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Autore: sxds    06/04/2014    0 recensioni
A tentoni arrivai al bar. Aprii la porta. Scale? Non mi ricordavo ci fossero scale, qui. Senza farmi domande le scesi. A metà iniziai a sentire colpi sordi, urli, incitazioni, odore di sangue e sudore.
Era lo stesso noioso bar di prima? Con ancora la vista appannata arrivai alla fine delle scale: l’ambiente era buio, c’erano degli uomini in cerchio (erano loro che urlavano).
Incuriosita, mi avvicinai.
"Cosa guardano?" mi chiesi, coi brividi.
Arrivata fra la massa di gente, capii(...)
FANFIC IN CUI TYLER ESISTE; Nuovo personaggio.
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tyler Durden ESISTE.
 
One-shot.
 

 
Accesi l’ennesima sigaretta della serata.
Cazzo Evelyn, mi dissi, devi smetterla di fumare!
È una cosa assurda: distruggersi da soli? Perché? Ma forse è nella natura umana farlo.
Oh, ma basta ragionamenti a quest’ora della sera. Finii la mia birra (ormai un po’ sgasata e calda) e terminai anche la cicca.
Bene. E ora?
Avevo perso il lavoro perciò a casa mia non potevo andare. E sapete perché? Perché ero la fidanzata del mio capo; sì, stavamo per sposarci, pensai amaramente guardando l’anello, ed era finito tutto.  Forse era stato avventato da parte mia lasciarlo perché era un buon partito ma, soprattutto, era il mio capo, cazzo! Lui mi forniva lavoro e soldi! Perciò ora ero senza più nulla.
Calmati Evelyn, ti telefonerà e ti supplicherà di tornare con lui e sposarlo. Già, lo fanno tutti; pensai sogghignando.
Ma che cavolo ci facevo allora , da sola, in quel vicolo? Ero forse impazzita? Chissà che gente avrei incontrato! Dovevo andarmene.
Mi alzai faticosamente (ero rimasta seduta nella merda per chissà quanto tempo) e mi stiracchiai.
"Oh, Evi, come ti sei ridotta" mi rimproverai da sola.
La mia vita era uno schifo: i miei mi odiavano perché anziché aver sposato un  facoltoso medico mi ero accontentata di un banchiere, perché avevo lasciato la casa troppo presto senza finire l’Università. Per finire avevo promesso di sposare un uomo che non amavo. Ma dove stavo andando?
Barcollai fino alla fine del vicolo, un po’ sbronza.
Quando mi trovai di fronte al bar in cui avevo comprato birra e sigarette alcune ore prima, mi si appannò la vista.
Che succedeva? La stanchezza?
A tentoni arrivai al bar. Aprii la porta. Scale? Non mi ricordavo ci fossero scale, qui. Senza farmi domande le scesi. A metà iniziai a sentire colpi sordi, urli, incitazioni, odore di sangue e sudore.
Era lo stesso noioso bar di prima? Con ancora la vista appannata arrivai alla fine delle scale: l’ambiente era buio, c’erano degli uomini in cerchio (erano loro che urlavano).
Incuriosita, mi avvicinai.
"Cosa guardano?" mi chiesi, coi brividi.
Arrivata fra la massa di gente, capii: combattimenti clandestini. Curioso.
A volte è buffo cosa si possa trovare girovagando a caso.
Spinsi un po’ degli uomini che mi guardarono storto e sorpresi. Uno di loro mi chiese "Ehi biondina, che fai qui?" ma non lo ascoltai. Subito anche lui tornò a guardare il combattimento.
Un ragazzo biondo dagli occhi azzurri e uno ancor più biondo (certamente albino), se le davano di santa ragione.
Il primo era più forte e lo faceva chiaramente notare, smantellando l’altro; quest’ultimo iniziò a farmi un po’ pena, ma la sensazione passò quando l’adrenalina mi circolò in corpo. Senza accorgermene iniziai a urlare e scalpitare assieme agli altri, incitando a volte l’uno a volte l’altro, e la sensazione di essere viva mi scosse fino alle ossa.
"VAI!" urlammo assieme io e l’uomo che mi aveva parlato (un ciccione con due tette enormi, sicuramente frutto o di una qualche dieta sbagliata o di un’operazione chirurgica) e ci scambiammo un’occhiata d’intesa.
Lui mi porse la mano: "Io sono Bob" si presentò con un sorriso affettuoso.
Ricambiai la stretta: "Evelyn. Che  posto è mai questo?"
Lo vidi irrigidirsi un po’.
"Uh, ehm, ora sono in difficoltà. La prima regola è che non devo parlarne, e anche la seconda. Però ormai sei già qui, giusto? Io…"
Sorrisi ancora eccitata dallo scontro che avevo appena visto.
"Forza Bob! Che ti potrebbe mai succedere?"
Deglutì.
"Io… Chiedilo a qualcun altro, okay? Non ti offendere, però non so se posso fidarmi…"
