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Autore: jeanny991    07/04/2014    5 recensioni
E se Akane, dopo il matrimonio fallito, in preda allo sconforto finisce per pensare che sarebbe stato meglio non aver mai incontrato Ranma? E se Akane si ritrova improvvisamente in una realtà, nella quale questo suo pensiero si realizza, dove vi sono tutti i personaggi che Ranma ha portato a Nerima ma nessuno di questi ha mai conosciuto il ragazzo col codino e lei è l'unica che ne conserva il ricordo? Come potrebbe reagire la nostra protagonista?
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Mousse, Ranma Saotome
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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STAND BY ME

Stava calando la sera quando la metropolitana di Tokyo raggiunse la stazione di Nerima decretando la fine della vacanza che Akane Tendo aveva trascorso con le sue compagne di scuola Yuka e Sayuri. Più che una vacanza, la settimana appena trascorsa, per la sedicenne aveva costituito un periodo di riposo e tranquillità che le aveva permesso di lasciarsi alle spalle, anche se solo temporaneamente, gli eventi del mese precedente: i fatti del monte Hooh e il matrimonio fallito. Quest’ultimo aveva influito piuttosto negativamente sulla ragazza, così, quando le sue amiche avevano offerto la possibilità di allontanarsi da casa in occasione della Golden Week*, aveva accettato immediatamente. La permanenza nella stazione termale, dove le tre ragazze avevano alloggiato, era riuscita a calmare la rabbia che la giovane Tendo nutriva verso tutte le persone, compreso il fidanzato Ranma, che avevano impedito il matrimonio. Tuttavia quel pomeriggio, quando era salita sul treno che l’avrebbe riportata a casa, la rabbia era riaffiorata, accompagnata da un forte senso d’oppressione. Ritornava alla solita vita turbolenta, nella quale doveva fare attenzione ai continui attentati delle altre fidanzate di Ranma Saotome, agli agguati da parte del vecchio maniaco Happosai e al continuo tentativo di Kuno di strapparle un appuntamento. Senza contare che avrebbe dovuto sopportare le fastidiose battute del suo ragazzo sul proprio aspetto fisico e sulla presunta mancanza di fascino. Ma ciò che faceva maggiormente angosciare Akane era che, da quel momento, avrebbe pure dovuto sopportare l’umiliazione di quel matrimonio andato in pezzi. Si immaginava come, il giorno successivo, l’inizio del suo secondo anno al Furinkan, gli studenti avrebbero spettegolato alle sue spalle guardandola con commiserazione e sapeva che da Ranma non avrebbe ricevuto il mimino conforto. Dopotutto lui aveva negato di amarla quando lei glielo aveva chiesto esplicitamente**. Rovinando tutto.
Akane, sul monte Hooh, stretta tra le braccia del suo fidanzato, l’aveva sentito urlare disperatamente il suo nome e aveva creduto di avere finalmente una prova tangibile dei sentimenti che lui provava per lei. Per questo aveva accettato di partecipare all’inganno paterno, rendendosi disponibile al matrimonio in modo da aiutare il ragazzo di cui era innamorata ad avere l’acqua della fonte dell’uomo affogato, nella consapevolezza che tanto il suo sentimento sarebbe stato ricambiato.  Ma Ranma aveva nuovamente anteposto il suo orgoglio, negando l’evidenza e distruggendo tutta la sicurezza della ragazza. Si sentiva stanca di quella vita. Dall’arrivo di Ranma il suo mondo era stato stravolto e spesso si chiedeva se fosse stato meglio non aver mai incontrato quello strano ragazzo col codino, che era il più grande maestro di arti marziali del Giappone però in fatto di sentimenti era una frana.
Tali pensieri avevano tormentato la mente della sedicenne durante il tragitto verso casa. Arrivata al viale che l’avrebbe condotta alla palestra Tendo, improvvisamente avvertì un certo torpore alle gambe, sembrava quasi che una forza la trattenesse dal ritornare in famiglia. Non si sentiva ancora pronta per rivedere tutti coloro che abitavano con lei, in particolare non era pronta a rivedere Ranma. Così fece retro-front e si diresse verso il parco del quartiere. 
