Questa è una raccolta ispirata ai temi della LJ Community
’10 pokes’. I personaggi di Harry
Potter appartengono a J.K. Rowling.
Autumn
Il cielo aveva assunto la sua più bella tinta perlacea, i
marciapiedi delle strade erano stati coperti da morbidi tappeti di foglie
dorate e l’aria aveva già quella consistenza frizzante che faceva prudere il
naso: Londra aveva sfoggiato prima del tempo il suo manto più elegante, un
trionfo di oro e di verde sul fondo cupo del rosso e del marrone.
Sembrava che persino la natura volesse ricordare a Victoire che l’estate era davvero finita.
Il vapore bianco aveva invaso come al
solito il binario 9 e ¾ e lasciava appena intravedere la sagoma dell’Espresso.
Per la prima volta in sette anni, a Victoire ricordò
un mostro. Un mostro che l’avrebbe portata lontano, separandola dalle persone
più care…
“La vuoi smettere di torcerti le mani? Mi stai facendo
innervosire.” la redarguì all’improvviso Dominique, sbucata alle sue spalle. Le rivolse un’occhiata
annoiata. “Se ha detto che ci sarà, puoi star tranquilla che sarà qui prima che
il treno parta.”
Victoire arrossì, ma confidò che il vapore
celasse quell’informazione alla sorella, e alzò il
nasino per aria. “Non sono affatto preoccupata.” dichiarò con forza.
Dominique alzò gli occhi al cielo. “No,
certo…” borbottò sarcastica.
In mezzo a tutto quel fumo candido una figura avanzava regale.
Maman. “Oh,
eccovi qui. Sci stavomo preoccupondo… Avete già messo i bagogli
nello scompartimonto?”
“Oui, maman. Ce n’est pas la première fois que nous prenons
le train…” replicò in un francese perfetto (e
alquanto scocciato) Dominique.
Maman sospirò. “Mi sto solo assicurondo che tu non mi debba spedire un gufo come l’anno
scorso. Ricordi? Quondo hai dimenticato sulla
pensilina i tuoi libri di scuola…”
Dominique si imbronciò. “Non è che me lo
devi ricordare fino alla mia morte, eh!” sbottò, accigliata. “Me li sono
scordata una volta sola!”
“Nicky, è questo il tono con cui
dovresti rivolgerti a tua madre?” domandò una voce calda e familiare. Il fumo
si diradò, rivelando un uomo sui quarantacinque anni, alto e magro, con i
capelli rossi tagliati corti, appena appena argentati
in prossimità delle tempie. Si sarebbe detto un bell’uomo,
non fosse stato per quelle brutte cicatrici che gli deturpavano il viso
asciutto e fiero. Ma per quelle tre donne sulla piattaforma non c’era uomo più
affascinante al mondo.
“No, papi…” sospirò Dominique. “Je
te demande pardon, maman…”
Maman agitò una mano come a dire che non
importava e rivolse a suo marito un sorriso di ringraziamento.
Bill Weasley
sospirò. “Tre donne con la testa calda… In che guaio mi sono cacciato…!” commentò
scherzoso.
Tutte e tre imbronciarono la bocca nello stesso identico
modo.
“Papi!” pigolarono all’unisono Victoire
e Dominique, facendolo ridere.
“Ah, venite qui, tutte e due!” esclamò, avviluppandole in
un abbraccio da orso. “Come farò a star senza di voi fino a Natale?”
Dominique aveva le orecchie in fiamme,
mentre tentava di divincolarsi da quello slancio di affetto paterno. “Papi! Ci
sono i miei amici qui da qualche parte!” protestò, imbarazzata. Ma suo padre,
invece di lasciarla andare, la abbracciò più stretta. “Papà!” ululò Dominique.
Quando la lasciò finalmente andare, Dom
finse di aver visto la sua amica Becky e fuggì,
scomparendo nel vapore perlaceo. Victoire, ridendo,
si posizionò meglio tra le braccia del suo meraviglioso papà e sospirò
contenta. “Dov’è finito Lou?” domandò, alzando il
viso per guardarlo negli occhi.
Lui le fece l’occhiolino. “L’ho spedito a prenderti gli
Zuccotti di Zucca che ti piacciono tanto.”
Gli occhi di Victoire brillarono.
“Sei il migliore, papi!” affermò con convinzione, strofinando il viso sul petto
dell’uomo e solleticandogli, così, il viso con i capelli.
