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Autore: Saerith    10/07/2008    5 recensioni
Sanae sta cercando di dimenticare Tsubasa, ma sarà poi così facile? E che cosa succederebbe se si ritrovasse di fronte il suo unico grande amore? Intanto la famiglia Hiyuga si ritroverà riunita dopo tanti anni. Incontri e separazioni che aiuteranno i cuori dei nostri amici a sbocciare.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo

Manchester, un anno dopo…

Yoshiko posò a terrà il pesante scatolone e, sospirando, vi si abbandonò. Si guardò attorno, spossata e abbastanza sconsolata di fronte alla baraonda di pacchi che s’infoltiva progressivamente con l’andirivieni dei corrieri.

Hikaru con in mano una bottiglietta d’acqua si avvicinò alle spalle della moglie e, dopo averle passato la bibita, iniziò a massaggiarle le spalle.

- Stanca?- le chiese amorevolmente.

Yoshiko si rilassò appoggiandosi al ragazzo.

- Un po’.- alzò lo sguardo per sorridergli ricevendo in cambio un bacio sulle labbra.

- Fai una pausa, continuo io.- disse e uscì dalla stanza per continuare i lavori del trasloco.

La ragazza tese le braccia verso l’alto per tirare i muscoli, poi si rilasciò totalmente sospirando. Si alzò per raggiungere la borsa abbandonata su uno cartone semiaperto ed estrasse il telefono portatile. Selezionò il numero e attese una risposta.

Barcellona…

- Pronto, qui Ozora.- rispose Sanae allegramente.

- Ciao, tesoro!- esclamò Yoshiko, felice di sentire la sua cara amica.

- Yoshi! Da dove mi chiami?- chiese, sapendo che l’amica e il marito dovevano essere in viaggio per Manchester, dove il ragazzo avrebbe firmato un contratto di due anni con la squadra dei red devils.

- Siamo già a Manchester, siamo arrivati ieri e Hikaru ha firmato il contratto con la società.- spiegò brevemente la ragazza.

- Che bello! Allora sei già qui in Europa.- rispose gioiosa la ragazza. Nonostante fosse felicissima di poter vivere accanto al ragazzo che amava da sempre e di crescere con lui la loro bambina, Sanae non poteva impedirsi di sentire nostalgia di casa, ma soprattutto degli amici, quindi sapere che almeno la sua cara amica d’infanzia andasse a vivere in un luogo non troppo distante da dove si trovava lei la confortava.

- Come sta la piccola?- chiese Yoshiko.

- Benissimo grazie, ora è di sopra che fa il riposino con suo padre.- disse con gli occhi che le brillavano al solo pronunciare parole così dolci.

- Tsubasa come si trova nel ruolo di papà?- chiese ridendo.

- E’ totalmente preso dalla bambina. La sera quando torna dall’allenamento, mi dà un bacio veloce e scappa di sopra a salutarla.- un sorriso commosso le si allargò sul viso.- Dovresti vederlo, quando la bimba si addormenta: sta lì a rimirarla per ore come in adorazione.- spiegò con gli occhi lucidi.

Yoshiko sospirò immaginando divertita il capitano della nazionale in visibilio per la sua piccolina.

- Se non fosse mia figlia potrei essere quasi gelosa.- ironizzò Sanae.

Dall’altro capo del telefono squillò una sonora risata.

- Ma dimmi degli altri? Cosa stanno combinando?- domandò curiosa.

- Ah, le novità si sprecano, cara mia…- esordì.

Sanae attese le notizie con gioia: la telefonata di Yoshiko era giunta in uno di quei momenti in cui, da sola, si ritrovava a pensare con nostalgia agli amici e a tutto ciò che aveva condiviso con loro.

- Tra qualche mese, credo ci aspetterà una bella rimpatriata…Misugi si è deciso a fare il grande passo.-

Dopo un silenzio di qualche secondo, Sanae esclamò: - Finalmente! E dire che ero sempre stata convinta che Yayoi sarebbe stata la prima a sposarsi.-

- Sì, anch’io.- sorrise- Dopo il matrimonio, forse si trasferiranno anche loro qui in Europa: Misugi ha ricevuto offerte da ben tre società.-

Il cuore di Sanae sobbalzò a quella notizia: dopo Yoshiko, anche Yayoi stava per accorciare la distanza che le divideva e proprio nel momento migliore, quando Miharu era ancora piccola e poteva avere l’occasione di crescere accanto alle persone che tanta importanza avevano nella vita dei suoi giovani genitori.