Per niente offesa (anzi, mi aspettavo una reazione simile), annuii.
"Adesso chi combatte? Bob, andiamo un po’ più vicini al centro!" lo esortai grondando felicità, prendendo il gigante buono per mano e sgomitando, sotto sguardi esterrefatti.
"Aspetta! Evelyn! Se Tyler ti vedrà ti farà combattere!" provò a fermarmi.
Combattere? Sembrava così eccitante! In quel momento io volevo combattere.
"Chi è Tyler?" chiesi a Bob mentre un altro combattimento iniziava. Questa volta si sfidavano un uomo del tutto anonimo e un altro, dal fisico più scolpito, con due occhiaie assolutamente assurde e uno sguardo da psicopatico che me lo fece apparire già un tipo simpatico. "E quello chi è?"
Bob tossicchiò a disagio; forse perché qualcuno aveva appena sghignazzato "Bob ha una ragazza del genere?!". Avrei voluto sbattergli un ceffone in faccia. Perché sfottevano Bob? Neanche dissi qualcosa per negarlo (eh sì, sono o non sono una buona samaritana?).
Il combattimento durò a lungo, intanto Bob mi indicò il bellissimo ragazzo biondo che aveva quasi ucciso l’albino.
"Tyler" disse solamente.
Io annuii.
Tyler stava aiutando l’altro a rimettersi un po’ in sesto. Questo non lo capii.
"Perché lo aiuta? L’ha appena smontato!" esclamai, un po’ sdegnata.
"Perché non dovrebbe?" sorrise interessato Bob. "Non l’ha picchiato perché lo odiava, anzi! Tyler e Faccia d’Angelo sono molto amici, penso."
"Davvero? E perché si pestano?"
L’uomo con le occhiaie sbatté per terra la faccia dell’altro. Uuuh! Doloroso.
"Perché… Perché si viene qui per farlo…" rispose un po’ dubbioso Bob; era evidente che non c’avesse mai ragionato su.
Seguimmo il combattimento, alla fine riuscii a raggiungere l’ estremità del cerchio e non mi persi neanche un cazzotto.
Era meraviglioso. Non avevo mai visto nessuno picchiare così un’altra persona. Cioè, avevo visto un po’ di ragazzi darsele per me, però in questo modo no. Sembrava che l’uomo con le occhiaie stesse letteralmente uccidendo l’altro.
Dopo circa mezzora il poveretto strillò "Basta! Basta!" e, come per magia, tutto finì. L’altro lo aiutò a ricomporsi (come Tyler  con Faccia d’Angelo) e si rivestirono.
Ci fu un po’ di confusione. Nel frattempo tutti mi guardavano piuttosto diffidenti.
A un certo punto qualcuno mi strattonò da dietro.
Sbuffai.
"Bob ma che c’è?" Poteva essere solo lui.
Ma invece no. Di fronte a me c’era l’uomo che aveva appena battuto quell’altro. L’uomo con le occhiaie.
Mi fece un sorriso un po’ storto.
"Bob? È una tua amica?" domandò a Bob, che stava dietro di lui. Questo avvampò e gli tremarono le ginocchia. Lo guardai chiedendomi se fosse pazzo.
"No! L’ho appena conosciuta." Rispose.
"Come ti chiami?" mi domandò allora l’altro. Era calato un silenzio decisamente poco piacevole.
"Ehm… Martina."
Bob strabuzzò gli occhi e sillabò “Evelyn” nella mia direzione. L’avrei ucciso se avesse detto al suo simpatico amico che avevo dato un falso nome.
Questi annuì. "Bene Martina, è la tua prima sera al Fight Club. Perciò, secondo le regole, devi combattere" scandì.
"Cosa?"
In realtà, la voglia di trovarmi in mezzo a una folla assatanata mentre le davo (o qualcuno me le dava) a un’altra persona non mi appariva più poi così tanto affascinante. Per nulla. Iniziavo ad avere anche un po’ di paura.
Bob impallidì.
"Ma, Edward, cosa c’è di dignitoso in una ragazza che viene picchiata!? Anzi, va contro ogni valore morale ed etico!" urlò in preda alla collera e alla tristezza. Forse già sapeva che alla fine mi avrebbero costretta a combattere e a perdere.
Edward –l’uomo con le occhiaie- mi squadrò.
Aveva un non so che di spaventoso, non più simpatico, nei lineamenti. Sembrava una bomba pronta a esplodere.
"Mi dispiace, Bob. La tua amica ormai è qui e ormai combatterà."
Una voce lo interruppe.
"Eddy! Sta’ calmo!"
Ci voltammo tutti: era Tyler, affiancato da Faccia d’Angelo, ancora un po’ mal messo.
Cazzo, pensai in preda all’adrenalina, è proprio bellissimo.
Edward si incupì: "L’ultima regola del Fight Club, Tyler. Lei non può non combattere."
Fight Club?
"N- Neanche se me ne andassi ora?" proposi titubante.
Edward sollevò un angolo delle labbra spaccate in ogni punto: "Davvero lo faresti?"
No. Non potevo. Sarei tornata , in ogni caso. Cavolo, ero nella merda.
 

