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Autore: CastaDiva    10/04/2014    3 recensioni
Dopo quattro anni lontane Michiru e Haruka si ritrovano purtroppo non con i migliori auspici. La prima impegnata a districarsi con il suo ritorno alla vita scolastica giapponese e il suo debutto sulla scena musicale, la seconda alle prese con una dura riabilitazione a seguito di un incidente.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Haruka/Michiru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
Capitoli:
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Seiya Kou non riusciva a fare amicizia facilmente con le altre bambine. Questa difficoltà non era causata da una ritrosia da parte di Seiya nel fare amicizia , nè dal fatto che fosse soddisfatta della sola presenza delle sorelle. Il problema, se così si può chiamare, è sempre stato il suo aspetto androgino, unito ad un atteggiamento decisamente mascolino che fece sì, fin dall'infanzia, che le altre bambine vedessero in lei l'ideale del fidanzato perfetto, piuttosto che quello di un'amica. Discorso simile per le sue sorelle gemelle Yaten e Taiki con la differenza che la prima era sì androgina, ma aveva un carattere fortemente femminile tanto da sembrare una primadonna a volte mente la seconda, sebbene avesse un aspetto ancora più mascolino di Seiya,non importava molto di dar amicizia e preferiva spendere il suo tempo al computer o a scrivere testi musicali piuttosto che con gli altri. Seiya era dunque l'unica, delle tre gemelle Kou, a soffrire di questa sua situazione. Fu dunque per lei un evento quando, iscrivendosi alle superiori, aveva incontrato Haruka Tenou. Ne aveva già sentito parlare grazie a sua sorella maggiore Kakyuu ma incontrarla dal vivo era un'altra cosa. In barba alle convenzioni Haruka andava a scuola indossando la divisa maschile, che tra l'altro le stava divinamente. Così come Taiki non le importava di fare amicizia, le bastava l'ammirazione di tutto il plesso scolastico. Sì, perchè l'ego già smisurato di Haruka necessitava di essere alimentato continuamente e se questo significava rinunciare ad avere dei sinceri rapporti d'amicizia beh, era un prezzo esiguo da pagare. Questo suo egocentrismo la rendeva cieca, rispetto alle altre ragazze, nei confronti di Seiya e per lei questo era fantastico. Nonostante la ritrosia della bionda Seiya iniziò a gravitarle attorno, più che altro il loro rapporto era un darsi vicendevolmente fastidio tramite battutine mirate o aizzando le proprie fangirl l'una contro l'altra. Grazie ad Haruka la più giovane aveva persino iniziato ad apprezzare le sue asfissianti ammiratrici visto che erano utili per sviare l'attenzione dalla bionda, cosa che questa non tollerava. Non è dunque strano che con la prolungata assenza di questa da scuola Seiya si sentì destabilizzata e, andando contro il parere delle proprie sorelle, quel giorno decise di andarla a trovare.
 
" Ammettilo che sei felice di avermi qui!! "
Con il suo tono irritante Seiya si avvicina al mio letto. Non ho la minima intenzione di parlare con lei, non in questo stato. A scuola eravamo praticamente due rivali, io asso della velocità, lei della potenza. Io miglior atleta del team di corsa, lei capitano della squadra di football americano ( sì, gioca alla pari con i maschi la tipa ). Per tutta la durata della mia esperienza scolastica superiore ci siamo date battaglia per ogni cosa ma ora quei tempi sono finiti. Avevo già in programma di cambiare scuola per evitare di far collegare la mia identità di studentessa con quella di pilota. Anche se ora che i miei sogni sono sfumati la mia intenzione iniziale non è cambiata.
" Sto proprio impazzendo di gioia" replico sarcastica dandole la schiena " Quando te ne vai? "
" Cortese come al solito eh? " mi rinfaccia lei scuotendomi " E dire che ho dovuto penare non poco per trovarti ".
" Converrai anche tu la delicatezza della situazione e la necessità di riservatezza " interviene Setsuna, pacata come sempre " E a proposito di riservatezza, come hai fatto a trovarla? "
" Kakyuu-san, la ragazza che ti passa i miei compiti è sua sorella maggiore " rispondo al suo posto " Probabilmente le avrà detto che sono ricoverata in ospedale. Contando che lei sa della mia doppia-vita di pilota sarà stato facile per lei fare 2+2. "
" Esatto" conferma Seiya " Il resto l'ha fatto Taiki selezionando su internet gli ospedali più papabili per un tuo ricovero "
Vedo il volto di Setsuna accigliarsi, probabilmente non ha apprezzato questa "fuga di notizie" da parte di Kakyuu sebbene in fin dei conti non abbia creato problemi. Però lei è sempre eccessivamente scrupolosa e sospettosa e sebbene questo suo lato sia perfetto per salvaguardare la mia vita privata, dall'altro me la rende eccessivamente controllata.
" Allora, quando torni a scuola? " mi domanda Seiya sedendosi.
