Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: ehikidrauhl    06/04/2014    0 recensioni
-eih piccola, un giorno sarai mia.- mi girai -uh, mi sente anche quando è in coma profondo.- continuava ad accarezzarmi dolcemente, sentivo il suo respiro sulle mie labbra, cercai di non sorridere, di restare ferma -vorrei sapere se tu mi vuoi come ti voglio io. Mi sto rendendo conto che è inutile parlarti se tu dormi, quanto sono stupido...-
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"-Sì Justin ti voglio sposare.- 
-Ah ti amo.- 
-Anche io.- 
-E ora?- 
-E' giunto il momento di organizzare tutto avere, quindici figli e un alpaca, non credi?- 
-Sì amore, credo di sì.- sia chiaro, io non l'ho tradito è frutto della mia immaginazione e questa è la vita reale.
-I KNOW YOU MADE IT YOUR GREATEST MISTAAAKE.- cosa cazzo? Justin con la voce di Demi che mi dice che ho fatto il mio più grande sbaglio. -Lo so, lo so, l'hai tradito, e hai preso l'iniziativa in un bagno per donne, per fare cose poco caste con un tuo collega, che puttanella, non l'avrei mai detto.- non è normale, lui cioè lei, cioè loro lo sanno, e ora?
-Ma io...-" 

-Araviiiiiiis.- disse una voce troppo squillante per essere Justin, o la nonnetta della casa affianco o mia madre. Di causa mia sorella era in camera mia, a mia insaputa, che urlava il mio nome cercando di svegliarmi nel modo più barbaro di tutti. Mi stiracchiai con la delicatezza di un cammello, o un castoro, più che altro i castori sono carini, ma non è questo il punto ora, sul mio letto saltò quel piccolo ratto di Gwen che iniziò a sbaciucchiarmi ovunque pur di un pò di attenzioni. Aria di casa, solo aria di casa, la sentivo la potevo quasi toccare. -Susu sveglia, oggi è un grande giorno a Stratford.- 
-Perché ti sposi e sono solo le cinque di mattina, e il mio ragazzo non verrà e io dovrò badare a tua figlia, e dovevo dormire altre otto ore, ma tu mi hai svegliato ora perché il tuo matrimonio è tra dodici ore? Genesis, io ti sparo.-
-Oh dai alzati, ci sono tante cose da fare, devi stirarti il vestito, farti la doccia, piastrarti i capelli quindici volte...- 
-Spazzolare un alpaca, dare da mangiare a una razza e oh fammi pensare, truccarti gratis? Tu mi stai sfruttando.- dissi puntandole un dito contro mentre Gwen si rivoltava nelle mie coperte. 
-Non ti sto sfruttando, sei mia sorella, guadagni una fortuna, il tuo ragazzo può permettersi un acquario con dentro il Titanic e tu vorresti essere pagata per usare due pennelli?- 
-Ti prego Gen, è sabato voglio dormire, come farò a tenere Gwen Aravis tutta la sera?- 
-Farai, su alzati.- scossi la testa e presi il cellulare. -Ti ribelli?- 
-No...- la guardai sorridendo -...Sto mettendo in atto il mio piano di urtarti il cervello facendo la ragazzina indifferente.- picchiettai parole a caso sul telefono e le mandai a Justin "non mi sento bene, mia sorella non arriverà al matrimonio la uccido prima" avevo il suo BlackBerry, rumorosamente fastidioso e Genesis voleva solo... 
-Non arriverai a pranzo se continui a fare così, ragazzina impertinente.- disse andando via. 
-Allora? Chiamiamo lo zio?- "povera donna" scrisse Justin in un messaggio. 
-Sìsìsì.- rispose Gwen impaziente. -Ciao zio, sì sono con la zia, sì, sì, si chiama Jaxon, è bello, bello come suo fratello, va bene zio, ti voglio bene. Zia, ti vuole lo zio.- 
-Ehi.- dissi. 
-Spiegami perché la figlia di tua sorella sta con mio fratello, non è più mia nipote è mia cognata.- 
-Oh già parli con me di questo, niente parole dolci?- feci la finta delusa, mentre quello veramente deluso doveva essere lui. 
