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Autore: Hon_yaku    07/04/2014    1 recensioni
A qualche giorno di distanza dall'Arcipelago Sabaody, il mare è calmo e silenzioso.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Pirati Heart, Trafalgar Law
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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The Pressing Silence of the Sea

Disclaimer: Il testo originale è di proprietà di Mind of the Childishly Naive, che mi ha dato il permesso di tradurlo.

Autrice: Mind of the Childishly Naive

Link all’originale: http://www.fanfiction.net/s/8721797/1/The-Pressing-Silence-of-the-Sea

 

 

È un orologio interno che lo sveglia di buon’ora, e la prima cosa che Law nota è il sommesso mormorio delle tubature del sottomarino al di sopra dell’opprimente silenzio del mare. Quel rumore, unito all'aria gelida, è familiare e rassicurante — il suono di qualcun altro che respira nella sua cabina invece non lo è. Law si mette a sedere, voltandosi verso la stanza, mentre la sua mano cerca a tentoni la nodachi nel punto in cui questa è appoggiata tra lui e la parete. Le molle e il telaio del letto esprimono il loro dissenso scricchiolando.

È solo Bepo, seduto sul pavimento ai piedi del letto.

Sta dormendo, afflosciato contro un fianco del materasso, le braccia incrociate e la testa che ciondola da un lato.

Lentamente Law rimette a posto la nodachi, che rientra nel suo fodero con un rumore secco, e sospira silenziosamente. Rimane sdraiato lì ancora un momento prima di tirarsi a sedere, spingere via la leggera trapunta e raccogliere le ginocchia al petto, guardandosi intorno nella soffusa luce blu che passa per buio quando l'illuminazione principale è spenta. Ogni cosa è esattamente come l'ha lasciatala porta chiusa; l'oblò buio ad eccezione dell’occasionale guizzo di un pesce di passaggio; il tubo portavoce dal ponte di comando silenzioso, perché non è aperto; i suoi libri stipati negli scaffali; le sue mappe e i suoi appunti accatastati e sparpagliati sulla scrivania.

Bepo è l'unica cosa fuori posto, e non c'è modo di sapere quando abbia deciso di intrufolarsi lì dentro. Probabilmente faceva troppo caldo per dormire nella cabina principale assieme agli altri, perché questa si trova vicinissima alla sala macchine e loro sono in immersione da quasi due settimane. A volte quella stanza diventa davvero soffocante eessendo un orso piuttosto grande in un sottomarino tutt'altro che grande — Bepo tende a soffrire di claustrofobia più di chiunque altro.

È un vero piagnucolone.

La cabina del Capitano non è esattamente la più grande, perciò Law non riesce proprio a capire cosa spinga l’orso a stiparsi negli alloggi più piccoli.

Dorme un po' megliomagari è questo ciò che conta.

Adesso non sta dormendo poi così bene, però. Gli occhi di Law si sono adattati all’illuminazione piatta, e di conseguenza non gli sfuggono né il rapido movimento oculare dell'orso né l’occasionale fremito che attraversa i suoi muscoli paralizzati nel sonno. Il respiro agitato è un altro indizio. In tutta sincerità, Law non è minimamente sorpreso.

Ultimamente le notti agitate sono diventate più frequenti per tutti: essere così vicini al Quartier Generale della Marina e alla terra sacra di Marijoa, dove il traffico di esseri umani (e il traffico di specie rare) è fiorente... sarebbe sufficiente a rendere nervoso chiunque. Law non permette che una cosa del genere lo turbi — poche cose ci riescono — perché a suo modo è un bene che gli uomini siano più tesi del solito. Significa che sono consapevoli di dove si trovano, di ciò che stanno facendo e di ciò che c'è in gioco. Li costringerà a stare all’erta, e così lui avrà una cosa in meno di cui doversi occupare.

Law si allunga all’indietro, appoggiandosi sulle mani, e si guarda intorno, cercando di decidere se gli convenga di più alzarsi o sdraiarsi di nuovo.

Il sottomarino si inclina all'improvvisoquasi impercettibilmente, ma il lieve rollio dell’imbarcazione, da una parte e poi dall’altra prima che finalmente il sottomarino si stabilizzi, non sfugge alla sua attenzione. Si è allenato a percepire questo genere di cose, perché un sottomarino non è una normale nave: non oscilla e non si inclina a meno che non sia in superficie. Sott'acqua le correnti sono più grandi e la navigazione è più tranquilla (uno dei principali motivi per cui preferisce questo tipo di imbarcazione), perciò se il sottomarino non è perfettamente stabile significa che c'è qualcosa che non va.