" Stiamo preparando i documenti per il cambiare istituto " le rispondo senza alcuna emozione " Quando, e se mi rimetterò, frequenterò la scuola privata Wakaba "
" Eh, perchè?? " strepita lei presa alla sprovvista " E io con chi litigherò? "
" Grata di sapere che il volermi a scuola è frutto di un sentimento altruistico " ironizzo io,pur essendo in un certo senso felice che qualcuno abbia bisogno di me. E della vera me, non dell'idealizzazione che hanno le mie fangirls.
" Ora è meglio che tu vada Seiya-kun, l'orario delle visite sta per finire, anche io sto per uscire " proclama Setsuna parandosi di fronte a lei.
" Tornerò!! " promette, o sarebbe meglio dire minaccia, Seiya puntandomi il dito contro. " Ah, e ascolta il nostro nuovo singolo " mi ordina.
Il loro nuovo singolo. Sorrido appena ricordando il giorno in cui vantandosi come non mai mi annunciò che lei e le sue sorelle avrebbero debuttato come idol. Peccato che la casa discografica le avesse prese per maschi e anche dopo che l'equivoco fu chiarito fu imposto loro di vestirsi come tali. Rido ancora ripensando a quanto l'avevo sfottuta una volta appreso questo particolare.
 Prima di accompagnarla alla porta Setsuna si abbassa fino a raggiungere il mio orecchio " Stasera discuterò insieme a mamma e papà, domani ti dico. "
" Dì ai tuoi di non preoccuparsi troppo di me, hanno già fatto abbastanza " replico con tono neutro.
" Non sono i miei Haruka, sono i nostri genitori " mi corregge con dolcezza accarezzandomi il capo " Pensavo che questo fosse ormai assodato "
" La convalescenza deve avermi riportato indietro nel tempo " affermo amaramente con un sorrisetto sarcastico. Di contro quello di Setsuna pare accigliarsi, conscia che la mia non era del tutto una battuta di spirito. Sospirando si congeda, portandosi dietro Seiya.
 
La clinca Mugen non era troppo grande. Ricavata da un piccolo plesso che in passato fu usato come ospedale d'emergenza in tempo di guerra era stata acquistata da Souichi Tomoe per una cifra irrisoria. Il professore aveva immediatamente apprezzato l'ubicazione dell'edificio posto fuori città e difficilmente raggiungibile se non adeguatamente istruiti sulla strada da percorrere. Rientrava perfettamente nel desiderio dell'uomo di creare un centro in cui i suoi pazienti sarebbero stati lontani da occhi indiscreti. Anche ora che la clinica aveva acquisito una certa nomea, rimaneva sempre un luogo ameno dove il caos della città, e le sue rumorose persone ,non intaccavano la bucolicità dell'edificio immerso nel verde,  in un certo senso selvaggio e inusuale se si pensa che a pochi chilometri ci fosse una delle metropoli più grandi del mondo. Questa premessa è doverosa per spiegare il motivo che ha portato Yaten Kou a vagare per i corridoi della clinica Mugen. Quando Seiya manifestò la sua intenzione di andare a trovare Haruka Taiki, che dall'alto del suo minuto di differenza rispetto alla seconda delle sorelle si considerava la maggiore delle tre, una volta appresa la difficoltà nel raggiungere la clinica impose a Yaten di accompagnarla. Ci sono molte qualità presenti i Seiya ma il senso dell'orientamento non è tra queste. Diversamente Yaten sarebbe stata in grado di trovare la strada di casa anche in una foresta fitta con un cielo senza stelle. A causa di ciò dunque la mezzana delle gemelle Kou si ritrovava a vagare per la clinica nell'attesa che Seiya uscisse dalla stanza della bionda. E fu durante questo girovagare che si scontrò con Michiru Kaiou. Mentre stava camminando persa nei suoi pensieri infatti non si accorse di una ragazza immersa nel suo mondo  e poco avvezza a guardare la strada davanti a sè. Lo scontro fu inevitabile.
 
" Sì può sapere dove guardi? "
Mentre mi massaggio il capo sento chiaramente le invettive di colei con cui mi sono scontrata.
" Potrei farti la stessa domanda " ribatto indispettita alzandomi, raccogliendo al contempo la sacca contenente il costume.
Vedo che sta per replicare ma ogni parola muore sul nascere quando vede arrivare Ami.
" Eccomi Michiru-san, scusa per il ritardo ma mi son dovuta fermare un attimo per parlare con Fisheye-san " esordisce Ami,fermandosi non appena si accorge della presenza della ragazza  " Oh, vi ho forse disturbato? "
" Affatto " rispondiamo all'unisono per poi squadrarci rispettivamente dalla testa ai piedi. La sconosciuta è una ragazza dai lunghi capelli trattenuti in una coda bassa,così chiari da parere bianchi. Gli occhi hanno un taglio quasi felino e sono di un verde brillante. Come altezza direi che è ai livelli di Ami ovvero piuttosto bassa per la sua età. Complessivamente direi che è una bella ragazza dal fascino androgino che viene messo ancor più in risalto dalla divisa maschile che porta. Sarebbe pure gradevole alla vista se non mi guardasse in modo torvo.