“Mi sa che qualcuno mi ruberà il posto uno di questi
giorni…” brontolò il suo papà, arruffandole affettuosamente i capelli. “Anzi,
diciamo pure subito…” aggiunse, cupo.
Victoire batté le palpebre, perplessa, ed
alzò il viso per incrociare gli occhi del padre. Ma questi erano fissi su
qualcosa oltre le spalle di Victoire. Ne seguì la
direzione ed il cuore le balzò in gola. “Teddy! Sei
arrivato!” strillò al settimo cielo, districandosi in un baleno dalla stretta
del padre per correre dal ragazzo dalla zazzera turchese, che la stava
guardando con un gran sorriso sulle labbra.
“Ehi, Vic!” la salutò lui
composto, sporgendosi per darle un castissimo bacio sulla guancia.
Victoire si accigliò. Ma come? Tutto lì?!
Aprì la bocca per protestare, ma Teddy si era già
avvicinato ai suoi genitori, per salutarli cortesemente. “Signor Weasley. Signora Weasley. Come
state?”
Maman
sorrise divertita, rivelando la dentatura perfetta. “Oh, Toddy!
Che piascere vederti! Ma, ti prego, chiamami Fleur: non sc’è bisogno di essere
così formoli!”
“A me sta bene ‘Signor Weasley’…”
borbottò suo padre, ricevendo una gomitatina da maman.
“Sei venuto per salutore Victoire?” domandò gentile quest’ultima.
La mano di Teddy corse a
torturarsi le ciocche di capelli che gli solleticavano il collo. “Beh, sì…”
rivelò imbarazzato. “Se per voi va bene, ovviamente!” aggiunse, lanciando
un’occhiata nervosa a Bill Weasley.
“Ma certo che a loro va bene!” intervenne Victoire, avvicinatasi a Teddy
con cipiglio marcato. “Oh, guarda: c’è Tiana! Vieni
con me, Teddy!” esclamò d’un tratto, prendendolo per
mano e trascinandolo via con forza. “Ci vediamo dopo!” aggiunse all’ultimo,
rivolta ai genitori rimasti interdetti.
Si inoltrarono per qualche decina di metri nel candido
vapore, prima che Victoire si fermasse di botto.
“Non vedo Tian…” cominciò Teddy, ma Victoire lo interruppe
con un’occhiataccia.
“Si può sapere cosa diavolo era quel bacio?!” chiese
seccata.
“Ehm… Un bacio di saluto?” provò Teddy.
Victoire si accigliò ancora di più. Lo
prese per il bavero della camicia e fece cozzare le loro bocche in un bacio
nervoso, brevissimo. “Questo è un
bacio di saluto.” lo corresse, quando interruppe il contatto tra le loro
labbra.
“No, questo è un attentato alla mia meravigliosa
dentatura. Mi hai fatto male!” si lagnò scherzosamente Teddy,
facendo finta di massaggiarsi le labbra per nascondere un sorriso felice.
Victoire si imbronciò ed incrociò le
braccia al petto.
Teddy alzò gli occhi al cielo,
ridacchiando sommessamente. Le racchiuse il volto tra le mani e la baciò con
dolcezza, finché Victoire, dimenticato il cattivo
umore, non rispose al bacio. Entrambi sospirarono, contenti. Teddy appoggiò le labbra sulla fronte di Victoire. “Scusa. È che quando ci sono anche i tuoi
genitori mi sento un po’ in imbarazzo. E poi credo che tuo padre mi detesti…”
mormorò, un po’ amareggiato.
“Non ti detesta.” lo rassicurò Victoire.
“Deve solo adattarsi all’idea che ora sei il mio ragazzo.”
Teddy sbuffò dal naso, sarcastico. “È
per questo che ti ho potuta avvicinare solo con la scusa delle ripetizioni di
Trasfigurazione?”
Victoire disegnò strani ghirigori sulla
camicia di Teddy, imbronciandosi. “L’ho abituato
troppo bene.” commentò. “In diciassette anni non mi sono interessata a nessun
altro ragazzo… Forse sperava che non ti saresti mai accorto di me, così sarei
rimasta la sua principessina da qui
all’eternità…”
Teddy la strinse un po’ di più,
appoggiando una guancia sulla sommità della testa di Victoire.
“E così lo sapeva anche tuo padre…” sospirò. “Sembra che l’unico imbecille che
non se n’era accorto fossi io…”
“Ehi, Ted.” lo richiamò Victoire, spostandosi quel tanto che bastava per guardarlo
negli occhi. Sorrise. “Va bene così: mi piaci anche se sei un po’ imbecille!”
gli disse, facendogli una linguaccia.
