Anime & Manga > Detective Conan
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Autore: adler_kudo    06/04/2014    4 recensioni
Lo scontro con l'organizzazione si avvicina inesorabile. Conan e i suoi amici dovranno fare molta attenzione perché ogni passo falso può rivelarsi fatale in un gioco di deduzione che si fa sempre più intricato.
Una misteriosa donna arriva a Beika, cosa cela dietro i suoi occhi spietati?
Un vecchio amico ritorna dall'aldilà per aiutare il detective a districare la matassa, ma i pericoli sono sempre in agguato e non sarà facile riuscire a distruggere l'organizzazione senza alleati. Shinichi dovrà ricorrere a tutta la sua logica razionale e alle sue capacità per farlo, ma i suoi amici non resteranno certo a guardare.
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 5

 

 

Ai si risvegliò sul bianco pavimento lucido di una grande casa deliziosamente arredata. Davanti a sé aveva una scrivania in mogano ordinata con molte carte sopra e un portapenne in oro, girata verso il muro c'era un'elegante poltrona in pelle nera. La scienziata si guardò attorno confusa, non era mai stata in un posto del genere prima d'ora e non aveva idea di dove l'avessero portata, anche se era più che certa che si trattasse dell'organizzazione. Si alzò in piedi e si sistemò i vestiti rendendosi conto che era ancora in pigiama, si ravvivò i capelli e attese. Sentì un cigolio provenire dalla poltrona e improvvisamente una voce profonda, di sicuro modificata, iniziò a parlare -Shiho Miyano, quanto tempo.-

La giovane si irrigidì. Era al cospetto del capo dell'organizzazione degli uomini in nero, un volto che aveva preferito mandare nell'oblio della sua mente e che non voleva assolutamente far riaffiorare.

 

 

Il dottor Agasa aveva chiamato Conan alle undici e un quarto di sera disperato e gli aveva ordinato di venire subito da lui. Il bambino allora, svegliato l'amico, corse alla dimora dell'anziano che gli aprì dopo un quarto d'ora abbondante.

-Ai è scomparsa!- gli disse con il fiatone per averla cercata probabilmente in ogni angolo della casa.

Il detective non aveva perso tempo ed era corso alla sua camera nella speranza di trovare qualche indizio su dove fosse, ma tutto quello che trovò non fece che portarlo a pensare ancora in modo più grave. C'erano dei residui di impronte di scarpe da uomo sul davanzale della finestra aperta e ancora peggio c'era una bomboletta di sonnifero all'interno della stanza. Ai era stata rapita dall'organizzazione.

-No, non possono averla presa!- esclamò Shinichi -Ero convinto che non fossero già arrivati a lei!-

Heiji si appoggiò allo stipite ed osservò la scena dicendo -Magari ritengono solo che sia una persona a te vicina, non sanno chi è in realtà.-

-L'avrebbero già fatta fuori, qui e senza indugio. No, devono aver capito chi è.-

-Non hai pensato che magari è facile arrivare a lei conoscendo te?-

-Non c'è alcun legame precedente tra Shiho Miyano e me, ma immagino che Bourbon non sia uno sprovveduto...-

-Che intendi fare ora?-

Una voce che suonava pari a quella di un fantasma riecheggiò per il corridoio -Affidarvi a degli esperti.-

-Subaru Okya?- chiese Shinichi vedendo l'uomo entrare nella stanza dalla penombra.

-Esattamente, piccolo detective. Ho visto ieri notte cos'è successo qui e ti dico che prima ne informerai l'FBI, prima riuscirai a fare quel che vuoi.-

-Che intende dire?-

-Tu hai il cervello, dote molto rara, ma debole senza mezzi. L'FBI ha questi mezzi, che senza il cervello sono inutili.-

Shinichi annuì e ordinò ad Heiji -Vai a chiamare l'FBI, fatti passare solo e ripeto solo Jodie Starling, chiedile di venire qui il prima possibile, poi vai a casa di Kogoro e per nessun motivo al mondo fai schiodare le ragazze dall'appartamento. Ti informerò io sul resto.-

Heiji scattò all'istante e sparì giù per le scale.

-Sarebbe un ottimo agente di polizia.- considerò Subaru finendo di esaminare il telaio della finestra.

Conan annuì e lo osservò di sottecchi mentre sollevava il busto mettendosi una mano al fianco con fatica.

-Signor Subaru, che cosa ha visto ieri notte?-

-Un uomo biondo, pelle abbronzata è salito qui ed è tornato giù con un fagotto, nel quale immagino ci fosse la bambina. È salito su una berlina nera e è andato via.-

-In campagna, a quanto posso notare dal terriccio lasciato dalle sue scarpe.- dedusse Conan.

