Epilogo
Hikaru
con in mano una bottiglietta d’acqua si avvicinò
alle spalle della moglie e, dopo averle passato la bibita,
iniziò a
massaggiarle le spalle.
-
Stanca?- le chiese amorevolmente.
Yoshiko
si rilassò appoggiandosi al ragazzo.
-
Un po’.- alzò lo sguardo per sorridergli ricevendo
in
cambio un bacio sulle labbra.
-
Fai una pausa, continuo io.- disse e uscì dalla stanza
per continuare i lavori del trasloco.
La
ragazza tese le braccia verso l’alto per tirare i muscoli,
poi si rilasciò totalmente sospirando. Si alzò
per raggiungere la borsa
abbandonata su uno cartone semiaperto ed estrasse il telefono
portatile.
Selezionò il numero e attese una risposta.
-
Ciao, tesoro!- esclamò Yoshiko, felice di sentire la sua
cara amica.
-
Yoshi! Da dove mi chiami?- chiese, sapendo che l’amica e
il marito dovevano essere in viaggio per Manchester, dove il ragazzo
avrebbe
firmato un contratto di due anni con la squadra dei red devils.
-
Siamo già a Manchester, siamo arrivati ieri e Hikaru ha
firmato il contratto con la società.- spiegò
brevemente la ragazza.
-
Che bello! Allora sei già qui in Europa.- rispose gioiosa
-
Come sta la piccola?- chiese Yoshiko.
-
Benissimo grazie, ora è di sopra che fa il riposino con
suo padre.- disse con gli occhi che le brillavano al solo pronunciare
parole
così dolci.
-
Tsubasa come si trova nel ruolo di papà?- chiese ridendo.
-
E’ totalmente preso dalla bambina. La sera quando torna
dall’allenamento, mi dà un bacio veloce e scappa
di sopra a salutarla.- un
sorriso commosso le si allargò sul viso.- Dovresti vederlo,
quando la bimba si addormenta:
sta lì a rimirarla per ore come in adorazione.-
spiegò con gli occhi lucidi.
Yoshiko
sospirò immaginando divertita il capitano della
nazionale in visibilio per la sua piccolina.
-
Se non fosse mia figlia potrei essere quasi gelosa.-
ironizzò Sanae.
Dall’altro
capo del telefono squillò una sonora risata.
-
Ma dimmi degli altri? Cosa stanno combinando?- domandò
curiosa.
-
Ah, le novità si sprecano, cara mia…-
esordì.
Sanae
attese le notizie con gioia: la telefonata di Yoshiko
era giunta in uno di quei momenti in cui, da sola, si ritrovava a
pensare con
nostalgia agli amici e a tutto ciò che aveva condiviso con
loro.
-
Tra qualche mese, credo ci aspetterà una bella
rimpatriata…Misugi si è deciso a fare il grande
passo.-
Dopo
un silenzio di qualche secondo, Sanae esclamò: -
Finalmente! E dire che ero sempre stata convinta che Yayoi sarebbe
stata la
prima a sposarsi.-
-
Sì, anch’io.- sorrise- Dopo il matrimonio, forse
si
trasferiranno anche loro qui in Europa: Misugi ha ricevuto offerte da
ben tre
società.-
Il
cuore di Sanae sobbalzò a quella notizia: dopo Yoshiko,
anche Yayoi stava per accorciare la distanza che le divideva e proprio
nel
momento migliore, quando Miharu era ancora piccola e poteva avere
l’occasione
di crescere accanto alle persone che tanta importanza avevano nella
vita dei
suoi giovani genitori.
-
Sai, Yoshi.: ieri ha telefonato Taro e ci ha detto che
non appena Elena compirà i 18 anni*, si trasferiranno in
Francia, dove sarà
ingaggiato dal Paris Saint- Germain.- esclamò entusiasta.
-
Ah, davvero? Allora sembra proprio che ci ritroveremo
tutti in Europa.- rispose divertita.
A
questa affermazione seguì un lungo silenzio, in cui Sanae
si preparò a ricevere un’altra gradita sorpresa.
-
Debbo dedurre che non sai nulla.- rise al mutismo dell’amica.
-
Non tenermi sulle spine: cosa sai che io non so?!-
domandò sbuffando.
-
Kojiro Hyuga si è trasferito in Italia…-
-
Cheee?-
Yoshiko
allontanò il ricevitore dal telefono, assordata dal
tono acuto della domanda.
-
E’ già un mese che è successo, Sanae.
Mi sembra strano
che non abbia detto nulla proprio a voi.- insistette un po’
sorpresa.
-
Ozora…che marito svampito!- esclamò scatenando un
allegra
risata da parte dell’amica. – Maki come
l’ha presa?- continuò, ricordando con
tristezza il giorno in cui aveva scoperto che Tsubasa se
n’era andato.
-
Insomma, per quanto possa essere felice del salto di
carriera del suo ragazzo, non è facile convivere con il
fatto di vivere su due
continenti diversi: io e te sappiamo bene come si sta.-
precisò Yoshiko, rivivendo
nel cuore i la propria personale esperienza.
