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Autore: koopafreak    08/04/2014    4 recensioni
Una serie di episodi indipendenti l'uno dall'altro e di estensione variabile dedicati ai miei regnanti preferiti. Alcuni di essi saranno frutto della mia fantasia, altri tratti direttamente dalla serie originale e presentati attraverso gli occhi dei protagonisti. Ognuno abbraccerà sfumature diverse e mi limito ad indicare la raccolta come generale perché non mi è possibile conciliarli tutti sotto un unico genere. Forse appena un pizzico, giusto una spolverata di BowserxPeach qua e là.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Bowser, Peach, Sorpresa
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Tutto era filato liscio finché qualcuno dietro di lui non gli aveva appioppato una Nuvola Grigia con un colpo di paraurti: una delle trappole tra le più malefiche della gara, aggiunta apposta per aizzare i concorrenti gli uni contro gli altri e fomentare ulteriormente lo spirito di competizione fino a sfiorare il limite dell'aggressività. Di fatto vi era un solo modo per liberarsi dello spettro di una Nuvola Grigia ed era sbattere di proposito contro il primo sciagurato a tiro, scaricandogli dunque la patata bollente per diretto contatto e poi procedere per la propria strada senza dimenticarsi di deriderlo per la cortesia.

Bowser era stato il disgraziato di turno questa volta e purtroppo nessuno degli eventi successivi aveva giocato a suo favore. Gli altri ovviamente lo avevano emarginato in mezzo alla pista nemmeno fosse stato portatore di qualche orrendo morbo e la nuvoletta funesta proprio sopra la sua testa aveva già cominciato a fremere minacciosa col conto alla rovescia agli sgoccioli. Senza perdere altro tempo prezioso aveva sterzato bruscamente individuando Waluigi sogghignare a debita distanza sulla sua Motorazzo blu e gialla. Con tutta probabilità era proprio lui il responsabile e Bowser era stato più che deciso a restituirgli il favore, a costo di buttare entrambi fuori percorso. Il ceffo se lo era visto piombargli addosso come un bolide tutto spini ed aveva impennato la motocicletta scattando in avanti e svelando all'ultimo istante chi aveva tenuto nascosto dal suo campo visivo dietro la propria sagoma.

Gli occhi azzurri di Peach lo avevano individuato a loro volta, sgranati dallo stupore.

Bowser aveva urlato in allarme prima di sbandare violentemente nella direzione opposta ed evitare per un soffio di travolgerla. Allora la Nuvola Grigia aveva fatto il suo dovere e per qualche secondo era stato costretto a tenere le palpebre serrate mentre quel conosciuto pizzicore gli aveva ghermito ogni fibra del suo corpo riducendolo di parecchie taglie. Quando il suo kart aveva finalmente smesso di girare come una trottola e tutti, ma proprio tutti, lo avevano superato sballottandolo da una parte all'altra e facendogli letteralmente mangiare la propria polvere, aveva concluso da solo la gara superando la linea del traguardo dodicesimo su dodici partecipanti.

Era stato esattamente in quel momento che la conoscenza del suo problema si era estesa al resto del gruppo: l'effetto del maleficio restringente doveva essere svanito già da un pezzo, eppure lui era ancora rimasto della stazza di un nano da giardino.

Gli sghignazzi sgradevoli di Wario e Waluigi che avevano spiccato con eccellenza nella cacofonia dell'ilarità collettiva ancora gli risuonavano nelle orecchie.

« I tecnici hanno sospeso le batterie successive finché non troveranno una soluzione. » Peach gli si sedette accanto sull'erba unendo compostamente le gambe. La Principessa mossa dal senso di riconoscenza era stata la sola che aveva avuto l'ardire di non rispettare l'auto-esilio in cui il drago si era ritirato, lontano dalle zone relax solitamente frequentate dagli altri gareggianti, e probabilmente l'unica che lui avrebbe tollerato vicino in quelle umilianti circostanze.