L'uomo annuì e gli tese un foglietto -Mi sono insospettito e fortunatamente senza essere visto ho letto la destinazione sul navigatore satellitare.-

Il detective intascò il pezzo di carta -Grazie, signor Subaru. Però forse non dovrei chiamarla così, non è vero, Shuichi Akai?-

L'uomo ridacchiò per nulla sorpreso -Immaginavo che lo avessi scoperto, ma cosa mi ha tradito se posso chiedere?-

Il giovane sorrise -Sospettavo da tempo che lei non fosse chi diceva di essere. È stato illuminante il suo modo di alzarsi poco fa. Heiji mi ha raccontato che lei era stato ferito ad un fianco e io non credo alle coincidenze, in più si vede una leggera sporgenza da sotto la sua maglia, la fasciatura.-

-Bravo, sei sempre stato parecchio dotato per queste cose. Hai un vero talento naturale.-

-In realtà immaginavo che si fosse nascosto da qualche parte per simulare la sua morte, dopotutto è quello che ho fatto anche io. Le ho già detto una volta che io e lei siamo molto simili.-

-Me lo ricordo. Ora però è meglio che vada, non è ancora arrivato il momento del ritorno di Shuichi Akai.-

L'agente si avviò per le scale, ma Conan lo fermò un attimo -È per questo che ha fatto andare via sua sorella?-

L'uomo si bloccò e si girò lentamente a fissarlo negli occhi -Mia sorella sa più cose di quelle che dovrebbe. Non era opportuno tenerla qui. L'ho mandata dal mio altro fratello.-

-E quella bambina?-

Akai sembrò leggermente in difficoltà, ma poi disse -Ci sono cose che è meglio non sapere.- quindi se ne andò lasciando solo il piccolo investigatore.

 

 

Ai era immobile sbiancata dall'essere di fronte a lui, al capo dell'organizzazione.

-Benvenuta nella mia umile dimora.-

“Umile” era a dir poco un eufemismo a giudicare dai preziosi arredi, ma la giovane scienziata non ebbe il tempo di pensarci, a dire il vero non riusciva a pensare nulla.

-Che c'è? Non parli più, Sherry? Ho sempre gradito la tua voce...-

La bambina deglutì silenziosamente e riprese a respirare più per necessità che altro.

-Considerati come a casa tua.- disse il capo facendo un cenno con la mano guantata di nero a lato della poltrona. Subito dal fondo della stanza si mosse un ragazzo, Amuro, che le prese il braccio e la condusse verso una porta scura senza fiatare. Lei era come in balia di quegli uomini, non si opponeva a qualsiasi loro decisione, troppo scioccata per fare qualcosa, come sempre del resto; partiva sempre con le migliori intenzioni, ma alla fine scopriva per l'ennesima volta di non essere brava con gli inganni, di non saper sostenere gli sguardi, di non aver la risposta pronta, di essere vulnerabile. Bourbon la condusse giù per una breve rampa di scale scure e le mise una manetta al polso legandola ad un palo e confinandola sul fondo di quella che doveva essere la cantina, si voltò e fece per andarsene quando si interruppe un attimo e le comunicò -Non abituarti troppo a questa comodità, a breve avremo ospiti. Gin e Vodka stanno per arrivare. Buon soggiorno, Sherry.-

A quei due nomi, Ai sussultò e guardò torva il criminale salire le scale ridacchiando tra sé e sé, che cosa ci trovasse da ridere poi quello era un mistero.

 

 

La casa del dottor Agasa si era trasformata in un quartier generale. In poco tempo l'agente Jodie si era presentata lì e aveva ascoltato concitata il racconto di tutto, ovviamente Shinichi aveva omesso la parte che riguardava Akai e si era limitato a citare il nome del vicino di casa. Una volta al corrente dei fatti, l'agente del bureau aveva convocato il suo capo James Black, André Camel, che aveva già avuto a che fare con l'organizzazione, e altri dieci agenti fidati e avevano iniziato a pianificare il blitz per salvare Ai e incastrare i criminali. Con sorpresa di molti, fu Conan a condurre la riunione con le sue deduzioni dell'ultimo minuto.

-Abbiamo l'indirizzo. Ho già controllato. È una villa in campagna un po' fuori dalle strade più trafficate. Immagino sia la dimora del capo.-

A quell'affermazione tutti i presenti iniziarono ad agitarsi sulle loro sedie.

