Non doveva finire così...

“Eren… Eren… Eren!” Mikasa lo chiamava, gli scuoteva il capo. Attorno a loro, gli altri membri della Legione Esplorativa che li guardavano preoccupati.
Mikasa era seduta con la testa del ragazzo appoggiata sulle ginocchia “Hanji-san, Eren non si stà rigenerando!” urlò disperata contro la donna che accorse velocemente vicino al ragazzo “Svelti non c’è tempo da perdere! Portatelo sopra le mura!” ordinò.
Intanto che l’ascensore lo faceva salire, Eren aprì piano gli occhi voltando appena il viso verso la sua sinistra, vedendo il volto disperato dell’amica.
Poco dopo si sentì sollevare e poggiare sul culmine delle mura, con una fitta pioggia che iniziava a farsi pesante, le gocce che bagnavano i
capelli, i vestiti, i volti…
Hanji tentava di curargli l’enorme ferita che aveva nel petto, un buco causato da un gigante che lo aveva trapassato da parte a parte, portandolo in quelle condizioni… “P-ieto-so…” disse voltandosi verso Mikasa “Perché piangi?” le chiese a voce abbastanza alta da farsi sentire.
Tutti accorsero per sentire la conversazione, camminando piano.
“N-non sto piangendo… Ti sbagli…” la mano del ragazzo si sollevò a toccarle la guancia “Si invece… Non credere che io sia così idiota da non accorgermi quando un mio amico sta male.”.
“Posso farti una domanda, Mikasa?” le chiese ancora il ragazzo ed ad un cenno affermativo della ragazza continuò “Secondo te, perché ti ho avvolto in quella sciarpa… Quella volta?”.
Tutti si sorpresero di quella domanda così inaspettata, soprattutto per Armin e la ragazza che lo guardarono con occhi spalancati.
“S-sinceramente, non ne ho idea. Ho sempre pensato che l’avessi fatto per dirmi di venire con voi, tutto qui.” Ammise infine.
“È per il filo rosso del destino.” Sussurrò “Il… Filo rosso?” chiese ancora lei, i presenti ancora più stupiti, ed Eren continuò “Una volta, ho sentito mio padre parlare di una leggenda. Questa leggenda raccontava che ogni persona ha, legato al mignolo della mano sinistra, un filo rosso. Questo filo lega per sempre due persone destinate a stare insieme, e niente potrà mai impedire loro di incontrarsi. Forse è stato proprio per questo.” Fece una pausa”Ho sempre pensato di doverti proteggere… ma  è sempre stato il contrario, tu proteggevi me ed io non facevo altro che mettermi nei guai. Mi…. Mi disp-mi dispiace…” Eren scoppiò a piangere, aveva deciso di lasciare andare via il suo orgoglio.
Ora c’era solo una cosa che voleva fare, e solo un’ultima cosa che voleva dire. A Mikasa.
“Mikasa, avvicinati” le prese il volto tra le mani fredde  e l’avvicinò
di più a se, in modo che solo lei potesse sentire.
E la ragazza pianse al bacio quasi accennato che lui le diede prima di morire, la mano ferita dai morsi.
“Non doveva finire così.”
E piangi.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
“アイシテル
Aishiteru”







































In Giappone ci sono tre modi per dire "ti amo". Il modo più trascurabile è "Daisuki!", per l'amico o la ragazza che ti piace. Poi si dice "Aishiteru!" per una relazione un po' più seria ed infine "Koishiteru!" e lo si dice alla persona con cui si desidera trascorrere il resto della vita insieme.

Angolo dell'autrice
-sbuca fuori da dietro un albero-
ok non sò il perchè di questa flashfic ma dis icuro devo avere qualche problema
-entra eren con mikasa al seguito con gli occhi spiritati-
er"perchè mi hai ucciso?!" -si trasforma in gigante
mik"ti uccido" -inizia ad inseguirmi subito dietro di eren
me"ma vi ho fatto baciare!!!" - i due si fermano rossi, eren esce dal corpo titanico e se ne va per manina con mikasa-
ok spero che vi sia piaciuta
bye
I_m a cool baka girl