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Autore: Directioner_2001    09/04/2014    3 recensioni
*TRATTO DAL DICIASSETTESIMO CAPITOLO*:
"Cominciamo gli Hunger Games.
Gli Hunger Games è vendicare, non uccidersi.
Ed è questo che dobbiamo fare io e David.
Vendicare i nostri tre amici.
Cuori spezzati, lacrime che scendono.
Questi sono gli Hunger Games.
Amicizia e amore: cosa prendere e cosa lasciare.
Ho preso l'amore, mi hanno ripagato con l'amicizia.
Ora inizia la rivoluzione.
In questo istante."
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Altri tributi, Bimba Mellark, Katniss Everdeen, Nuovo personaggio, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Io vi ucciderò, in un modo o nell'altro. '
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Scusate per gli errori presenti nel capitolo, se non ci sono...non importa ;D
Buona lettura.

 
Capitolo Dieci.

Tolgo l'elastico, faccio scivolare i miei capelli lungo le mie spalle, infilo un bracciale e mi improfumo.
Ecco cosa faccio di sera.
Stiamo per arrivare a Capitol City.
E questo vuol dire "Festa" ma soprattutto "Addio a Denise e Peter".
Abbiamo avuto solo due giorni per conoscerci, eppure ci vogliamo bene come sorella e fratello, e viceversa.
Denise e Peter dormono stretti stretti nel ripostiglio riservato del treno, che io e Matt abbiamo scoperto facendoci un giro per tutte le stanze...fino a trovare il ripostiglio che è quasi una camera per i due piccioncini del 4.
Tra me e David...beh, si può dire che è finita.
Non ci parliamo più dal giorno in cui sono caduta, ero stretta fra le sue braccia, e la voce di Jennifer che mi sembrava un rimbombo nelle mie orecchie.
Mi metto davanti allo specchio, e mi fisso per tanto...ma tanto tempo.
Questa non sono io.
Da Capitol City, è arrivato un pacco (durante una sosta al tre) da parte del mio nuovo stilista (Jai?) un vestito color blu elettrico.
E' corto, arriva fino alle ginocchia.
Mi fa sembrare tanto bambina.
Come un anno fa all'intervista con Caesar, indossai un vestito come questo, però arancione.
Giro su me stessa.
Niente effetto.
Solo un normale vestitino da bambina piccola.
Sono grande ormai.
Ho tredici anni, non sono una bambina di dodici.
E' ormai passata la storia dell'età.
Non voglio rimetterla di nuovo in mezzo.
Con il vestito, anche delle ballerine...però quest'ultime non sono blu elettrico, ma quasi sull'azzurro chiaro.
I miei capelli (ormai ricci e mori) finiscono per coprirmi le spalle, perfettamente.
Non facendo notare le spalline un po' gonfie, come quelle delle principesse di un regno delle favole.
Ma io non sono principessa.
Nè di questo mondo, nè in una favola.
Sono solo me stessa.
E vorrei far vedere come sono "me stessa", alla gente di Capitol City.
Non posso, certamente, andare con pantofole e tuta ad una festa del genere.
Snow vuole festeggiare quest'anno con la sottoscritta.
Sono io, che ho dato inizio a tutto questo.
Sono io, la causa per cui:
1)Matt è con me.
2)David non mi parla.
3)Continuano gli Hunger Games.
Ma, resto tranquilla.
Perchè so...che io, quella che ho dato inizio agli Hunger Games ancora una volta, posso fermare tutto questo....di nuovo.
Come mamma.
Io fermerò tutto questo.
Io distruggerò..GLI HUNGER GAMES.
****************
-Benvenuta signorina Mellark.- un inserviente di Snow, mi saluta cordialmente.
Io faccio solo un cenno col capo, mentre Effie mi ringhia contro dicendo "maleducazione,hai solo maleducazione".
Non importa.
Non mi importa affatto, della mia maleducazione.
Matt mi da qualche pizzicotto sul braccio e mi dice di salutare tutta la gente buona di quì.
Ma nessuno è buono.
Ecco, perchè non faccio amicizia con nessuno.
Cautamente, mi siedo su una poltrona qualsiasi del salotto di Snow e bevo un bicchiere d'acqua.
-Vuole ballare signorina?
-No, ha gi.....David?
-Sì, vuoi ballare?- mi porge la mano.
Cosa faccio?
Accetto?
Rifiuto?
Scappo?
Lo abbraccio?
So cosa fare.
Mi alzo dalla poltrona e mi butto su di lui.
Come sempre, come un anno fa.
Quando si presentò davanti alla grotta.