-Calma, gente!- li esortò Jodie facendo gesti con le mani -Conan non ha ancora finito.-

-Grazie. Allora, so per certo che i due membri che si erano insediati a Beika stasera non sono qui. Conoscendo il rischio di aver portato l'ostaggio nella dimora privata del loro capo hanno preferito radunare la maggior parte della gente là.-

-Ma perché portarla là? Non era più sicuro da qualche altra parte?- chiese un omone appoggiato al tavolo.

Il detective si schiarì la voce e disse -Sarebbe stato scontato radunare le proprie forze in un magazzino privo di utilità. Volevano depistarci e costringerci a impiegare le nostre forze per la ricerca, ma per fortuna il signor Subaru Okya è riuscito a leggere l'indirizzo. E comunque primo, non credo che sia la sede ufficiale dell'organizzazione, e secondo, se l'hanno scelta significa che avranno delle difese opportune.-

James Black sospirò ironico -Ci sarà da divertirsi.-

Fu Camel, però, ad organizzare gli spostamenti, evidentemente istruito da Akai -Allora, ci si muoverà in due per ogni auto. Due coppie andranno là ora e si metteranno di supporto nascosti, tre bloccheranno le strade d'accesso isolando la casa. Io, Jodie, James e il piccoletto arriveremo dieci minuti dopo l'inizio dell'operazione.-

-Tenete a disposizione le ricetrasmittenti, nel caso serva il vostro intervento.- aggiunge il capo Black -E ora andate.-

Gli uomini iniziarono subito a mettersi all'opera e in meno di due minuti se ne erano già andati tutti. Shinichi, come promesso, mandò un messaggio ad Heiji con i dettagli del piano e aggiunse quello che era facilmente interpretabile come un addio. Ripose il telefono nella tasca e si avviò deciso verso la porta salutando con un breve cenno il dottore.

 

 

Heiji era nervoso, continuava a cambiare lo sguardo da un posto all'altro battendo il piede. Non gli era mai piaciuto attendere e men che meno starsene in disparte, ma Shinichi gli aveva chiesto aspettare sue notizie e lui aveva dovuto obbedire, dopotutto quello era il suo caso.

Le ragazze erano ancora sveglie nonostante l'ora perché stavano attendendo il ritorno di Kogoro e di Conan che a detta di Heiji non si era sentito bene ed era rimasto per un po' dal dottor Agasa; chiacchieravano sedute sul divano e sembravano in vena di cospirazioni a giudicare dai loro bisbigli, ma erano ignare di tutto, ignare dello scontro che stava per consumarsi, ma ben presto se ne sarebbero rese conto purtroppo.

Il detective dell'ovest sentì il telefono vibragli in tasca e lesse il messaggio lasciatogli dall'amico. Il piano che avevano strutturato era a dir poco suicida, ma non avevano altra scelta per salvare Ai se non entravano nello stabile. Ciò che però colpì di più il ragazzo furono le ultime righe: Non so se stasera andrà tutto bene, amico mio. Per quanto mi riguarda farò di tutto affinché l'organizzazione sia debellata. Se qualcosa andasse storto agisci come meglio credi e so che andrà bene. Di a Ran quanto la amo e ricordale: “Se potessi liberare il mondo dalla tua presenza e farla finita con te sappi che accetterei volentieri anche la morte per il bene della comunità.” Shinichi.

-Stupido!- disse ad alta voce in tono triste -Lui e la sua teatralità!-

Le due giovani vennero attirate da queste parole e gli chiesero a chi si stesse riferendo.

-Nessuno, ragazze, nessuno!- tentò di deviarle, ma Kazuha non gli credette e riuscì, facendogli il solletico, a sottrargli il cellulare ancora aperto sulle ultime righe del messaggio di Shinichi e lo lesse allibita.

-Oh, mio Dio!- esclamò con una mano sulla bocca dallo stupore e passò il telefono all'amica che mormorò a metà via tra l'imbarazzato e il preoccupato -Che significa, Heiji?-

Il ragazzo fissò prima Kazuha, che lo guardava accigliata, e poi Ran, che invece era sbiancata, fece per parlare, ma un'elegante voce femminile lo fermò prima prendendo parola.

-Significa che è ora di conoscere la verità, my dear angel.- Vermouth caricò la pistola e la puntò contro Ran che lasciò cadere a terra il telefono di Heiji; questo volò ai piedi della donna che senza distogliere lo sguardo dai ragazzi si abbassò per raccoglierlo e lesse anche lei le ultime righe.