Bowser non ruppe il proprio silenzio, non soltanto a causa del suo malcontento, e si limitò ad annuire storcendo le labbra. Una seconda reazione indesiderata della Nuvola Grigia consisteva nella percepibile alterazione della voce, comunemente nota come 'effetto Paperino'. Il drago era sempre andato fiero della sua risata gagliarda che faceva tremare i più impavidi come foglie al vento e dei suoi ruggiti potenti che non avevano nulla da invidiare ai boati dei terremoti. Ora tutto ciò che gli restava era una vocina ridicola che aveva fatto piegare in due dalle risa mezza concorrenza quando aveva aperto bocca per protestare energicamente davanti agli altri senza rifletterci troppo.

Peach aveva già tentato di tirarlo su di morale, ma il Re nella sua ostinata mutezza non aveva staccato gli occhi dal terreno nemmeno una volta da quando era stato apertamente irriso. Osservò l'espressione pensosa del koopa ed immaginò quali future, strazianti vendette stesse tramando nella sua mente per cancellare l'onta subita una volta ripristinata la sua stazza originaria.

« Dai, smettila con quel muso lungo. Non è da te. »

Uno sbuffo di fumo gli uscì dalle narici.

« Sono sicura che ci vorrà poco prima che sistemino tutto, non temere. »

Bowser chinò nuovamente il capo tanto per farla contenta. Il livello di ottimismo si mantenne raso terra.

« Questa situazione lo sta mettendo più a disagio di quanto credevo possibile persino per lui » pensò Peach consapevole che il drago fosse incredibilmente affezionato alla propria immagine e che era tutta un'altra cosa girare in tale stato al di fuori delle corse coi kart, sebbene fosse una scomodità temporanea. Tuttavia non era certo una ragione per isolarsi dal mondo. Se Bowser non avesse deciso all'ultimo di tenersi la Nuvola Grigia piuttosto che disfarsene quando ne aveva avuto l'occasione, adesso vi sarebbe stata lei al suo posto dopo un bel capitombolo e vederlo così mogio...

Gli propose nell'attesa di fare un break ad un bar vicino e dovette insistere un po' per ottenere infine un cenno di assenso. Non che il koopa avesse potuto tentare di rapirla o cosa. Non era nemmeno nelle condizioni di riuscire a sollevarla per portarsela via e sarebbe stato più plausibile il caso contrario invece, l'unico nella storia documentata del Regno dei Funghi in cui lei avrebbe avuto l'occasione di provare l'ebbrezza di occupare il ruolo solitamente destinato al Re della Terra Oscura. E probabilmente Bowser si sarebbe addirittura prestato al gioco se soltanto fosse stato di umore migliore.

Il suddetto monarca ci aveva ragionato su e aveva concluso che l'offerta della Principessa non andava sprecata. In fondo quante altre volte avrebbe potuto capitargli di ricevere un invito proprio da parte sua di sedersi insieme ad un tavolo solo loro due? Un buon stratega sapeva bene che ogni chance andava colta e Bowser non era da meno, anche se adesso le arrivava a malapena all'altezza del ginocchio.

Lasciarono le loro vetture parcheggiate poco distanti, lo Scooter Filante dai toni confetto accanto alla Piranha Turbo ormai grande come un modellino radiocomandato, e si incamminarono sulla stradina mattonata e fiancheggiata dalle aiuole che conduceva direttamente ad uno dei punti di ritrovo preferiti da Peach, al centro di un percorso verde nei pressi della Pista di Mario in cui si era svolta la prima parte della competizione.

La Principessa in tuta da motociclista riferì qualche pettegolezzo divertente degli ultimi mesi per strappargli una risata e recuperare un pizzico del suo buonumore ormai andato, attenta ad omettere termini sul genere di piccolo, basso, ridotto e diminutivi come ino o etto. Il drago non alzava gli occhi dal selciato forse a causa dell'eccessiva differenza d'altezza che lo metteva in imbarazzo e Peach sostenne lo sguardo fisso avanti mentre continuava la chiacchierata.

Bowser procedeva accanto, troppo distratto dal suo recente grattacapo per apprezzare i sinceri tentativi di rallegrarlo che gli scivolarono addosso uno dopo l'altro mentre era costretto ad impiegare più energie del solito per mantenere il passo.