" Ami Mizuno, piacere di conoscerti. " esclama Ami porgendole la mano, cortese come sempre.
" Yaten Kou " si presenta lei non perdendo neanche per un istante la sua aria indisponente.
Non faccio in tempo a presentarmi a mia volta che Yaten mi prende la mano scrutandola per poi alzarmi impunemente la manica della maglietta.
" Che...che fai?! " esclamo ritirando immediatamente l'arto.
" Suoni il violino? " mi chiede a bruciapelo ignorando la mia domanda.
" Sì " confermo stizzita. Devo riconoscerle però che ha molto occhio se ha dedotto che suono semplicemente osservandomi il braccio. Faccio per chiederle da dove proviene questa competenza quando dietro di lei qualcuno urla il suo nome.
" Yaten "
Un'altra ragazza, anche lei con un aspetto decisamente androgino, corre per il corridoio fermandosi davanti a noi.
" Seiya è una clinica non una pista d'atletica " la sgrida la più bassa rabbiuandosi. " Mi pare di capire che la visita a Tenou-sempai è finita, possiamo andare ? "
Nell'udire il nome di Haruka la mia attenzione si fa immediatamente più ricettiva verso le due ragazze intente a battibeccare tra loro.
" Conoscete Haruka? " mi intrometto in un provvidenziale momento di silenzio. Le due si voltano verso di me dopo essersi scambiate una breve occhiata.
" F...forse " mormora la mora giocando con la propria coda " Comunque... con chi sto parlando? "
" Michiru Kaiou " rispondo rendendomi conto di non essermi ancora presentata.
" Kaiou? " Yeten salta sul posto visibilmente scioccata " Non è vero "
" Penso di sapere come mi chiamo " affermo irritata da come il discorso si stia allontanando dalla mia domanda iniziale.
" Three Light!! " esclama all'improvviso Ami catturando l'attenzione " Mi sembrava di avervi già visto da qualche parte, siete le Three Light. "
" Chi? " domando perplessa non capendo la sua uscita improvvisa.
" Non le conosci Michiru-san? Oh, ma è logico, hanno esordito da poco e tu sei appena tornata dall'Europa " dice Ami " Vedi sono... "
" Si può sapere da quando i corridoi della clinica sono diventati il vostro club del pettegolezzo? "
Ci voltiamo tutte incontrando lo sguardo arcigno della direttrice su di noi " Kaiou, Mizuno il vostro turno si è concluso da un bel pò, siete pregate di andarvene " Avanza leggermente intromettendosi tra me e Ami, trovandosi così di fronte a Yaten e Seiya. " Mentre voi due perchè siete qui ? "
" Sono venuta a trovare una mia sempai e mia sorella mi ha accompagnato. Sa, non sono molto brava con l'orient... "
" L'orario delle visite è finito dunque vale anche per voi il discorso fatto a Kaiou e Mizuno " afferma severa facendosi largo tra le due " E molto velocemente " aggiunge prima di sparire dietro un angolo.
 
" Quella frigida battona!! "
" Yaten calmati "
Dopo essere state richiamate dalla direttrice io e le altre siamo uscite immediatamente dalla clinica. Normalmente le avrei abbandonate al loro destino ma il fatto che conoscano Haruka mi ha fatto desistere da ciò facendomi rimanere insieme a loro, seduta su una panchina sotto ad un ciliegio in fiore. Un debole vento primaverile disperde i petali dei fiori nell'aria e devo fare non poca fatica per impedire che questi s'impiglino nei capelli. Per quanto io abbia sempre apprezzato la mia capigliatura mossa, decisamente inusuale per una giapponese, devo dire che è piuttosto difficile tenerla in ordine visto che basta un nonnulla per farmi apparire uno spaventapasseri e il vento non aiuta di certo a migliorare la situazione.
" Davvero mi regalate questi biglietti? "
Presa com'ero dai miei problemi d'acconciatura non mi ero resa conto di cosa stavano combinando Ami e le due sorelle e fu solo l'acuta voce di questa a destare la mia attenzione.
" Ma certo, siamo ancora agli esordi dunque la nostra casa discografica ci ha detto che se riusciamo a portare spettatrici in più ai nostri concerti guadagneremo ulteriori punti " spiega la mora.
" Sicure? Avrete sicuramente molte fan e... "
" Può essere ma i biglietti per un concerto sono comunque molto esosi, contando poi il prezzo di vitto e viaggio per delle debuttanti, sebbene amate, non è facile trovare spettatori non potendo contare su un ampio pubblico. Non conosco il loro gruppo ma deduco che siano delle idol dunque con un bacino d'utenza ampio ma con poca liquidità. " affermo entrando nel merito della discussione. Da parte mia non ho mai avuto problemi del genere visto che mi esibisco per un pubblico d'elitè che non ha certo mancanza di denaro e la voce di una nuova e giovane artista è abbastanza per far aprire ulteriormente portafogli straripanti.
