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Autore: Ciorciaaa    08/04/2014    1 recensioni
*ATTENZIONE POTREBBE CONTENERE SPOILER CAPTAIN AMERICA: IL SOLDATO D'INVERNO*
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Steve e Peggy. 70 anni dopo. Un ballo.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Peggy Carter, Steve Rogers
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!
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26 aprile 2013. Steve Rogers camminava lentamente nei corridoi deserti della St. Lucy House, una casa di riposo della capitale. Voleva correre ma aveva paura. In quel momento non indossava un'uniforme, non aveva nessuno scudo, non era Captain America il valoroso e leggendario eroe. No. Era solamente Steve Rogers, era un uomo che aveva sofferto troppo e aveva paura. Stanza 137. La porta chiusa. Un muro. 70 anni. Un muro. Lei era li. Pochi metri. Steve non riusciva a girare la maniglia. Chi avrebbe trovato? Lei lo avrebbe riconosciuto? Era passato molto tempo, troppo e lei aveva vissuto la sua vita, era invecchiata e poi si era ammalata. Non era pronto. 70 anni erano tanti, non era pronto a vedere i segni del tempo sulla donna che aveva amato. Chiuse gli occhi. Fece un respiro profondo. Entrò. Peggy Carter era lì. Aveva il viso solcato da profonde rughe, il rosso dei suoi capelli era svanito per lasciare spazio al grigio, ma gli occhi, gli occhi di Peggy Carter non avevano perso la loro forza, erano sempre gli stessi, grandi e marroni. La donna si girò verso Steve che era immobile sulla porta della stanza. Voleva correre ma le sue gambe non si muovevano. Voleva parlare, ma dalla sua bocca non usciva nessun suono. Riusciva solo a fissare la donna che amava nella speranza che lei, nonostante la malattia, lo riconoscesse. Era sul punto di scappare. A un tratto lei sorrise e parlò a fatica "mi devi... Un ballo...". Steve corse verso di lei. La strinse tra le braccia. Pianse. Pianse le lacrime di 70 anni persi. Pianse per la gioia di quell'attimo infinito. Pianse. Guardò Peggy negli occhi. E il punto divenne risata. Rideva anche lei. Una risata fragile la sua, che si sentiva appena, ma che veniva dal profondo del cuore. Steve si alzò. Tirò fuori il cellulare e mise una canzone di Duke Ellington. Prese delicatamente Peggy in braccio e iniziarono a ballare. Sulla strada le macchine sfrecciavano veloci. Le persone sui marciapiedi camminavano spedite. Il mondo continuava a ruotare incurante. Ma non nella stanza 137. Lì il tempo era tornato indietro. Erano di nuovo nel 1942. Solo loro due. E in quel momento lo scorrere del tempo non era che un illusione. Peggy ballava tra le braccia di Steve. E ridevano. E giravano. E nulla ormai contava più. Solo loro due. E il loro amore. Ballarono tutto il pomeriggio, finché Peggy, troppo stanca e debole non si addormentò. Il suo amato la rimise a letto, e rimase a guardarla, incapace di pensare a qualsiasi cosa che non fosse la donna che aveva davanti. Non riusciva a fare chiarezza nel suo cuore. Cosa provava? Rabbia? Felicità? Gioia? Dolore? Forse tutto. Dopo un'ora trovò la forza di uscire dalla stanza e tornò al 2013 e alla guerra in corso. Si promise di tornare appena avesse potuto. Per un altro ballo.

Peggy Carter morì felice e senza nessun rimpianto la mattina del 27 aprile 2013. Aveva avuto il suo ballo ed era l'unica cosa che importava.
  
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