 
§§§-
 
Come sempre, il caro piccolo stronzo Edward aveva fatto tutto di testa sua. Anche se in realtà aveva ragione (davvero l’ultima regola del Club enunciava che "se questa è la tua prima sera al Fight Club, devi combattere"), era stato un deficiente.
Perché ero così zuccheroso sta sera? Partiamo dall’inizio.
Stavo combattendo contro Faccia d’Angelo, mi aveva appena tirato un destro sullo zigomo che mi aveva stordito, e gli avevo fatto l’occhiolino in segno d’approvazione, quando con la coda dell’occhio – toccava a me attaccare, perciò Faccia d’Angelo in quel momento non era pericoloso – avevo visto una sagoma scendere piuttosto titubante i gradini della scala: era una ragazza, bionda, magra, con una faccia sconvolta.
Che ci faceva qui una donna?
Non me n’era importato, all’inizio. Mi ero concentrato sulla lotta. Poi però lei si era mischiata alla ressa che circondava me e il mio biondo avversario. All’inizio era solo curiosa – probabilmente non aveva mai visto nessuno picchiarsi in questo modo. Poi, però , si era elettrizzata, com’è giusto che sia. E ciò mi aveva un po’ colpito: la metà della gente alla propria prima serata si caga in mano guardando i combattimenti di chi è qui già da un pezzo, ed è perciò più impratichito e esperto.
Lei no. Oltre a strillare come una pazza aveva persino fatto conoscenza: Bob. L’amico senza palle di Edward. Li avevo visti ogni tanto parlare, almeno finché non avevo  steso Faccia d’Angelo e l’avevo allontanato dal cerchio per aiutarlo a rimettersi in sesto.
Dopo alcuni minuti mi parlò: "Chi è?" mi domandò indicando la ragazza, vicina a Bob.
Scrollai le spalle , a metà fra il disinteressato e l’annoiato: "Non ne ho idea."
"Si diverte" osservò lui sorridendo.
"Sì. È vero."
Si sentì un meraviglioso rumore di ossa che si rompono. Uuuh che musica per le mie orecchie!
Finalmente Faccia d’Angelo arrivò al punto:
"La farete combattere?"
"Hmmm" mugugnai "non lo so. Io le darò possibilità di scegliere. Non sarebbe bello costringerla."
L’altro mi fissò esterrefatto. "Sul serio?"
"Sì. Ma tanto lo sai che alla fine sarà Ed a costringerla."
"O convincerla" sogghignò. "E’ ancora incazzato perché Marla non gliela dà?"
Questo ragazzo. Edward gli aveva distrutto la faccia e c’aveva messo moltissimo a rimettersi in sesto, e non provava rancore o, almeno, lo celava alla perfezione. Come faceva? Era un santo?
"Penso che gliela dia, alla fine. A Marla piacciono quelli con seri disagi mentali" precisai guardando la massa di gente esultare per la vittoria di Edward. "Meglio che vada, avrà notato la nostra nuova amica, dovrò aiutarla."
Ed eccoci qui, mentre io urlavo a Edward di darsi una calmata e lui "Non cagarmi il cazzo!".
Mi accostai a lui, Bob e la ragazza.
La guardai: era davvero bella. Di così non ne vedevo da molto. Non frequentavo più molte donne ma lei, cazzo, era davvero figa. Bionda, alta, occhi scuri e spalle dritte, sguardo impaurito, liquido, espressivo. Sembrava un topo in gabbia con un grosso serpente. Edward era il serpente.
"Ciao" le dissi, "tu chi saresti?"
Si ingobbì un po’, inconsapevolmente. Voleva sparire.
"Ehm… Io sono E- Martina."
Hm. "Come sei arrivata qui?"
"Io non lo so così bene…"
Ah. "Hai intenzione di restare?"
"Non- non lo so…"
Che dubbi. "Beh, se resti combatti, sennò fila via" lanciai un’occhiata ad Edward, che, arreso, non dibatté. Andiamo, non poteva costringerla! Era una donna! E chi si sarebbe battuto con lei? Se perdeva, era stato battuto da una donna, se vinceva, aveva solo battuto una donna. Io, personalmente, me ne lavavo le mani.
Vagò per la stanza sudicia e buia con lo sguardo stanco e dall’aria leggermente fatta, poi lo posò per nulla imbarazzata su di me: "Penso che…" le morirono le parole in gola.
Sorrisi divertito.
"Che?"
Piantò i piedi sull’asfalto macchiato di sangue polveroso: "Che resterò. Chi si batte con me?"
 