" Oh, capisco... " mormora Ami inserendo i biglietti nella propria sacca " Vi ringrazio molto, le mie amiche impazziranno di gioia  "
" Però, te ne intendi di queste cose " constata Seiya avvicinandosi. Ora che la guardo meglio devo dire che in un certo senso assomiglia ad Haruka. Forse perchè a dispetto della sorella lei è più maschile sia nel portamento che nel parlato. Di certo l'aiuta l'altezza piuttosto elevata per una ragazza anche se penso che sia più bassa di Haruka.
Haruka,Haruka,Haruka... Mi massaggio le tempie sperando di schiarirmi la mente. Quante volte ho pensato a lei in questa giornata?
" Anche Michiru-san suona quindi immagino che è per questo motivo è così informata " esclama Ami rivolta alle due.
" Senti... " Timidamente Yaten cerca la mia attenzione, fin troppo timidamente rispetto all'irruenza che mi ha dimostrato prima " Sei stata per caso in Austria? "
" Sì " confermo stupita di come al di là del suo comportamento discutibile quella ragazza avesse delle intuizioni notevoli.
" Tieni " mi dice porgendomi un biglietto da visita. " Lì c'è l'indirizzo della nostra casa discografica, dovresti iniziare a cercarti anche tu un appoggio che vada oltre dei vecchi danarosi "
" Grazie " Nonostante la sua parlata non certo ortodossa comprendo come questa volta le sue intenzioni siano benevoli. Mi rigiro il biglietto tra le mani. Galaxia Record. La conosco, è una delle più famose case discografiche giapponesi. " Però non penso che la musica classica interessi ad una major del genere "
" Oh non credere " interviene Seiya " Di questi tempi sono molto in voga i mash-up e... Oh mio Dio Yaten ci sono arrivata!! " stilla guardando dritto negli occhi la sorella.
" Arrivata a cosa? " chiedo.
Il volto di Yaten intanto si sta facendo via via più paonazzo mentre nasconde parte del suo volto nella divisa. Vedendo la perplessità mia e di Ami Seiya si affretta a spiegare.
" Devi sapere che Yaten è una tua fan "
" Assolutamente no!! " strilla l'altra " Apprezzo una sua interpretazione tutto qui. "
" Penso che io e Taiki conosciamo quel brano a memoria " ride la mora. " Tu e la tua fissazione per la classica "
" Il problema siete voi due capre ignoranti che non andate oltre il pop/rock " esclama Yaten a quanto pare colpita nel vivo. " Dovreste solo essere grate del fatto che io riesca a creare un sound diverso dalla massa spaziando anche in altri generi "
" Dunque è vero ciò che scrivono, sei tu ad occuparti degli arrangiamenti " interviene Ami cercando di stemperare gli animi.
" Esatto, Yaten agli arrangiamenti, Taiki ai testi " conferma Seiya. " Io pubbliche relazioni con le fan " aggiunge con un sorriso smagliante " Se fosse per questa asociale e l'atra sua compare staremmo ancora a suonare in una bettola "
" Se non ci fossimo io e Taiki a quest'ora saresti una host invece che una cantante " ribatte la sorella alzandosi rovinosamente dalla panchina.
" In che occasione hai potuto ascoltare la mia musica? " le chiedo, sia per interesse personale sia per cercare di calmarla al fine di riuscire finalmente a ricavare qualche informazione su Haruka.
Yaten sbuffa, incrociando le braccia al petto e sedendosi nuovamente " Un tuo brano era presente nel disco tributo per i vent'anni dalla morte del maestro Kikugawa "
" Ah ricordo, avevo quattordici anni, chiesero a me e ad altri giovani musicisti di incidere un pezzo del suo repertorio " esclamo tornando con la memoria al passato. La richiesta della mia presenza per quel tributo era arrivata tanto inaspettata quanto gradita, sia perchè il mio talento era stato riconosciuto anche al di fuori della cerchia dei miei, sia perchè curiosa di venire a contatto con ragazzi con le mie stesse doti. Certo, sapevo già che non suonavano il violino in quanto l'album di tributo avrebbe spaziato attraverso l'ampia produzione di Kikugawa, e che per ogni strumento vi era un solo interprete,però le mie aspattive erano comunque alte. Non l'avessi mai fatto, mi ritrovai a dover condividere lo studio di registrazione con dei totali incompetenti,non scusabili dalla loro giovane età visto che tra l'altro alcuni erano più grandi di me. Gente che sbagliava anche gli accordi più elementari, ragazzi più interessati a tentare un approccio ben poco professionale piuttosto che concentrarsi sul proprio pezzo.
" Cosa ne pensi di quel disco? " le chiedo abbandonando i ricordi passati.
" Mah, fin troppo mediocre per essere un tributo ad un grande maestro " risponde Yaten calciando un sasso " Solo il tuo pezzo era degno di nota "
Un sorriso soddisfatto si dipinge sul mio volto, non che avessi bisogno di conferme. Tra noi cadde un certo silenzio e stavo per approfittarne quando apparve Setsuna alla guida di una macchina.
" Seiya-kun, tu e tua sorella avete bisogno di un passaggio? " chiese loro abbassando il finestrino della vettura.
