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Autore: Thiare    06/04/2014    1 recensioni
Entrò silenziosamente nel bar della stazione metropolitana, a testa bassa e sguardo vuoto, si sedette al tavolo più lontano dal bancone e attese. Attese.
E' orribile l'impotenza dei vinti, soprattutto quando impotente è l'unica cosa che non ci si sente. Sconfitto, quello mai; ferito... sempre.
[...]Compose velocemente il numero sulla tastiera - a memoria - e scrisse qualche riga nel messaggio.
"Buon compleanno mia piccola Audrey. Ti amo."
[A Mòrrigan per il suo compleanno] [Spoiler di Cap:TWS presenti nelle N.D.A.]
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Sorpresa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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Pantaloni da tuta, giubbotto di jeans, il cappello della felpa calato sulla testa, gli occhiali da sole a coprirgli gli occhi, l'uomo passò davanti ad un negozio e si specchiò velocemente davanti alla vetrina: il manichino indossava i suoi stessi vestiti. Abbassò le labbra in una smorfia quando vide tutto quello che credeva non sarebbe mai potuto diventare. 
Le mani in tasca e, ancora, quell'orribile senso di irrisolto che lo svuotava dall'interno. Entrò silenziosamente nel bar della stazione metropolitana, a testa bassa e sguardo vuoto, si sedette al tavolo più lontano dal bancone e attese. Attese.

E' orribile l'impotenza dei vinti, soprattutto quando impotente è l'unica cosa che non ci si sente. Sconfitto, quello mai; ferito... sempre. 

Non ordinò niente quando le due deliziose cameriere lo affiancarono, una per volta, impugnando il menu, non disse niente neanche quando il ragazzo appena entrato dalla porta gli chiese se poteva cedergli il posto del tavolo in quanto a lui non serviva a molto. 
Le parole ormai erano finite, ora le immagini e i ricordi volavano come petali al vento sulla melodia del passato, lasciando inedito il testo della canzone. - Questa canzone non ha più un testo. -
E anche se aveva ragione non avrebbe mai saputo veramente se quella corrispondeva alla verità.

Il cappuccio abilmente abbassato sulla fronte a nascondere la vergogna che provava. 

Non si può morire finché si rimane vivi nel cuore di qualcuno. Ricordava perfettamente quello che gli aveva detto il Capitano, lui se ne intendeva di certe cose... Ma la morte di solito non è solo fisica: è mentale, quando perdi la ragione; è psicologica, quando perdi la concezione; è colossale quando perdi il sentimento.

Estrasse il cellulare dalla tasca posteriore dei jeans e guardò velocemente l'orologio. Le 23.59. Perfetto.

Non sapeva fino in fondo perché si trovasse lì, in una stazione della metro nella parte nord e più sudicia di Portland, ovviamente non sapeva perché avesse voluto ricominciare a vivere dopo l'enorme caos che era entrato nella sua esistenza, troncando la sua vita sociale. Sapeva solo che era la cosa giusta, giusta e buona.

Non erano passati molti giorni da quando aveva lasciato il Centro con la speranza di ricominciare. 



Due ragazzi, un maschio e una femmina, entrambi dai capelli e gli occhi scuri e orgogliosi, gli si paravano di fronte bloccandogli il passaggio. "Non avrei voluto dirlo ma questo è il momento di dirvi addio. La vita è fatta di scelte che vanno prese senza pensare, altrimenti si passerebbe tutto il tempo a capire quale siano quelle giuste e non si vivrebbe fino in fondo."
Alle porte della stiva, quell'uomo vestito con uno smoking nero e uno zainetto in spalla salutava i due ragazzi con poche parole e si dirigeva verso il pick-up scuro. L'auto partì sgommando lasciandoli interdetti. Lui le posò un braccio sulle spalle e fissò la vettura allontanarsi.
"Se lo conosco solo un po', dico che questa non è l'ultima volta che lo vediamo." disse sorridendo.
Gli occhi di lei sfrecciavano verso l'alto a guardare il cielo, fresco come il suo nome. "Tornerà. Io lo so."



Compose velocemente il numero sulla tastiera - a memoria - e scrisse qualche riga nel messaggio.

Se ti conosco almeno un po', scommetto che stai suonando. Diceva.  E se scavo ancora più a fondo posso dire per certo che tu suoni per sentirti completa, per alzarti in volo dove ora puoi raggiungermi.
Se riesco a ricordare la storia saprò che l'arco combatte e il tuo corpo danza, ma non ho bisogno di ricordare perché io c'ero, come ci sarò sempre. 
Smettila di impugnare il violoncello ed esci a vivere.
Buon compleanno mia piccola Audrey. Ti amo.