Forse chiedergli di tornare a sorridere era troppo al momento, ma Peach non demordette e tentò con la mirabolante storiella di Mastro Toad e l'incidente con l'idromele durante una serata particolarmente vivace di qualche settimana prima. Era consapevole che l'anziano tutore non sarebbe stato certamente lieto che anche il koopa sapesse della sua accidentale caduta di stile, ma lo stava raccontando a fin di bene d'altronde e con questa chicca il successo era assicurato.

« ...abbiamo passato ore a setacciare ogni angolo del castello, il giardino, e persino lo scantinato e la lavanderia. Alla fine abbiamo scoperto che era rimasto tutto il tempo sul tetto a guardarci. » Scoppiò in una risata travolgente al ricordo e dovette fermarsi un momento per calmarsi, piegandosi leggermente in avanti con la coda di cavallo che le ricadde sul viso.

Si rese conto di essere stata la sola ad aver trovato la cosa esilarante considerato l'immutato silenzio intorno e, notando che non c'era ormai nessuno al suo fianco, realizzò in secondo luogo di aver parlato al vento. Si guardò alle spalle ed individuò il koopa arrancare sulla salita parecchi metri più dietro.

« Arrivo... dammi un minuto » la rassicurò alzando una mano mentre procedeva visibilmente annaspando. Ora un passo di Peach corrispondevano a circa sette per Bowser e la strada in pendenza aveva messo ulteriormente alla prova la resistenza del 'draghetto' che era stato troppo orgoglioso per interromperla e supplicarla di rallentare, perdendo costantemente terreno fino ad essersi staccato come l'ultimo vagoncino smarrito sui binari.

La fanciulla lo aspettò studiandosi gli stivaletti e il Re le fu segretamente grato di aver poi fatto finta di nulla fino a destinazione, occupando uno dei tavolini sotto un grande gazebo ottagonale con spire di edera rampicante intrecciate sulle travi. Peach vi era già stata in precedenza a condividere qualche minuto di relax con i compagni di gara, a differenza di Bowser che lo stava scoprendo in quel momento e che aveva sempre preferito restarsene per conto suo piuttosto che unirsi al gruppo nel tempo libero. Era un posticino appartato e di poche pretese ma ben studiato per creare un'atmosfera rilassante e intima, che sarebbe stato a dir poco perfetto per un tête-à-tête se solo lui non fosse stato nelle condizioni di far pena se non morir dal ridere... Persino sussurrarle un complimento avrebbe avuto un effetto devastante con quella vocina assurda, nemmeno avesse inalato una bombola intera di elio. Per questa volta doveva lasciar perdere le vecchie tecniche di approccio e gradire la sua compagnia in silenzio, ma avrebbe conservato nella memoria l'esistenza di quel luogo da sfruttare meglio in una prossima occasione.

Peach si accomodò sulla seggiolina in ferro battuto ed accavallò le gambe in una maniera che il koopa trovò inconsciamente seducente ora che sembravano lunghe come non mai, avvolte nel tessuto chiaro della tuta che le calzava come un guanto. Sorrise tra sé ripescando un po' della sua baldanza. Magari non avrebbe potuto esprimersi a parole, ma vi erano comunque altri modi meno diretti per dare prova del suo innegabile charme che, a differenza della sua statura, non si era sicuramente ridimensionato; casomai concentrato, se si voleva vederla da questa prospettiva.

Ora però si poneva un altro problema. Bowser avrebbe dovuto salire sul tavolo per mantenere il contatto visivo e consumare più comodamente, realizzando che sarebbe arrivato a malapena col mento sopra il bordo anche stando sulle punte. Senza concederle il tempo di chiedergli di se gli servisse aiuto, fletté le ginocchia per darsi la spinta giusta e saltò affondando gli artigli nel rivestimento del cuscino e tracciando dei tagli evidenti da cui spuntarono pezzi di imbottitura quando il suo stesso peso corporeo cominciò a trascinarlo verso il basso. Dopo una strenua lotta contro il volere della gravità si fermò un attimo per riprendere fiato ancora lì a penzolare, fumante di rabbia e digrignando le zanne per essersi tradito proprio di fronte alla sua damigella. Forse lo sforzo di prima lo aveva veramente fiaccato più del previsto.

