06/04/2014
2 recensioniViolet Hill
"I took my
love down the Violet Hill
There we sat in snow.
All the time, she was silent still
So, if you love me, won't you let me know?
If you love me, won't you let me know?"
There we sat in snow.
All the time, she was silent still
So, if you love me, won't you let me know?
If you love me, won't you let me know?"
La prima volta che la conobbe realmente fu
durante quel primo, gelido inverno passato nelle Colonie.
L'aveva inseguita, in cerca di informazioni, e aveva solo ottenuto una frase pronunciata in un inglese perfetto e sbottata con irritazione, trattenuta a malapena.
La neve era scesa, coprendo interamente le colline, e le uniche tracce visibili erano quelle delle fiere selvagge, quelli non potevano permettersi di correre leggeri sugli alberi, non come lei.
La seconda volta, era avvenuta sempre durante l'inverno.
Avevano stretto un patto: lei gli avrebbe mostrato il luogo, lui l'avrebbe aiutata a uccidere il Bulldog.
La neve continuava a scendere, questa volta in una tempesta. Ma era sempre gelida e perfetta, proprio come lei.
Ma quando la conobbe per davvero, fu nella caverna tanto agognata.
La neve non c'era più, e aveva dimenticato la delusione e la frustrazione nel momento in cui lei aveva poggiato le labbra sulle sue, dopo avergli raccontato quelle divinità tanto protettrici quanto mistiche, le stesse che adesso scrutavano la scena con occhi indifferenti e lontani, molto lontani.
Ma adesso tutto quello che rimaneva erano i ricordi agrodolci -come i suoi baci- e le colline innevate, dove il loro amore non era mai detto, ma era sempre dimostrato. E dove lei, sempre silenziosamente, più di una volta si era seduta sulla neve a pensare a chissà che cosa.
E furono proprio le stesse colline dove lei lo lasciò, in un giorno d'inverno particolarmente freddo, con un peso sul grembo e uno sul cuore.
Ma se tu mi amassi, Ziio, non me lo diresti. Vero?
[248 parole]
L'aveva inseguita, in cerca di informazioni, e aveva solo ottenuto una frase pronunciata in un inglese perfetto e sbottata con irritazione, trattenuta a malapena.
La neve era scesa, coprendo interamente le colline, e le uniche tracce visibili erano quelle delle fiere selvagge, quelli non potevano permettersi di correre leggeri sugli alberi, non come lei.
La seconda volta, era avvenuta sempre durante l'inverno.
Avevano stretto un patto: lei gli avrebbe mostrato il luogo, lui l'avrebbe aiutata a uccidere il Bulldog.
La neve continuava a scendere, questa volta in una tempesta. Ma era sempre gelida e perfetta, proprio come lei.
Ma quando la conobbe per davvero, fu nella caverna tanto agognata.
La neve non c'era più, e aveva dimenticato la delusione e la frustrazione nel momento in cui lei aveva poggiato le labbra sulle sue, dopo avergli raccontato quelle divinità tanto protettrici quanto mistiche, le stesse che adesso scrutavano la scena con occhi indifferenti e lontani, molto lontani.
Ma adesso tutto quello che rimaneva erano i ricordi agrodolci -come i suoi baci- e le colline innevate, dove il loro amore non era mai detto, ma era sempre dimostrato. E dove lei, sempre silenziosamente, più di una volta si era seduta sulla neve a pensare a chissà che cosa.
E furono proprio le stesse colline dove lei lo lasciò, in un giorno d'inverno particolarmente freddo, con un peso sul grembo e uno sul cuore.
Ma se tu mi amassi, Ziio, non me lo diresti. Vero?
[248 parole]