Agente



Ovviamente non inviò quel messaggio, non ne ebbe il coraggio. Come poteva dire all'unica persona che avesse mai amato che la sua vita non era finita quel giorno, al lavoro? Come poteva spezzarle il cuore dicendole la verità? Non avrebbe potuto, per questo non lo fece. Lui sarebbe rimasto per sempre un fantasma alla vita esterna, e forse la copertura era la cosa migliore che gli sarebbe potuta capitare per evitare di far soffrire ulteriormente. Di certo sua madre non l'avrebbe presa bene se fosse stata ancora viva. 

Spense sconfitto il cellulare e se lo infilò in tasca, quando sentì una leggera pressione sulla spalla e si voltò d'istinto. E forse fu la visione più bella che vide non appena voltata la testa, quando i suoi occhi chiari incontrarono il paio di occhiali da sole scuri di Tony. Gli posò una mano sul braccio a sua volta e fece leva sulle gambe per issarsi in piedi, stanco, ferito.

"Amico, sei ubriaco?" aveva chiesto con un pizzico di ironia Stark.

"Se lo fossi allora i problemi sarebbero meno complicati." adesso stava tossicchiando aggrappato alla sua spalla, come a volersi sostenere in piedi.

"Alla Stark Industries c'è sempre posto per i vecchi amici." cominciò Tony trascinando se stesso e Phil verso l'uscita. "Sarai finalmente a casa, Agente." i due sorrisero.

Coulson guardò un'ultima volta verso il suo posto al tavolino del bar, ricordava le loro tradizioni, seppur piccole ma dolci. Ogni anno Phil raggiungeva a Portland la ragazza, si incontravano a quel tavolino circa qualche minuto prima che scattasse la mezzanotte e poi festeggiavano per primi il suo compleanno... insieme. Dopo la sua 'morte',

Coulson ci era andato una volta sola lì, qualche minuto prima della mezzanotte, ma quella stessa volta non era stato un taxi a portarlo indietro, bensì una comoda limousine rosso sgargiante appartenente a uno degli uomini più ricchi d'America.

Phil però non sapeva che qualcuno, abilmente nascosto nell'ombra, aveva riconosciuto il suo ultimo sguardo ed era morto psicologicamente. Una donna dai capelli castani e dai lineamenti dolci aveva lasciato cadere la borsa dal braccio con un tonfo, scioccata in quell'angolino buio della metro. "Non può essere vero..." sussurrò.

Tra i passi pesanti verso l'auto, Phil sentì una forte fitta allo stomaco. "Sono trentadue desideri da esprimere ora... auguri tesoro." sussurrò chiudendosi lo sportello alle spalle. Phil non poteva immaginare che la ragazza si fosse ricordata delle loro vecchie e sciocche tradizioni. 

Audrey uscendo dal buio si toccò il cuore, poco più sotto della collana che le era stata donata da Phil, e osservò la vettura sfrecciare via. "Galantuomo come al solito..."




Ward osservò attentamente la ragazza seduta sul pavimento freddo della rampa aperta, che guardava affascinata le immense praterie verdi e il mare, dove l'occhio si poteva perdere. "Ho sempre voluto andare in Irlanda." disse lui per allentare la tensione.
Skye rimase in ascolto per qualche istante. "Lui tornerà... ne sono sicura."

 









N.d.a.

Ok, inizialmente vorrei fare un augurio enorme alla best site friend mai incontrata nella storia delle site friends! Ti voglio bene amica mia! Ed eccoci qua che tutti diventiamo un anno più vecchi... come fermare il tempo. #oggimisentomelodrammatica. Non ci fate caso. 
Tanti auguriii, C! <3
Poi proseguo con lo SCUSARMI per questo obbrobrio di semi-shot che è venuta fuori. In realtà all'inizio non sapevo cosa volessi dire.... 
SPOILER CAP 2:TWS 
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La storia si dovrebbe svolgere dopo il crollo dello SHIELD e la sconfitta (ancora immaginaria, però vabbé) del Chiaroveggente, quando ad un certo punto Coulson si ritrova a dover scappare da tutti per ri-ri-ricominciare da capo e lasciando la squadra in buone mani -interpretatela a vostro piacimento-. 

In un universo in cui parte dei Vendicatori sa che Coulson è vivo.

Volevo concentrarmi principalmente sul rapporto tra Phil e la famosa violoncellista, visto che può leggere la storia anche chi non segue la serie "Agents of S.H.IE.L.D.", quindi spero che almeno vi sia piaciuta. :)

Se ho dimenticato di dire qualcosa, non esitate a contattarmi.. ;)
Bacioni

Just words, fantasies and fortune

Erika <3
   
 
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