" Magari grazie " rispose questa facendo segno a Yaten di muoversi. Le due sorelle così se ne andarono non prima di strapparmi la promessa che avrei chiamato la casa discografica.
 
" E così le avete dato il numero della vostra casa discografica " constatò Setsuna che nel viaggio di ritorno verso la casa delle ragazze non aveva perso tempo per chiedere loro cosa stessero facendo con Michiru " Non avete paura della concorrenza? "
" Lei è una solista classica, noi un gruppo pop, non ci sarà alcun problema " affermò Yaten senza distogliere lo sguardo dal finestrino.
" Già, e poi l'importante è che Yaten riesca a fare un mash-up con il suo idolo " rise,trattenendosi a stento Seiya.
" Smettila di dire idiozie!! " strepitò la sorella calciandola dando vita ad una serie di mosse di pseudo-lotta.
" Mi pare di capire che non abbia minimamente perso il suo fascino " disse con voce appena udibile Setsuna.
" La conosci da tempo? " domandò stupita Yaten­.
" Di fama " rispose sibillina la donna.
 

Era da una settimana che il pedinamento continuava senza interruzioni. Ovunque andasse nei limiti del perimetro scolastico Haruka si ritrovava, non si sa come, ad avere la presenza di Michiru costantemente vicino. Giusto durante le lezioni poteva scamparla ma ormai i corridoi e la mensa erano territorio nemico. Persino la sua amata pista d'atletica ( la scuola le aveva concesso di poter continuare gli allenamenti nel proprio plesso ) non era più zona franca.
" Adesso basta, si può sapere perchè continui a seguirmi? Ti ho detto che non faccio da modella per un tuo quadro " sbottò alla fine Haruka una volta che pure il suo luogo sacro era stato violato.
" Non mi sembra che ci sia una qualche regola che m'impedisca di seguirti " affermò Michiru, in modo pacato a differenza dell'altra, ma non meno autoritaria.
Piena di irritazione la bionda le si avvicinò quel tanto che bastava per svettare sopra la sua figura. Non che fosse difficile vista la considerevole differenza d'altezza tra di loro.
" Non è forse chiaro che la direzione della tua scuola ha imposto una divisione tra i nostri due gruppi? " domandò Haruka tronfia di essere dalla parte della ragione " Sai, mica vogliono che fanciulle di buona famiglia come voi s' inzzozzino con noi povere plebee. "
" Effettivamente hai ragione " convenne Michiru " Però... " la ragazza si premurò di dosare bene le parole al fine di renderle più incisive " Non ti è forse chiaro che io sono al di sopra di queste regole? "
Che faccia da schiaffi!!Fu il primo pensiero che emerse nella mente di Haruka. Sebbene però non ne sopportasse la sfacciataggine,che ai più sarebbe parsa totalmente inaspettata ma che da giorni ormai la bionda aveva compreso essere una componente ben presente nel carattere dell'altra,doveva ammettere che Michiru aveva ragione. Non solo tra gli studenti veniva portata sul palmo di una mano, ma pure tra gli insegnanti, fino ai dirigenti della scuola c'era chi avrebbe dato un braccio per accaparrarsi i suoi favori e di conseguenza quelli della potente famiglia Kaiou.
Era una cosa che Haruka non sopportava, forse in virtù alle sue vicissitudini personali di certo coadiuvate dalla sua natura fortemente indipendente. E proprio per questo non tollerava chi si facesse scudo di meriti non propri mascherandosi dietro al proprio cognome.
Quel che però non sapeva è che Michiru era persino più inflessibile di lei su questo punto. Chi più di lei era venuto a contatto con giovani inetti rampolli che si facevano grandi protetti dalla nomea della propria famiglia? Ragazze prive di qualsiasi talento che pavoneggiandosi marciavano in gruppo come oche nei più prestigiosi salotti della Tokyo bene? Tutta gente che nella propria mediocrità si aspettava da lei una medesima condizione, da parte sua però non pervenuta.
Non che lei non facesse fregio del proprio cognome ma a differenza loro questo non era un peso che gravava e al contempo proteggeva le spalle, un oggetto da mettere davanti a sè per giustificare il proprio essere no, per lei il cognome non era altro che un eco della sua persona, un blasone che arricchiva la propria essenza.
Grandi uomini d'affari, uomini di corte prima di governo poi, latifondieri di nobili natali. Sin da quando se ne possa avere ricordo nella sua famiglia il genio del singolo ha sempre arricchito la fama della casata e non il contrario. E lei non faceva eccezione se non che tra le persone che componevano il suo albero genealogico lei fosse la prima a spiccare in ambito artistico.
Di base, questo non sarebbe stato un pregio se Michiru fosse nata  maschio. In quanto tale avrebbe dovuto occuparsi di accrescere il blasone familiare mediante professioni che l'avrebbero dovuta vedere primeggiare nella società giapponese che conta,come la finanza o la politica ma essendo nata femmina, l'unica tra le sue parenti ad avere il cognome per nascita e non matrimonio, un'occupazione artistica che l'elevasse di fronte a tutte le altre ragazze,e al contempo impreziosisse l'albero genealogico di un campo ancora privo di esponenti era degno di attenzione soprattutto perchè anche un'ottima contropartita davanti ad un matrimonio combinato. Come ben si dice però, non è tutto oro ciò che luccica e negli anni a venire Michiru se ne rese conto.