Peach rimase ad osservarlo in disparte mentre tentava di issarsi sulla sedia barcollante, praticamente dilaniando il lato della fodera a cui si era agganciato. Come minimo avrebbero dovuto risarcire il proprietario.

« Permettimi. » Consapevole che non avrebbe giovato all'amor proprio del koopa, la fanciulla preferì intervenire prima che si ribaltasse insieme alla seggiola (che indubbiamente sarebbe stato peggio) e si alzò in suo soccorso sollevandolo per i fianchi ed appoggiandolo poi sulla superficie liscia del tavolo. Sebbene fosse stato rimpicciolito, Bowser non si poteva esattamente definire un carico leggero ma non era proprio il momento adatto per farglielo presente ed aggiungere anche questo a rincarare la dose.

Il toad adibito alla mansione di ordinazione che aveva assistito all'insolita scena dall'entrata del bar si fece vivo per esporre loro la scelta dei dessert disponibili, lanciando un'occhiata insicura al Re e parandosi dietro il suo taccuino su cui appuntò un milkshake alla fragola per la Principessa ed uno al cioccolato per il suo insolito convitato che non aveva aperto bocca e si era limitato ad indicare la foto sul menu.

« Piccolo, immagino...? » domandò il cameriere con troppa confidenza per i gusti del koopa che lo fulminò con lo sguardo al suono della parola proibita.

Il toad optò per la decisione più saggia e filò via irrigidito senza fiatare.

« Non era il caso di prenderla sul personale » lo ammonì Peach seppur con un sorrisetto a fior di labbra.

Bowser si rimirò gli artigli con fare innocente.

« E non importa se la tua voce è cambiata, non c'è nessun altro qui e potresti pure parlare tranquillamente. »

Il drago non parve comunque convinto ed incrociò le braccia arricciando il naso. C'erano loro due a sentirla e tanto gli bastava. La invitò con un cenno a prendere la parola, lasciandole campo libero su qualsiasi argomento. Lui non poteva fare diversamente che ascoltare per quel giorno.

Peach lo accontentò e riprese il filo dall'episodio di Mastro Toad, raccontandoglielo nuovamente da capo e questa volta il tiro andò a segno. Bowser quasi si cappottò sul guscio e non dovette nemmeno sforzarsi di non vocalizzare le sue sghignazzate, visto che erano così intense da restargli bloccate nel torace rischiando di farlo soffocare. Non sarebbe più riuscito a guardare il vecchio bacchettone con gli stessi occhi.

La fanciulla lo osservò compiaciuta poggiando la guancia sul dorso della mano mentre il koopa finiva di sganasciarsi dalle risate. Preferiva di gran lunga vederlo così.

Il cameriere servì loro le bevande fredde dal vassoio rivolgendo una sbirciata fugace al lunatico energumeno che un momento prima sembrava pronto a vaporizzarlo e quello dopo a malapena si reggeva in piedi da cotanta allegria, dileguandosi svelto come se i frullati fossero arrivati lì da soli davanti all'espressione divertita della Principessa.

Bowser riacquistò il suo autocontrollo asciugandosi una lacrima e si ritrovò faccia a faccia col suo gargantuesco milkshake alto quasi quanto lui. Ricordò di aver fatto un sogno vagamente simile tempo addietro.

« Scommetto che non ce la fai a finirlo » disse Peach portandosi alle labbra un cucchiaino di panna montata.

Il Re si voltò e le indirizzò un ghigno spavaldo alzando il pollice: sfida accettata.

Toccò alla fanciulla ridere fino allo spasmo quando si concluse col bicchiere pieno a metà e lui piegato su se stesso a stringersi il cranio tra le mani con le meningi congelate. Incredibile ma vero, quando il koopa non era dedito alle sue bieche macchinazioni sapeva essere addirittura comico.