-
In ogni caso, lei sta cercando un ingaggio da una squadra
di softball italiana, anche se, da quanto mi ha detto, le regole del
gioco sono
un po’ diverse.- concluse.
-
Certo, sarebbe la soluzione migliore. Non riesco a
immaginare quei due troppo lontani, sinceramente non mi sarei mai
aspettata di
vedere Kojiro Hyuga così preso da una donna.-
-
Stanno così bene insieme. Pensare che sua sorella non fa
che ripetere che Maki è una santa a sopportare un tipo
coriaceo come lui.-
rise.
Sanae
si unì all’ilarità
dell’amica, poi, dato che erano
entrate in argomento, chiese a Yoshiko di Kasumi e Wakashimazu.
-
Lui gioca ancora per
-
Sarebbe stupendo se anche lui ci raggiungesse in Europa,
ovviamente con Kasumi.- precisò Sanae.
-
Lei adesso è impegnata a cercare una casa per loro due:
vorrebbero provare a convivere, prima di pensare al matrimonio.-
-
Credo che la convivenza li condurrà sicuramente in quella
direzione.- rispose Sanae.- Per te e Hikaru è stato
così, giusto?-
-
Bè sì.- rispose semplicemente, mentre nelle sua
testa
l’immagine di quel ragazzo che correva a braccia aperte verso
le telecamere
gridando il suo amore per lei, le scaldò il cuore con la
stessa intensità di
allora.
-
A proposito: come va la vita da sposina?- chiese
dolcemente.
-
In questo momento male.- sentenziò lanciando uno sguardo
inceneritore verso i pacchi che
-
Per fortuna che ho Hikaru, mi sta dando un grandissimo
aiuto.-ammise.
-
Ah, ti capisco perfettamente. Quando siamo venuti qui a
Barcellona è stato un incubo: il trasporto delle nostre
cose, la sistemazione e
Miharu da allattare. Se ci ripenso, mi sembra incredibile che non mi
sia venuto
un bell’esaurimento.- sbuffò al ricordo delle
giornate estenuanti che aveva
passato.
-
Ultimamente, poi, sono un po’ fiacca.- proseguì
Yoshiko.
-
Forse è lo spostamento, un diverso fuso orario…-
spiegò
Sanae.
Yoshiko
rimase in silenzio con il cuore che le batteva
forte: la sua migliore amica era la persona più adatta per
confidarle i suoi
sospetti.
-
Sanae, io…- esitò- …sono in ritardo di
un mese.-
Le
labbra della ragazza si allargarono in un sorriso.
-
Hai fatto qualche analisi?- indagò cautamente.
-
Per ora ho fatto il test di gravidanza domiciliare ed è
risultato positivo, appena mi sistemerò andrò da
un dottore.-
-
Devi andarci subito e dirlo a Matsuyama!- gridò Sanae.
–
Dico sul serio Yoshiko, non ti trascurare: aspettare un figlio
è un’esperienza
meravigliosa, goditela più che puoi.- le suggerì.
-
Grazie, Sanae. Ti prometto che mi riguarderò, anzi quando
sarò sicura sarai la prima a saperlo.-
-
Ovviamente, dopo Matsuyama.- precisò Sanae.
-
Ti amo, Hikaru.- sussurrò prima di accoccolarsi tra le
sue braccia.
-
Scusa mi sono addormentato.- le disse.
Lei
si limitò a sorridergli, mentre col dito accarezzava la
guancia della piccina che si stava riaddormentando invitata dal dolce
cullare
materno. Sanae l’adagiò delicatamente del lettino
e la coprì con premura, poi
si voltò nuovamente verso di lui
-
Vieni qui, amore.- allungò le braccia nella sua
direzione. Lei incedette piano piano e quando fu abbastanza vicina,
Tsubasa la
strinse a sé, posando la guancia sul suo ventre. Si
accucciò di fronte a lui,
posando le mani sul su ginocchio. L’uomo le prese una mano e
se la portò alle
labbra.
-
Ti stavo sognando lo sai?- le confessò.
-
Ah, sì e cosa sognavi?- chiese maliziosamente.
-
Di fare l’amore con la donna dei miei desideri.- rispose
con un sorriso.
Sanae
si alzò e sdraiandosi accanto a lui, lo attirò a
sé
per baciarlo.
-
I sogni si realizzano, amore.- gli sussurrò
all’orecchio.
* In Giappone la maggior età si raggiunge a 20
anni, ma l’affido di Elena è
sotto la giurisdizione italiana, quindi compiuti i 18 anni scadono i
termini.
Sorpresaaaaaaa!
Eccomi con l’epilogo. Devo prostrarmi umilmente per il tempo
che ho impiegato a
scriverlo, ma mi è mancato il tempo e lo stato
d’animo giusto.
Grazie
a tutti i lettori/trici che mi hanno sostenuto in questi mesi.