Perchè, se da una parte i suoi genitori appoggiavano la sua carriera artistica, dall'altra frenavano l'ambizione della figlia. Le avrebbero sì permesso di frequentare un prestigioso conservatorio europeo visto che questo serviva per accrescerne l'abilità, ma essi limitavano le sue esibizioni, evitando di mostrarla al grande pubblico. Era altresì evidente dal fatto che una volta giunta all'età di diciotto anni non avesse ancora fatto il suo debutto sulle scene nonostante avesse tutte le carte in tavola per farlo.
Era proprio la crescita, o per meglio dire,nascita della fama della figlia sul grande pubblico che i genitori di Michiru volevano evitare. La riconoscibilità dal parte delle masse era generalmente apprezzabile ma pensando al futuro ruolo di moglie questa era dannosa in quanto una donna con maggiore visibilità del consorte non era ben vista nel loro ambiente e non solo. Inoltre la musica doveva essere un arricchimento, una dote in più atta a renderla ammirabile piuttosto che un lavoro vero e proprio. Difatti per i coniugi Kaiou era cosa lampante che una volta maritata la figlia si sarebbe dovuta occupare principalmente della prole e di sostenere il marito ed in secondo piano allietare l'alta società giapponese.
A riprova di questo loro progetto il fatto che nonostante Michiru fosse portata per il disegno in misura eguale per la musica questo suo talento non fu mai fatto coltivare in quanto sin da che se ne abbia il ricordo la musica è ritenuta un mezzo artistico aulico da seguire con disciplina e rigore mentre la pittura un passatempo per pigri inetti. Soprattutto se, come nel caso di Michiru, l'artista è  più interessato all'astratto piuttosto che al dipingere la realtà. Ma tutta questa verità ai tempi, e probabilmente in parte tutt'ora, era ancora sconosciuta alla ragazza che vedeva nel proprio talento un vanto riconosciuto ed apprezzato nella propria totalità e grazie ad esso veniva alimentato l' orgoglio, con picchi di superbia in rari casi, con cui si poneva verso chi non cadeva immediatamente vittima della sua persona.
Nel concreto, praticamente fino a quel giorno, unicamente con Haruka Tenou.
" Mettiamola così " sospirò la bionda ormai convinta di non poter proseguire in quel modo " Ti lancio una sfida, se vinco io mi lasci in pace, altrimenti sono tutta tua. "
" Sentiamo " esclamò Michiru incrociando le braccia al petto.
" Io, te un canestro e chi arriva per prima ai quindici " spiegò semplicemente Haruka " Mi sembra fattibile no? "
Un sorriso compiaciuto apparso sul volto dell'altra ragazza fece capire alla bionda che la sfida era stata accettata.
 
Incredulità. Questo era il sentimento preponderante nella testa di Haruka pensando al punteggio della gara in corso. Tre per lei mentre quella petulante ragazzina la stava surclassando con undici punti. E pareva pure molto soddisfatta di ciò!
" Pensi di avere la vittoria in tasca solo per un pò di vantaggio  eh? " le domandò con respiro affannato.
" Oh, no " negò lei rubandole per l'ennesima volta la palla per poi esibirsi in un lancio lungo che come da programma andò a canestro " Ero certa di vincere sin da quando mi hai proposto la sfida "
" Non pensavo che oltre al nuoto eccellessi anche nella pallacanestro " affermò la bionda che grazie alla sua altezza superiore aveva recuperato al volo la palla appena uscita dal cesto.
" In verità vado bene in tutti gli sport che ho provato, semplicemente il nuoto è quello con cui ho maggiore affinità " spiegò l'altra appropriandosi nuovamente del pallone. " Però non è la mia abilità ad avermi dato sicurezza quanto la certezza che tu sei pratica unicamente nella corsa " aggiunse per poi aggiudicarsi un altro canestro.
" Ma davvero? E da cosa l'avresti dedotto? " domandò sinceramente incuriosita Haruka. Quella breve, e umiliante, partitella le stava dando una inaspettata ed interessante immagine di Michiru.
" Innanzitutto è evidente come tu abbia scelto la pallacanestro unicamente perchè convinta che la tua altezza elevata e magari la velocità ti avrebbero avvantaggiata. " spiegò Michiru " Di base non è un'idea malvagia ma non hai messo in conto che la differenza di altezza ti avrebbe svantaggiato nel palleggio e nelle marcature. Non essendoci poi una squadra a sostenerti il vantaggio dell'altezza viene ridotto. Inoltre in quanto nuotatrice le mie spalle sono notevolmente più allenate rispetto a chi usa principalmente le gambe. La postura poi tra un corridore ed un cestista è completamente differente, non sai proprio come muoverti " concluse aggiudicandosi un altro punto.