Dopo aver ripreso fiato, Peach raccolse infine il coraggio di esprimere la propria riconoscenza del favore per cui lui stava scontando una pena più lunga del previsto. « Mi dispiace per quello che è successo. »

Bowser levò il capo ancora mezzo stordito e la fissò a sua volta recuperando rapidamente lucidità.

« Voglio che tu sappia che apprezzo ciò che hai fatto e che non ti avrei serbato rancore se avessi scelto altrimenti. »

Bowser era combattuto. Sapeva già che Peach non gliene avrebbe avuto a male se avesse semplicemente seguito la logica della gara, ma non era solo per quello che aveva deciso in quella critica frazione di secondo di tenersi la Nuvola. Aveva così tanto da dirle, troppo che teneva represso da sempre e che agognava dichiararle quando lei avesse finalmente accettato di ascoltarlo... ma non avrebbe mai avuto il fegato di farlo con quella stupida voce! Non voleva che lei ricordasse le sue parole con quella stupida, orrenda vocina a rovinare un momento storico tra loro due!

Maledicendo copiosamente nella sua testa la cattiva sorte che doveva avergli riservato una considerazione speciale quel giorno, annuì accettando la gratitudine della Principessa che gli rivolse un sorriso così dolce da fargli dimenticare tutto per un istante e rischiare di vuotare il sacco lì su quel tavolo.

Il rombo di un motore in avvicinamento catturò l'attenzione di entrambi e scorsero la Moto Stella di un inconfondibile turchese fare capolino da lontano.

Bowser corrugò le sopracciglia seccato. Ci mancava proprio una terza presenza indesiderata a negargli l'unica consolazione rimastagli che era la riservatezza.

La conducente li individuò seduti sotto il gazebo ed agitò una mano in un saluto che Peach ricambiò lieta, segno che sarebbero stati raggiunti visto che là non c'era nessun altro a cui aggregarsi. Dopo aver parcheggiato il motociclo su un angolo del vialetto dove non avrebbe intralciato il passaggio, la figura calò giù e si diresse verso di loro con un'espressione cordiale sui lineamenti pallidi. In realtà li aveva volutamente cercati e l'atto altruista del Re non le era sfuggito ancor prima che fosse sorto l'inconveniente della nuvola fallace. Lo sfavillotto le fluttuava intorno attratto dai riflessi della spilla preziosa sul fronte del completo e sprizzante di energia sotto i raggi del sole che il suo corpicino paffuto assorbiva traendone vigore.

La sola fiera esponente del gentil sesso a bordo dei veicoli di classe pesante, Rosalinda spiccava non soltanto per la sua avvenenza tra i gareggianti appartenenti a quella categoria per tradizione riservata ai meno raccomandabili nel giro. La sua stupefacente destrezza alla guida di bestioni metallici di grossa cilindrata che nessun'altra donzella avrebbe saputo domare anche sui percorsi più estremi le aveva permesso di mettere da subito in chiaro che il suo posto in mezzo alla schiera di bruti e colossi, dei quali aveva vinto l'imperituro rispetto dal primo giorno di competizione su ruote, non era stato un banale errore di assegnamento e di fatto lei vi si trovava perfettamente a suo agio. Questo inoltre aveva contribuito non poco ad accrescere quell'aura di soggezione che il resto dei concorrenti tacitamente palesava al suo cospetto.

E sebbene Peach e Daisy l'avessero accolta con entusiasmo ed era poi germogliata una vicendevole complicità anche al di fuori delle gare, nemmeno loro ne erano completamente immuni. Come gli altri avvertivano che qualcosa in Rosalinda andava oltre la soglia dell'umanità e nel suo sguardo si intravedeva l'ombra di un vissuto che cozzava con la bellezza nel fiore dell'età ritratta intorno e conservata immutata per secoli, come se il tempo l'avesse graziata dalla propria influenza in cambio della sua dedizione materna verso quelle fragili creature che sarebbero divenute nuovi tasselli dello spazio infinito.

