Impossible love.

Era un continuo nascondersi da occhi indiscreti, una continua caccia al posto più isolato della città e un continuo gioco di sguardi.

Stesso posto ogni sabato notte.

Stessi sguardi dal lunedì al venerdì.

Stessi silenzi dal lunedì al venerdì.

Era come viversi a metà senza poter essere veramente qualcosa insieme, era vedersi, ma non potersi toccare, era desiderare senza avere.

Quelle dannate lezioni di filosofia diventavano ogni giorno più difficili.

Ricorda di come Louis, il suo professore, facesse finta di niente quando erano a scuola e di come lui stesso diventava rosso ogni volta che lui lo riprendeva.

Harry era così, lo fissava, lo aveva sempre fatto e non avrebbe mai smesso di farlo; seguiva ogni suo movimento, da quando si metteva la mano tra i capelli, esasperato perché non riusciva quasi mai ad ottenere le attenzioni dei suoi alunni, a quando passava la mano sinistra tra i capelli perché erano lunghi e gli ritrovava sempre in fronte, lui sbuffava e il ciuffo volava in alto per il soffio, ma poi ritornava al suo posto, ed Harry sogghignava perché ogni volta Louis incrociava gli occhi perché non c'era una cosa che andava nel verso giusto.

Harry, Louis lo conosceva bene anche prima che si conoscessero così intimamente, Harry aveva imparato di lui solamente guardandolo mentre gesticolava e mentre mangiucchiava le unghie perché durante la giornata lo schema mentale che si era organizzato era andato a rotoli e lui non sapeva più come fare, ed Harry si divertiva.

Louis era ansioso, perennemente nervoso, paranoico, taciturno ed uno che si fa gli affaracci propri; era quel tipo di professore che non alza quasi mai la voce, ma quando lo fa riesce ad ottenere l'attenzione dei suoi alunni solamente per pochi minuti perché nel momento in cui doveva fare il discorso iniziava a balbettare così stava in silenzio.

Non riusciva mai a combinare qualcosa di quasi buono quando Harry lo fissava, il che accadeva sempre, si sentiva a disagio con quegli occhi piantati addosso, era come se sapesse in quale posto stesse guardando, e diamine quella sensazione lo faceva eccitare tanto da doverlo richiamare.

Ogni volta Harry diventava rosso in viso e cercava di nascondersi , i compagni di classe sapevano della sua omosessualità o meglio l'avevano intuito e Louis sapeva quanto fosse difficile convivere con quel tipo d'insulti, così cercava di essere più sbadato del solito per cercare di farlo ridere e di attirare la sua attenzione, non gli piaceva vederlo in quel modo, piuttosto avrebbe preferito che lo fissasse per il resto della vita.

Louis non conosceva molto di Harry, solo quello che lui gli aveva raccontato, ma erano le informazioni essenziali per poter avere un rapporto con una persona, ma a Louis non bastavano, voleva sapere di più.

A lui sarebbe piaciuto passare le ore al telefono con lui, andare in giro tranquillamente, essere normali, lui voleva solo che si vivessero a vicenda, ma era tutto così surreale.

Louis aveva trent'anni.

Harry appena diciotto.

Louis era l'insegnate.

Harry lo studente.

Non erano destinati a stare insieme.

Ma stare lontani stava diventando troppo difficile e questo Louis lo aveva solo dopo troppo tempo.

Forse Harry lo aveva già immaginato che Louis stesse rimuginando troppo su questa cosa, lui lo sapeva già che sarebbe arrivato quel giorno, che sarebbe stato doloroso, ma non gli era mai importato.

I ricordi impressi di quella notte, l'ultima per l'esattezza, restano impressi nella mente di Harry; gli basta solo chiudere le palpebre per poter ricordare, e nemmeno qualche secondo dopo scoppia a piangere, si chiude a guscio fuori ritirando le gambe al petto abbracciandole e lo fa anche dentro.

E si ripete sempre che magari è meglio così, ma non lo pensa davvero.

Faceva freddo, non gli importava, voleva uscire e smetterla di lagnarsi come una femminuccia! era diretto al solito bar dove c'erano i soliti amici e dove avrebbe bevuto la solita birra, si sarebbe ubriacato e i pensieri sarebbero svaniti.

-Ciao.- ed il suo cuore sembrava stesse per scoppiare.

Lentamente si era girato e l'aveva guardato incredulo,mentre il suo cuore minacciava di uscire dalla gabbia toracica.

Era caduto in quel tunnel, non ci credeva, ma si era innamorato.

In questi giorni i miei fells mi stanno facendo impazzire.

Non so che dire, non scrivo molto larry, non so se sia in grado di scrivere del loro amore, penso sia troppo difficile da spiegare, difficile da spiegare anche quello che penso io di questa cosa.

Spero che questa OS vi abbia in qualche modo colpito per la dolcezza(?), no ok.

Ditemi voi. Ciaao.