I fogli sulla sua scrivania e sulle pareti si muovono producendo un lieve fruscio, una penna scivola giù dalla scrivania e rotola sul pavimento, Bepo emette un suono appena udibile di fastidio e aggrotta la fronte mentre il suo corpo si irrigidisce.

La prima cosa che Law pensa è: ciclone.

Stanno navigando fra i sessanta e i novanta metri sotto il livello del mare, ma questa profondità è meno della metà di quella che può raggiungere un ciclone della Grand Line.

Le molle di metallo del letto cigolano e scricchiolano rumorosamente quando Law si muove. Scavalca Bepo, che è proprio in mezzo ai piedi, e poi, posando una mano sulla sua testa, si alza. Bepo si muove assieme al materasso, perché ci è appoggiato con la schiena, ma, ad eccezione di un piccolo gemito sconnesso, non ci fa troppo caso. Law massaggia il pelo caldo sulla testa dell’orso, grattando vicino all’attaccatura delle orecchie mentre si allontana, e Bepo si rilassa di nuovo, emettendo un lungo sospiro.

Le luci interne sono tutte abbassate, ma il corridoio getta comunque uno spiraglio di luce intensa nella stanza quando Law apre la pesante porta ed esce nel corridoio. Lascia la sua nodachi sul letto e la porta della cabina socchiusa.

 

—x—

 

Shachi e Penguin sono i due di guardia: mantengono la rotta e gestiscono la strumentazione di bordo mentre gli altri si riposano un po’ — e Law sa che sono loro perché riconosce le voci che provengono dal ponte di comando mentre sale la scala dal deposito del combustibile sottostante. Stanno ridendo e parlando, e questo è un buon segno che sembra confermare che i suoi primi sospetti erano sbagliati. Shachi e Penguin non sono due idioti: non starebbero lì a cazzeggiare se qualcosa non andasse, e il sottomarino è sempre rimasto stabile dopo quel primo, lieve rollio. Solo qualche oscillazione di assestamento, niente a che vedere con le intense e violente scosse tipiche dei movimenti ciclonici in superficie.

Non si può mai essere abbastanza sicuri, però, e così Law si avvicina alla porta aperta proprio mentre Shachi si alza dal suo posto e attraversa il ponte di comando per razziare la scatola di ciambelle lì vicino. Penguin è il primo a notarlo sulla porta, e ci vuole solo un secondo: si mette a sedere composto, ma non si alza.

«Ah! Capitano, buongiorno! Quando ti sei alzato?».

«Poco fa», risponde Law, incrociando le braccia e appoggiandosi con la spalla al telaio della porta. «Ho sentito il sottomarino che si inclinava di circa cinque gradi. C'è un ciclone sopra di noi?».

«No, signore, niente del genere. Siamo appena usciti dalla corrente che porta ad est».

A questo punto interviene Shachi, gesticolando con la scatola in una mano e una ciambella mezza mangiata nell'altra: «Dovremmo essere in vista dell’Arcipelago entro domani pomeriggio, Capitano».

Il Log Pose si trova sul pannello di controllo vicino alla sedia che Shachi ha lasciato libera, e punta a destra e verso il basso: bisogna proseguire, ma non nella direzione in cui si stanno muovendo adesso. Non ancora.

Law rimane in silenzio per un attimo.

«Ci sono imbarcazioni in superficie?».

Penguin controlla. «Il sonar non segnala niente».

«Bene. Andate a svegliare gli altri e portateci in superficie, allora».

I due rispondono in coro, «Sissignore!» e si mettono velocemente al lavoro. Law li osserva per qualche secondo prima di lasciare la stanza e proseguire lungo il corridoio.

Shachi smette di fare ciò che sta facendo per il tempo necessario a sollevare lo sguardo e gridare, «Ti serve qualcosa, Capitano?».

Law agita una mano con noncuranza — in effetti ha bisogno di qualcosa, ma può cavarsela da solo.

 

—x—

 

La cambusa è immersa nell’oscurità, ad eccezione di un unico spiraglio luminoso proveniente dal corridoio e della luce blu filtrata sopra al bancone principale, e a Law piace così.

