ucciderla lentamente.
Derrick sbuffò scendendo con calma dal bancone per poi raggiungerla. Si sedette di fianco a lei, senza batter ciglio. Si portò le gambe al petto e l'abbracciò con un braccio, mormorando poi qualcosa in tono scontroso e scorbutico << Se lo dici a qualcuno sei morta. >> Era rassicurante in un certo senso. Chiuse gli occhi coprendosi poi con un avambraccio la testa che pose sulle ginocchia, era la prima volta che voleva dormire.
Lei chiuse gli occhi e poggiando la testa sulla sua spalla e sentendosi al sicuro, si addormentò poco dopo cullata della speranza che forse quella notte sarebbe stata tranquilla; Si addormentò anche lui, era davvero stanco, incredibile ma vero. Non sarebbe riuscito quella volta a restare con gli occhi aperti per guardare un film. Forse solo per mangiare, cosa che avrebbe fatto anche con le manette ai polsi o qualunque cosa potesse impedirglielo, che fosse meglio o peggio, era indifferente.
  
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