- Sai, Yoshi.: ieri ha telefonato Taro e ci ha detto che non appena Elena compirà i 18 anni*, si trasferiranno in Francia, dove sarà ingaggiato dal Paris Saint- Germain.- esclamò entusiasta.

- Ah, davvero? Allora sembra proprio che ci ritroveremo tutti in Europa.- rispose divertita.

A questa affermazione seguì un lungo silenzio, in cui Sanae si preparò a ricevere un’altra gradita sorpresa.

- Debbo dedurre che non sai nulla.- rise al mutismo dell’amica.

- Non tenermi sulle spine: cosa sai che io non so?!- domandò sbuffando.

- Kojiro Hyuga si è trasferito in Italia…-

- Cheee?-

Yoshiko allontanò il ricevitore dal telefono, assordata dal tono acuto della domanda.

- E’ già un mese che è successo, Sanae. Mi sembra strano che non abbia detto nulla proprio a voi.- insistette un po’ sorpresa.

- Ozora…che marito svampito!- esclamò scatenando un allegra risata da parte dell’amica. – Maki come l’ha presa?- continuò, ricordando con tristezza il giorno in cui aveva scoperto che Tsubasa se n’era andato.

- Insomma, per quanto possa essere felice del salto di carriera del suo ragazzo, non è facile convivere con il fatto di vivere su due continenti diversi: io e te sappiamo bene come si sta.- precisò Yoshiko, rivivendo nel cuore i la propria personale esperienza.

- In ogni caso, lei sta cercando un ingaggio da una squadra di softball italiana, anche se, da quanto mi ha detto, le regole del gioco sono un po’ diverse.- concluse.

- Certo, sarebbe la soluzione migliore. Non riesco a immaginare quei due troppo lontani, sinceramente non mi sarei mai aspettata di vedere Kojiro Hyuga così preso da una donna.-

- Stanno così bene insieme. Pensare che sua sorella non fa che ripetere che Maki è una santa a sopportare un tipo coriaceo come lui.- rise.

Sanae si unì all’ilarità dell’amica, poi, dato che erano entrate in argomento, chiese a Yoshiko di Kasumi e Wakashimazu.

- Lui gioca ancora per la Yokohama Flugels, ma presto firmerà un contratto con la FC Tokyo, anche se voci indiscrete dicono che alla Juventus qualcuno lo stia tenendo d’occhio.- abbassò la voce come se stessero parlando di questioni segretissime.

- Sarebbe stupendo se anche lui ci raggiungesse in Europa, ovviamente con Kasumi.- precisò Sanae.

- Lei adesso è impegnata a cercare una casa per loro due: vorrebbero provare a convivere, prima di pensare al matrimonio.-

- Credo che la convivenza li condurrà sicuramente in quella direzione.- rispose Sanae.- Per te e Hikaru è stato così, giusto?-

- Bè sì.- rispose semplicemente, mentre nelle sua testa l’immagine di quel ragazzo che correva a braccia aperte verso le telecamere gridando il suo amore per lei, le scaldò il cuore con la stessa intensità di allora.

- A proposito: come va la vita da sposina?- chiese dolcemente.

- In questo momento male.- sentenziò lanciando uno sguardo inceneritore verso i pacchi che la circondavano. Sanae rispose con una fragorosa risata, immaginando l’amica al centro di una stanza vuota con attorno montagne di cartoni traboccanti di vestiti e complementi d’arredamento.

- Per fortuna che ho Hikaru, mi sta dando un grandissimo aiuto.-ammise.

- Ah, ti capisco perfettamente. Quando siamo venuti qui a Barcellona è stato un incubo: il trasporto delle nostre cose, la sistemazione e Miharu da allattare. Se ci ripenso, mi sembra incredibile che non mi sia venuto un bell’esaurimento.- sbuffò al ricordo delle giornate estenuanti che aveva passato.

- Ultimamente, poi, sono un po’ fiacca.- proseguì Yoshiko.

- Forse è lo spostamento, un diverso fuso orario…- spiegò Sanae.

Yoshiko rimase in silenzio con il cuore che le batteva forte: la sua migliore amica era la persona più adatta per confidarle i suoi sospetti.

- Sanae, io…- esitò- …sono in ritardo di un mese.-

Le labbra della ragazza si allargarono in un sorriso.