 
§§§-
 
Alla mia richiesta calò un silenzio ancor più pesante.
E che cazzo! Non c’era nessuno che voleva guadagnarsi una vittoria facile? Davvero? Che stronzi!
Alla fine l’uomo con le occhiaie, Edward, guardò l’altro, Tyler, e sbuffò: "Va bene. – si rivolse a tutti – Ragazzi. Una nuova regola. Nel Fight Club… niente donne! Chiaro?"
Tyler digrignò i denti: "Perché? Neanche come ragazze pon-pon?"
Scroscio di risate.
"Tyler, per cortesia. Accompagna Martina…"
"Evelyn" tuonò il traditore Bob.
Edward lasciò correre.
"Accompagnala via. Ci vediamo a casa. Faccia d’Angelo viene con te? Marla arriverà per mezzanotte oggi."
Quasi scoppiai a ridere di gusto.
Sembravano una dolce, bella coppietta!
 
Quella sera Tyler mi accompagnò a casa sua (una casa distrutta, sporca e polverosa) e mi presentò prima al ragazzo albino, poi, più tardi, mentre parlavamo del più e del meno, arrivò una donna con dei pazzeschi capelli neri, occhiaie profonde (ma non quanto quelle di Edward) e una cicca fra le labbra.
"Oh, chi è questa?" sillabò con voce impastata.
"Evelyn" risposi seccata. L’appellativo “questa” non mi piaceva un granché.
"Io sono Marla" si accomodò accanto a me sul divano scassato. Guardò Faccia d’Angelo. "La tua ragazza?" chiese.
Lui arrossì (era una sua abitudine che sicuramente detestava) "No, no… E’ nuova."
Marla inarcò le sopracciglia. "Ah sì? Beh, benvenuta. Io aspetterò di sopra Eddy. Evelyn, ti consiglio di trovare dei tappi per le orecchie." Mi strizzò l’occhio e se ne andò, lasciandomi interrogativa, mentre Tyler e Faccia d’Angelo mi guardavano sornioni.
Più tardi capii perché Marla mi avesse dato quel consiglio.


NdA.
Ciao, avrete notato che all'inizio del capitolo ho scritto "one shot", mentre la fic è impostata a capitoli. Perché? Perché non so se proseguirla oppure lasciarla così.
Vorrei che mi deste un consiglio, e mi disceste se vi è piaciuta c:
Spero sia stata gradita; Sxds.
  
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