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Autore: Lavedovabianca    09/04/2014    1 recensioni
''Quello era il suo posto, il suo posto speciale. Ci andava da anni ormai, era il suo angolo, il suo rifugio. Un arco isolato in un parco vicino la ferrovia. Ogni giorno alla stessa ora Lei era lì. Si inoltrava nella profondità di quel parco, si sedeva sotto l'arco, si accendeva una sigaretta e si godeva il tramonto.''
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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                                                                                           AND IF YOU DIE, I WANNA DIE WITH YOU

Quello era il suo posto, il suo posto speciale. Ci andava da anni ormai, era il suo angolo, il suo rifugio. Un arco isolato in un parco vicino la ferrovia. Ogni giorno alla stessa ora Lei era lì. Si inoltrava nella profondità di quel parco, si sedeva sotto l'arco, si accendeva una sigaretta e si godeva il tramonto. Ci trascorreva un'ora, un'ora in cui si prendeva un momento per sé, un momento per riflettere, un momento per stare bene con sé stessi. Lo aveva scoperto quasi per caso anni addietro quando una mattina decise di scoprire e esplorare quel parco che frequentava sin da bambina. Lo aveva trovato, e nel momento in cui si era seduta lì aveva provato uno strano senso di pace, una pace che non avvertiva in nessun luogo. 
Chiunque la conoscesse sapeva che per un'ora al giorno Lei spariva, si discostava da tutto e da tutti e si estraniava dal mondo.
Solo a una persona aveva parlato di quel posto. Lui. L'anima con cui si era trovata. Era la sua persona, Lei completava Lui e Lui completava Lei. Nessuno dei due poteva fare a meno dell'altro, divisi tornavano ad essere due anime perse. In due anni che stavano insieme Lei gli aveva parlato tante volte di quel luogo, tantissime, ma non ce lo aveva mai portato. Voleva, ma non ci riusciva, non capiva perché. Eppure Lui ce l'aveva quasi fatta con una promessa. Le aveva preso il mignolo, legato al suo come due bambini e aveva detto 'Quando imparerai a suonare la mia canzone preferita mi porterai lì, promettimelo'
'Promesso'.
Alla solita ora, verso il tramonto, un pomeriggio di inizio estate lei era lì.
Si era portata la chitarra dietro, ormai ce l'aveva fatta, la sapeva suonare. Si accese una sigaretta, si mise la musica e si prese il suo momento, in quel posto che tanto amava. Aveva due telefoni, uno che spegneva sempre quando si trovava lì, e l'altro per le emergenze.
Uno squillo.
Spalancò gli occhi per la sorpresa, lo prese tremolante e rispose. Aveva suonato quel telefono, quel telefono che si era sempre augurata non sentire squillare mai. Sentiva dei singhiozzi in sottofondo, la tensione la stava cominciando a divorare.
'Ha avuto un'incidente. E' grave. Siamo tutti all'ospedale, lo stanno operando'.
Immobile, come paralizzata. Le cadde la sigaretta dalla mano che finì per spegnersi sulla sua coscia. Non sentì la bruciatura, tutto era come bloccato. E poi il freddo. Un vento gelido le trapassò il cuore che sentiva lentamente lacerarsi. Non era vero, non poteva essere vero. Si alzò e senza curasi della chitarra cominciò a correre, correva più che poteva, correva senza fiato, correva con le lacrime che le rigavano le guance. Arrivò al motorino, lo prese e iniziò ad andare verso l'ospedale. Sentiva un forte dolore all'altezza del petto, il sangue gelarsi nelle vene e delle parole guidate dalla disperazione ronzargli in testa.
'Ti ricordi quel posto? Te lo ricordi? Te ne ho parlato tante volte, ti ho parlato del senso di pace che provavo lì, di come ogni mia pena si alleviasse improvvisamente, di quanto non avrei mai rinunciato a quel luogo, per nessuno motivo, di come lo sentivo mio. E te lo avevo promesso, ti avevo promesso che ti ci avrei portato, e lo avrei fatto davvero, perché ti amo, perché non ho mai amato nessuno come te, perché sei la prima persona nella mia vita con cui mi sento completa, perché sei l'unico con cui avrei voluto davvero condividere un posto speciale come quello. Ed io ti ci devo portare, ti ci porterò, e diventerà il nostro posto, NOSTRO, solo mio e tuo, insieme, non più da sola, insieme. Sei forte, devi vivere, non lasciarmi'.
Arrivò con il cuore che le bruciava, con il viso ricoperto dalle lacrime. Non ebbe la forza di salutare gli altri, si accucciò su una sedia, si mise il cappuccio della felpa e lo strinse in modo da coprirsi il viso. Chiuse gli occhi e attese, attese, attese come mai aveva atteso nella sua vita.
Un suono, il rumore della porta che si apre. Era il chirurgo, Lei si svegliò come da un sogno e si mise in piedi. Era arrivato il momento. Per la prima volta cominciò a pregare un qualunque Dio che tutto fosse andato bene, non poteva perderlo, non poteva. 
Un rumore di vetri rotti, o almeno era quello che aveva creduto di sentire, in realtà era solo il suo cuore che era andato in frantumi.
Lui non ce l'aveva fatta aveva perso troppo sangue e le lacerazioni avevano colpito i punti vitali, era morto durante l'operazione.
Non ce la fece, corse via. Non si voltò a guardare indietro, voleva solo fuggire. Era come se avessero diviso la sua anima a metà. E tornò, tornò lì, tornò in quell'unico luogo dove poteva trovare rifugio, ora che si sentiva completamente persa. Ritrovò la chitarra dove l'aveva lasciata, la tirò fuori dal fodero con violenza e tutti gli spartiti volarono sparsi per terra. Presa dalla forza della disperazione cominciò a intonare quella canzone, quella che lui amava, quella che finalmente era riuscita a imparare.
'Such a Lonely day, and it's mine, the most loneliest day of my life', cantava a squarciagola, cantava singhiozzando con quanta più voce potesse avere in gola.
E poi arrivò a quel pezzo.. 'And if you go I wanna go with you, and if you die I wanna die with you, take your hand and walk away' e d'improvviso capì.
Come Ren e Nana, loro due si erano detti tante volte 'Se io morissi, moriresti con me?' 'Certo' 'Sono stata così sola... per tutta la vita... adesso non voglio esserlo mai più'.
Prese lo spartito di Lonely Day e scrisse queste ultime parole. Sentì un rumore dalla ferrovia, stava passando il treno. Mai fu più certa della decisione che aveva preso in quel momento. Si alzò, si avvicinò alle rotaie e cantando le ultime parole della canzone si lanciò.
Un dolore, un urlo.
E poi il buio.
  
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