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Autore: LRam    08/04/2014    1 recensioni
"Tu, tu invece. Sei elettricità pura, viva, abbagliante. Quando prendi una scossa fortissima ti rimane il segno, è impossibile mandarlo via, rimani marchiato a vita. Tu sei stato così. Fulmineo e devastante. Hai bruciato tutta quella merda che avevo dentro e mi hai marchiato con il tuo nome."
Sono di nuovo qui con questo pairing definito assurdo ma che sembra non uscirmi più dalla testa!
I nostri (vabbè, solo miei ok) due eroi ora si trovano in un momento particolare. E' il compleanno di Gerard, e Alex vuole renderlo felice a tutti i costi.. In più..
Sempre dedicata ai miei due amori.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alex Turner, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il Giappone, non te lo aspettavi, eh?
Il piccolo dorme nella sua cameretta con l'abat-jour che proietta il pipistrello di Batman sulla parete. Quando l'ha visto è stato felicissimo. È il primo viaggio che facciamo anche con lui, come una vera famiglia. Non è splendido?
Da quando ci siamo conosciuti, ed era Novembre, me lo ricordo, c'è stato subito qualcosa tra noi. Era già amore? Non lo so Gee, ma mi ha travolto. Lo sai, era un periodo schifoso, cercavo ispirazione nelle droghe e in stupide ragazzine che non volevano niente da me. Cosa ne ricavavo, poi? Niente, rammarico, dolore, e poi mi sentivo ancora più vuoto di prima.
Tu, tu invece. Sei elettricità pura, viva, abbagliante. Quando prendi una scossa fortissima ti rimane il segno, è impossibile mandarlo via, rimani marchiato a vita. Tu sei stato così. Fulmineo e devastante. Hai bruciato tutta quella merda che avevo dentro e mi hai marchiato con il tuo nome.
Già dalla mattina dopo riuscivo a pensare solo a te e le note mi scivolavano dalle dita come un fiume in piena, non riuscivo a frenare la matita sul foglio e ho scritto davvero tanto. Cazzo, ho finito un album, ti ricordi quella volta al parco? Dove te l'ho detto. Ti ho detto che volevo solo essere tuo.
È stato naturale, il cuore rischiava di spezzarmi la gabbia toracica, di lacerarmi la pelle e finire direttamente tra le tue mani, lasciandomi completamente sguarnito. Io sono così con te. Non ho barriere, sono solo quello che vedi, certo, ma sono tuo. Incondizionatamente.
Mi hai dato tutto, Gerard. Mi hai dato la vita e ti sei preso in cambio tutto me stesso.
Giuro, non potrei esserne più felice. Tutto quello che voglio ora è farti provare la stessa felicità che hai dato a me. Ne hai passate tante, è vero. Io però sempre cercato di cancellare tutto questo, di soffocare tutti i tuoi ricordi peggiori con quelli belli che abbiamo passato insieme. In mezzo alla neve a Dublino, nel bosco di Sheffield, al mare ad Huntington, a Città del Capo.. Ne abbiamo tanti, visto?
Questa tappa però non poteva mancare. Ho organizzato tutto con i ragazzi del tuo jet e per una volta sono stato io a farti una sorpresa. Quando mi hai portato a Città del Capo, per i nostri quattro mesi insieme, e sì, è stato poco tempo fa (ci piace viaggiare, non è un problema, vero?) ho scoperto la meta solo quando siamo arrivati ma mi fidavo di te, sapevo che sarebbe stato fantastico.
Tu ora mi hai dato la possibilità di fare la stessa cosa, e anche se il viaggio è stato tremendo perché ho dovuto tenere a bada il piccolo che era curiosissimo di sapere dove fossimo diretti, avrei dato tutto, davvero tutto, per vedere anche solo per un secondo la tua espressione quando hai letto l'insegna dell'aeroporto in giapponese. Sembravi un bambino che realizza il suo più grande sogno. Come quando siamo passati davanti a quel negozio di videogiochi e un bambino vestito da Tai ha abbracciato il suo peluche di Agumon che gli aveva appena regalato la madre. Anzi, forse i tuoi occhi appena dietro il vetro del jet sul quale tenevi il tuo bel musino premuto contro, erano ancora più grandi e brillanti.
Quando siamo arrivati a casa, poi. Arthy ci ha stremati, gli è piaciuto tutto tantissimo ed è stato tutto il giorno a giocare con noi nel giardinetto, ci schizzava con l'acqua del laghetto mentre prendevamo il tè sul tavolino in veranda, si divertiva la sera a fare le ombre dietro le porte scorrevoli anche se calato il buio aveva paura anche della propria. Sei stato bravissimo con lui, del resto sei un padre fantastico e ci sai davvero fare con quel biondino. Ti sei messo nel suo lettino e lui non la smetteva di parlare del fatto che fosse proprio strano che i letti poggiassero a terra.
Io intanto sono uscito di soppiatto e sono andato in giro per Tokyo a cercare un ristorante per prendere del sushi. No, non mi sarei mai accontentato di prenderlo ad un ristorante a caso. Mi sono fatto consigliare il migliore di tutti, so quanto ti piace.
Appena tornato a casa ho apparecchiato tutto sul piccolo tavolino nella sala e sono venuto a chiamarti, ma tu ti eri appisolato con il piccolo stretto contro il tuo petto. Eravate così belli che ti ho lasciato dormire finché mosso dalla fame non ti sei svegliato da solo.
Quando sei entrato in sala hai sgranato i suoi occhioni e mi hai regalato uno di quei tuoi sorrisi mozzafiato che sono l'unica mia ragione di vita. Sono stato così felice, era tutto perfetto.
Quando mangi sei tenerissimo e ti ho lasciato anche metà della mia porzione pur di vederti ancora così felice. Al sushi non sai dire di no e quando mi hai visto gattonare fino al punto dove eri seduto sei arrossito e hai abbassato lo sguardo, lasciandoti stringere per i fianchi e piegando la testa da un lato per permettermi di baciarti lungo il tuo collo bianchissimo, liscio, irresistibile.
Ho in mente tante cose, però. Devo controllarmi. Sì, lo ammetto, ancora non ti ho fatto gli auguri veri e propri, e tu sembri ricordartene, ma ho organizzato tutto stavolta ed è divertente vedere l'attesa nei tuoi occhi.
Finito di mangiare ti ho portato nel giardino dietro la casa, dove c'è una grande amaca come quella che abbiamo ad Huntington. Ti ci sei buttato subito sopra e quasi sembravi non curarti di me che intanto ero tornato in cucina.
So che non mangi dolci e so anche che non ti piace il tuo compleanno, ma non potevi di certo rifiutare il mio tiramisù. Ti ho portato il vassoietto con la ciotolina sopra e mi sono sdraiato al tuo fianco, affondando il viso nell'incavo del tuo collo cercando di non tradire la mia emozione. Sapevo che avresti notato il bigliettino e anche se ci ho pensato tanto e sono sicuro di ogni singola parola mi sentivo il cuore in gola.
Hai iniziato a leggerlo con ancora il cucchiaino in bocca convinto che fosse solo un bigliettino di compleanno e sbirciando ogni tanto ho sentito le guance andare a fuco quando ho viso i tuoi occhi inumidirsi e il cucchiaino cadere sul vassoio quando hai spalancato quella boccuccia morbida e dolce che ti ritrovi.

