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Autore: YoonYoon01    06/04/2014    2 recensioni
Jessica ha una malattia incurabile, ed è bloccata in ospedale da dieci anni.
Sebastian, il nuovo infermiere dell'ospedale, che si prenderà cura di Jessica, le farà tornare la voglia di vivere.
PS:Questa storia la dedico a :
-marimarufourever99
-Lelle10
BUONA LETTURA!
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Quella vita che credevo perduta…
Personaggi:
  • Jessica, ha una malattia incurabile, ed è bloccata in ospedale per 10 anni.
  • Sebastian, il nuovo infermiere dell’ospedale, che si prenderà cura di Jessica, le farà tornare la voglia di vivere. 
 INIZIAMO...
Già sono passati 10 anni, da quando sono finita dentro questo mortorio. Esattamente oggi, compio 18 anni. Mi sembra ieri, quando ho scoperto della mia malattia incurabile… ricordo la faccia di mia madre…dopo la visita sbiancò. Tornammo a casa ed andammo a dormire. Verso l’una di notte, sentii dei rumori, così, sopraffatta dalla curiosità, scoprii che venivano dalla camera dei miei genitori. Ad un tratto udii il suono di uno sparo. Terrorizzata, spalancai la porta e lo spettacolo che mi si presentò davanti, mi ghiacciò il sangue. Entrambi con un foro, che profanava la loro testa, ed una cascata di sangue  cadeva da loro. Senza accorgermene, mille lacrime solcarono i miei occhi. In preda allo spavento, cacciai un urlo, che riecheggiò per tutto il quartiere. Mi sentivo stanca, mi accorsi che le forze mi stavano abbandonando, e dopo un po’ fu tutto nero…
Mi risvegliai in una stanza bianca, e la prima cosa che notai fu il respiratore poggiato sulla mia bocca. Dopo un po’, entrò un medico che si chiamava Riccardo Rodriguez. Dio, quanto lo odio quel bastardo! Lui è il primo che desidera la mia morte,così non sarebbe più costretto ad occuparsi di me.
Occupata a ricordare il mio triste passato, un rumore mi riportò alla realtà. Mi girai verso la porta, e vidi il bastardo in questione, seguito da un ragazzo alto, occhi verdi, capelli biondi e sorriso ammaliatore. Chissà, potrei pensare che è molto carino…
Ma che vado a pensare! Nessuno potrebbe innamorarsi di una menomata come me! L’unico che mi amava era mio fratello Josh, che è morto in un incidente mentre andava in moto.
Ad in tratta odo una voce.
R(Riccardo):- Ecco la nostra piccola Jessica!-dice indicandomi. Certo che questo qui, ha una faccia tosta!
J(Jessica):-Non chiamarmi così!-sbotto acida. Non mi piace tutta questa confidenza, soprattutto da lui!
R:-Ma che ti prende stamattina?-mi chiede confuso.
J:-E me lo chiede anche? Io non la sopporto!-urlo tentando di alzarmi, con scarsi risultati, visto che, poggiando male la mano, cado. Mi sarei aspettata il contatto con il pavimento, invece sento solo qualcosa di caldo. Confusa, alzo lo sguardo ed incontro quello del ragazzo.
S(Sebastian):-Dovresti stare più attenta.-mi dice dolce, stendendomi sul letto.
J:-G-Grazie..-balbetto arrossendo.
R:-Vi lascio socializzare. A dopo Sebastian, e dimmi se si è comportata bene!-dice facendogli l’occhiolino, per poi uscire. E così si chiama Sebastian…
S:-Che ne pensi se mi dici il tuo nome?-mi dice guardandomi.
J:-Jessica..mi chiamo Jessic..-dico allungando la mano, che lui accetta con piacere.
Passiamo molto tempo a parlare del più e del meno, fino a quando mi rivolge una domanda collegata al mio passato..
S:-Ma tu, da quanto tempo sei stata segregata qui?-mi chiede curioso.
J:-…-non rispondo, abbasso soltanto la testa…non mi piace parlare del mio passato.
Lui, intuendo i miei pensieri, mi chiede scusa.
S:-S-Scusa, se vuoi non sei obbligata a rispondere..-dice prendendomi le mani.
J:-No, è che non mi piace parlare del mio passato.-dico triste.
J:-Però mi fido di te..-dico guardandolo.
Lui annuisce.

