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Autore: Zomi    05/04/2014    17 recensioni
Il cielo era sgombro dalle nuvole.
L’azzurro più limpido si apriva davanti a i suoi occhi color del cioccolato.
Ma lei, non avrebbe dovuto guardare il cielo, non avrebbe dovuto ammirarlo senza pensieri.
A dire il vero, avrebbe dovuto essere assordata dai colpi di fucile, accecata dalla polvere del combattimento...
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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EGOISTA
 
 

Il cielo era sgombro dalle nuvole.
L’azzurro più limpido si apriva davanti a i suoi occhi color del cioccolato.
Ma lei, non avrebbe dovuto guardare il cielo, non avrebbe dovuto ammirarlo senza pensieri.
A dire il vero, avrebbe dovuto essere assordata dai colpi di fucile, accecata dalla polvere del combattimento.
 
-… mi!!!-
 
Le narici piene dell’acre odore della polvere da sparo, le mani unte di terra e sangue, il palato impastato dalla saliva per la fatica e la gola secca per la paura.
Ma Nami non sentiva niente di tutto ciò.
 
-… mi!!!!-
 
Sentiva solo il battere debole e confuso del suo cuore rimbombargli nelle orecchie, ammutolendo ogni sonoro della battaglia.
“Che mi sta succedendo?” sbattè le palpebre, incapace di capire.
Si guardò attorno, cercando di muovere le braccia e il capo, ma si ritrovò rantolante di dolore, inerme stesa a terra.
 
-… mi!!!!-
 
Le mani erano aperte a palmi in giù tra la polvere, le gambe nude venivano rose dalla terra, i capelli inzaccherati dal fango.
Che stava accedendo?
Che diamine stava accadendo?
Aprì la bocca, fissando ancora quell’azzurro sterminato sopra di lei, decisa a urlare di paura e dolore, ma si ritrovò le labbra sporche di amaranto e la gola bagnata del suo stesso sangue.
 
-… MI!!!!-
 
Con occhi sbarrati, si fissò il prosperoso e florido petto, vedendo l’enorme chiazza rossa che le inzaccherava il bikini e la pelle diafana. Nel centro delle sue coppe, un fitto zampillo di sangue sgorgava vigoroso, riversandosi sul suo petto e scendendo con mille rigagnoli sul ventre e tra i passanti degli short, arrivando a macchiarle anche i ricci ramati sparsi dietro le sue braccia.
 
-NAMI!!!!-
 
Sussultò sentendosi chiamare, volgendo le iridi opache di dolore sulla figura inginocchiata accanto a lei di Zoro.
Era lercio di polvere e sangue dei nemici, e la fissava con il suo grande e meraviglioso occhio sgranato, rendendo chiara e indistinguibile la sua iride nera.
 
-… zo-zoro…-
 
La sua voce si perdeva tra i colpi di fucile che li accerchiavano, e che erano tornati ad assordarla, coprendo il battere affaticato del suo cuore.
Lo vide portare le mani grandi e calde verso di lei, sollevandole il capo e premendo una mano libera sulla sua ferita, tentando di tamponarla.
Ma il sangue era troppo e scivolava senza freni tra le su dita, sporcandolo.
 
-Nami-
 
Un sussultò le fece sputare un nuovo rivolo di sangue dalla bocca, chiudendole per lo sforzo gli occhi, mentre il corpo dello spadaccino la scuoteva, costringendola a riaprirli.
Come era potuto accadere?
Si era distratta durante il combattimento con quei nemici?
Era stata d’intralcio come il solito?
 
-Stupida ragazzina- ringhiò adagiandola a terra e premendo con entrambe e mani sulla ferita lo spadaccino –Perché diamine ti sei messa in mezzo? Stupida!!!-
 
Ah già, ora ricordava.
Quel fucile puntato contro di lui, alle sue spalle, e lui, borioso e strafottente come sempre, che lottava contro quattro avversari alla volta, infischiandosene della codardia dell’uomo e dei suoi trucchi schifosi.
Aveva dovuto pensarci lei a salvargli la pelle, a difenderlo, scattando rapida e senza ripensamenti, frapponendosi tra la schiena scoperta di Zoro e quella canna di fucile scura e minacciosa, che si era illuminata con una lingua di fuoco e ferro, squarciandole il petto.
Da lì, in piedi e con le braccia aperte a difendere un buzzurro tanto amato, al cadere a terra col torace sporco del suo steso sangue e il tintinnio del suo Sansetsukon a zittire ogni rumore, era stato un attimo.
 
-Dannazione, dannazione, dannazione… CHOPPER!!!-
 
Le mani di Zoro, così grandi e forti, non riuscivano a frenare il fiotto di sangue dal petto di Nami, che continuava a sgorgare senza fine, inzaccherandogli le dita, le mani, i polsi, le ginocchia tornate a toccare terra per imprimere maggior forza possibile alla presa, ferrea e spesso letale, che ora lottava con tutte le sue forze per preservare la vita della cartografa.
 
 -… zo-zoro…-
 
Riusciva a mala pena a sussurrare, e la voce, come la vista, l’udito e la forza, scivolava via da lei con rapidità incredibile.
Il dolore ormai era una costante vibrazione che si diramava dal centro del suo petto ai vertici più lontani, facendo da sottofondo al battere sempre più flebile e silenzioso del suo cuore.
Sbattè le palpebre un paio di volte, imponendo di restare lucida, quando capì che stava per morire.
 