" Ti ho sottovalutata " ammise la bionda " Sono stata troppo precipitosa nel porti la sfida "
" Mmm, non direi " affermò l'altra prima di guadagnare un altro punto " Ti ho tallonata per molto tempo, era logico che prima o poi avresti perso la testa "
" Oh, dunque avevi previsto tutto eh? " sbuffò Haruka stranamente non irritata di essere stata presa in giro fin dal principio.
" Non tutto " disse Michiru  rubandole la palla,arrivando a pochi centimetri dal volto dell'altra " Non pensavo fossi così gentile " affermò, tanto vicina che il suo respiro solleticava la pelle della bionda che per questo rimase imbambolata per qualche secondo, sufficiente per l'altra a guadagnare l'ultimo canestro.
" Ho vinto! " esclamò festante Michiru alzando le braccia al cielo.
" Complimenti " si congratulò Haruka dopo aver preso nuovamente coscienza di sè. Scioccata non per la sconfitta, prevedibile già dopo poco l'inizio, ma per la sua reazione alla vicinanza della ragazza. Poteva starle antipatica, sentimento che comunque si era in parte mitigato grazie alla sfida, ma non poteva negarne la bellezza, forse giusto troppo acerba per i suoi standard.
" Haruka, Haruka, non divagare " si auto-impose la ragazza rendendosi conto come la sua considerazione dell'altra stava troppo facilmente varcando limiti proibiti.
" Domani pomeriggio dopo le lezioni " esclamò Michiru venendole accanto.
" Non vuoi approfittare subito della mia disponibilità ? " chiese Haruka ironica.
" Preferirei non avere una modella sudaticcia " ribattè l'altra sorridendole " A domani " la salutò per poi andarsene con la sua solita leggiadria, cosa incredibile se si pensa dello stato in cui verteva la bionda che a mala pena si reggeva sulle gambe e con l'impellente necessità di farsi una doccia come si deve.
Fu grazie a questa sfida, o per meglio dire, disfatta unilaterale, che le due ragazze iniziarono ad avvicinarsi l'un l'altra.

 
Stupida Apple, osannata da mezzo mondo e forse di più e poi i suoi prodotti non valgono niente.
" Haruka, devi modernizzarti, non puoi continuare ad ascoltare musica con il walkman " mi aveva rimproverato Setsuna per poi regalarmi un ipod. Peccato che, sebbene io debba ammetterne la comodità di poter immagazzinare centinaia di canzoni, la carica di questo aggeggio sia risicatissima, neanche il tempo di farmi un giro per il giardino della clinica che 'sto coso reclama già elettricità. E' dunque con il migliore degli umori possibili che mi appresto a ritornare nella mia camera. Sto aprendo la porta quando sento la voce di Takeda chiamarmi.
" Ehi gran pilota, ci sono visite per te ".
Gran pilota, nomea ideata da Takeda che veniva utilizzata come un codice per dirmi " Ehi Haruka, qui c'è una persona sconosciuta quindi attenzione massima a non far scoprire il tuo sesso ". Praticamente l'idea più intelligente che ha avuto da quando lo conosco.
Entro aspettandomi di trovare un'altra infermiera o dottoressa strafiga. Con mio disappunto invece ad attendermi su una sedia c'è un uomo che vedendomi si alza per raggiungermi. Un bell'uomo ad essere onesta. Alto e dal fisico asciutto, corti capelli bianchi e due occhi di un blu intenso e ammaliante. Takeda capendo la piega che prenderà la situazione ha l'intelligenza di uscire dalla stanza trainandosi con la sedia a rotelle.
" Piacere, Diamond presidente della Black Moon " si presenta il tipo con leziosità una volta rimasti soli.
Black Moon? Non è forse quell'azienda di cui grazie a Setsuna ora conosco vita morte e miracoli?
 " Haruka Tenou " mi presento a mia volta.
" Ieri ha conosciuto mio fratello Blue ricorda? " domanda facendomi segno di andarci a sedere, offerta che declino. Preferisco stare in piedi quando qualcuno di potenzialmente irritante mi sta per intavolinare un discorso. Comunque i miei sospetti sono stati confermati
" Aveva detto di avere un fratello, però mi sembrava si chiamasse De..de... "
" Demand? Sì, effettivamente quello è il mio nome reale ma vista la somiglianza con Diamond e la brillante carriera che ho fatto molti han preso a chiamarmi in questo modo. Io l'ho semplicemente accettato " ride  " Ma ora basta parlare di me e veniamo al motivo del mio essere qui. Voglio essere il tuo sponsor. "
" Ne ho già uno grazie " rispondo secca mostrandogli la porta.
" Non per molto immagino. Solo uno stupido o un folle terrebbe sotto contratto un pilota che non corre " afferma lui tranquillo ignorando il mio invito ad andarsene.
" Dunque in quale delle due categorie rientri vista la tua proposta? " gli chiedo sinceramente interessata dalla piega presa dal discorso.
