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Autore: _Im a Unicorn_    08/04/2014    5 recensioni
"Rock and Roll is about rebelling. It's about being young and doing dumb shit and going out and doing whatever the fuck you want that makes you happy."
-Danny Worsnop.
Genere: Comico, Erotico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Danny mi passa la canna, restando appoggiato con la schiena ad uno dei gradoni.
Gli altri sono andati, io e lui siamo rimasti a cazzeggiare in quel parchetto per cani, fumando e bevendo le ultime birre avanzate.
“Alla fine hai deciso se cominciare a cantare da qualche parte?”
“Mi piacerebbe ma ho scaga..”
“Perchè?”
“Boh, ho la fobia delle persone che mi ascoltano. Canto solo in camera mia, davanti al computer, o quando sono con voi.”
Alza le spalle, guardando il vuoto.
“Dovresti cominciare con noi. Potremmo cambiare il nome: Asking Becka.”
Gli do una spinta leggera, ridacchiando.
“No.. non si può storpiare il nome derivato dal re dei culi.”
Sorride anche lui.
“Hai ragione, perchè sono troppo fantastico.”
“Non esiste uno più fantastico di te.”
“Uhm..forse, James?”
Lo guardo, seria. O almeno, cercando di sembrare seria, perchè l'erba mi fa partire la ridarella per qualsiasi battuta.
“Che c'entra?”
“Oh, andiamo.. < Rimango a dormire da Becka > e tu < Non ci sono problemi >, siete veramente loschi, ragazuoli. Dimmi almeno che il re dei culi sono ancora io e non devo condividere il primato con quel babbuino di Cassells.”
Rido, arrossendo.
“Ma che cazzo ridi, idiota?”
Continuo a ridere senza un motivo preciso. Forse perchè lo ha chiamato babbuino, forse perchè mi ha chiamato idiota, forse perchè non parliamo d'altro che di culi.
Scoppia a ridere anche lui dopo pochi secondi, appoggiando la testa alla mia.
“Devo dirti una cosa.”
Dice, appena riprende un po' di fiato.
“Mi fai paura Dan.”
“Non è niente di preoccupante. Cioè, mi sono fatto Jannifer-la-capra, te la ricordi?”
“Fai cagare Worsnop.”
“Lo so, ma mi si è presentata in bagno dicendo: < Credo di aver sbagliato porta... >.”
“Che zorca.”
“Giuro che stavo per cantarle: < I want to fuck you like an animal >.”
Rido di nuovo.
“Almeno è brava?”
“Ha uno strano sapore..Come di..”
“Piattole? AIDS? Sifilide? Gonorrea?”
“La smetti? Inutile macedonia di disagio e solitudine?”
Dice portandosi entrambe le mani ai gioielli.
Cerco di abbracciarlo mentre lui si ritrae urlandomi addosso che desidero solamente vederlo soffrire e che sono un gufo.
Mi fermo un attimo, sgrano gli occhi e comincio a girare il collo più che posso, cercando di fare un: < Uh uh > che forse,in un universo parallelo sembrerebbe il verso di un gufo.
“Certo che sei spastica.”
Riesco finalmente a gettarmi con tutti i miei settantotto kili per uno e ottantasei tra le sue braccia, stringendolo come se non ci fosse un domani, ridendo come non mai.

Cerco di entrare in casa senza fare rumore.
E più o meno l'una e mezza e mia madre sta dormendo da almeno tre ore e venti.
Salgo le scale e mi chiudo in camera nel modo più silenzioso che io abbia mai sperimentato.
Mi fiondo sul letto e guardo il telefono.
Un messaggio da James.
Ho assistito alla scena di Sam che infila una mano nei pantaloni di Ben con una foga devastante. Sono shockato. Ho bisogno di un Gin Tonic, di una Vodka, di un Coca e Rum...tutti insieme!!”
Il fatto che abbia usato tutti quei punti esclamativi mi da veramente fastidio, ma ci passerò sopra.
Sei ancora sveglio?”
Non riesco a capire se gli ho risposto nella speranza di svegliarlo o nella speranza che sia già sveglio..Probabilmente la prima, perchè sono una persona cattiva.
“Certo. Come faccio a dormire? Tu dove sei? Ti devo dire una cosa.”
E' un bastardo. Sa benissimo che se una persona vuole farmi ripercorrere tutti gli sbagli della mia vita deve semplicemente dire: < Devo parlarti >, ma anche < Ti devo dire una cosa > fa il suo effetto.
“A casa, che c'è?”
“Ho incontrato Mike. Mi ha detto che ti vede distante negli ultimi giorni. Cazzo Rebecka! Non ho voglia di prendermi delle bastonate per colpa di una notte a cazzo. Impara a dire bugie prima che mi ritrovi senza palle.”
Basta che stai calmo..Comunque ci esco domani e sistemo tutto, non ti preoccupare.”
“Si che mi preoccupo! Perchè sto cercando di beccare la tua cazzo di finestra da dieci minuti e i sassi di merda non ci arrivano.”

