Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: FORZAVIOLA70    07/04/2014    2 recensioni
La storia d'amore tra Isabella, da tutti detta Bella, ed Eduardo rivista e corretta in vernaholo fiorentino. Se vu siehe di fori Firenze e un vu' capihe icchè c'è scritto e unnè colpa mia, i' fiorentino l'è così! Però a me la mi sembra davvero ganza e si ride un monte!
Genere: Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Twilight
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 1
 
E c’è un posto, là in Ameriha, ‘ndoe vivono delle persone di morto, ma di morto strane.
L’è una famiglia che gli stà sempre pe’ cazzi sua, ni’ mezzo alle montagne, vicino ad un paesino che si chiama Forkse.
E tu li vedi e son sempre ‘nsieme: e a scola e vanno ‘nsieme, e ai lavoro e vanno ‘nsieme, e ‘n chiesa e vanno ‘nsieme, e a mangiare e vanno ‘nsieme…
A mangiare…
E un pensate che questi e mangino icchè si mangia noi, eh!
Eh già, perché loro e son vampiri, com’ i’ conte Drahula!
La differenza gl’è che un c’hanno i hanini e un ciucciano i’ sangue alle genti, ma a’ cervi, agl’alci, alle hapre, alle mucche, agl’opossumme… ‘nsomma, alle bestie!
Maremma maiala, che schifo!, vu’ direhe voi!
E già, perché loro e son vampiri vegetariani!
Come vegetariani, vu’ direhe voi, ma se ciuccian’ i’ sangue alle bestie!
Lo so, l’è stata ardua anche pe’ me da capire, ma se vu’ seguite i’ filo de’ i’ discorso, vu’ vedrehe che vi tornerà tutto anch’ a voi: infatti, pe’ esse’ vegetariano io mangio le verdure lesse, ma un vampiro icchè farebbe, ciuccerebbe i’ sangue dalle rape (Da qui i’ noto detto secondo cui è impossibile spremere sangue dalle rape)? Dalle zucchine? Dalla bietola? Dalle patate?
Ecco allora che l’autrice di Tuailait la s’è inventata i’ vegetarianesimo harnivoro, cioè tu se’ un vampiro, tu ciucci i’ sangue alle bestie, ma tu se’ honsiderato vegetariano.
Chiaro no?
Dunque, ecco che i Callen un son vegetariani come son vegetariane le genti, che quando son a dieta e mangian le verdure: no, pe’ loro esse’ vegetariani signifiha ciucciare i’ sangue alle bestie.
‘nsomma, codesta famiglia, i Callen (che un sono i calli in tedesco, eh!) vive a Forkse, ciuccia i’ sangue alle bestie ed è composta da i’ babbo, Carlaille, che fa i’ dottore all’ospedale (ora diho io, ma che tu l’ha’ ma’ visto un vampiro che fa i’ medico all’ospedale? Vien via, e sarebbe com’ un lupo che fa i’ pastore alle pehore!); la moglie Esme, che dopo quattro libri ancora un s’è capiho bene che cazzo faccia di lavoro, forse la stilista, forse l’architetto, un si sa; poi e ci sono i cinque figlioli: Emmette, che gl’è grosso e bello quant’ i’ David di Mihelangelo ma che se tu lo honosci di persona e tu vedi quant’ e gliè grezzo, ti passa ogni sentimento; poi c’è Rosalia, che malgrado i’ nome unn’è di Palermo o di qualch’ altro posto d’i’ Sudde, che gl’è un pezzo di fiha spaziale, ma una hosa esagerata davvero, bionda, bella e se la tira un monte; poi e c’è Alice che bellina gl’è bellina, ma l’è una mezza sega d’un metr’ e venti, tutt’ossa e co’ hapelli che pare gl’abbi messo un dito nella presa di horrente; quindi c’è Gaspare, anche lui bello com’ i’ sole ma un tantino sulle sue, come se un gli garbasse di stare ‘n compagnia; infine, c’è Eduardo, quello che a’ genitori gni da più pensiero di tutti.
Tu lo vedi e gl’è sempre solo, sempre triste, e un parla a nessuno, e un ti saluta nemmeno!
Bello anche lui, eh!
E c’è le figliole gli moiano dietro, gni si sdraiano davanti supplicando: “Calpestami, Eduardo!”, gni si buttan’ addosso, gni tirano le mutande quando passa, si tiran su la maglietta e gli fanno vedè le poppe, ma lui nulla, e un le caha nemmen’ di striscio!
E gli garberà di stà solo, via, icchè vu volehe che vi diha!
Che poi, tra parentesi, i’ gossippe dice che Rosalia ed Emmette stanno ‘nsieme, cioè trombano ‘nsieme, e anche Alice e Gaspare uguale!
Maremma ‘mpestata, che maialaio dev’ esse’ quella famiglia!, vu’ direhe voi.
E in effetti tu li ved’ a giro tutti perfettini, bellini… poi tu giri l’occhi e questi tromban tutti tra di sé!
Mah!
Comunque, e c’è questa famiglia co’ figlioli che vann’ ancora a scola anche se gl’hanno cent’anni l’uno e fanno sempre i’ solito liceo a Forkse, ma un sono ripetenti, anzi, un piglian un votaccio nemmeno se sbaglian’ apposta i’ compito ‘n classe.
Maiala, che palle!, vu’ direte voi!
E difatti loro si sfavano alla grande e anche noi un pohinino, ripensando a quanti quattro s’è portato a casa ad ogni compito di matematiha!
Comunque, quando c’è la ricreazione, e vanno sempre tutti a i’ solito tavolo, si siedan’ assieme e stanno pe’ cazzi loro a guardà nulla, finché un sona la hampanella e deano tornare ‘n classe.