"Gee,
So che pensavi che non ti avrei fatto gli auguri e so che odi il tuo compleanno, ma ho voluto organizzare io le cose in grande stavolta.
Questo inutile bigliettino non vuole essere solo un augurio all'uomo che amo con tutto il cuore, ma da quando l'ho preso dal mio block notes mi ha come catturato e costretto a scrivere tutto quello che sento.
Un po' di tempo fa mi hai detto "puoi chiedermelo se vuoi", come a farmi capire che sei pronto.
Non volevo smontarti quando ti ho detto "non c'è nulla da chiedere" amore mio. Quello che volevo dire è che non voglio un fottuto anello, un contratto, una cerimonia che testimoni davanti agli altri che noi ci ameremo per sempre.
Voglio che sia solamente una cosa nostra, una promessa tra noi due, che non ci faccia perdere mai la dolcezza di amarci come due ragazzini, di baciarci nei parchi, di fare le passeggiate al mare, di viaggiare insieme.
Vedi, Arthy sembra averlo capito. Mi chiama papà, eppure non me l'ha chiesto, non ho dovuto firmare nulla. Niente di niente. È una cosa tra noi due. Lui sa che io sono suo padre e io so di esserlo, tanto basta.
Vorrei che la stessa cosa fosse con te. Vorrei che potessimo comportarci come due bimbi, un po' come lui. Dopotutto sanno essere molto più profondi e veri di noi adulti, non pensi?
Voglio svegliarmi domani mattina e poter dire che sei mio marito senza doverlo dimostrare a nessuno, sapendo io e te che ci siamo sposati e che non vale certo di meno di un matrimonio celebrato con mille invitati.
Per me siamo sposati da tanto, è da tanto infatti che ho scelto di passare la vita con te.
Ecco, forse una cosa da chiedere c'è. Mi hai scelto anche tu? Mi vorrai amare e chiamare "marito" domani, e per il resto della vita? Solo questo, ecco.
Vorrai farlo per il resto della vita?
 
 
P.s. Sei meraviglioso, amore mio. Non crucciarti in questa giornata, sei ancora più bello di eri e domani lo sarai più di oggi, come io ti amo ogni giorno di più tu sarai sempre ogni giorno più bello. Goditi il tuo momento, te lo meriti. Sei fantastico.
Buon compleanno, piccolo.
Tuo per sempre,
Alex."
  
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