Anime & Manga > Detective Conan
Segui la storia  |       
Autore: Ily Briarroot    09/04/2014    3 recensioni
Due sorelle divise da un destino che le segnerà profondamente. Due cuori profondamente uniti ma costretti a separarsi. Due cuori che battono all'unisono, ma che non sono liberi di farlo.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Akemi Miyano | Coppie: Shiho Miyano/Ai Haibara
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ottavo capitolo
 
 

I giorni trascorrevano lenti, inesorabili, nel pieno di una vita apparentemente normale, fatta di abitudini che non cambiavano mai.
Chi osservava il palazzo da fuori vedeva la solita finestra chiusa, le tendine tirate. Le tapparelle quasi costantemente abbassate, e non si faceva domande. Non era una novità, da qualche settimana.
Poco importava se dietro a tutto ciò, all'interno dell'appartamento, oltre le dicerie di sempre e al di là delle automobili nere che parcheggiavano ogni tanto nelle vicinanze, la realtà fosse ben diversa.
Poco importava della solitudine di una ragazza che, a quanto si diceva, rimaneva la maggior parte del tempo a studiare e che usciva di tanto in tanto con qualche amica.
Nessuno sapeva che quella stessa ragazza, avvolta ancora una volta nell'oscurità di una vita, aveva abbandonato – almeno temporaneamente – gli studi, per dedicarsi esclusivamente a un progetto che aveva la priorità su ogni cosa.
Nessuno sapeva che, seduta alla scrivania illuminata soltanto dalla luca fioca proveniente dalla piccola lampada lì accanto, Akemi scriveva frettolosamente, accantonando fogli disordinati, gettandone altri pasticciati, sistemava documenti, organizzava appuntamenti, stabiliva orari. 
Con la massima concentrazione, attenta a ogni dettaglio possibile, programmava, scarabocchiava, cancellava per poi ricominciare tutto.
Nessuno sapeva, però, che da quel lavoro, che da quell'atteggiamento tutto d'un tratto schivo, che da quell'impegno dipendeva tutto. Una vita intera, una vita futura. Una speranza che ora pulsava forte all'interno del suo cuore.

Era un altro pomeriggio come tanti da quando si era imposta di accettare quell'incarico, così rischioso ma importante allo stesso tempo.
Si era alzata dalla sedia davanti alla scrivania, prendendo in mano la pila di fogli e sistemandola sul tavolo. Dopodiché, si diresse in camera da letto, aprendo lentamente l'anta dell'armadio.
Rovistò qualche secondo tra i vestiti piegati accuratamente, sistemati in fondo allo scaffale, e mosse le dita finché non sfiorò una superficie rugosa, nascosta tra i panni.
Allungò le braccia e afferrò il sacchetto di carta, estraendolo dall'armadio.
Ne controllò l'interno, adocchiando i nastri sottili e leggermente impolverati sistemati come erano stati ordinati anni prima.
Infilò tutto nella borsetta nera, guardandosi un'ultima volta allo specchio. Il foulard legato dolcemente intorno al collo e la gonna al ginocchio la facevano apparire forse più grande. Sorrise e chiuse l'anta del mobile, avviandosi verso il soggiorno.
Si avvicinò alla scrivania, passando in rassegna ogni sorta di appunto che aveva preso in quegli anni. Poi lo trovò. 
Un pezzetto di carta ingiallito dal tempo, su cui era impressa una calligrafia che conosceva molto bene.
Lo prese in mano, rigirandoselo tra le dita.

Signor Dejima... “

Sotto, in minuscolo, c'era un indirizzo. Eccolo, finalmente. L'indirizzo della vecchia casa di suo padre.
Elena l'aveva segnato di proposito e lei lo aveva nascosto con cura. Si ricordava il giorno in cui, da piccola, sua madre glielo aveva dato. Insieme ai nastri che, dopo tutto quegli anni, era riuscita a nascondere per bene. L'ultimo desiderio di sua madre, si era detta una volta adolescente. Un regalo tutto speciale da lasciare a Shiho, che non l'aveva mai conosciuta. E di cui Akemi non aveva mai avuto la possibilità di raccontarle, perché quando aveva cercato di farlo la sorella minore era troppo piccola per capire. Troppo piccola per ricordarsene.
La mora sospirò, mentre un sorriso triste si dipingeva sulle proprie labbra.
Avrebbe potuto recuperare con lei, avrebbe potuto spiegarle tutto da libere. Ma, nonostante la speranza che le riempiva il cuore, Akemi sapeva che avrebbe potuto non riuscire a farlo mai.
Avrebbe rischiato di lasciare Shiho da sola. Totalmente sola, stavolta. E quei nastri sarebbero rimasto tutto l'appiglio per farle sentire il calore di una famiglia che non aveva mai avuto e che aveva cercato di essere lei per tutte e due.

“Buongiorno! E' permesso?”.
Akemi spalancò piano la porta che cigolò lievemente, mentre faceva capolino nella stanza bianca.
La accolsero due uomini, di cui uno dallo sguardo imponente, tarchiato, con i capelli bianchi e i baffi. L'altro, con una strana bandana verde legata attorno alla testa, la guardava sorridendo.
“Cosa... ma tu sei... “ disse appena, stupito.
La ragazza entrò, sfoggiando un sincero sorriso.
“Sono Akemi Miyano, sono passata a farvi un salutino”.
Un terzo uomo, scuro di pelle e dai capelli ondulati, si bloccò nel vederla. Un uomo che avrebbe giurato che tutto il mondo nasceva e scompariva dal sorriso di lei. Dal suo sguardo ingenuo, dagli occhi che emanavano tanta dolcezza e malinconia allo stesso tempo.
Sì, aveva già visto quello sguardo. Aveva già visto quel faccino, che lo aveva distolto una volta dal commettere l'errore più grande della sua vita.
“Ma tu... sei la bambina che è venuta qui da noi anni fa con il signor Miyano e sua moglie”.
“Hai ragione, è proprio lei” disse l'omone, che fino a quel momento era rimasto zitto.
“Esatto” rispose gentilmente Akemi, scrutandolo “Lei deve essere il signor Dejima. Mi ricordo quel giorno. Infatti ho deciso di tornare a trovarvi”.
L'uomo dalla pelle scura sorrise, ignorando il cuore che batteva forte e che, forse, chiedeva ancora aiuto a quella ragazza dal viso angelico.
Ricordò ancora la bambina che era comparsa alle sue spalle, circa venti anni prima.