Teddy sogghignò ironico. “E a me piaci
anche se sei una bisbetica!”
Victoire allargò gli occhi. “Bisbetica a
me?!” esclamò, fingendo di essere offesa. “Questa volta non ti perdono, Ted Lupin.” dichiarò, facendo
fatica a trattenere il sorrisino che le stava spuntando sulle labbra.
“Oh, come farò a ritornare nelle grazie della mia
Principessa?!” si domandò Teddy, con finto tono
angosciato. Poi sorrise malizioso. “Mm… Chissà se funziona…?” mormorò, la
risata nella voce, mentre si avvicinava sempre di più alla bocca di Victoire…
Lei sorrise quando le labbra di Teddy
premettero contro le proprie. Si abbracciarono più stretti, mentre le loro
bocche diventavano più audaci e le mani di Teddy
vagavano prima sulla schiena di Victoire, poi sui
suoi fianchi ed infine si infilavano lente sotto la camicia della divisa,
incontrando la pelle calda, bollente…
Il primo istinto di Victoire fu
di scansarsi: così si sarebbe stropicciata tutta ancora prima di salire sul
treno! Ma il contatto tra la sua pelle e le mani di Teddy
era così… così… nuovo e… piacevole, che vi si arrese senza
opporre troppa resistenza. D’altro canto, non si poteva essere sempre perfette,
no?
Ma, proprio quando Victoire
aveva racimolato il coraggio di infilare le dita affusolate al di sotto del
colletto della camicia di Teddy…
“Ehi! Voi due! Che state facendo?!”
… la voce curiosa e sbalordita del piccolo James Potter interruppe
l’idillio.
Teddy gemette, infastidito. “Cosa ti
sembra che stiamo facendo, Jamie?” domandò retoricamente, lanciando un’occhiataccia al figlio più
grande del suo padrino.
James sbatté gli occhi nocciola. “Vi
state baciando!” rispose prontamente. Poi si rabbuiò. “Questo l’avevo capito.
Non ho capito perché…” borbottò. “Ti
sei accorto che lei è Victoire? Mia cugina Victoire?” chiese sospettoso.
Teddy roteò gli occhi, facendo
ridacchiare Victoire. “Certo che me ne sono accorto,
pulce…”
“E allora perché?”
“Perché la sto salutando, ecco perché!”
James rimase un secondo in silenzio.
Poi fece una smorfia schifata. “Eww! Vuoi dire che
vuoi baciare anche me e Al e Lily così?”
Victoire scoppiò a ridere.
Teddy si voltò del tutto verso James. “Jamie, sparisci!”
ringhiò.
Il ragazzino dai capelli neri arruffatissimi lo prese alla
lettera: si voltò ed in men che non si dica era
scomparso nel fumo perlaceo.
Teddy sbuffò. “Quel ragazzino è
snervante…” borbottò.
“… ma in fondo gli vuoi bene come ad un fratellino, eh?”
lo pungolò Victoire, con un sorriso furbo, cui lui
rispose con uno dei propri.
“Sì, gli voglio bene come tu vuoi bene a Dominique…”
“Touchée!”
Victoire alzò le mani in segno di resa, sorridendo. I
fratelli minori potevano anche essere insopportabili, ma c’era qualcosa in loro
che impediva di odiarli completamente…
Teddy le prese entrambe le mani e
l’attirò di nuovo in un abbraccio. “Credi che sia destino essere interrotti?”
domandò con un sospirone.
Victoire alzò la testa verso di lui, sorridendo
maliziosa. “Beh, non ci resta che provare e riprovare…” mormorò, alzandosi
sulle punte per sfiorare le labbra di Teddy…
“Wow, atti osceni in luogo pubblico!” esclamò una voce
divertita. “Tu che ne dici, Wright? Tiro fuori il
blocchetto delle multe?”
Stavolta gemette anche Victoire.
Si guardarono sconfortati e sospirarono nello stesso istante, prima di voltarsi
verso i loro “amici”. Che se la ridevano sotto i baffi.
Tiana lanciò un’occhiata d’intesa ad Ethan. “Bisognerà fare rapporto alla McGranitt,
piuttosto. Una Caposcuola trovata in atteggiamenti equivoci con un Auror: che cattivo esempio per i primini!”
“Non ho ancora indossato il distintivo: posso ancora
essere un cattivo esempio!” la corresse Victoire,
sorridendo divertita.
