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Autore: momoko89    09/07/2008    6 recensioni
One-shot BebexWendy
Dal testo:
'Si fissarono per un lungo attimo durante il quale Wendy non riuscì a nascondere un leggero imbarazzo. Con quello sguardo impenetrabile ed enigmatico dell’amica era impossibile comprendere ciò che le passava per la mente, sembrava la stesse studiando per qualche esperimento che solo lei conosceva. E poi un sorriso malizioso si fece strada sulle sue labbra.'
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Bebe Stevens, Wendy Testaburger
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Be careful, please

 

Non c’era una nuvola quel giorno su South Park. Il cielo era limpido e il sole scioglieva lentamente la neve coi suoi raggi chiari, lasciando piccoli bagliori d’acqua sui fili d’erba. Nell’aria si respirava già il profumo della primavera ormai imminente, richiamata dai boccioli dei fiori bianchi e rosa sugli alberi.

Wendy osservava la scena di fronte alla scuola. Uccelli che fischiettavano, sorrisi che brillavano al sole, gente che rideva senza un motivo apparente. Sembrava una scena rubata ai cartoni della Walt Disney, si aspettava che uscisse qualche animale parlante da un momento all’altro cantando e ballando, e i ragazzi che si univano al coro: una Biancaneve confusa ancora in cerca del suo principe azzurro; un Sebastian fuori dal suo habitat naturale nella disperata ricerca di Ariel; un tappeto volante con un ragazzo vestito con stracci in groppa. Era una scena così smielata che si aspettava qualunque cosa.

Non capiva cosa la gente avesse da sorridere tanto. Lei, di certo, non ne era in grado. Come si può essere felici quando hai un ragazzo che non s’interessa a te? Aveva litigato con Stan per l’ennesima volta, quel giorno, ma forse usare il verbo litigare era eccessivo. D'altro canto, nemmeno il termine discutere sembrava rendere bene l'idea. Come definire in fondo una conversazione in cui una è evidentemente scocciata e l’altro annoiato, come se stesse ascoltando la propria professoressa logorroica tenere una lezione di filosofia?

Sempre ignorata, messa da parte, trascurata, Wendy era stanca. Non riusciva più a sopportare una situazione del genere. Si sentiva frustrata, avvilita, senza qualcuno che s’interessasse a lei e che la capisse veramente. Sempre la solita storia, insomma. Non ne poteva più. Il cielo grigio dentro di lei sotto quello chiaro e azzurro della primavera, sembrava un quadro surreale di Magritte.

Scacciò quei pensieri ed entrò a scuola. Quando arrivò al suo armadietto vide Bebe, già lì che l’aspettava, i suoi capelli mossi raccolti da un lato con una coda. Con quella pettinatura il suo look quel giorno faceva molto anni ’80.

“Hey!” salutò con un sorriso sulle labbra. “Come mai oggi sei arrivata in ritardo?”

“Scusa, ma Peter Pan mi ha bloccato per sapere quale strada prendere per andare all’isola che non c’è.” Le rispose aprendo l’armadietto.

“Eh?”

“Niente, lascia stare.” glissò lei, con aria stanca. Meglio ignorare il problema piuttosto che risultare noiosa e ripetitiva. Quando sentì una risata ben conosciuta provenire dietro di lei, però, non poté fare a meno di emettere un grugnito di rabbia. Stan stava proprio dall’altra parte del corridoio, osservando Kenny che mimava qualcosa di incomprensibile.

“Dio, non lo sopporto” sibilò, sbattendo l’armadietto con furia. Almeno non si poteva dire che non fosse chiuso.

“Chi?” Bebe si guardò intorno, “Ah, capito” si rispose quando vide quei capelli corvini a qualche distanza da lei. La ragazza si fece improvvisamente seria “Wen.”