Che ti succede? Hai una faccia strana, stai bene? Non mi piace la tua espressione... anche se non ti conosco so che sei una brava persona”

No, piccola... credo solo di essere un po' stanco”.

La giovane varcò la soglia del corridoio, certa di aver sistemato tutto come poteva.
“Allora? Tutto bene?” chiese il ragazzo gentile con la bandana, osservandola. Lei sorrise di rimando, annuendo.
“Sì, certo. Anzi, grazie per avermi fatto usare il bagno”.
Si voltò, guardando un'ultima volta la casa in cui suo padre era nato e cresciuto. C'era stata così poco tempo che quasi non le sembrava vero. Quell'ambiente era così estraneo, così lontano da se'.
“Figurati, quando vuoi. Non devi ringraziare” rispose lo strano tizio dai capelli mossi e il carattere composto. Akemi lo guardò, certa del fatto che, forse, stesse nascondendo qualcosa. Qualcosa d'importante, una richiesta d'aiuto. Qualcosa che riusciva a percepire, ma di cui non era convinta.
S'inchinò leggermente, guardandoli uno a uno. Se li ricordava vagamente, li sentiva quasi come fossero stati importanti, come fossero stati parte integrante della sua famiglia.
“Ora devo proprio andare. Ma non vi preoccupate, tornerò a trovarvi tra circa una settimana e porterò anche la mia sorellina”.
Li salutò, mentre i tre la accompagnavano alla porta. Mentre uno di loro, quello forse più fragile, vedeva i suoi occhi un'ultima volta.
Occhi che erano in grado di placare l'ira di una persona, talmente forte da trasformarla in un assassina. Occhi che non sapeva, non avrebbe più rivisto.
E Akemi si allontanava, stavolta con un briciolo di serenità in più. Ora che sapeva che i nastri erano al sicuro, qualunque cosa sarebbe successa. Shiho aveva ancora una certezza.
Se fossero riuscite a liberarsi, avrebbe mantenuto la promessa e li avrebbe consegnati lei stessa alla sorella minore.
Altrimenti, Shiho li avrebbe trovati comunque. Poco importava.
Anche se fossero tornati quegli uomini, sarebbero rimasti al sicuro. Sempre.
Le venne in mente quello strano bambino che vedeva ogni tanto da qualche settimana. Quello con l'aria sveglia, che sembrava riflettesse allo stesso modo di un adulto.
Lo vide, per un momento, in un'immagine. Un'immagine veloce, di sfuggita. I suoi occhioni che si riflettevano in quelli verdi di Shiho. Così, a caso. Senza un nesso, senza un motivo li vide insieme.
Quel ragazzino emanava un senso di protezione. Senza sapere che, un giorno, avrebbe condiviso molto di più con sua sorella.
Senza sapere che avrebbe condiviso l'intero destino con lei. E che l'avrebbe protetta realmente, a costo della vita. Una volta che Akemi non avrebbe più potuto farlo.

Una volta tornata a casa, si rimise al lavoro.
Ignorava lo squillo del telefono, ignorava la segreteria telefonica. Non le importava, non più.
Aggiustava, cambiava, modificava. Il tempo non passava mai e a volte lo faceva troppo in fretta.
Non aveva idea se avrebbe potuto rivedere Shiho, prima dell'incarico. Non avevano stabilito niente, non aveva alcuna garanzia di poterla nuovamente avere accanto.
Si fermò, lasciando un attimo da parte i documenti. Posò la penna sul legno, mentre una lacrima le rigava la guancia e macchiava il foglio.
Poi si voltò, ascoltando l'unico messaggio nella segreteria che aveva completamente rapito la sua attenzione.
“Ciao Akemi, sono Dai. Volevo dirti che sono tornato in Giappone. Nulla di più. Spero che tu stia bene”.
Lei accennò un sorriso, scuotendo la testa. Non aveva tempo, doveva soltanto tenerlo a distanza. Almeno per un po', non molto. Doveva resistere. Tutto sarebbe finito presto.
Pensava ciò mentre scriveva, mentre firmava la sua domanda di assunzione su ogni copia che aveva davanti, lasciando il segno di un'impronta che non esisteva, che non apparteneva a lei. Il suo nome, era qualcosa che doveva dimenticarsi per un po' di tempo. Respirò a fondo, prima di tracciare le lettere attraverso l'inchiostro nero. Poi lo fece. 

Masami Hirota


* * * * * * * *


Note dell'autrice: ed eccomi! Come avrete capito ci avviamo verso la fine... ho voluto inserire la scena dei nastri - avrete capito di quali nastri si tratta se seguite la serie :) trovo che sia una scena molto importante e molto bella per non essere descritta. Akemi che placa la voglia di uccidere da bambina, ma che non riesce a farlo una seconda volta. 
Vi ringrazio ancora una volta per i commenti, mi fanno davvero tanto piacere. Alla prossima!
Ile

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Detective Conan / Vai alla pagina dell'autore: Ily Briarroot