“Quanta irresponsabilità!” esclamò Tiana,
scherzosa.
“Piuttosto, com’è che avete ufficializzato la vostra
relazione senza dirci niente?” domandò Ethan. “James sta urlando a tutto il binario 9 e ¾ che Teddy Lupin è fidanzato con sua
cugina Victoire…”
“Quella pulce…!” brontolò Teddy.
Tiana si strinse nelle spalle. “Credo
che non sarà uno shock per nessuno: ormai avevano capito tutti che c’era
qualcosa nell’aria.”
“A proposito di qualcosa nell’aria,” disse Victoire, lanciando ai due un’occhiata maliziosa. “Com’è
che siete arrivati insieme senza dirci niente?” chiese, scimmiottando Ethan.
“Sono andato a prenderla. Ti dovevo chiedere il permesso?”
chiese con un sorriso quest’ultimo.
“Non lo sai che, in quanto migliore amica, ho il dovere di
approvare l’aspirante nuovo ragazzo di Tia?” replicò Victoire, divertita.
Tiana alzò gli occhi al cielo, ma
arrossì lievemente. “Non è un aspirante ‘nuovo ragazzo’,
Vi: mi ha soltanto accompagnata.”
Ethan si voltò a guardarla. “Chi ti ha detto
che non aspiro ad essere il tuo nuovo ragazzo?” domandò, sinceramente sorpreso.
“S-Smettila di scherzare!” balbettò Tiana,
imbarazzata.
“Chi sta scherzando?” continuò lui.
“Smettila di spaventare Tiana, Ethan!” si intromise Teddy,
sogghignando. “Se la prospettiva che l’attende alla fine della scuola è cadere
tra le tue braccia, potrebbe pensare seriamente di ripetere l’anno!” esclamò,
ricevendo uno scappellotto in risposta.
Mentre i due ragazzi si picchiavano scherzosamente, Victoire si avvicinò a Tiana, che
aveva ancora la guance rosse. “Allora?” chiese, sorniona.
“Allora cosa?” replicò brusca l’amica.
Victoire ridacchiò e le sussurrò in un
orecchio, con fare cospiratore: “Ti piace Powell?”
Tiana si mordicchiò le labbra. “È…
carino. È anche simpatico. Ma non sono ancora pronta per mettermi insieme a
qualcun altro…”
Victoire le mise un braccio attorno alle
spalle. “Prenditi tutto il tempo che vuoi. Ma non perdere una buona occasione
per tornare a sorridere, okay?”
“Okay. Ci penserò.”
“Brava, però non perdere troppo tempo: non tutti sono
pazienti come la sottoscritta!”
“Cos’avete da ridacchiare voi due?!” domandò Teddy, scoccando loro un’occhiata sospettosa e facendole
sghignazzare ancora di più.
“Parli del diavolo…!” rise Victoire.
“Parlavi male di me?” domandò fintamente arrabbiato lui.
“Ovviamente!” rispose soddisfatta lei.
“Ma guarda che canaglia!” esclamò Teddy,
slanciandosi in avanti per catturarla. Victoire si
spostò con un urletto, ma lui fu più svelto: la intrappolò
in un abbraccio e cominciò a farle il solletico sotto gli occhi divertiti dei
loro amici.
“Smettila, Teddy! Smettila!”
gridò tra le risate Victoire.
“No! Te la sei cercata!”
Un colpo di tosse li fece irrigidire. Davanti a loro stava
Bill Weasley, con le
braccia incrociate e gli occhi assottigliati. Dietro di lui, Fleur Weasley li osservava con un
sorriso indulgente mentre Dominique scuoteva la testa
e Lou li fissava esterrefatto da dietro una montagna
di Zuccotti di Zucca.
Teddy fu il primo a reagire: liberò Victoire dal suo abbraccio e le risistemò con affettata
disinvoltura il nodo della cravatta, lisciandole poi invisibili pieghe della
camicetta. Deglutì, un po’ nervoso, mentre Tiana ed Ethan erano scossi da risatine silenziose.
“Victoire, non è ora di salire
sul treno?” domandò Bill, rivolgendo un’occhiataccia
a Teddy.
Lei si imbronciò ed afferrò con forza la mano del suo
ragazzo. “Sì, è ora.” annuì, incamminandosi con decisione verso il suo
scompartimento, trascinandosi dietro Teddy. Giunta
alla sua carrozza, si voltò verso il giovane Lupin.
