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Autore: Xecestel    09/04/2014    1 recensioni
"Ho bisogno di questo diario, vivo solo in questa casa. Non so cosa succederà, non so quando finirà tutto questo. So solo che mi sento in dovere di scrivere, se mai dovesse succedermi qualcosa.
O anche solo per avere qualcosa da fare, barricato così in casa.
Sento degli spari. Guardo l’orario nel computer. Puntuali come un orologio svizzero"
Genere: Angst, Suspence, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sesto giorno.
Stavo guardando fuori dalla finestra, come sempre.
Non esco di casa da quasi una settimana, ormai, quella è l’unica cosa rimasta che mi permette ancora di vedere ciò che accade fuori dalla mia stanza o addirittura, se sono fortunato, qualche altro essere umano.
Nonostante questo, sono costretto a tenerla chiusa. All’inizio pensavo non sarebbe stato un problema, a dire il vero, ma col passare dei giorni l’aria ha cominciato a farsi pesante.
Ho praticato dei fori, minuscoli fori, da cui far entrare l'ossigeno che mi serve in questo cunicolo in cui mi sono letteralmente barricato.
Non posso farli più grandi della punta di una matita.
Ho sentito delle grida, prima, mentre osservavo preoccupato le nubi all'orizzonte.
È ricominciata. Me lo aspettavo.
Sapevo che la pioggia di ieri non poteva essere un caso isolato. Nulla ormai sembra poter giungere ad una conclusione molto presto. O forse sì, dipende dai punti di vista, immagino.
Inoltre, quelle nubi lasciavano poco spazio a dubbi.
Non ci sono tuoni, non ci sono mai fulmini, in realtà.
Ma le persone urlano.
Disperate.
Sono le urla di coloro che sono usciti di casa appena prima che iniziasse la pioggia.
Di coloro che volevano solo comprare del cibo perché lo stavano finendo e ne avevano bisogno per continuare a sopravvivere.
O magari volevano vedere un amico, o un parente, prima che fosse troppo tardi.
Non riuscivo neanche a ponderare l'ipotesi di veder qualcuno morire in quel modo sotto i miei occhi, ho preferito chiudere le tende e sedermi alla mia scrivania.
La puzza di bruciato basta e avanza a nausearmi profondamente.
Ora sono qui ad aggiornare questo diario nel mio laptop. Non so neanche per quanto ancora la batteria resisterà, per fortuna ho avuto il tempo di comprarne alcune di ricambio, con gli ultimi risparmi.
Ho bisogno di questo diario, vivo solo in questa casa, non so cosa succederà, non so quando finirà tutto questo, so solo che mi sento in dovere di scrivere, se mai dovesse succedermi qualcosa.
O anche solo per non impazzire, barricato in questo modo in camera mia.
Sento degli spari. Guardo l’orario nel computer. Puntuali come un orologio svizzero.
 
È passata un’ora dall’ultimo aggiornamento a questa pagina di diario. Ho dovuto chiudere lo schermo del computer, non potevo rischiare di fare né luce, né rumore.
Si sono avvicinati molto, questa volta, ma sembra che la mia fortuna non si sia esaurita. Ancora.
Ho provato a rileggere i vecchi diari, nell'attesa, ma il programma di lettura mi dice che i file sono corrotti.
Merda, avrei dovuto fare delle copie di backup.
Sto tentando un ripristino disperato, adesso, ma nel dubbio preferisco scrivere cosa è successo fino ad ora, come è iniziato.
Tutto è cominciato sei giorni fa.
O meglio, in verità potremmo anche dire che è cominciato tre mesi fa, quando quell’uomo, quel... Howard Black, mi pare si chiamasse, disse che era riuscito a comprendere un messaggio divino nascosto nelle Sacre Scritture, o altre stronzate simili.
La fine del mondo è vicina, diceva, dobbiamo pentirci dei nostri peccati.
Cazzate.
Ma nonostante lo pensassimo tutti, nonostante nel giro di neanche un mese ognuno di noi in cuor suo aveva dimenticato perfino che esisteva al mondo una persona con quel nome, alla fine è successo.
Tre mesi dopo, sei giorni fa, la sua profezia si è avverata.
Le nubi hanno oscurato il sole fin dalla mattina. Non era questa la cosa strana, siamo a Novembre, è normale che accada.
Ma le nubi questa volta erano diverse.
Erano rosse.
La terra ha cominciato a tremare, i mari a straripare e gli uragani a tormentare l’intero pianeta.
Era davvero cominciata la fine.
Ma pentirsi non sarebbe servito a nulla. Stanno morendo tutti, senza alcuna distinzione.
Penso che siamo rimasti in poche decine di milioni, forse migliaia, in tutto il mondo, ormai, e continuiamo a morire ogni minuto.
Sono riuscito a rintanarmi in casa e ho deciso di iniziare a documentare con precisione ogni cosa che accade, per non impazzire e mantenermi lucido.
Nella speranza -temo vana- che questo possa salvarmi la vita.
Immagino ti starai chiedendo cosa ci sta uccidendo. Ogni giorno alle 6:06 del pomeriggio arrivano quei… cosi. Sono dei veri e propri demoni, discendono dal cielo e uccidono tutto ciò che trovano.
Non sono angeli, non sono déi, possono morire.
Ma sono troppi.
Sembra un’invasione aliena, più che l’Apocalisse, ma qualunque cosa sia, ci sta portando molto rapidamente all'estinzione.
Ieri le nubi hanno cominciato a piovere. Piove fuoco.
Le persone urlano, scappano, muoiono, bruciano.
Cazzo, altri spari, devo chiudere di nuovo
 
Li ho sentiti sfondare il portone del palazzo. Non so se siano ancora qui dentro, ma se così fosse non posso scappare né nascondermi, è inutile prestare prudenza, scriverò fino all'ultimo istante della mia vita, se necessario.
Ho visto il sole, mentre li spiavo di nascosto tra le tende dalla finestra.
Le nubi si sono diradate ed è uscito il sole.
Ero quasi sollevato, speranzoso, ma poi ho ricordato un dettaglio.
Sono le nove di sera, ormai. Quello non era il sole.
Comincia a fare caldo. Non sento più urla, non vedo più nessuno fuori, perfino quei mostri non si sono fatti vivi.
Credo che ormai sia finita, sono uno degli ultimi, ogni resistenza ormai è vana.
Queste parole non saranno mai lette da nessuno, probabilmente.
Il mondo è finito. L’uomo si è estinto.
 
Dio compì la sua Apocalisse entro il sesto giorno.
E il settimo giorno si riposò.
   
 
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