Il buio era ormai giunto e il giardino sembrava essere deserto ad eccezione della figura di una persona seduta su una delle varie panchine. Avvicinandosi cautamente, Akane riconobbe che il ragazzo lì seduto non era altri se non Mouss. Lui probabilmente non l’aveva notata poiché in quel momento non portava gli occhiali però Akane si rese conto, dall’espressione assorta del cinese, che anche lui era tormentato da qualcosa, così si decise a salutarlo.
- Ehi! Ciao Mouss, cosa ci fai qui a quest’ora? –
- Oh, sei Akane Tendo, ho finito da poco le consegne di ramen e mi sono fermato a riflettere qualche minuto… Potrei farti la stessa domanda, sapevo che eri partita per le terme. –
- Infatti… Domani comincia la scuola quindi oggi sono dovuta tornare… -
Entrambi i ragazzi avvertivano rispettivamente nelle loro voci un velo di tristezza. Akane si chiese se lo stato d’animo del suo amico fosse dovuto a qualche recente maltrattamento subito da Shan-pu.
- Però è strano vederti qui al parco a quest’ora, non dovresti essere a casa a cenare con la tua famiglia? – indagò il cinese.
A quel punto la ragazza sospirò pesantemente. Mouss era una di quelle persone strambe che Ranma aveva attirato, anche se indirettamente, dalla Cina e che avevano sconvolto la vita della Tendo. Tuttavia, nei suoi confronti Akane aveva provato, da sempre, una certa empatia. Le spiaceva il modo con cui Shan-pu e calpestava i sentimenti del ragazzo. In più di un’occasione aveva cercato di aiutarlo e lui era stato uno dei pochi che aveva sostenuto il suo fidanzamento con Ranma. Dunque decise di sfogare le preoccupazioni che la tartassavano.
- Dovrei effettivamente, solo che non riesco a tornare… perché l’idea di rincontralo… mi… mi manda in bestia!! –
Stava riuscendo ad esprimere tutta l’ira causata dall’esasperazione per il mancato matrimonio.
- Come al solito, per merito suo, tutte le mie speranze e i miei sogni si sono infranti!! Io mi sono messa in gioco, ho rinunciato al mio orgoglio ed ero pronta a sposarlo! Lui invece è scappato ed è coso dietro a quell’acqua maledetta, infischiandosene dei miei sentimenti! Dandomi pure la colpa!–
A quel punto, avvertì gli occhi pizzicare e non ci volle molto prima che le lacrime iniziassero a scendere.
- Mi piacerebbe odiarlo per questo! Invece non ci riesco e mi sento una stupida… -
Mouss non disse niente e la lasciò piangere sulla sua spalla ben consapevole che dopo essersi sfogati ci si sente un po’ meglio. Gradualmente la minore delle Tendo ridusse i singulti e rincominciò a respirare normalmente.
- Perdonami Mouss, non volevo annoiarti con le mie lamentele… e cavolo! Ti ho infradiciato la tunica… mi spiace tantissimo… se posso… -
Ma il ragazzo scuotendo la testa rifiutò le sue scuse.
- Non preoccuparti Akane Tendo, posso capire quello che stai passando… e poi tu sei stata una delle poche persone gentili con me. Mi hai aiutato in alcune occasioni quindi, ascoltandoti, ti ho reso il favore. –
- Ti ringrazio. – sorrise debolmente Akane, ricordandosi che anche il cinese doveva avere qualche cruccio.