“Ah, sei invitato al matrimonio di mia zia Gabrielle verso la fine del mese:
sarai il mio accompagnatore ufficiale.” lo informò con naturalezza.
Non si curò dello sguardo ammonitore (e tuttavia
malinconico) di suo padre, né del sorrisino d’intesa che si scambiarono maman, Lou, Tiana ed Ethan
e nemmeno degli occhi rivolti al cielo di sua sorella.
Il sorriso entusiasta di Teddy non lasciava spazio al
resto.
“Davvero? Vuoi dire che non dovremo aspettare la prima
gita ad Hogsmeade per vederci?”
Victoire annuì, sorridente.
E Teddy la colse alla
sprovvista, sollevandola da terra e stampandole un bacio ridente sulle labbra,
per una volta senza curarsi dei presenti. “Conterò i giorni.” le rivelò con gli
occhi brillanti, mentre lei lo fissava stupefatta e felice. “Non ho mai odiato Hogwarts così tanto…” aggiunse con una buffa smorfia, prima
di lasciarla andare a salutare i suoi genitori.
E quando ormai la sua testa turchina era solo un puntino
indistinto tra il vapore che ancora permeava la pensilina e Victoire
pensava che quell’anno aveva tutte le premesse per
essere un ottimo anno, suo cugino James la fece
ricredere…
Il dodicenne Grifondoro stava
discutendo animatamente con dei ragazzi del quinto anno. “Ehi, amico: bada a
quel che dici!” lo sentì esclamare, passando davanti allo scompartimento dove
si era sistemato. “Mia cugina Victoire è proprietà
privata di Teddy Lupin! Ci
siamo capiti? Verranno a vivere a casa mia e potranno
anche tenersi la mia stanza!”
… Quello, pensò Victoire
sistemandosi il distintivo da Caposcuola e preparandosi ad entrare per sedare
la discussione con un sorriso che andava da un orecchio all’altro, sarebbe
stato un anno meraviglioso…
Commenti:
E così siamo giunti alla
conclusione della raccolta…
Ringrazio tutti coloro che mi
hanno seguita e che mi hanno messa tra i preferiti, ma soprattutto coloro che
mi hanno incoraggiata con le loro recensioni.
Un ringraziamento particolare a:
Vale ed Eli: se non fosse stato per voi questi
capitoli non sarebbero mai stati scritti. Quindi grazie, perché scrivere di Teddy e Victoire mi ha fatto
crescere. Perciò mandatemi i vostri dieci titoli e proverò nuovamente a
soddisfare la vostra richiesta!^^ Vi voglio bene!
Sorellinadolce, falalula, Nikki Potter, Tartablu, SoReLLiNaMaLfoY, Tsuyuko,
Ginny28, Padfoot_O7, riddikulus, ninny,
fanny91, CallieAM, zoe1230, ibiscus,
SiJay: un grazie
particolare per aver commentato l’ultimo capitolo, che era un po’ anomalo. Un
grazie speciale a chi tra voi mi ha sostenuta lungo tutto il mio percorso. Ve
ne sono grata. Grazie anche per tutti i complimenti che ho ricevuto: hanno
fatto molto bene al mio ego di scrittrice!^^
Ramona55, Ginny36, freddymercury:
un ringraziamento
speciale a voi tre per le vostre recensioni sempre puntigliose e dettagliate e
i vostri meravigliosi complimenti: mi hanno spronata a scrivere con attenzione
e ad esigere ancora di più da me stessa. Spero che, se scriverò qualcos’altro che
stuzzichi la vostra curiosità, mi farete il piacere di farmi conoscere il
vostro giudizio sul mio lavoro. Ricordatevi: commenti costruttivi come i vostri
aiutano una scrittrice dilettante a crescere.
Dieci capitoli sono pochi per raccontare
tutto quello che c’era da dire su questi due personaggi. Che sia io o qualcun
altro, spero che qualcuno decida di riempire gli spazi vuoti nella storia di Teddy e Victoire. Perché si sono
guadagnati un posto speciale nel mio cuore e vorrei che continuassero ad
esistere e a vivere altri momenti magici.
Spero che siano riusciti a
conquistare un minuscolo angolino anche nei vostri cuori e che ricorderete con piacere e, perché no?, anche un po’ di
affetto questa breve raccolta che non aveva nessuna pretesa, se non quella di
farvi sorridere e farvi fantasticare su ciò che potrebbe essere accaduto…
Un abbraccio a tutti/e voi.
Ale