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Autore: RainRonnie    08/04/2014    1 recensioni
" Non posso sopportare l'idea che Frances diventi una miserabile, autodistruttiva rocker come me. Mi è andata bene, molto bene durante questi anni, e ne sono grato, ma è dall'età di sette anni che sono avverso al genere umano. Solo perché a tutti sembra così facile tirare avanti ed essere empatici. [...] Io sono troppo un bambino incostante, lunatico! E non ho più nessuna emozione, e ricordate, è meglio bruciare in fretta che spegnersi lentamente.
Pace, amore, empatia. Kurt Cobain.
Frances e Courtney, io sarò al vostro altare.
Ti prego Courtney continua così, per Frances.
Per la sua vita, che sarà molto più felice senza di me.
VI AMO. VI AMO. "
Che rumore fa la morte? Vent'anni fa, il pomeriggio del 5 aprile del 1994, la morte ebbe il rumore di uno sparo...
Scritto in memoria di Kurt Donald Cobain,cantante,chitarrista e leader dei Nirvana che il 5 Aprile 1994 si toglieva la vita con un colpo di fucile che ha sconvolto il mondo.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Premetto che è la mia prima fan fiction. L'ho scritta il giorno dell'anniversario di morte di Kurt prendendo spunto da un articolo che ho trovato per caso su un giornale e so che sono in ritardo nel pubblicarla. Forse non è nemmeno una vera e propria lettera,forse sono solo frasi a caso e riflessioni mie personali che non valgono nulla ma che sentivo comunque il bisogno di condividere con qualcuno. Nonostante tutto spero che vi piaccia. :-)


5 Aprile 2014



Caro Kurt, 
so che questa lettera tu non la leggerai mai e non so nemmeno perché mi ritrovo, ogni anno, precisamente il 5 Aprile, a scrivere su di te. Oggi,5 Aprile 2014,sono passati vent'anni dalla tua morte. Sono vent'anni che, ogni 5 Aprile, piove a dirotto. Vent'anni che manchi a questo mondo. So per certo che non ti conoscerò mai. Non ti incontrerò mai per strada con le mani nelle tasche dei jeans strappati, un vecchio giaccone a strisce e i tuoi capelli biondi spettinati che tanto ricordano il punk rock. Quel punk rock che per te significava libertà.
I tuoi occhi azzurri e nitidi non si ricorderanno mai di me, si limiteranno solo a fissarmi dallo schermo del mio vecchio PC attraverso le onde magnetiche . Non riuscirò mai ad andare ad un tuo concerto, né potrò mai raccontare a nessuno come ci si sente ,con lo stomaco in subbuglio, le guance arrossate per il calore e le mani tremolanti, a chiedere un autografo a Kurt Cobain, il leader dei Nirvana.
Tutto questo non è giusto. 
'E' assolutamente evidente che la nostra vita dipende dalle persone.' dicevi. Fino a quel 5 Aprile molti non riuscivano a capirti. Continuavi a distruggerti con la droga a causa dell'industria discografica che continuava a sfruttare quella che possiamo definire la tua gallina dalle uova d'oro.
Sento spesso dire che la tua era un fine annunciata,anche se so benissimo che eri morto da tempo. L'hai scritto proprio tu,nel tuo testamento,ricordi? 'Io non provo più emozioni nell'ascoltare musica e nemmeno nel crearla e nel leggere e nello scrivere da troppi anni ormai. […] e ricordate, è meglio bruciare in fretta che spegnersi lentamente. '
Fa strano sai pensare che uno come te, che con la tua musica, le tue parole e la tua voce hai comunicato alle persone quello che nessuno prima di te era stato in grado di esprimere, dovesse usare una citazione per spiegare il perché della propria volontà di morire.
È che forse, semplicemente, non eri abituato a parlare di morte Kurt. Perché la tua musica, il tuo dolore e le tue grida erano,fino a quel maledetto 5 Aprile, la forma più intensa e più umana di vita. Quella stessa forma di cui è impossibile discutere, perché si può solo sentire, e che si può solo amare o odiare, ma non si riesce ad ignorare. Come il suono secco di uno sparo. Lo stesso sparo che,il 5 Aprile 1994,ha spezzato la monotonia nel quartiere di Seattle.
Proprio come avresti concluso tu Kurt: Pace,amore,empatia.

 

Rain Ronnie

  
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