Rovista in giro nella semioscurità, trova il pane, i coltelli a paletta, i tovaglioli e apre il frigorifero. Sul ripiano superiore, proprio all’altezza del suo sguardo, c'è un grande contenitore di plastica a cui è stata attaccata, con un pezzo di nastro adesivo trasparente, un’etichetta con scritto “CAPITANO” e Law lo tira fuori e se lo rigira cautamente tra le mani.

Dev'essersi perso lo spuntino di mezzanotte, perché non ricorda di aver sentito odore di pasta-con-dentro-di-tutto-e-di-più o... qualsiasi cosa ci sia in quella ciotola. Quei ragazzi sanno essere... creativi... quando sono svegli e affamati, a qualunque ora della notte.

Sconcertato, Law ripone la pietanza nel frigorifero e al suo posto tira fuori la maionese e alcune fette di carne. Si blocca, però, in piedi davanti al frigoriferol'aria fredda che s’insinua lungo le sue gambe, la mano sospesa sopra l’anta —, fissando quell’enorme, malinconica etichetta.

Sospirando silenziosamente, rimette a posto la maionese e la carne e tira fuori la pasta.

L’anta del frigorifero si richiude mentre Law si allontana. Appoggia la ciotola sul bancone e prepara una caffettiera, osservando distrattamente la bacheca appesa alla parete di fronte a lui. Ci sono un paio di stupidi disegni e annotazioni; in particolare, però, gli altri hanno incominciato un qualche strano gioco con una griglia ricoperta di puntini: da quel che può vedere, quando è il tuo turno tracci una linea, da un punto ad un altro, e, se per caso riesci a formare un quadrato, scrivi liniziale del tuo nome al centro.

Law osserva la bacheca, chiude la caffettiera con uno scatto e prende una penna.

Completa ogni figura a tre lati che riesce a trovare e vi lascia le sue iniziali, rimette a posto la penna e si procura una forchetta.

Appoggia un fianco contro il bancone a isola e mangia la sua pasta, ascoltando la caffettiera che gorgoglia e sibila mentre il caffé è in infusione, e poi le conversazioni assonnate, attutite, e i passi pesanti davanti alla porta della cambusa man mano che Shachi fa alzare i suoi compagni dalle loro cuccette. Qualcuno si intrufola in cucina a intervalli regolari per riempire una tazza da viaggio, afferrare un'altra scatola di ciambelle, dire "Giorno, Capitano", chiedere se gli serva qualcosa; e Law augura loro buongiorno a bassa voce, senza spostarsi dal bancone mentre gli altri si muovono attorno a lui.

Chiede se la spalla lussata di qualcuno va meglio, se le dita rotte di qualcun altro stanno dando problemi.

Nessuno gli chiede se la pasta gli piaccia, ma Law mangia l'intera ciotola.

In lontananza, quando la folla si è dispersa e ognuno ha trovato la propria postazione, Law sente le valvole aprirsi e un lungo soffio di aria ad alta pressione raggiungere le casse di zavorra. La cambusa sussulta un po' mentre l’acqua viene spinta fuori; gli armadietti e i cassetti vibrano rumorosamente, i fogli fissati alla bacheca svolazzano, la caffettiera tintinna quando il vetro urta il retro del bruciatore — e Law sposta il suo peso contro il bancone mentre il sottomarino sposta il suo, di peso, e lentamente comincia la risalita.

 

 

 

 

 

N.d.T.

Uh, sono viva, a quanto pare. È un secolo che non scrivo più niente, e dire che nel frattempo le mie writing skills si sono un po' arrugginite è decisamente un eufemismo, perciò qualsiasi tipo di correzione è il benvenuto!

La storia mi ha colpito subito, appena l'ho letta, perché in questa fanfiction. Non. Succede. Assolutamente. Niente. Ma proprio niente di niente. Non è fantastico? *-*

Oh, e poi ho imparato come funziona un sottomarino (be', più o meno)! Per capire almeno a grandi linee che cosa cavolo stessi scrivendo ho usato la pagina di Wikipedia su questo argomento, che tra l'altro è stata addirittura in vetrina, quindi se ho sbagliato qualcosa è colpa sua. La fanfiction è piena di termini tecnici di ogni genere, quindi se qualcuno più esperto di me si accorge che c’è qualcosa che non ha senso non esiti a farmelo sapere!

Per la cronaca, il gioco con i punti e le linee di cui parla Law si chiama — molto creativamente — punti e linee.

È tutto, credo. Spero che questa fanfiction deliziosamente priva di qualsivoglia trama sia stata di vostro gradimento :)

  
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