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Quando l’ho vista mi è sembrata molto carina, però visto il modo con il quale si è rivolta al medico, ho capito che è una tipa forte..o almeno così mi è sembrata.
Quando le ho chiesto da quanto è rimasta rinchiusa in ospedale ha abbassato la testa.
Non capendo il perché, le prendo le mani e le chiedo scusa…forse l’ho ferita..non volevo.
J:-No, è che non mi piace parlare del mio passato..-mi dice quasi ocon glio occhi lucidi. Chissà cosa ha passato…
J:-Però mi fido di te…-mi dice guardandomi.
Guardandola intensamente, annuisco.
J:-Io sono qui dentro da ben dieci anni.-comincia.
J-Da oggi precisamente dieci, visto che oggi compio 18 anni..-continua.
S:-Scusa, ma la tua famiglia? I tuoi amici?-chiedo confuso.
Ad un tratto la vedo irrigidirsi alla mia domanda…
J:-I-I miei genitori, sono m-morti dopo aver scoperto della mia malattia.-dice cominciando a piangere, lasciandomi spiazzato.
J:-Si uccisero la stessa notte..-dice abbracciandosi le gambe.
Non posso crederci…si sono uccisi ed hanno lasciato sola, una povera bambina di otto anni? Ma che razza di esseri sono? Invece di starle vicino per aiutarla, si tolgono la vita, costringendola a ricoverarsi in ospedali…sono proprio orribili…
J:-Per quanto riguarda i miei amici, quegli stronzi mi hanno abbandonata. Da quando hanno scoperto della malattia, neanche una telefonata per sapere come stavo. Mi sono illusa, che al mondo esistano persone buone, ma sbagliavo. Troppo tardi,mi sono accorta della realtà in cui vivo..-dice stringendo i pugni, intensificando i singhiozzi.
Sono al quanto spiazzato… ora capisco il perché del suo carattere. Non posso far a meno di non sentirmi male per lei. Incapace di altre azioni, l’abbraccio e le sussurro delle parole per rassicurarla.
S:-Tranquilla..vedrai che tutto si sistemerà in qualche modo..- le sussurro dolce accarezzandole i capelli.
Forse sono riuscito a calmarla, infatti molla la presa sulla mia camicia e pian piano sprofonda nel mondo dei sogni.
Facendo il più piano possibile, la stendo sul lettino, le rimbocco le coperte e la guardo, percependo il dolore che prova, restando in questo specie di carcere. Più la guardo più mi sento male per lei..certo però, vedere i suoi genitori morire davanti ai suoi occhi, è stato d’avvero traumatizzante..ora capisco perché si comporta così.. si è costruita una fortezza, per difendersi dai contatti con altre persone, però con me si è aperta… riuscirò a farle ritornare il sorriso, non importa come, ma lo farò, lo giuro sul mio onore!

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Sebastian è d’avvero dolcissimo! Per tutto il tempo fa delle battute che mi fanno morire del ridere!
A volte fa anche delle buffissime facce, che mi fanno sbellicare! Forse è la volta buona che ho incontrato un amico sincero.
Continuiamo a ridere, quando, il suo cellulare inizia a suonare.
S:-Ti dispiace se rispondo un attimo?-mi chiede.
J:-Fa pure.-gli sorrido.
S:-Quando? Come questa sera!? E va bene!-dice attaccando.
J:-E’ successo qualcosa di grave?-chiedo preoccupata.
S:-Come? Ah, no,no era la mia ragazza!-mi spiega. La sua ragazza? Perché sapere che ha una ragazza, mi fa male? Io sono..gelosa? No, non può essere!
J:-L-La tua r-ragazza?-perché diamine balbetto? Oh, è ufficiale…forse..mi sono innamorata..di Sebastian!
S:-Si, si chiama Angelica.- un momento.. Angelica? Ho già sentito questo nome…
J:-Angelica Hai detto? Angelica Borgogna?-
S:-Si, perché la conosci?- mi chiede curioso. Non posso crederci… è fidanzato con quella lì!
J:-Come dimenticare il nome della troia che mi ha abbandonata!-dico stringendo i pugni. Per un attimo, vedo un lampo di rabbia passare dai suoi occhi.
J:-Una delle tante stron..-stavo per dire, quando lui mi assesta uno schiaffo. Alzo lo sguardo verso di lui, e vedo i suoi occhi fulminarmi.
S:-COME TI PERMETTI? CHI TI CREDI DI ESSERE PER GIUDICARLA, EH? TU SEI UNA STRONZA, NONCHE’ UNA STUPIDA, CHE CREDE DI POTER SOPRAVVIVERE, QUANDO SA’ PERFETTAMENTE CHE MORIRA’! TI CREDEVO MIA AMICA, MA A QUANTO PARE MI SBAGLIAVO!-urla furibondo.
Già, ha ragione…prima o poi morirò.. è inutile sperare…
S:-Cos’è, non parli più?-chiede acido. Vuoi una risposta? Eccotela!
J:-Sai, hai ragione. Presto morirò, però come una stupida mi sono fidata di te! Anche tu sei come gli altri, mi hai abbandonata! Come una stupida ho creduto alle tue parole. Ho fatto male ad abbattere quel muro che mi proteggeva!-dico abbassando la  testa.
Senza proferire parola, se ne va. Avevo ragione…a questo mondo sono tutti uguali..
R:-Jessica?-dice entrando quel cretino del mio medico. Ci mancava solo lui!
J:-Si?-cerco di apparire il più calma possibile.
R:-Ho una brutta notizia…-dice serio. Ora cosa gli prende?
R:-Vedi..oggi era il tuo ultimo giorno di vita…dice spiazzandomi.Significa..che questa notte..morirò?
J:-Capisco..-dico annuendo. E così, è arrivata la mia fine.. A quanto pare morirò sola…
Il tempo passa come un cavallo al galoppo…che ore sono? Ad un tratto sento il mio cuore aumentare i battiti e il respiro venire meno. Mi sa che questa è la volta buona che muoio. Non intendo chiedere aiuto ora, visto che finalmente potrò trovare la pace..sto per scivolare nell’oblio, quando odo una voce..
R:-Jessica! Presto,chiamate i medici!-