Forse era stata anche lei principessa una volta, prima di lasciarsi alle spalle la sua vecchia esistenza per assolvere un compito più grande, ma non aveva mai mostrato intenzione di aprirvi una parentesi ed era felice di farsi chiamare solamente col suo nome. Non era chiaro se aveva deciso di tagliare i ponti col passato o semplicemente non voleva riviverlo per ragioni che senza dubbio racchiudevano un fondo di malinconia, ciononostante nessuno avrebbe osato chiedere e Rosalinda, anche dopo mesi dal suo arrivo nella combriccola, era rimasta un mistero ancora insondabile.

« È stato un gesto molto galante, il tuo » si rivolse a Bowser non appena gli fu davanti. Come quando si sentiva tra amici, la sua voce solitamente monotona si tingeva di emozioni e suonava più naturale mantenendo tuttavia una traccia di quel timbro profondo che dava la sensazione di sporgersi dentro un pozzo di acqua limpida senza vederne la fine.

Il Re la degnò di un grugnito diffidente volgendole il guscio.

Peach gli indirizzò uno sguardo severo per tanta scortesia e il koopa ignorò anche lei. « È di cattivo umore » le disse in tono di scusa.

Il drago emise uno sbuffo fumoso dalle narici incrociando le braccia ed attivando la modalità broncio.

« Lo sarei anch'io al suo posto. » Le labbra di Rosalinda si arricciarono in un sorriso comprensivo. Quell'atteggiamento non sviava troppo dalla reazione dei suoi bimbi dopo un bisticcio o quando facevano i capricci.

Il piccolo sfavillotto volteggiò curioso intorno al koopa ridimensionato e squittì intimidito ristabilendo le distanze non appena Bowser, stanco di essere ritenuto oggetto di studio, lo spaventò con uno spiro infuocato di avvertimento. La creaturina astrale cercò riparo dietro la sua madre adottiva, sbirciando dalla spalla l'essere scontroso vicino alla Principessa.

« Prego, siedi con noi » Peach tentò di riparare alla maleducazione del suo sequestratore incallito sperando di poter offrire qualcosa alla gentildonna che tuttavia non si scompose e declinò con un leggero inchino del capo facendo dondolare lievemente gli orecchini eleganti.

« Invero sono qui perché hanno appena comunicato che si tratta di un caso isolato. Hanno testato altri cubi oggetto e non hanno riscontrato nulla di anomalo, nemmeno con l'effetto della Nuvola Grigia. Pare che solo il cubo da cui hai attinto fosse difettoso » spiegò al diretto interessato.

« Il cubo da cui 'qualcun altro' ha attinto, ma so già chi. » Bowser aveva parecchio da esternare in quel momento, ma si sentì obbligato ancora una volta a tenere il becco chiuso.

« E quanto ancora dovrà abbozzare in questo stato prima che si decidano a farlo tornare normale? » fortunatamente Peach condivideva le medesime perplessità e la premura nelle sue parole non passò inosservata.

« Hanno detto che gli serve più tempo. »

« Cioè non sanno dove sbattere la testa » il koopa interpretò il messaggio.

« Sospenderanno la corsa? » chiese la Principessa temendo invece che avrebbero adottato un provvedimento diverso. La sua intuizione si rivelò corretta.

« Gli altri concorrenti stanno diventando impazienti. Se entro breve non avranno trovato il modo di risolvere la questione, Bowser verrà squalificato e la gara riprenderà senza di lui. Mi dispiace. »

« Ma non è giusto! » Un pugno non pacifista si abbatté sul tavolino facendo tremare bicchieri e occupante che sollevò il muso sbalordito verso il cipiglio alterato della Principessa.

« Non lo è » convenne Rosalinda osservando come colei che le piaceva considerare sua amica si stesse rapidamente scaldando in difesa del koopa. « Tuttavia vi ho cercati perché credo che forse abbiamo una soluzione a portata di mano e potremmo fare un tentativo almeno, se tu sei d'accordo. » L'occhio visibile sotto la lunga frangetta si posò sulla vittima della sventura.

I due ascoltatori drizzarono le orecchie.

« Se ricordate, la reazione della Nuvola Grigia può essere annullata in gara usufruendo del potenziamento del Mega Fungo, del Pallottolo Bill o della Stella. » E dalle loro espressioni folgorate concluse che non serviva aggiungere altro.

