E’ guardando il soffitto che si fanno le migliori riflessioni. A volte penso che la mia mente sia un enorme biblioteca che, come appena alzo gli occhi al soffitto, si aprono i libri dello scaffale con l’insegna “Quando, come e perché”. Sono 24 anni ormai che mi faccio queste domande in relazione a tutto. Ammetto che in parte, cioè le più fattibili, le ho risolte con gli studi, ma altre, molte altre, sono ancora a me ignare. Non posso nemmeno permettermi il lusso di chiedere spiegazioni a qualcuno perché la risposta che mi rifilano è “ma come la studentessa modello della facoltà di medicina non è in grado di rispondere a delle domande?”.  Ed io penso, chi cazzo ha deciso che chi si iscrive a medicina, arrivato all’ultimo anno sa tutto?
E’ vero, conosco il corpo, il nome di ogni ormone, di ogni apparato, di ogni tessuto, di ogni muscolo e di ogni ossa.
Non conosco però il cuore. Cioè so che è un muscolo diviso in 4 atri, so i nomi delle sue valvole, delle sue vene e delle sue arterie, e so anche che è involontario. Ma se è involontario perché quando vedo la persona che mi ha stregato con la sua perfezione impazzisce?
Non lo so.
 
Quando mi iscrissi a questa facoltà, non lo feci solo per la passione, la voglia di aiutare gli altri. L’ho fatto nella speranza di poter capire le persone dall’interno visto che dall’esterno sono una frana.
 
Ritornando alla persona in questione, in realtà lei non è perfetta. In primis è un lui, secondo ha tantissimi difetti. Primo fra tutti?
 Mi ha lasciata 5 mesi fa dopo 6 anni di fidanzamento…
Come mi ha lasciata? Ecco a voi le fatidiche parole:
<<  Siamo troppo diversi, insomma io vivo al di fuori della realtà, mi do alla pazza gioia, alla follia e al divertimento, tu invece… beh tu sei tutta perfetta, sai tante cose e sei sempre razionale..  >>
 
Io sono sempre razionale? Può essere perché proprio perché sono sempre razionale che al momento l’unica cosa che riuscii a fare e mettere al ripari il cuore, girarmi senza proferire parola e allontanarmi il più possibile per raggiungere casa e i miei due nuovi amori: la nutella e il letto.
 
Nonostante la mia palese disperazione che si ripeteva a intervalli di 5-6 secondi e sfociava in distruzione di oggetti vitrei, urla strazianti e fame chimica, non ho mai avuto il coraggio di chiedere spiegazioni o meglio, di chiedere a me stessa perché andai via senza dire niente, senza oppormi. Ero forse d’accordo? Non lo so.
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Mi risveglio con le prime luci dell’alba che mi solleticano gli occhi.
Ore 6.30.
Dopo la routine mattutina mi avvio al piano di sotto dove Adele, alias mia madre, mi offre sveglia e pimpante come sempre, la mia colazione di sempre, plumcake e  cappuccino.
Dopo gli ultimi ritocchi mi avvio alla porta per aspettare Maya. Mi guardo allo specchio e dietro di me vedo Adele sorridere in modo radioso.
 
<<  a cosa dobbiamo questa gioia mattutina? >>
 
<<  niente, sono felice  >>
 
<<  motivo?  >>
 
<<  oggi molte cose ritorneranno al loro posto  >>
 
 
Non le rispondo. Sicuramente si riferisce ai suoi stupidi oggetti posti in stupidi posti che metterà in altri altrettanti stupidi posti. 
Ahw la vita della casalinga, qual peggior sciagura esiste…
 
Ore 7.45
Suona il clacson. E’ Maya.
Non mi da manco il tempo di poggiar il piede in macchina che già inizia.
 