- Anche tu prima mi sembravi pensieroso, se hai bisogno di parlarne io ti ascolto volentieri! –
- E’ la solita storia. Vengo trattato come uno schiavo dalla vecchia arpia e dalla ragazza che amo sin dall’infanzia. Però sono abbastanza stufo dunque stavo pensando di tornare in Cina. Allo stesso tempo non voglio ritornare nel mio villaggio dove sarei nuovamente sbeffeggiato. -
- Mouss… effettivamente Shan-pu non ti merita. Dovresti trovare una ragazza che sia capace di accettarti per quello che sei… capisco bene cosa provi, tutti e due proviamo forti sentimenti per persone che non ci ricambiano. –
Stava per aggiungere altro ma venne fermata.
- Ti sbagli Akane Tendo. Ranma Saotome ti ricambia. Io l’ho visto sul monte Hooh piangere per te! E quella è stata una dichiarazione palese del suo sentimento! –
- E’ capace di dichiararsi solo quando mi crede morta, quel baka! Quando sono viva e vegeta invece non fa che prendermi in giro e che farmi infuriare! Alle volte vorrei davvero che non fosse entrato a far parte della mia vita!! – Akane aveva trasformato in parole i pensieri elaborati precedentemente, lasciando Mouss stupito.
- Sul serio avresti preferito non incontrarlo mai? –
- Forse sì! Magari adesso non mi sentirei così umiliata, insicura e debole! Avrei ancora la mia bella chioma di capelli lunghi e non rischierei di essere aggredita dalle sue fidanzate, anzi magari sarei amica di Ukyo e Shan-pu! –
Mouss era rimasto basito da quella confessione. Poco prima era certo dell’amore della piccola Tendo verso Saotoma ma ora si chiedeva se quella dichiarazione fosse stata prodotta solo dalla collera o se ci fosse un fondo di verità. Poi si rese conto dell’ora tarda e fu costretto a troncare la conversazione se non voleva beccarsi una sgridata dalla vecchia mummia Obaba.
- Ti ringrazio di avermi ascoltato e scusami ancora per averti lavato la maglia con le lacrime. –
Lo salutò Akane facendo un piccolo inchino col capo.
- Non fa niente, Akane Tendo, mi fa piacere di essere stato utile per qualcuno. Ci si vede in giro. –
La ricambiò mestamente, salendo sulla bicicletta.
A quel punto Akane si decise ad entrare in casa. Appena annunciò il suo ingresso la raggiunse un’ affannata Kasumi.
- Mi stavo spaventando Akane! Non vedendoti rincasare temevo ti fosse successo qualcosa, stavo giusto per mandare Ranma a cercarti! –
Sentendo nominare quel nome, Akane si irrigidì e mentì alla sorella maggiore.
- Il treno ha fatto ritardo, scusa. –
- Non fa niente l’importante è averti qui. – sorrise e poi continuò come se la sua preoccupazione si fosse immediatamente dissolta.
- Papà e il maestro Happosai sono andati in montagna ad allenarsi. Mentre la signora Saotome e il signor Saotome sono andati alla commemorazione di un lontano parente deceduto qualche giorno fa. Ranma avrebbe voluto seguirli ma Nodaka non ha voluto perché domani inizia il nuovo anno scolastico…-
Ma a quel punto Akane aveva già smesso di seguire il discorso di Kasumi, concentrandosi sul fatto che Ranma avrebbe voluto lasciare la casa proprio in concomitanza del suo ritorno. Questo le fece ricrescere quel senso di rabbia mista a delusione. Si sentiva molto stanca, un po’ per quei sentimenti, un po’ per il viaggio, dunque decise di andare subito a letto, ignorando il richiamo della sorella sulla cena già pronta. L’ultima cosa che voleva era cenare seduta accanto al suo fidanzato.
Entrata nella sua camera si buttò sul letto e spense la luce aspettando che la stanchezza si tramutasse in sonno. Tuttavia, attese in vano perché non riusciva ad assopirsi. Più volte le era sembrato di addormentarsi poi però al minimo pensiero di come sarebbe potuta essere la giornata successiva tornava vigile. Accadde verso mezzanotte, sentì un leggero colpo alla porta e una presenza entrare nella stanza. Riconobbe immediatamente essere Ranma: l’energia emanata dal suo ragazzo era inconfondibile. Lei fece finta di dormire.