-… zo-zoro… zoo-ro…-
 
Più lo chiamava e più quell’idiota si sgolava nel chiamare il medico renna, premendo con falsa energia le mani tra i suoi seni.
Che stupido.
Non era il momento di essere pudici, e di vergognarsi a sfiorarle il seno, ne tanto meno di essere delicato con lei, con la sua pelle, più scarlatta che lattea.
 
-… zoro… as-ascoltami…-
 
Lo spadaccino digrignò i denti, abbassando gli occhi dalla calca della lotta a lei, ricambiando il suo sguardo annebbiato e stanco.
Non voleva.
Non voleva vederla morire, non voleva sentire la sua vita scapparle via dal corpo e dalle dita, abili nell’uccidere, ma incapaci di mantenerla in vita.
 
-Chopper sta arrivando, sta arrivando, tieni duro mocciosa-
 
Nami sorrise, allargando le labbra insanguinate.
No, non quella volta.
Era la fine, lo sentiva.
Era inutile che si prodigasse a chiamare, urlare, invocare il dottore di bordo.
Ora, l’unica cosa che doveva fare, era ascoltarla.
 
-Zoro…- ansimò -… ti amo-
 
Egoista.
Dannata egoista.
Ora aveva il coraggio di dirglielo.
Quando stava per morire, quando non avrebbe potuto ascoltare la sua risposta, il suo rifiuto o il suo assenso.
Oh ragazza egoista e senza cuore.
Aveva avuto così tante occasioni per dirglielo, e aveva scelto la meno adeguata di tutte: mentre gli stava morendo tra le mani.
 
-Ti amo-
 
Lo vide scuotere il capo, abbassarlo a nascondere il ringhio rabbioso e impotente, mentre lei gli rivolgeva un sorriso dolce e caldo.
Egoista.
Non le importava che lui stesse soffrendo, stava per morire, se ne stava andando, lasciandolo solo.
Egoista, dannata egoista.
 
-… Nami…-
-Ti amo-
 
Per la terza volta.
Zoro sollevò il capo a fissarla, sorridente e calma a un passo dalla Morte.
Come poteva dirgli che l’amava per poi abbandonarlo nel modo peggiore?
Egoista, egoista.
Eppure, quel suo sorriso etereo e tranquillo, gli impediva di provare rancore verso di lei.
Gli stava dicendo addio, e glielo stava dicendo nel più bello dei modi.
 
-Ti amo-
 
Tremante, usando le sue ultime e più misere energie, Nami sollevò una mano unta di sangue, portandola al viso sporco di polvere dello spadaccino, accarezzandogli il viso duro, sfiorandogli la mascella stretta a non tremare, ricambiando lo sguardo perso e vitreo del suo unico occhio nero, infondendogli tutto il coraggio che le restava nelle sue iridi nocciola.
 
-Ti… a-amo…-
 
Lo salutava così: un sorriso, una carezza, una dichiarazione d’amore.
Egoista.
Gli dava tutto per poi toglierglielo.
Egoista.
 
-Nami, resisti… Chopper è qui, è qui-
 
Sorrise di nuovo, sentendo le mani di Zoro sul suo petto tremare.
Chiuse gli occhi, sospirando piano e abbandonando il capo su un lato, verso di lui, lasciando che la mano con cui l’aveva accarezzato crollasse inerme nel vuoto tra i loro corpi.
 
-NAMI, NAMI!!!-
 
Il buio le riempì la testa.
Non sentiva la terra dura dietro le spalle, il dolore al petto, le mani infangate di polvere e sangue, i polmoni bagnati, la gola secca e le labbra impastate.
Non sentiva nemmeno Zoro chiamarla, giurarle di pagare ogni suo debito se avesse riaperto gli occhi.
Non lo sentì urlarle che l’amava, che non doveva lasciarlo solo.
Che non doveva fare l’egoista.
Non sentì niente.
Non sentiva più niente…
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 












































-… RESPIRA DANNAZIONE, RESPIRA!!!!!-
 
Tossì così forte da sputare il sangue che le ostruiva la gola, schizzandolo in ogni dove attorno a lei.
Rantolò di dolore, piegando gli arti verso il busto, su cui un peso micidiale le stava massacrando lo sterno.
 
-Aaargh-
 
Sgranò gli occhi, puntandoli su Zoro che, con testardaggine e rabbia, le stava praticando il massaggio cardiaco, macchiandosi le mani di sangue fino ai gomiti, bloccandole con le dita l’emorragia e impedendole di morire.
 
-SEI MIA!!!- urlava digrignando i denti –SEI MIA, E NON TI LASCIO A NESSUNO: SEI MIA-
 
Rantolando e riprendendo a respirare con maggior forza, Nami buttò il capo all’indietro, riportandolo tra la terra polverosa e sporca di sangue.
Un sorriso le affiorò sulle labbra rosse.
Egoista.
Egoista di uno spadaccino.
Non l’avrebbe lasciata scappare, ora che sapeva che era sua.
 
-… e-egoista…- sussurrò malandrina.
 
Le mani di Zoro si strinsero con forza sul suo petto, mentre le labbra si abbassavano sul viso della rossa a baciarla, mentre un medico, che correva con forza su quattro zoccoli, li stava raggiungendo pronto a soccorrerli.
Era sua.
Solo sua.
Nessuno gliela avrebbe portata via.
Nessuno.
Egoista.
Egoisti.

 
   
 
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