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Autore: Yvaine    06/04/2014    0 recensioni
Il Vecchio eremita era disteso sul divano come al solito a guardare la sua tv personale: una sfera di cristallo che trasmetteva le vite di Gigia, Lilian e Bach sulla Terra.
“Smettila!” stava urlando Gigia “non è possibile che ogni volta ti comporti in questo modo!”
“Sai che ti dico? Non avrei mai dovuto desiderare di venire in questo mondo!” esclamò Lilian inviperita (aveva rimesso i suoi vecchi abiti addosso! Brutto segno!).
“Su su ragazze…” Bach fece il suo classico e infelice tentativo di imporsi.
“E stai zitto tu!” gli urlò Gigia.
“Troverò un modo di tornarmene dove ero prima!” esclamò Lilian appena prima di andarsene a grandi passi.[...]Gigia e Bach discussero per un po’, poi improvvisamente si interruppero e si allontanarono senza neanche salutarsi.[...]Non ricordavano più nulla della loro avventura, nonostante sulla Terra fossero passati sì e no tre anni!Il vecchio eremita partì alla volta della Terra e, per avvicinare le ragazze, fondò un forum chiamato “il covo della chiocciola”
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Le avventure di Gigia, Lilian e Bach'
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IL 20 APRILE PUBBLICHEREMO: IL RITORNO DI GIGIA E LILIAN
CAPITOLO 5
Insonne


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Le nostre due coscienziose amiche decisero di seguire ancora un po’ il percorso tracciato sulla mappa, così arrivarono davanti ad un cartello autostradale con scritto Insonne a caratteri cubitali.
Proseguendo, le ragazze notarono sempre più persone con delle occhiaie molto profonde.
Nel momento in cui arrivarono alle mura della città, trovarono un casello.
“Entrate nella città che non dorme mai! Ne sarete soddisfatti! Tutti i vostri vizi ventiquattrore su ventiquattro!!” urlava l’omino del casello.
Mentre Gigia stava cambiando strada, Lilian la trascinò davanti alla cassa fremendo.
“Pedaggio!” disse l’omino.
“Ė il mio mondo!” rispose Lilian sognante.
“Meglio che andiamo” Gigia fece un altro tentativo di retro marcia.
“Dovete trovare solo una palla da bowling e una canna da pesca per entrare!”
“Eccole!” Lilian l’infallibile ladro (era andata a scuola da occhi di gatto sulla terra) consegnò i due oggetti all’omino.
Gigia fu trascinata nelle mura mentre piagnucolava che voleva dormire con la sua amata palla da bowling.
Il panorama che si trovarono davanti fu del tutto inaspettato: Insonne era piena di pub! C’erano pub a destra, pub a sinistra, pub davanti, pub dietro…. C’erano SOLO pub!
Dove avrebbero trovato il muratore che gli avrebbe dato informazioni sui cristalli?
“Ho sonno…. Yaaaaaaawn” Gigia sbadigliava.
“Ma che dici! Qui non si dorme!!” Lilian trotterellava a destra e a manca.
Con molta fatica, le nostre eroine trovarono una locanda che aveva anche delle camere dotate di letti. Il locandiere disse ridendo che ai forestieri piaceva pensare che ne avrebbero avuto bisogno.
Non appena entrate in camera, Gigia si accasciò sul letto ed iniziò a russare sonoramente. Lilian, invece, si sentiva iperattiva. Inizialmente decise di aspettare che l’amica si svegliasse, dopo cinque minuti però era già stufa, così provò a svegliarla senza riuscirci. Infine, disperata, le suonò la tromba in un orecchio, poi decise che era tutto inutile.
Le scrisse un bigliettino, lo plastificò e glielo mise in bocca:

-Cara Gigia, sono in giro a divertir…. Ehm
A cercare il cristallo. Mi impegnerò a non sterminare
il villaggio questa volta! Promesso!
Lilian-

La ragazza iniziò a girare tutti i locali e tornò due giorni dopo. Nei suoi vagabondaggi aveva capito come mai la sua amica continuava a dormire. La città faceva soffrire a tutti quanti di insonnia (chi ne soffriva già come lei, peggiorava la situazione!), ma Gigia teneva così tanto al suo sonno che la città le faceva l’effetto inverso.
Lilian si promise di trovare in fretta il cristallo, almeno se ne sarebbero potute andare. Era stato divertente girare per locali, ma c’erano stati degli imprevisti: aveva fatto una rissa con uno che le voleva rubare il cellulare, aveva rincorso uno che ci aveva provato, si era ubriacata un numero di volte indicibile, aveva flirtato con gente a caso, si era quasi comprata una casa…
Sì, era stato divertente all’inizio, ma doveva salvare Munch altrimenti lui non ci sarebbe mai stato.
Tuttavia, il suo grande ideale poteva aspettare qualche altra ora: si distese a letto stremata. Non dormiva da tre giorni ormai.
“Bacio” scrisse a Munch prima di addormentarsi. Forse la ragazza aveva le idee un po’ confuse.
Riprese conoscenza circa alle 10 del mattino. Scese nella sala comune e ci si fermò in mezzo con un fare da zombie. Un ragazzo dai capelli neri le si affiancò. Si guardarono per un attimo, poi dalla platea esplose un urlo:
“Andate a prendere un caffè!”
“Ok, andiamo dai” Sirina aveva preso il sopravvento su Lilian. Era stanca di fare la corte a qualcuno che non la voleva. Aveva passato così già un anno… Era ora di cambiare il bersaglio! Fare conoscenza non l’avrebbe certo uccisa.
I due ragazzi si avvicinarono al barista e chiesero due caffè macchiati. Lui mise la testa sul bancone, si vedeva che era stanco. Sirina, invece, aveva recuperato una certa lucidità. Si stava risvegliando in lei quella parte più cattiva che avrebbe voluto tenere in ballo quel ragazzo. Provarlo e soppesarlo per vedere se sarebbe stato papabile.
Chiaramente era impossibile, tempo di trovare il cristallo e se ne sarebbero andate da quella città. La personalità fu ricacciata brutalmente nel profondo e Lilian prese il sopravvento.
“Come ti chiami?” era amichevole.
“Simil” rispose lui alzando la testa e puntando la tazzina che gli era stata appena messa davanti.
“Soffri di insonnia”
“Sì” le rispose sorridendo e voltandosi a guardarla “come tutti qui!”
Si fecero una salutare risata. Simil aveva degli splendidi occhi verde smeraldo ed un sorriso che li riempiva. Dopotutto Lilian ne era affascinata.