<<   ehi musonaa  >>
 
<<   si ciao Maya, grazie sto bene e tu?  >>
 
<<  hahahahh dai miss perfezione hai sempre quel muso giù ai piedi  >>
 
<<  Giù  ai piedi? Al mio paese si dic..  >>
 
<<  ahhhh ma chi se ne fregaa, la tua intelligenza tienila per te  >>
 
Non le rispondo non perché non ho parole, semplicemente perché parlare con lei equivale a parlare con un mulo con la differenza che quest’ultimo ti ascolta…
 
Arrivate all’ uni, ateneo, inferno o come volete mi avvio verso l’aula delta. Sede odierna della spiegazione di ostetricia tenuta dall’adorabile quanto stronzo professor Yong, con il quale tutto ho tranne che buoni rapporti.
Lezione a dir poco noiosa. Tutto ciò che dice già lo so. Mia zia è ostetrica e quando avevo all’incirca 11 anni decise individualmente di traumatizzarmi l’infanzia facendomi assistere ad un parto. 2 parole: schifo immenso.
Allo schifo che provo nel vedere le slide che scorrono davanti ai miei occhi, si aggiunge una strana sensazione coagulatasi nel sangue.
Sento che di qui a poco succederà qualcosa.
 
Ore 13.15
Altri fottuti 15 min e sono fuori di qui.
La tensione aumenta.
Provo paura ingiustificata.
Maya mi ha mandato un messaggio
                  Musona oggi ti appendo, esco col Gabry ;*
Vaffanculo tu e pure Gabry.
 
 
 
Ore 13.30
Fine lezione. Devo andarmene.
Nell’attesa che escano gli altri mi preparo psicologicamente all’idea di dovermi fare mezz’ora a piedi.
La tensione sale.
Tutta l’ansia provata fino all’attimo prima si personifica davanti ai miei occhi sotto forma di ragazzo sexy appoggiato alla sua Lamborghini bianca.
 
E’ Jiyong.
Cazzo cazzo cazzo.
Vorrei scappare, ma per farlo devo passare davanti a lui. Se ritorno in classe potrebbe venire a cercarmi per cui, deglutisci e combatti.
 
 
Gli passo davanti ignorandolo beatamente anche se è impossibile ignorare 6 anni di vita assieme. Insomma, 6 anni non sono sei ore, sono 2190 giorni.
Sono stati 2190 giorni di baci, carezze, succhiotti lasciati sulla pelle, corpi sudati che si muovevano sotto le lenzuola, sul divano, nella doccia, sul lavandino, nella vasca, in piscina, sulla spiaggia, nella macchina, ovunque.
Farlo con lui era sempre diverso. Lo facevamo spesso, troppo spesso.
Quando eravamo tristi, felici, emozionati e si, anche da arrabbiati.
Ci negavamo le parole ma mai i corpi. Era un amore violento che si consumava tra le coperte.
Ma ora? Ora cos’è?  Non lo so.
E’ forse la sensazione strana che insorge nel vedere la macchina in cui mesi prima ci hai fatto l’amore oppure quella di vedere l’uomo, che hai amato per sei anni, davanti ai tuoi occhi e non riuscire manco a guardarlo in faccia?
 
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<<  Michelle  >>  mi chiama, lo ignoro.
 
<<  Michelle  >>  ripete ancora. Lo ignoro.
 
<<  Michelle  >>  dice prendendomi con il braccio.
 
<<  CHE CAZZO VUOI?  >>  gli urlo in faccia.
 
 
<<   Voglio te  >>  mi sussurra affondando le labbra nell’incavo del mio collo.
 
DIO QUANTO LO ODIO.
LO ODIO PERCHE’ MI HA LASCIATA.
LO ODIO PERCHE’ MANGIA E NON INGRASSA.
LO ODIO PERCHE’ NON GLIENE FREGA DI NIENTE E DI NESSUNO.
LO ODIO PERCHE’ E’ BELLO DA MORIRE.
LO ODIO PERCHE’ MI FA SENTIRE DONNA.
LO ODIO PERCHE’ LO AMO.
 
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Holaaaaaaaaaaaa
Dopo ripensamenti, per farmi perdonare vi lascio questa piccola one shoot  J 
Spero vi piaccia, e se è così lasciatemi una recensioneeeeee <3<3<3
 
Vi amo sempre ;*
 
Michelle <3