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Autore: J85    09/04/2014    0 recensioni
Protagonista di questa mia prima storia urban fantasy è Sara Silvestri, personaggio secondario (ma non troppo) di un mio vecchio racconto intitolato "Casa mia".
La ragazza, alla ricerca di un edificio da adibire a negozio di parrucchiera, s'imbatte, su suggerimento di una sua amica, in un cupo e tetro fabbricato, situato in una zona isolata fuori città.
Nonostante sia estremamente titubante, alla fine la giovane si decide ad entrare, certa che al suo interno sia totalmente disabitato.
Con suo grande stupore, ed orrore, scoprirà che la situazione è ben differente da quella sperata.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1

“Forse non è stata una grande idea…”

 

 

 

“Forse non è stata una grande idea…”

Ecco cosa pensava Sara Silvestri mentre parcheggiava la sua Mini Cooper. Una volta scesa dall’auto, davanti a lei si ergeva l’enorme fabbricato di cui le aveva parlato Chiara, una sua amica. Si trattava di un’ex-fabbrica, inattiva ormai da molto tempo. La maggior parte delle finestre era sfondata, il portone di ferro era macchiato di ruggine, il muro era scrostato e chiazzato da graffiti volgari di tutti i colori.

Chiara gliel’aveva presentata in maniera molto diversa. “Ti serve parecchio spazio, no?” le aveva detto. “Insomma, i saloni da parrucchiera hanno bisogno di belle sale grandi e luminose e di un sacco di roba. Beh, conosco il posto che fa per te! È fuori città, un quarto d’ora di macchina procedendo verso nord. La vecchia fabbrica di telai, ti ricordi? Beh, non ci lavora più nessuno da secoli, ormai. Potresti rilevarla tu.”

“Ok che a me serve parecchio spazio, ma questo è davvero troppo!” sentenziò la ragazza.

Quel capannone nero le metteva i brividi. La zona poi era del tutto isolata, circondata da vegetazione secca. Tutto era avvolto da un silenzio tombale.

Sara sospirò e chiuse l’auto “Bene… già che sono qui, diamo un’occhiata dentro”.

La bionda prese un bel respiro per farsi coraggio e si diresse verso quella che sembra l’unica entrata dell’edificio.

A tre passi dalla porta, uno schianto echeggiò per tutto l’edificio. Sara trasalì, facendo un balzo all’indietro, con il cuore in gola. I dubbi nel proseguire in questa sua perlustrazione erano sempre maggiori.

“Non prende nemmeno il cellulare” constatò lei, guardando la rappresentazione grafica di assenza segnale sul piccolo display.

Alla fine, facendosi più possibile coraggio, scelse di proseguire.

 

  
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