Improvvisamente, qualcuno entrò di corsa nella sala comune urlando:
“Abbiamo bisogno di una manoooo!!! C’è da caricare il furgone!”
Tra Lilian e Simil bastò un’occhiata per decidere di farlo.
La ragazza continuava a dire a se stessa che stava faticando e sudando per la paga che gli avrebbero dato, ma in realtà sapeva bene che era solo incuriosita da Simil.
Le ore di lavoro passarono velocemente e si divertirono parecchio tra scatoloni di banane piene di bicchieri da trasferire e scatoline più piccole con cianfrusaglie varie ed eventuali. Formarono una catena di montaggio, ogni tanto si fermarono a bere un goccio d’acqua, parlarono molto.
Arrivati davanti alla locanda si guardarono negli occhi per un istante. Lilian non aveva nessuna voglia di separarsi da Simil per tornare nella sua stanza da sola (Gigia dormiva ancora), così Sirina prese di nuovo il sopravvento. Si appoggiò al muro e disse con aria annoiata:
“Non ho voglia di andare in camera… Hai da fare?”
“No” sorrise Simil mentre lei osservava attentamente le sue reazioni per capire cosa gli passasse per la testa. Fin dove era solo un playboy qualunque e fin dove era diverso dagli altri?
Curiosità, interesse.

***

“Ahi!” Gigia si svegliò dal suo lungo sonno con il mal di denti.
Il suo stomaco gorgogliava e aveva in bocca una gemma misteriosa. Doveva averla addentata nel sonno per la fame.
Si mosse faticosamente verso il bordo del letto e si mise in piedi. Arrancò fino alla sala comune dove si spiaccicò su una sedia e rimase lì con la gemma in mano.
Quando la ragazza si fu ripresa, notò un muratore dai capelli castani dall’altro lato della sala comune. La fissava.
Voleva forse botte?
Ah no!
La ragazza improvvisamente si ricordò di ciò che aveva detto l’indiano: un muratore le avrebbe aiutate con i cristalli.
Nel momento in cui si alzò, Lilian entrò nella sala comune ridendo e scherzando con uno sconosciuto. Aspetta, ora che Gigia lo guardava bene non era poi così sconosciuto: avevano visto quel ragazzo già due volte!
Si girò tremante: il muratore dall’altra parte della sala era il suo compare dai capelli castani!
“Ehi!” esclamò, ma un lampo di luce l’accecò momentaneamente.
Quando le due ragazze si guardarono intorno si resero conto che il tempo sembrava essersi congelato: solo loro potevano muoversi.
Erano comparsi due strani oggetti: davanti a Lilian un frezer, mentre davanti a Gigia dei fornelli. Non appena li toccarono si trasformarono, ma Lilian sentì vibrare il cellulare e le andò il sangue alla testa. Il messaggio era “Bacio”.
Restò in estasi mentre si trasformava e non si accorse di ciò che accadeva. Ci fu un errore e… Diventò medusa! Gigia si pietrificò (momentaneamente), poi corse verso l’amica e la scosse con grazia provando a chiamarla. Dato che non funzionava, decise di scuoterla con violenza e urlarle in un orecchio.
Lilian si riprese e Gigia si trovò vestita di una tunica greca.

Il tempo riprese improvvisamente a scorrere e le ragazze si trovarono davanti un cartello con scritto:
“Complimenti! Ora siete di Livello 1. Avete trovato l’essenza del fuoco e l’essenza del ghiaccio!”







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IL RITORNO DI GIGIA E LILIAN. CAPITOLO 7: Eh?

Lilian cercò di evocare un cono di freddo, ma non ci riuscì… Non si era esercitata abbastanza.
La chimera avanzò a passi veloci verso quelle che ormai considerava sua sicura prede, fece un balzo, ma proprio quando credeva di poterle azzannare fu colpita da una rosa.
“Milord?” chiese Gigia stupita.
Due ragazzi vestiti di nero erano su un albero, uno in piedi e l’altro seduto a suonare la chitarra per far scena.


   
 
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