-Oh, ma che romantico.- commentò, poi lanciò il cellulare al suo proprietario e ordinò -In macchina. Tutti e subito. Nessuno provi a fiatare o fare scherzi. Ho il grilletto facile stasera. Heiji Hattori, hai mai guidato?-

-Una volta, il mese scorso.-

-Allora sali al volante e segui il navigatore. Veloci, non ho tempo da perdere.-

La criminale li portò ad un'auto grigia parcheggiata appena sotto l'agenzia e li obbligò a montare su e lei si accomodò sul sedile del passeggero continuando a puntare la pistola contro Ran.

Heiji mise in moto e partì seguendo le indicazioni della voce artificiale del cruscotto, ma in realtà stava più che altro pensando a come uscire da quella situazione... se solo Kogoro fosse stato in casa... ma lui era a giocare a carte con gli amici e non poteva certo aiutarli. In più non poté far a meno di considerare che Vermouth aveva proprio azzeccato l'ostaggio; se le fosse successo qualcosa Shinichi non glielo avrebbe mai perdonato e quindi non avrebbe potuto tentare niente per liberarsi.

In poco tempo furono su una strada di campagna buia, ma la donna intravedendo qualcosa di luminoso in fondo disse -Non qui. Gira a destra.- e spense il navigatore iniziando a dare lei le indicazioni.

 

 

Tutti gli agenti erano ben disposti e Conan, Jodie, James e André erano pronti all'azione. Si erano accordati affinché fosse Conan, il più piccolo a entrare nella siepe ed arrampicarsi sulla cancellata entrando dalla veranda che pareva non sorvegliata. La grande villa era in stile occidentale con un porticato che ricordava quello della Casa Bianca, evidentemente fatto appositamente per protezione da sparatorie eventuali. Le finestre erano poche e quasi tutte buie, ma la veranda dava direttamente sul salone ed era relativamente facile arrivarci se si stava attenti alle telecamere a rotazione che riprendevano il giardino ben curato e immenso. Non c'era altro modo di entrare se non quello aprire dall'interno e Conan era l'unico in grado di entrare senza essere visto.

Il bambino prese un respiro profondo e fece penetrò dentro la siepe intricata dando il via all'operazione. Arrivò al muro che culminava con alte punte aguzze e vi si arrampicò gettandosi all'interno del giardino; cadde sulla soffice erbetta trapiantata a zolle, corse verso i punti ciechi della zona e in breve tempo riuscì a raggiungere la veranda. Sospirò deciso, dette un ultimo sguardo al cielo notturno immaginandosi tra le stelle il volto splendido della sua Ran, girò lentamente la maniglia della porta ed entrò chiudendosi il mondo esterno alle spalle. Strisciò cauto attraverso il salone aspettandosi chissà quale trappola da un minuto all'altro, diede un rapido sguardo all'ambiente elegante e proseguì nel corridoio. Non aveva bene idea di dove andare, ma si fece guidare dall'istinto. Aprì una prima porta, ma si ritrovò in una cucina estremamente professionale e richiuse subito; poi superò qualche altra stanza ed entrò nello sgabuzzino. Lì si accorse immediatamente di non essere nel posto giusto, ma venne attirato da una scritta su un piccolo armadietto metallico: antidoti. Forzò leggermente la serratura e all'interno trovò ogni sorta di farmaco, liquido, compressa esistente al mondo contro ogni tipo di veleno; c'erano antidoti contro serpenti, arsenico, cicuta, persino un composto preventivo al cianuro, ed ecco che infondo allo scaffalino c'era un piccolo blister di capsule bianche e rosse con una piccola incisione sopra: antidoto APTX.

-Non ci credo!- esclamò sottovoce Conan prendendo in mano le compresse e osservandole come se fossero un tesoro -Dopo tutto questo tempo, ne avevano qui sei belle e pronte?! Se Ai lo sapesse...-

Non fece in tempo a concludere la frase perché un urlo femminile lo interruppe: era la giovane scienziata rinchiusa chissà dove che veniva torturata. Sussultò e pensò rapidamente “Se prendessi una di queste avrei molte più possibilità contro di loro, tanto sanno già chi sono. Ho visto dei vestiti che dovrebbero andarmi bene qua vicino”. Prese due delle pasticche, una la intascò e l'altra la ingerì preparandosi a stringere i denti. Non si trattò di un agonia molto lunga o per lo meno un nuovo grido di aiuto non gli diede il tempo di pensarci; una volta vestito si fiondò in direzione delle grida e finalmente aprì la porta giusta trovandosi in un ambiente dal candore abbagliante in fondo al quale sedeva voltato il capo degli uomini in nero con accanto Bourbon.

-Benvenuto, Sherlock Holmes. Io sono Moriaty.- si presentò teatralmente la persona nascosta dalla poltrona con voce modificata.