La mia mano gli accarezza i capelli corvini, mentre rimpiango di non averlo fatto sentire "a casa" fra le mie braccia.
Lui mi ha fatto provare questa sensazione ogni volta che poggiava le braccia attorno ai miei fianchi, che mi alzasse di qualche centimetro da terra e che mi facesse fare un giro prima di poggiarmi a terra, causandomi un dolore allucinante alla testa.
-Sì.- sussurro al suo orecchio.
Sghignazza, lo so.
Sento il suo respiro infrangersi sul mio collo scoperto.
Il mio mento si appoggia alla sua spalla, le nostre mani si incrociano, le altre due invece stringono a vicenda l'uno contro l'altra.
La musica ci trasporta, ci fa ballare tranquillamente...come mai abbiamo fatto.
Chiudo gli occhi e sussurro:"Sembra una ninna nanna".
-Già.- annuisce.
Il suo profumo.
Come quello di "quasi" una settimana fa.
Divento paonazza, quando mi fissa mezza-addormentata.
-Ti stai addormentando?
-No, mi sto rilassando...è diversa la cosa.- chiarisco.
Ma lui non la capisce, che ride proprio davanti al mio orecchio...che causa un brivido che mi sale per tutta la schiena.
-Mi ami per davvero?- mi chiede all'improvviso.
-Sei stato uno stronzo.- e forse, ripensarci, fa più male di quanto pensassi.
-Lo so, mi sento a pezzi per averti fatto soffrire così tanto.
-Non è da meno, anche tu hai sofferto per me.
-Eh...- annuisce.
E' vero.
Anch'io l'ho fatto soffrire.
E credo che questo sia una specie di "vendetta".
-Mi sento a pezzi anch'io....- confesso, giocando con alcune ciocche piccole e corte nere-castane.
Lui, invece, si diverte toccandomi i boccoli mori che scendono lungo la mia schiena.
-Abbiamo sofferto insieme, pace?
-Sì, pace.- alzo il capo e noto che anche lui ha chiuso gli occhi per un momento, poi li riapre sorridendo.
-Ti amo.
Ecco.
Ancora.
Invece di rispondergli, lo abbraccio stretto stretto.
-Perchè...?- sussurro in lacrime.
-Perchè cosa?- chiede.
-Perchè...fai questo?
-Non ti capisco.- scuote la testa stranito.
-Mi porti a casa?
-Cosa?
-Al centro... non mi sento..aff....-babetto, e proprio lì perdo i sensi.
Un calo di pressione, credo.
**************
-Ma che è? Una strage?!- grida David, mentre mi tiene sospesa, fra le sue braccia correndo verso l'entrata del Centro di Addestramento.
Appena è in ascensore, col piede clicca il numero 12, e aspetta che si aprano le porte.
Nel frattempo mi sdraia per terra, e per un momento penso che mi sta facendo la "respirazione bocca a bocca".
Le mani incrociate premono sul mio sterno, mentre io, sono ancora nello stato addormentato.
Spalanco la bocca per prendere più aria possibile e tossisco mettendomi su un fianco.
-Tutto bene?- chiede, scuotendo la mia spalla per farmi "risvegliare" in fretta.
Annuisco, e con il suo aiuto mi rimetto diritta, in piedi.
Prima che le porte si aprino davanti a noi.
Senza parole, afferro il viso di David, lasciandogli un bacio sulla guancia come ricambio del suo soccorso, e scappo quando l'ascensore ci da la facciata del nostro salotto pienamente in beige e blu.
[...]
-David ma dove sei stato?- Jennifer urla, andandogli incontro.
Ha un vestitino molto stretto, e soprattutto molto corto, ma la cosa che mi da fastidio: IL COLORE.
E' lo stesso colore del mio di vestito, che in confronto al suo, il mio sembra di una bambina non di 12 anni ma di 3.
D'istinto, prendo il vestito, e lo butto dalla finestra ma ritorna indietro in fretta.
Fortunatamente, l'ho schivato in tempo.
E' tutto bruciato, con piccoli accenni di fuoco accesi in qualche parte del vestito non più blu elettrico ma nero-grigio scuro.
David mi vede, mentre lo "spio" dalla fessura della porta con lo stipite, e chiudo quest'ultima tanto da farmi male il piede.
-Ehi Prim!- mi saluta Matt.
Entra in camera, chiude la porta, e si mette accanto a me sul letto.
-Com'è andata?- chiede curioso.
-Bene, direi...-rispondo, incrociando le mani e mettendole su mio stomaco.