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Quella stupida! Chi si crede di essere, per giudicare Angelica? Ma che vada a quel paese!
Scendendo dall’auto, mi dirigo verso la porta d’entrata della casa di Angelica, che è semi aperta.
Senza tanti complimenti, entro, e mi ritrovo una scena raccapricciante.
Angelica con un altro tizio, che si baciano sul divano. Allora..Jessica aveva ragione!
Notando la mia presenza, si staccano subito.
Mi dirigo verso la porta, quando quella stupida mi chiama.
A(Angelica):-Sebastian, aspetta!-mi chiama.
Mi giro verso di lei.
S:-Fanculo Angelica…vai a farti fottere, insieme a quello stupido!-dico per poi andarmene disgustato da quella casa.
Devo fare le mie scuse a Jessica! Aveva ragione.
Il giorno dopo, mi dirigo verso la stanza di Jessica, che trovo vuota. Immaginando che fosse andata in bagno, l’aspetto, però, notando che è passata mezz’ora comincio a preoccuparmi, così chiedo ad un infermiere dov’era finita.-
I(Infermiere):-Jessica ha detto? Jessica Owens?-ma che domande idiote fa?
Annuisco.
I:-E’ il sala operatoria.-dice calmo.
S:-Come sarebbe a dire!-urlo infuriato.
I:-Ieri sera, dopo che se ne è andato, si è sentita male. E poi ieri era il suo utimo giorno di vita.-
S:-M-Ma come..-non sono neanche capace di continuare.
I:-In questo momento, i medici la stanno operando per allungarle il più possibile la vita..-dice, quando viene interrotto da un gruppo di medici che trasportano delicatamente una barella. Avvicinandomi, noto che è…Jessica!
Un fiume di lacrime solca i miei occi.
S:-Come sta?-chiedo solamente.
Il medico si toglie la mascherina e sorride.
R;.E’ andato tutto per il meglio! A quanto pare la sua malattia non era del tutto incurabile!-esulta.
S:-Che vuole dire?-chiedo accarezzando la fronte della MIA Jessica.
R:-Aveva solo il cuore che non le funzionava bene. Le abbiamo solo operato alla valvola vitale. Tutto è andato per il meglio!-mi spiega.
Annuisco e poi la porto nella sua stanza. Più la guardo e più mi sento in colpa..come ho potuto essere così cieco? Così inutile? E’ tutta colpa mia!
S:-Jessica…ti prego PERDONAMI!-urlo tra le lacrime,prendendole le mani.
J:-Se-ba-stian..-sussurra stordita.
S:-Jessica!-urlo felice,abbracciandola.

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Cavolo, mi sento come se qualcosa mi avesse investita! Ho i muscoli a pezzi! Ma non ero morta?
S:-Jessica..ti prego perdonami!-urla prendendomi le mani.-Sebastian..significa che mi hai perdonata?.
J:-Se-ba-stian..-sussurro a fatica.
S:-Jessica!-urla abbracciandomi.
J:-Mi hai perdonata?-chiedo speranzosa.
Lui mi guarda per un istante…
S:-Oh, Jessica!-dice per poi baciarmi Ok, sono impazzita? Vi prego, se sto sognando lasciatemi dormire!
Resosi conto del suo gesto, si allontana subito arrossendo.
S:-Scu..Scus..-stava per dire, quando gli tacco la bocca con un altro bacio.
Anche se un po’ spiazzato, dopo un po’ ricambia.
Quando ci stacchiamo poggiamo le nostre fronti l’una sull’altra e ci guardiamo negli occhi.
S:-Ti amo..-sussurra.
J:-Ti amo anch’io..-
Si ti amo Sebastian, se non fosse stato per te, sarei sola…se non fosse stato per te, QUELLA VITA CHE CREDEVO PERDUTA,non l’avrei mai RITROVATA.


FINE
 
   
 
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