Ora, un giorno d’autunno, all’inizio dell’anno scolastico, gl’arrivò a Forkse una figliola, bellina anche lei, eh!, la figlia d’i’ capo della polizia.
La figliola si chiama Isabella, da tutti detta Bella, i’ babbo invece si chiama Carlo.
Ovviamente, i’ babbo la iscrive allo stesso liceo dei Callen, che è anche l’unico liceo di Forkse, perché lì unn’è come ‘n Italia che c’è i’ liceo classiho, lo scientifiho, ragioneria…
No, in Ameriha c’è un liceo e basta e tu fa’ tutto lì.
‘nsomma, questa bella figliola (Bella di nome e di fatto) gl’arriva ‘n classe e, ovviamente, passa davanti ad un ventilatore che pare la turbina d’un jette, tanto gl’è grosso.
Allora, lei passa davant’ ai ventilatore, i’ su’ profumo si spande pe’ la classe e a Eduardo gli pigl’una fame, ma una fame che nemmeno gl’avesse fatto la traversata del Sahara d’agosto senza mangiare né bere!
Madonna, che profumino di tagliatelle alla lepre!, e pensò Eduardo sentendo l’odorino, o icché l’è, già ora di pranzo?
I’ professore, stupido com’ un cavallo, manda la Bella a sedessi proprio accanto a Eduardo, che gli piglia ancora più fame e che quando guarda Isabella, da tutti detta Bella, e un vede una figliola, ma un arrosto di porchetta rivestio di lardo di Colonnata!
Maremma maiala, che fame! Maremma puttana, che profumino! Maremma ‘mpestata, me la ciuccio o un me la ciuccio?
‘nsomma, Eduardo gli stette tutta l’ora a ragionare se ciucciassela o no, colla fame che gli saliva e i’ colino di bava che gli scendea giù pe’ i’ mento.
Tra parentesi, tutti i giovani Callen c’hanno de’ poteri della madonna!
Alice ved’ i’ futuro e quando vien’ i’ luna park a Forkse lei va dalla veggente e, mentre questa gli legge la mano, lei gli ved’ i’ futuro e fann’ a gara a chi spara più cazzate.
Gaspare, quando c’è uno che c’ha i’ nervoso, lo fa sentire come se gl’avesse fatto sei all’enalotto e quando c’è uno felice, lo fa sentì come se gli fosse mort’ i’ gatto.
Emmette gl’è forte, ma forte forte, che più forte e un si pole.
Rosalia è una superfiha e questo bast’ e avanza, tanto lei zoccoleggia un pohinino e tutti fanno tutt’ icchè vole.
Eduardo, invece, legge i pensieri delle genti.
Te tu pensi: “Ohi, ohi, gl’ ho lasciat’ i’ gasse aperto” e lui lo sa.
Te tu pensi: “Maremma bestia, c’ho da andare dalla ganza che m’aspetta! O ‘ndove la lascio ora questa rompihoglioni della mi’ moglie?” e lui lo sa.
‘nsomma, lui sa tutt’ icché tu pensi.
Allora, Eduardo gli stea lì a pensare a come ciucciassi Bella, poi però s’accorse che i pensieri di Bella e un li sentia!
Maremma sudicia, com’è che un gli leggo i pensieri?, pensò allora Eduardo.
‘nsomma, pe’ Eduardo una mattinata di tragedia!, ma lui arriva alla fin dell’ora in qualche modo e poi se ne va più veloce della luce, lasciando Bella co’ luccihoni.
Oh quant’è stronzo, ‘sto figliolo! O icchè vole ‘sta testa di cazzo, e mi guardava nemmeno foss’ una lebbrosa!, pensò Bella offesa.
Allora tutti vann’ a casa e mentre Bella piange sei ore ‘n camera sua, Eduardo si sdraia nella su’ bara a pensà ed è lì che lo trovò i’ su’ babbo quando tornò dall’ospedale.
“Oh Eduardo, icchè tu ci fai nella bara a quest’ora?”
“Tappami, babbo!”, supplicò Eduardo, “E c’era una figliola a scola che se un me la ciuccio moio! Tappami nella bara, ti diho!”
“Oh vien via, bischero! Icchè tu dici!”
“Babbo, ti giuro, profumava di tagliatelle alla lepre che un gli si potea stare accanto!”
Allora Carlaille si mise a pensare e poi disse: “Allora cambia tutto! Quando profumano di tagliatelle alla lepre l’è troppo periholoso! Te tu devi levatti da’ hoglioni, ma subito! Se te tu te la ciucci e poi ci scoprano, icchè si fa?”
“T’ha’ ragione, babbo, e gl’andrò a Denali, dalla Katia e dalla Tania, gli starò lì pe’ un pohinino e poi tornerò quando lei l’è andata via.”
“Tu ci mancherai…”, disse Carlaille, che intanto pensava: Finalmente tu ti levi da’ hoglioni, così un tu mi leggi più i pensieri e mi posso trombà tutte le ‘nfermiere dell’ospedale!
“Oh, babbo! Oh che se’ grullo? E se la mamma lo vien’ a sapere ti piglia a calci ‘n culo pe’ sei mesi!”, esclamò Eduardo scandalizzato, leggendogli i pensieri.
Maremma bucaiola, ma mai che si facesse i cazzi sua, lui, eh!, pensò Carlaille.
“Babbo!!!”, esclamò allora Eduardo.
Ma vaffanculo, vai…
“MA BABB…”, fece pe’ dire Eduardo.
E se tu dici babbo un'altra volta, ti ci piglio io a calci ‘n culo pe’ sei mesi, testa di cazzo!
E fu così che, alla fine, Eduardo si chetò…
 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: FORZAVIOLA70