Una volta saldato il conto di due milkshake e una sedia ed approfittato poi di uno strappo sulla moto spaziosa e personalizzata per l'unico centauro donna abbastanza tosta da pilotarla, fecero ritorno alla Pista di Mario completamente deserta e Bowser cominciò a ripercorrerla ad oltranza per tentare la sorte ad ogni fila di cubi oggetto sul tracciato. Purtroppo l'assegnazione dei potenziamenti seguiva il criterio di una roulette russa e dovette fare il giro per ben quindici volte prima di incappare finalmente in quello giusto. Quando la sagoma del pallottolo bill si smaterializzò e le ruote del suo kart toccarono nuovamente il cemento del circuito, il koopa esultante del successo lanciò un ruggito di vittoria che rimbombò oltre le nuvole più basse e le piante piranha intorno alla strada si richiusero dietro le loro foglie dallo spavento.

Rosalinda vide con la coda dell'occhio Peach al suo fianco emettere un sospiro lieto che aveva trattenuto in sé un risolino. Eppure, nel momento in cui il drago si voltò verso di lei con un'espressione a dir poco festosa la Principessa distolse lo sguardo quasi vi avesse letto qualcosa di sbagliato e risalì sul suo scooter per allontanarsi e tornare al luogo di ritrovo, dopo averla ringraziata come si doveva per il suo consiglio ed averle chiesto gentilmente di farle compagnia.

Prima di seguirla lesse la delusione negli occhi cremisi del Re che la fissarono andar via con evidente desiderio, come se avesse voluto dirle qualcosa ma non gliene aveva dato il tempo. Un barlume di quella tristezza contagiò anche lei per empatia, non poté impedirlo: era la sua natura. Ed era anche per questo che aveva scelto la vita che ora conduceva. Ciò che la stupì, e poco era rimasto al mondo ad avere tale potere su di lei, fu avvertirla proprio da un tipo simile che avrebbe potuto cancellare galassie intere per estendere il suo regno oscuro se solo ne avesse avuto la possibilità. E tuttavia era stato capace di quel piccolo gesto di generosità verso qualcun altro che l'aveva spinta a proporre la sua idea.

Quando Bowser raggiunse gli altri in trepidante attesa nei pressi dell'Outlet Cocco per l'annuncio dai megafoni che li avrebbe invitati a prendere i propri posti sulla linea di inizio, qualcuno si voltò verso di lui e il resto lo ignorò come al solito. Nessuno sembrava euforico del suo rientro in gara e la cosa non lo sfiorava. Individuò Peach intrattenere una conversazione con Rosalinda che l'ascoltava annuendo interessata col suo inseparabile sfavillotto accoccolato in grembo, sedute su una delle panchine disponibili in mezzo alle fioriere rigogliose. Il koopa preferì non insistere.

Si accorse poi dei compari W intenti a parlottare per i fatti loro non troppo lontano. Waluigi si esibì in quella che senza dubbio era un'imitazione della sua voce distorta dall'effetto della Nuvola e il grassone parve gradire così tanto la parodia che per poco non si strozzò. Curiosamente, tutta l'ilarità della faccenda si dissipò in un soffio non appena il più alto lo vide per primo e il viso affilato sbiancò visibilmente in una maschera di paura.

Bowser gli rivolse un sorrisetto zannuto, lasciandogli presagire quanto ci sarebbe stato da divertirsi invece nella prossima corsa.


Nota d'autrice:

Ricordandomi delle mie lettrici e compagne fanwriter più care che la apprezzano particolarmente, ho voluto dedicare uno spazietto alla celeste Rosalinda. Ogni volta che penso a lei mi viene in mente 'Stars' dei Lacuna Coil.
Riguardo “Mario Kart Wii” su cui la storia si basa, chiunque ci abbia fatto almeno una partita sa che tali romanticismi siano solo un'utopia e che invece è guerra aperta con tutti nella bolgia della gara. In questo gioco la pietà è per i deboli :]

Grazie di aver letto la shot!


Koopafreak

  
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