- Hai fatto qualche analisi?- indagò cautamente.

- Per ora ho fatto il test di gravidanza domiciliare ed è risultato positivo, appena mi sistemerò andrò da un dottore.-

- Devi andarci subito e dirlo a Matsuyama!- gridò Sanae. – Dico sul serio Yoshiko, non ti trascurare: aspettare un figlio è un’esperienza meravigliosa, goditela più che puoi.- le suggerì.

- Grazie, Sanae. Ti prometto che mi riguarderò, anzi quando sarò sicura sarai la prima a saperlo.-

- Ovviamente, dopo Matsuyama.- precisò Sanae.

Sanae ripose il cordless sulla base e rimase assorta nei suoi pensieri. Si dondolò con le ginocchia al petto e sorrise tra sé e sé per i suoi amici che come lei stavano costruendo i loro sogni.

Yoshiko ripose il portatile nella borsa e si voltò a guardare la stanza indecisa da dove cominciare. Sbuffò portandosi le mani ai fianchi, ma due dolci mani l’avvolsero gentilmente in vita e un bacio delicato si posò sulla sua guancia. Si voltò a guardare negli occhi suo marito e avvertì il piacevole contatto della sua grande mano sul ventre. Quel gesto così abituale aveva tutt’altro significato, sebbene inconscio, e commossa sfiorò le sue labbra con un bacio.

- Ti amo, Hikaru.- sussurrò prima di accoccolarsi tra le sue braccia.

Il sole stava calando oltre il profilo del Mont Juic inondando Barcellona di un barlume rossastro che si rifletteva sulle onde del mare, illuminando per gli ultimi istanti la città. Sanae si riscosse dai suoi pensieri e con passo felpato salì i gradini che portavano alle stanze da letto. Si accostò delicatamente alla porta della sua camera e gli occhi le brillarono per la commozione: Tsubasa dormiva sdraiato sul letto col volto coperto dal braccio destro, mentre con l’altro teneva Miharu che placidamente si era appisolata sul ventre del padre. Dopo la telefonata con Yoshiko, aveva riflettuto sul corso che stava prendendo la sua vita e quella dei suoi amici. Fino a qualche anno prima, era disperata e prostrata dall’idea di non contare nulla per l’unica persona che avesse mai amato, invece ora era lì a guardare quel ragazzo dormiente, il suo grande amore, che teneva tra le braccia la loro bambina. Percepì un piccolo movimento della piccola e capì che era prossima al risveglio. Con premura si accostò al letto e la prese in braccio, cullandola, mentre si strofinava gli occhietti ancora insonnolita. Tsubasa si svegliò subito dopo, avvertendo un senso di vuoto, che sparì subito non appena vide la figlia in braccio a Sanae.

- Scusa mi sono addormentato.- le disse.

Lei si limitò a sorridergli, mentre col dito accarezzava la guancia della piccina che si stava riaddormentando invitata dal dolce cullare materno. Sanae l’adagiò delicatamente del lettino e la coprì con premura, poi si voltò nuovamente verso di lui

- Vieni qui, amore.- allungò le braccia nella sua direzione. Lei incedette piano piano e quando fu abbastanza vicina, Tsubasa la strinse a sé, posando la guancia sul suo ventre. Si accucciò di fronte a lui, posando le mani sul su ginocchio. L’uomo le prese una mano e se la portò alle labbra.

- Ti stavo sognando lo sai?- le confessò.

- Ah, sì e cosa sognavi?- chiese maliziosamente.

- Di fare l’amore con la donna dei miei desideri.- rispose con un sorriso.

Sanae si alzò e sdraiandosi accanto a lui, lo attirò a sé per baciarlo.

- I sogni si realizzano, amore.- gli sussurrò all’orecchio.



* In Giappone la maggior età si raggiunge a 20 anni, ma l’affido di Elena è sotto la giurisdizione italiana, quindi compiuti i 18 anni scadono i termini.

Sorpresaaaaaaa! Eccomi con l’epilogo. Devo prostrarmi umilmente per il tempo che ho impiegato a scriverlo, ma mi è mancato il tempo e lo stato d’animo giusto.

Spero che vi faccia piacere…questo è davvero tutto.

Grazie a tutti i lettori/trici che mi hanno sostenuto in questi mesi.

Un caro saluto a tutti e alla prossima FF! Grazie EOS75!

  
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