Mi comporto così, quando mi fa male il piede...o qualche arto del mio corpo.
-No, sembri morta, togli queste mani.- le stacca e le rimette al loro posto, cioè accanto ai miei fianchi.
-Mhh...- mugugno, mettendomi su di un fianco.
-Cosa hai fatto?
-Beh, ho avuto la solita ramanzina da Effie, ho ballato...
-Con chi?
Cosa devo rispondergli?
"Con David, ha un profumo stupendo che dovresti usare anche tu, è un ballerino eccezionale" così?
Nooo.
-Con nessuno.
-E David?!
-Beh....non lo so.- mento, girando gli occhi.
-Capisco.
-E' meglio se tu vai.- dico mettendomi seduta.
-Non sono neanche arrivato.
-Ho parecchio sonno, credo di aver fatto troppo tardi.
Anche se sono in intimo davanti a lui, non ha vergogna.
E' il mio migliore amico, dopotutto.
-Okey, notte Prim.- mi lascia un bacio sulla guancia e se ne va sorridente.
Prendo un pantaloncino e una maglietta di pigiama dal cassetto e mi dirigo in saloto per vedere se ci sono ancora.
Un senza-voce mi sfiora.
Con un cenno di capo mi indica se volessi una cioccolata calda.
Ringrazio con tutto il cuore il gesto dolce fatto e prendo la tazza bollente dalle sue mani guantate.
Se ne va, e io posso meritarmi del tempo da sola.
In cucina, davanti a me, si apre un bel banchetto.
Cerco una pagnotta.
Ma non una qualunque.
QUELLA che mio padre mi ha mostrato l'anno scorso.
La trovo.
E' del Distretto 4.
Mi fa ricordare Denise e Peter.
Quanto mi mancano.
La prendo, la bagno nella cioccolata e ne mangio un pezzo.
Mi sembra di rivedere papà, ad ogni morso che do a quella pagnotta.
Mi ricorda lui.
Occhi celesti, capelli ricci biondi come il grano,  sorrisino dolce.
Quando finisco la mia colazione notturna, metto la tazza nel lavello e la pulisco io, per poi rimetterla nella dispensa.
-Ehi!- David mi saluta.
Oh no.
Inizio a correre verso la stanza, in fretta, ma mi raggiunge e mi spinge al muro, bloccandomi i polsi con le mani e la gamba tra le mie, per impedirmi di scappare ancora.
-Perchè scappi?- chiede, sussurrando.
-Lasciami.- dico indifferente.
-Che credi?Pensi che solo Matt ti ami?
-Lasciami David, mi stai facendo male.
-No, ci soffro anch'io qui, cazzo..
Odio quando ti chiama, ti dovrei accarezzare io di mattina quando ti svegli...non lui!Dovrei portarti un vassoio a letto la mattina presto, ma so che ti sveglierai prima di me, uscirai con lui e andrai a esercitarti di mattina presto come quando ti vedevo andartene insieme a lui nei boschi; pensi che io ti odi?Che io ti faccia soffrire?Jennifer mi usa perchè sa che sono il tuo punto debole, io ho bisogno di te Prim...provavo a immaginarci. Sì, non riesco a rubarti neanche un bacio quando sei con lui, neanche uno. Sono solamente l'idiota che si è innamorato della ragazza sbagliata, anzi...non lo so a dire la verità. Io non ho paura di dirlo al mondo intero, che ti amo.- è un discorso seriamente ma giustamente dolce.
Mentre lo dice, mi fissa serio negli occhi.
Però, a volte me lo ruba un bacio.
Come adesso.
Lascia i miei polsi, ormai rossi per la stretta forte, e poggia le sue mani sulle mie guance calde.
Le sue labbra si poggiano dolcemente sulle mie, come a stampo.
-Ha 16 anni.- ride mentre lo dice.- Non mi interessano le mature.
Io sorrido e basta.
-Beh, tu ne hai 14...- ipotizzo, abbassando lo sguardo mentre in faccia divento rossa paonazza.
-E quindi?-chiede, alzandomi il viso con due dita.
-Ti dovrebbero piacere.- rispondo.
-Naah, io le voglio crescere, come te.- sfiora il mio naso con il suo, poi mi da un bacio su di esso.
E' piccolo, e innocente.
Con le nocche sfiora le mie gote, e io mi godo il momento chiudendo gli occhi e desiderando che quella mano mi accarezzasse la guancia come l'ultima volta.
-Ti amo Prim.
-Anch'io, David.- dico in fretta, anch'io regalandogli un bacio, che ritornerà sempre.
Sempre e ovunque.
  
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