‘Che palle questo posto…’ pensò il ragazzo mentre si accendeva una sigaretta nella sala d’aspetto della centrale di polizia di Shinjuku.
-Ehi tu! Non sai che è vietato fumare all’interno della centrale??- gli urlò poco gentilmente una delle tante poliziotte sedute al di là delle scrivanie che gli erano di fronte.
‘Ora si che me ne vado… e la chiamano giustizia questa…’ pensò il ragazzo spengendo la sigaretta con il piede e prendendo il giacchetto per andarsene.
Non ebbe però nemmeno il tempo di infilarselo che la porta si aprì ed una bella donna fece capolino da dietro:
-Commissario Saeko Nogami- disse sistemandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio –tu dovresti essere  Daniel giusto?- aggiunse stringendogli la mano –scusami l’attesa ma…-
-ad una bella poliziotta come lei è tutto concesso- la interruppe il tipo –di certo non si dovrà scusare con me, io una come lei l’aspetterei tutta la vita- aggiunse poi entrando di soppiatto nell’ufficio e provocando un sorrisetto malizioso sul volto di Saeko.
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-Kaoriiiiii!!!!-
-che vuooooiiii???!!!-
-ho fameee!!! Vieni a prepararmi il pranzo daiii…- disse Ryo, massaggiandosi la pancia –IL PICCOLO RYO HA FAMEE!!!-
Poco dopo la sua splendida socia comparve in cima alle scale, aveva i capelli ancora bagnati ed indossava solo mutandine e canottiera nere.
-che palle, io non ti sopporto, sei peggio di un bambino Ryo, cavoli… una non si può nemmeno fare il bagno in santa pace!-
Alzando gli occhi Ryo non potè far altro che ammirare il bellissimo corpo della socia che sinuosamente scendeva le scale, con quel bel volto imbronciato era un amore. L’adorava. Ed era sua.
-uffa Kaori non trattarmi male! Sai che alla mia ora devo mangiare sennò sto male!- disse quello avvicinandosi alla ragazza che nel frattempo aveva aperto il frigo per vedere cosa poter cucinare.
-povera stella- ironizzò lei –non vorrei procurarti troppe sofferenze, vediamo cosa posso cucinarti-
-eggià.. cara mia- disse l’altro mettendole velocemente una mano sul sedere –non sai che sofferenze…-
Non fece in tempo a dirlo che venne scaraventato al di là della cucina, poi della sala per finire attraverso il muro del corridoio.
-se mi hai fatto scendere ancora mezza fradicia per il tuo mokkori scordati di dormire con me stanotte!!!- gli urlò lei con la faccia ancora imbronciata
-sei proprio una virago!!!- rispose lui ancora per metà incastrato nel muro. Ma non fece nemmeno in tempo a disincastrarsi che la sua bella socia era scomparsa di nuovo al piano di sopra, probabilmente per vestirsi.
Subito gli si stampò un sorrisetto sornione sulla faccia.
Dopo quello che era successo alla radura, non poteva immaginarsi di meglio.
Erano ormai partner in tutto e per tutto, ed il loro amore era ormai dichiarato. Aveva trovato oltre che ad una bella socia anche una compagna di vita straordinaria.
È vero… a volte l’attrazione fisica prendeva il sopravvento (macchè a volte, spesso!) ma non poteva chiederle di meglio. La sua SugarBoy era un’amante straordinaria e più stava con lei più voleva la sua presenza al fianco. Si era forse reso conto che un grande uomo, senza la sua donna, valeva quanto un due di picche.
Ed erano passati così quei tre mesi. Fra scherzi, minacce, sorrisi, abbracci e sesso. Tanto sesso.
No, proprio non si poteva lamentare. Ora aveva tutto. Aveva anche l’amore.
 
Kaori al piano di sopra si stava allacciando la zip della felpa quando la porta si aprì.
-ehi bellezza ha chiamato Saeko, ha bisogno del nostro aiuto, sta venendo qua-
-ok…- rispose quella –ma ricordati di chiederle ricompense in denaro, che ai mokkori ci penso io..- aggiunse con un sorrisetto malizioso sulle labbra, stampandogli un bacio sul naso ed uscendo dalla stanza.
La felicità.