-Ciao amore...- silenzio imbarazzante -...Tutto bene lì? Sai che mi manchi tanto?- 
-Aw, sì qui sì, da te? Anche tu mi manchi.- 
-Bene, ti amo.- 
-Anche io.- 
-Vabbè comunque dicevo, nostra nipote non sta con Jaxon vero?- 
-Non si vedono da mesi, sono alti un metro e una Vigorsol, che vuoi che facciano?- 
-Eh... Piccola sto morendo di sonno, saluta Gwen e tutti, ti amo.- 
-Va bene, buona notte allora, anche io, ciao.- chiusi la chiamata e mi trovai davanti Gwen con dieci smalti diversi. 
-Zia, mi metti lo smalto?- 
-Prima facciamo un sonnellino. Vieni qui.- i miei occhi si chiusero da soli, mi si spense il cervello e tornai nel mio mondo preferito dopo Narnia, il mondo dei sogni, più che altro è un mondo fantastico dove sembra tu dorma cinque anni invece solo nove ore, o otto, o sette, o sei se ti va bene. Mi risvegliai all'ora di pranzo, mangiai fino a scoppiare, e non fui neanche soddisfatta perché cucinò mia zia. Misi lo smalto a Gwen e andai a prepararmi. Sotto la doccia iniziai a pensare. E se lui non mi perdona? Io gli devo dire tutto, tutto quindi pure questo. Lo amo, e devo tenerlo con me, nessun ragazzo lo supererà mai, ma lui deve sapere tutto. Se poi mi lascia...Beh...Dovrò farmene una ragione. 
-E ora, vi dichiaro marito e...- 
-...Justin?- dissi a voce moderatamente alta. Lui sorrise, tutti lo fecero. 
-...moglie. Può baciare la sposa.- dev'essere veloce e indolore come la ceretta all'inguine, si può fare susu Aravis, forza e coraggio. Uscirono tutti dalla chiesa, Justin ed io entrammo in macchina. 
-Okay prima di andare a quel ricevimento e non parlarci per tutta la sera come so già che andrà a finire...- 
-Ma che cazzo?- 
-Sì è quello che sto per dirti, con calma. Justin ho fatto una cazzata, mi pento e mi dolgo dei miei peccati, infinitamente scusa, sai quanto ti amo, sai quanto tenga a te, sai quanto ti voglio nella mia vita, ma...Ti ho tradito.- lo vidi diventare bianco, come un lenzuolo, o come la carta, sembrava una mozzarella umana da quanto era terrorizzato, e confuso. 
-Perché?- 
-Succede durante molti rapporti, che le persone magicamente vengano attratte da altre persone, che finiscono per confonderle, e se non ti schiarisci bene le idee e non capisci cosa vuoi veramente, non puoi andare avanti.- 
-E quindi tu ti saresti scopata sto qui, perché ti attraeva?-
-Sì mi piaceva, fisicamente, ed era anche gentile, solo che io amo te, e l'ho capito meglio dopo aver combinato questa cazzata.- 
-Umh. Capita, credo capiti a tutti.- 
-Infatti è così. E' capitato anche a te.- 
-Esatto...Se è più carino di me non ti perdono.- 
-Chi c'è di più carino te? Lui era carino, tu sei stupendo.- dissi un pò ansiosa. 
-Mh, devo crederci?- 
-Direi proprio di sì.- 
-Va bene, ci credo, insomma io sono Justin Bieber.- 
-Passa al sodo.- 
-Sì ti "perdono".- disse facendo delle virgolette con le dita. Era superato, tutto finito, finito insieme, mi aveva perdonato, aveva accettato le mie scuse, aveva capito, volevo piangere dalla felicità. Ero talmente felice che non finii di sorridere un attimo, le guance si rifiutavano di rilassarsi, mi facevano proprio male. Incredibile da anni che eravamo insieme, non l'avevo mai visto così terrorizzato. Quello che ci aveva fatto innamorare non era una cosa fisica ma un miscuglio di troppe sensazioni messe insieme che in poco tempo ci aveva distrutto, ma fatto provare la sensazione migliore, anche se eravamo piccoli, anche se non capivamo bene, anche se eravamo impotenti di scegliere da soli, troppo influenzati da quello che le altre persone avevano fatto, da quel momento eravamo finalmente insieme, forse era un per sempre, o forse no, ma non sarebbe andato facilmente via dalla mia vita.
  
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