- Sei tornata e non mi hai neanche salutato…- lo sentì mormorare.
- Non sei per niente carina…- ecco che aveva iniziato a rinfacciarle la sua mancanza di fascino. Akane strinse forte le coperte però poi lo udì flebilmente sussurrare ciò che non avrebbe mai immaginato.
- Scusami per il matrimonio…- e se andò silenziosamente.
Quell’ammissione di colpa fece sussultare il cuore della ragazza, forse l’aveva immaginato o forse   Ranma nutriva veramente dei sentimenti profondi per lei. Con la mente e il cuore più leggeri Akane Tendo riuscì finalmente a cadere tra le braccia di Morfeo.

La mattina successiva Akane si svegliò di buon ora e anche se avrebbe preferito rimandare di qualche altro giorno il ritorno a scuola, le scuse che Ranma se aveva rivolto, silenziosamente, la notte precedente, le avevano restituito un po’ di speranza in un evoluzione positiva del loro rapporto.
Quindi si recò allegra in cucina dove trovò la solita Kasumi intenta a preparare la colazione.
- Oh Akane! Ti vedo di buon umore! Sono contenta che ti sia ripresa. Ieri sera quando sei tornata non sembravi molto in forma. Temevo ti fosse venuta l’influenza! – cinguettò la maggiore
- No era solo stanchezza per il viaggio. Comunque vedo che quel baka del mio fidanzato non si è ancora alzato. Non voglio fare tardi il primo giorno di scuola. Mi toccherà svegliarlo alla solita maniera! –
 Akane prese un secchio e iniziò a riempirlo d’acqua fredda. A quel punto si accorse che Kasumi aveva smesso di riempire le ciotole di riso e la fissava attonita.
- Non guardarmi male sorellona, lo sai che Ranma non si sveglia se non gli getto l’acqua fredda addosso! –
- Fidanzato? Ranma? Di chi stai parlando, Akane? –
- Come di chi sto parlando? Il mio fidanzato, quello che papà mi vuole costringere a sposare per dare un erede alla nostra scuola… Ranma Saotome! Vive da più di un anno con la sua famiglia nella stanza degli ospiti! – rispose allarmata Akane.
- La stanza degli ospiti è vuota. Qui non vive nessun Ranma Saotome. – riprese seria la Tendo più grande.








*Golden Week: l’anno scolastico giapponese si conclude in Marzo e inizia ad Aprile, tra l’inizio e la fine dell’anno gli studenti hanno due settimane di vacanza chiamate Golden Week.
**Nell’ultimo volume di Ranma, quando quest’ultimo chiede ad Akane il motivo per cui lei si è decisa a sposarlo, lei risponde:<< Ranma… tu mi ami non è vero?>>

Angolo autrice
E’ da diverso tempo che volevo scrivere una fanfiction ma idee serie non mi erano mai venute e abbandonavo sempre il progetto. Qualche giorno fa invece, ho avuto l’ispirazione: mi sono immaginata come potrebbe reagire Akane nel ritrovarsi in una realtà dove lei e Ranma non si sono mai incontrati. La storia è già tutta sviluppata nella mia testa, compreso il finale devo solo scrivere il tutto e questo potrebbe richiedermi molto tempo perché sono in un periodo un po’ caldo… però è un’impresa in cui ci terrei a lanciarmi sempre che la storia possa interessare a qualche lettore. Detto questo spero davvero che qualcuno possa apprezzare l’idea e commentare sia in positivo sia in negativo. Essendo la prima fic potrei aver commesso qualche errore, in quel caso sono ben contenta che mi venga segnalato. Proverò a rendere il più possibile i personaggi IC e se non sembrano tali fatemelo sapere. Con ciò concludo augurando buona lettura a chi deciderà di farlo! Sayonara!

  
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