Wendy conosceva il significato del tono d’ammonimento della biondina lì accanto, un tono che con una sola sillaba era in grado di dire ‘stai attenta a non stare male di nuovo’. Lo conosceva fin troppo bene, ormai non sentiva altro da qualche mese.

“Lo so, lo so” ripeté incontrando i suoi occhi preoccupati. Evidentemente non l’aveva convinta.

Si fissarono per un lungo attimo durante il quale Wendy non riuscì a nascondere un leggero imbarazzo. Con quello sguardo impenetrabile ed enigmatico dell’amica era impossibile comprendere ciò che le passava per la mente, sembrava la stesse studiando per qualche esperimento che solo lei conosceva. E poi un sorriso malizioso si fece strada sulle sue labbra.

“Che c’è?”chiese Wendy confusa.

Bebe si voltò un attimo verso il duo ancora divertito. Poi cominciò “Sai qual è la mossa migliore per ingelosire qualcuno?”

“No” scosse la testa ingenuamente, “Qual è?”

Successe tutto in attimo. Bebe eliminò pericolosamente la distanza tra loro, catturandole le labbra con le sue. La lingua della bionda giocava con la sua, permettendo che i loro sapori si mischiassero. Per un momento perse la ragione: il profumo dei suoi capelli le annebbiò la mente, e la sensazione della sua mano gentile sul suo fianco approfondì lo stato trance in cui era caduta, rendendo più intenso il tocco dei loro seni che si incontravano. Si sentì persa in un mondo irreale a cui era legata solo da quelle labbra morbide per un tempo indecifrabile. Poi improvvisamente il bacio finì, così com’era cominciato. Wendy incontrò gli occhi scuri di lei, il suo respiro dolce ancora sulle sue labbra.

“Questa” rispose la bionda semplicemente. Poi avvicinò le sue labbra all’orecchio di lei “Guarda lì” le sussurrò dolcemente, quella mano elegante ancora sul suo fianco.

Wendy non poté fare a meno di obbedire, ancora disorientata. Gli occhi dei due ragazzi erano visibilmente scioccati, un po’ come tutti quelli presenti nel corridoio che avevano assistito alla scena ovviamente. L’azzurro in entrambi era ricco di emozioni, seppur in maniera differente, nel biondo si leggeva desiderio e perversità, nel bruno mille domande che si accavallavano tra loro.

“Visto? Non avevo forse ragione?”disse Bebe, con un sorriso radioso.

“Ma...io…ecco...”balbettò, confusa.

L’altra la guardò turbata “Wendy, respira un attimo e fai una frase di senso compiuto.”

Fece un grosso respiro nell'intento di riprendersi, “C-Che è successo?”

La biondina risultò divertita a quella domanda, “E’ la stessa cosa che mi chiede Clyde ogni volta che lo bacio.”

“Cosa?”

Bebe sedò le risate, la sua espressione si fece di nuovo seria. Ma stavolta nei suoi occhi c’era un barlume di comprensione e dolcezza. Sì avvicinò di nuovo al suo orecchio e lo accarezzo lievemente con la punta del naso, facendola trasalire.

“Wendy” sussurrò poi “voglio solo che tu stia bene. Ti prego, stai attenta. Pensa prima di agire” Posò le labbra sulla sua guancia rosata, poi la sicurezza del suo sguardo si specchiò in quell’azzurro mare. Poche volte Wendy aveva visto quegli occhi assumere una tale serietà e determinazione. Non era da lei, sempre così vivace e disinvolta. Si sentì toccata, colpita dentro al petto.

La bionda le prese la mano, tutta quella sicurezza posta nella forza delicata delle sue dita “Ok?”

Wendy annuì, incapace di fare nient’altro “Ok.”

Bebe si lasciò andare un sorriso fiducioso. La campanella della prima ora suonò improvvisamente, rivestendola di quelle vesti vivaci e spensierate che ogni giorno indossava come d’incanto. Senza lasciare la sua mano, s’incamminò verso la classe.

“Andiamo.”


 

 
  
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