Il giovane investigatore guardò torvo Amuro che gli sorrideva sadicamente e poi si rivolse al capo mentre c'erano alcune nuove urla di sottofondo.

-Dov'è Ai?- ringhiò.

Fu però Bourbon a rispondere -Lieto di conoscerti nei tuoi veri panni, Shinichi Kudo. Non è più d'uso bussare?-

Intervenne il capo con un cenno della mano -Via Bourbon, è solo un ragazzino. Stai cercando Ai? Non conosco nessuno con tale nome.-

Un nuovo grido squarciò l'aria e Shinichi strinse i pugni -Dov'è Shiho Miyano? Dov'è Sherry?-

-Sta pagando per il suo tradimento.- rispose la voce -Non preoccuparti. La raggiungerai presto. Un attimo e Gin e Vodka saranno da te. Poi toccherà ai tuoi amici a cominciare da... come si chiama?-

-Ran.- suggerì Bourbon guadagnandosi un'occhiataccia da parte del detective.

-Oh, giusto. Lei.-

Shinichi ridacchiò -Lei mi sottovaluta. Non sono uno sprovveduto.-

-Lo so, Shinichi Kudo. So molte cose di te. Hai un livello intellettivo a dir poco stupefacente. Le tue capacità deduttive sono fuori dal comune. Non sei molto diverso da me.-

-Si sbaglia. Io credo nella giustizia, lei è solo un pazzo.-

-Eppure entrambi siamo molto capaci...- un urlo lo interruppe e così il capo spazientito fece un cenno ad Amuro che corse a una porta laterale e la spalancò gridando -Il capo vuole silenzio. Venite su.-

Si sentirono vari passi e i due uomini in nero, Gin e Vodka, entrarono nella stanza con un sorriso malvagio stampato in volto.

-Oh, Shinichi Kudo. Duro a morire quanto la tua amichetta, eh?- commentò Gin anche se non si capiva a chi si riferisse tra Ai e Ran.

Il ragazzo si squadrò a fondo i nuovi arrivati notando alcune tracce ematiche su mani e vestiti: la stavano torturando davvero laggiù.

-Stavo dicendo- riprese il capo -che io e te siamo allo stesso livello. Entrambi vediamo le cose in grande, vogliamo la gloria, amiamo dare ordini, i nostri piani sono articolati con un livello superiore. Mi auguro che non crederai che i miei dipendenti facciano tutto con la loro testa.-

Shinichi comprese finalmente tutto in un lampo, ma non lo diede a vedere e ridacchiò con fare sicuro -Immaginavo che dietro a tutto ci fosse lei. Anche quella volta al Tropical Land si è trattato tutto di un suo piano. Sapeva che potevo rovinarle i piani da un momento all'altro e ha fatto mettere su quella recita per eliminarmi in gran segreto.-

-Stupefacente.- commentò il capo senza vero interesse.

-Ma sapeva anche che quel veleno non era letale, o sbaglio?-

-Di per sé no. Tu eri il primo test umano e qualsiasi cosa ti fosse successa mi sarebbe andata bene. Sherry non aveva informato nessuno del suo effetto, ne di quello dell'antidoto da lei creato. Speravo solo ti eliminasse del tutto, ma tutto sommato non sono affatto dispiaciuto che tu sia vivo. Unisciti a me e insieme faremo grandi cose. Il mondo sarà ai nostri piedi. La giustizia trionfa solo nei cartoni animati, ma io e te potremo diventare la vera giustizia. Pensaci! Due menti come le nostre unite potrebbero carpire i segreti più recogniti di tutto il mondo e dominarlo!-

-Lei è psicopatico. Dovrebbe sapere che non farò mai una cosa del genere!-

-Bhè, non so quanta scelta tu abbia. Non so se hai capito, ma è l'unico modo che hai per salvare... come posso dire... capra e cavoli.-

Il detective si irrigidì. Era questo allora il piano! Fare in modo che non avesse alcuna scelta se non quella che diventare uno di loro. Era l'unico modo per far sì che i suoi amici non fossero toccati perché fino a che lui era vivo anche loro lo erano.

-E così non avrei alcuna scelta?- cercò di prendere tempo per pensare. Heiji doveva tenere sotto controllo la situazione a casa, ma se non ci fosse riuscito?


Angolo Autrice:
Buonasera! Vi sono mancata? (affatto n.d.tutti)
Beh, la mia vacanza si è conclusa (sad!) e quindi come promesso ecco l'aggiornamento che spero sia di vostro gradimento 
Mercì e Bye bye!
A_K

  
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