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Autore: Melipedia    10/04/2014    1 recensioni
[Trunter/Thadastian/Warblers]
Cosa succederebbe se Trent tornasse bambino, i Thadastian si pendessero cura di lui mentre i Warbler cercano un modo di farlo tornare normale, mentre l'unico modo sia proprio Hunter, che sembra essere l'unico di cui Trent non ricorda niente?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hunter Clarington, Sebastian Smythe, Thad Harwood, Trent Nixon, Warblers/Usignoli | Coppie: Sebastian/Thad
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Due giorni. Trent era lì da due giorni e Sebastian ancora non capiva una cosa fondamentale. Come faceva Thad ad essere cosi bravo nel gestire il tutto? Thad era quello che si stava occupando di tutto. La mattina preparava i cereali, preparava i vestiti, costringeva Trent a lavarsi ed era cosi bravo e fermo nel decidere gli orari che scandivano la giornata del bambino. Trent era lì da due giorni e Thad sembrava che facesse questa cosa da sempre. Sembrava essere nato per fare il padre. Lui? Lui si sentiva così inutile. Cosa ne sapeva lui di bambini? Lui che a malapena sapeva come stare con le altre persone. Era come se non si accorgesse del fascino che aveva sul piccolo Trent. Era Sebastian che Trent chiamava per tutto. Era la sua tazza che pretendeva la mattina, era con lui che voleva giocare o vedere i cartoni animati. Era lui che voleva per farsi portare a dormire. Era su di lui che si arrampicava quando voleva un abbraccio. Sebastian sembrava non accorgersene, ma Thad si. Thad che faceva un enorme sorriso quando li vedeva insieme, e Dio solo sapeva quanto poteva amarlo in quel momento. Forse, forse si, gliel'avrebbero detto.

Lo zoo. Lo zoo a Sebastian era sempre piaciuto da bambino, l'aveva proposto apposta. Era sicuro che a Trent sarebbe piaciuto. Non aveva tenuto conto però che anche l'età mentale degli altri Warblers era di otto anni. Flint era stato leccato in faccia da una giraffa, il che aveva fatto ridere tutti, specialmente Trent, finché la suddetta giraffa non aveva cercato di mordergli via un orecchio. E vogliamo parlare del casino con le scimmie? Perché i cartelli di divieto che circondavano la casa delle scimmie era come se fossero stati scritti in arabo per loro. Quindi tirare loro del cibo e provare ad entrare per portarsene via una era normale. All'ora di pranzo si erano fermati per far dare da mangiare a Trent le carotine agli agnellini. Potete anche da soli immaginare quante urla di “Hey!mi voleva mangiare un dito Nick! Guardalo! Ha lo sguardo cannibale”. Era stata una lunga mattinata di follie, ma niente poteva battere quello che era successo alla voliera. Erano un gruppo a cappella dopo tutto no? Cosa c’era di meglio di una bella improvvisata imitando i versi dei vari uccelli? Beh fino a qui non sembrava esserci niente di strano, infondo gli uccelli erano quasi tutti dentro l'enorme gabbia. Ecco, quel quasi li aveva fregati. I pavoni giravano liberi per il parco. Quando avevano prodotto un verso simile a quello dei suddetti animali si erano accorti di essere seguiti da un grosso, e dallo sguardo molto cattivo, pavone che li puntava come se fosse stato un rinoceronte. Il putiferio. Sebastian e Trent avevano deciso di riposarsi su una panchina lì vicino quando avevano visto il resto del loro gruppo correre e urlare inseguito dal perfido pavone assassino che voleva beccarli a morte. Dopo il primo attimo di confusione i due erano scoppiati a ridere tanto da avere le lacrime agli occhi e la pancia dolorante. A fine giornata i Warbler avevano deciso che non sarebbero tornati allo zoo molto presto.

Hunter aveva aspettato tutto il pomeriggio. Si era dato le scuse più stupide, come il fatto che volesse prendere un po’ di sole o che dentro casa facesse più caldo, ma lui sapeva che si stava mentendo da solo. Aveva aspettato tutto il pomeriggio in giardino che arrivasse Trent. Non sapeva perché, ma il ragazzino era venuto i due pomeriggi precedenti, e si sentiva che sarebbe venuto anche oggi. Ma che senso aveva aspettarlo così a lungo? E perché avrebbe dovuto aspettarlo? Cosa importava a lui di quel marmocchio? Si era addormentato con il libro che stava leggendo sulla fronte, a ripararlo dal sole. Niente più che un breve sonnellino, non aveva dormito più di dieci minuti a suo parere, ma quando si era svegliato aveva ricordato una cosa che l'aveva fatto pensare.

-Ci sono abituato, tutti se ne vanno. Tutti restano finché sono tutto biscotti e dolcetti e ho una buona parola per loro, ma poi se ne vanno tutti. Ci sono abituato, ma tu sei diverso. A te non è mai fregato niente di me, dei dolci o altro. Sei rimasto e basta, hai preso quello che ti ho dato senza pretendere di più e sei rimasto, anche se non dicevi niente o sembrava non interessarti, quando io avevo bisogno di qualcuno. Per questo fa male, per questo sono arrabbiato! Perché tu sei rimasto, e io ti ho aiutato ad alzarti quando sei caduto cosi in basso da non riuscire a vedere niente e poi hai deciso lo stesso di andartene, così, come se io non avessi fatto niente!-
-Mi dispiace- 
-Non me ne faccio niente di un “mi dispiace” che non senti nemmeno Hunter, perché a te non dispiace per questo. Non me ne faccio niente di un “mi dispiace”!-


Era questo? Era per questo che Trent era così ora? Era tutta colpa sua? Trent aveva ragione, a lui non dispiaceva, quando glielo aveva detto a lui non era dispiaciuto. Perché ora si sentiva così male ad averlo trattato in quel modo? Il sole gli aveva di certo dato alla testa.
-Psss, Hunter stai dormendo?- 
-Anche se stessi dormendo marmocchio fai talmente tanto rumore che ti avranno sentito in tutto il vicinato- -Scusa, non volevo svegliarti. È che Bass e Thaddy ancora riposano, sai stamattina siamo stati allo zoo, c’erano degli animali bellissimissimi! Il mio preferito è stata la lince! È un gattone graaaande con una coda ancor più grande! Cosi ho pensato che la prossima volta potevi venire pure tu e i micini cosi glieli presentavamo, ma Bass ha detto che non potremo tornarci presto perché gli altri sono stati cattivi con i pavoni, ma non è vero, erano i pavoni che volevano beccare loro il sederino- 
Trent ridacchiò al ricordo mentre Hunter sbuffava per quel fiume di parole, chiudeva il libro e si sedeva meglio sulla sdraio.
-Quindi sei scappato di nuovo di casa-
-No, non sono scappato di casa- 
-Sei venuto qui senza dirlo a nessuno, quindi, sei scappato di casa- 
-Ma, ma io- Dei lacrimoni si stavano formando agli angoli degli occhi mentre la bocca si arricciava in una smorfietta sofferente. Il marmocchio si sarebbe messo a singhiozzare da un momento all'altro. Cosa doveva fare Hunter? Come si consolava un bambino? Decise per un’imparziale pacca sulla spalla cercando di inventarsi qualcosa.
-Su, non metterti a frignare, ok? Puoi restare qui quanto di pare, poi ci parlo io con Smythe e Harwood- 
-Sul serio? E dici a loro che non volevo scappare i casa?- 
-Si, e che puoi venire a disturbare tutte le volte che loro vogliono riposare-
Si, il sole gli aveva sicuramente dato alla testa.

   
 
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