Ridacchio e mi alzo dal letto, aprendo la finestra.
Un sassolino di ghiaia del mio vialetto mi arriva dritto in fronte.
“Ma sei coglione?!”
“Scusa!”
Lo vedo aggrapparsi all'albero di mele di fronte a camera mia e arrampicarsi fino al ramo più vicino alla mia finestra.
Spalanco gli scuri e mi sposto, aspettandolo.
Fionda in camera con un salto che solo lui è riuscito a fare nella storia di questa casa e di quest'albero (una volta ci ha provato Ben ed ha sbattuto i denti contro il cornicione per poi cadere su un cumulo di foglie secche).
Richiudo la finestra mentre lui si toglie la maglietta e la getta in un angolo.
Avete presente Jacob di Twilight? Ecco, lui avrebbe interpretato meglio il ruolo.
“Ora spiegami il senso di quest'azione.”
“Non ha senso. Ho un bel fisico, sono entrato in camera tua da una finestra, impazzisci per i miei pettorali. Volevo farti notare quanto riesco ad essere figo sudaticcio.”
Alzo gli occhi al cielo e raccolgo la t-shirt, lanciandogliela.
“Rivestiti, idiota. Quindi hai beccato Mike?”
“Già.”
Dice, sedendosi sul mio letto.
Guardo per terra ed alzo le spalle.
“Non ho paura di andare nei casini Becka, non me ne frega un cazzo. Mi dispiace solamente per la situazione in cui andresti a cacciarti. Sappiamo benissimo che mi pesterebbe e poi verrebbe da te a romperti il cazzo.”
Mi siedo affianco a lui.
“E' che io voglio rimanere con lui. Gli voglio bene e stiamo insieme da tanto tempo. E poi noi due siamo amici, tra una cosa e l'altra, niente di più. Perchè non siamo niente di più, vero?”
“Niente di più, no. Almeno, se tu lo volessi saremmo solo amici, ma sai meglio di me che non è così.”
“Che cazzo dici? Sei tu che cerchi di portarmi a letto.”
“..Non ti darò mai ragione.”
“Perchè sei un babbuino.”
Ci guardiamo e sorrido, arrossendo. Poi appoggio la testa su una sua spalla e gli prendo la mano, continuando a sorridere.
“Ti voglio bene James.”
“Anche io..”
Sento che i suoi respiri si fanno più forti e i suoi battiti più veloci.
E i suoi pantaloni prendono una “strana” piega.
Mi alzo di scatto e ci guardiamo negli occhi per dieci secondi di un silenzio imbarazzantissimo.
Lui si alza, si mette di fronte a me, si toglie la maglietta, le scarpe. Mi prende per le spalle e mi spinge all'indietro, sdraiandomi sul letto.
Non me ne sono accorta fino a questo momento, ma anche i miei respiri si sono fatti più veloci.
Il batterista sale sul letto, si piega in avanti, mi bacia il collo. Risale lentamente, percorrendo con le dita il mio corpo, sfiorando le mie labbra con le sue.
Chiudo gli occhi e appoggio le mani sulle sue spalle, per poi far risalire una di queste per il suo viso e, un attimo dopo, attaccarmi alla sua bocca con un impeto che neanche io credevo di possedere.
James si stacca da me immediatamente, tendendomi ferma con un braccio.
Si avvicina al mio orecchio sinistro e sussurra:
“Hai visto? Sei tu che mi vuoi.”
Poi si alza di scatto, prende la maglietta ed esce dalla finestra da cui era entrato, prima che io riesca a lanciargli una scarpa in testa.
“Sei una bastardo Cassells!”
Mi saluta con la mano e corre via, lungo il mio vialetto.

  
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