Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: thewhitesword_97    07/04/2014    0 recensioni
questa storia parla di un ragazzo travolto da un compito immane,in una terra lontana e remota, e il destino di tutti peserà sulle sue spalle. Buona lettura!
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
 
Un vento freddo ululava nella notte. Un uomo, di ritorno dai campi, arrancava su di un pendio reso scivoloso dal ghiaccio formatosi durante le ore precedenti. Era inverno, e faceva freddo. L’uomo era un misero contadino coperto di soli stracci, i suoi denti non smettevano di battere e il suo corpo di tremare.
Arrancando, e cadendo più di qualche volta, riuscì ad arrivare in cima alla collina: Tarn, un villaggio di contadini, artigiani e mercanti costruito sulla sponda del Lungocorso, si estendeva davanti a lui qualche miglio più a valle. Era tardi e le poche luci accese nelle case si vedevano anche dalla collina, e fili di fumo bianco salivano al cielo, spargendo nell’aria l’odore acre della legna bruciata. L’uomo, rincuorato dalla vista della sua città, decise di proseguire quando qualcosa attirò la sua attenzione: una cometa. Era una notte senza stelle e nel cielo vi era soltanto la luna, e l’uomo non si spiegava come mai nel cielo invernale vi fosse una cometa, giacché non ne erano mai passate in quel periodo dell’anno. Pensò di poter assistere ad un evento straordinario e, soprattutto, di buon auspicio per lui e la sua famiglia. Si spostò dal sentiero illuminato dalle lanterne fluttuanti, una magia di cui Ser Rast, il governatore di Tarn, andava molto fiero. Si sedette sotto le fronde di un salice e pensò di fare uno spuntino col cibo che gli era avanzato dalla giornata di lavoro e, dopo aver mangiato in velocità del pane e formaggio, decise di accendere un fuoco utilizzando l’acciarino donatogli da suo padre sul letto di morte. Sì alzò e andò a raccogliere un po’ di legna. Tornato al salice e acceso il fuoco si sedette, bevve un po’ d’acqua dalla bisaccia che aveva al fianco e alzò lo sguardo al cielo. La cometa avanzava lentamente e l’uomo si mise a contemplarla rapito dai suoi splendidi colori: la chioma e la scia erano color zaffiro ma, il dettaglio più importante, ogni secondo una fiamma, di un colore sempre diverso, attraversava la cometa in tutta la sua lunghezza per poi scomparire nel nulla. Rosso, giallo, verde, blu, oro, nero …. I colori sembravano alternarsi senza un ordine preciso e senza fine. Poi, di punto in bianco, una fiammata gigantesca, comprendente tutti i colori che avevano pervaso la cometa, avvolse il fulcro dell’oggetto e il cielo tornò nero. L’uomo si scosse dal suo torpore, spense il fuoco e tornò sul sentiero. Quando lo raggiunse, si accorse che le lanterne erano spente, il loro fuoco azzurro era sparito. Un freddo gelido lo pervase di colpo e, dopo essersi avvolto nei suoi miseri vestiti, iniziò a camminare a passo spedito giù per la collina. Poi di nuovo una fiammata nel cielo, l’uomo alzò la testa e vide la cometa che ancora divampava tra le rade nuvole presenti nella volta celeste, una cosa strana, pensò, ma d’altra parte lui era solo un povero contadino, cosa poteva capirne lui di corpi celesti? Il vento, che pareva essersi calmato, riprese a soffiare ancora più gelido e forte di prima e l’uomo decise di affrettare ancora il passo. Devo arrivare a Tarn il prima possibile, pensò, quando qualcosa entrò nella sua mente e gli provocò un dolore tremendo alla testa. L’uomo si accasciò a terra. Era come se una delle lame di ghiaccio di cui parlano le leggende gli fosse entrata nel cervello. Ad un tratto, e per poco tempo, la sua mente fu sommersa di pensieri oscuri, di arcane parole e di una grande sensazione di conoscenza. Una conoscenza omicida. Si alzò a fatica, la tempia ancora pulsante a causa del dolore, provò a fare un passo, ma non ci riuscì, era come se il suo corpo non gli appartenesse più. Disubbidendo agli ordini che erano inviati dal cervello, il suo corpo fece dietrofront e risalì il pendio e, lentamente, tornò fino al salice. La paura s’insinuò nella mente dell’uomo, che ancora non riusciva a muoversi a suo piacimento. Alzò lo sguardo al cielo, ma non l’aveva ordinato lui, e rivide la cometa, che riprese a bruciare. Ma questa volta era vicina e l’uomo poté scorgere che al centro del corpo celeste vi era una pietra nera come la pece dalla forma sferoidale. La cometa atterrò e una fiammata verde esplose, l’onda d’urto provocata dall’impatto mandò a finire l’uomo contro il legno del salice, mozzandogli il fiato. Una densa nebbia pervase il boschetto rendendolo spettrale e, dopo che quest’ultima si fu diradata, l’uomo si alzò e si diresse verso il luogo dell’impatto, sempre senza averlo ordinato al suo corpo. Sul tragitto l’erba era tutta schiacciata e, quando raggiunse la cometa, davanti a lui si palesò uno spettacolo tremendo: molti alberi erano stati spezzati, l’erba attorno alla pietra era tutta bruciata e qualche fiammella tremolava ancora qua e là sul prato, i cadaveri di un gruppo di cervi, probabilmente colti di sorpresa, giacevano carbonizzati dall’altra parte della radura. Il dolore alla testa riprese di nuovo, questa volta più forte di prima, facendo accasciare l’uomo a terra. Quando riuscì ad alzarsi posò lo sguardo sulla pietra e, oltre a essere nera e sferoidale, notò che vi erano incisi dei segni in una lingua conosciuta a pochi. Il dolore scemò fino a divenire un leggerissimo mal di testa e così l’uomo raccolse tutte le sue energie e cercò di fuggire, ma non fece nemmeno un passo che la pietra riprese il controllo su di lui. Si voltò e si diresse verso la fonte del suo dolore e, sempre contro la sua volontà, toccò la pietra.
Poi tutto divenne nero.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: thewhitesword_97