" Ovviamente un folle. Ma del resto follia e genialità vanno sempre a braccetto " risponde con un sorriso nuovamente tronfio di sè. " Ho intenzione di pagarti tutte le cure della clinica, oltre che fornirti di una protesi all'avanguardia. "
" In cambio ovviamente io sarò l'esempio perfetto per mostrare al mondo la qualità delle tue protesi " Non ho neanche bisogno di guardarlo in faccia o ascoltare una conferma per sapere che ho indovinato. " La tua proposta ti frutterebbe però solo se io tornassi a correre, cosa non certa. "
" Ho sempre amato le corse, fin da bambino " esordisce a questo punto lui con un discorso apparentemente senza senso. " L'unione di uomo e macchina che insieme si migliorano e sfondano record impossibili, lo trovo affascinante. Questa mia passione mi ha portato a guardare di frequente le gare e di interessarmi anche ai campionati minori. Ed è proprio lì che ti vidi, l'astro nascente delle quattro ruote giapponesi. Il pilota la cui famiglia è stata distrutta dalla velocità che ora la domina come un padrone con il suo cane. Fantastico. Purtroppo però come era prevedibile non sono stato l'unico imprenditore ad averti messo gli occhi addosso e non potevo certo sperare di poter competere con industria dagli introiti giganteschi. Poi però è avvenuto l'incidente. "
" Già, e io son diventato un qualcosa di cui bisogna sbarazzarsi per non influire sul bilancio aziendale " esclamo ironica.
" Tsk, quegli stolti pagheranno il fatto di non aver capito quanto l'ambizione e la voglia di rivalsa possono far rinascere un essere umano dalle proprie ceneri " afferma solenne " Ma a questo punto meglio per me. E' stata una fortuna che mio fratello ti abbia incontrato qui. Ovviamente non si è reso neanche minimamente conto della tua identità, almeno però ha una buona memoria e parlandomi del suo incontro con Mamoru-san ti ha menzionato, nome e cognome. Del resto immaginavo che dopo l'incidente ti avessero spedito in un posto discreto dunque mi è bastato fare utilizzare la materia grigia per collegare le due cose. " concluso di parlare Demand si alza dalla sedia venendomi vicino e porgendomi una cartella contenente un plico di fogli ed il suo biglietto da visita. " Immagino che tu abbia qualcuno che si occupa dei tuoi affari, chiamatemi a questo numero quando vi sarete consultati, da parte mia ho il contratto già pronto qui con me, a mio parere vantaggioso per entrambe le parti ma non mi faccio problemi a discutere eventuali richieste "
" Devo sembrare proprio disperato se dai per scontato che accetterò la tua offerta " esclamo amaramente.
" Assolutamente " nega lui venendomi ulteriormente vicino. Troppo vicino tanto che in nostri volti quasi si sfiorano " Semplicemente nessuna donna mi ha mai detto di no " sussurra suadente nel mio orecchio. La sua faccia divertita una volta che si scosta da me fa ben capire che la mia deve essere letteralmente sbigottita.
" Aspetto una tua chiamata " mi saluta dandomi la schiena, uscendo dalla stanza.
 
Nonostante fosse ormai giunto ad un'età in cui notoriamente l'essere umano ha acquisito delle certezze assodate riguardo alla vita Miroku Kanzai superata la soglia dei sessant'anni poteva contare le proprie sulle dita di una mano. Una di queste era l'importanza che aveva il sangue sulle caratteristiche umane. Certo, aveva sempre sostenuto che sia l'ambiente e la società avessero un'ampia se non tutta l'influenza necessaria a formare un individuo ma nel corso della sua vita si era reso conto di come il sangue a volte fosse la causale di comportamenti altrimenti inspiegabili e non solo colpevole di mere caratteristiche fisiche. Dunque, fermo di questa sua convinzione, quando una persona catturava il suo interesse ( cosa assai rara ) cercava di scoprirne il più possibile in merito alle origini. E per fare ciò nulla era meglio della nota passione del pettegolezzo così propria del genere femminile. In quanto persona di una certa fama Miroku Kanzai veniva sovente invitato a noiosi ricevimenti o serate per promuovere questo o quell'altro progetto umanitario ed era proprio in queste che riusciva a venire in contatto con le sue speciali fonti d'informazione, fonti di cui presto avrebbe fatto affidamento. Difatti in quei giorni una nuova presenza era riuscita a catturare il suo interesse. Sin dal primo sguardo, sin dalla prima nota che uscì dal suo violino Michiru Kaiou riuscì ad essere una delle poche persone degne della sua curiosità,dunque Kanzai accettò con gioia, appena una settimana dopo il loro incontro, l'occasione di partecipare ad una manifestazione per raccogliere fondi atti ad aiutare gli orfani.
Come suo solito il maestro si presentò in ritardo all'appuntamento prefissato per quel sabato sera. La serata si teneva nella hall dell'Hotel Hilton di Tokyo, un imponente grattacielo che spiccava nel seppur variegato skyline giapponese. Kanzai si ritrovò a pensare che sicuramente metà dei fondi raccolti sarebbero finiti per pagare l'esoso affitto del salone, come sempre. Ma del resto in queste manifestazioni la beneficienza non era che una facciata per mascherare, neanche troppo facilmente, una bieca mostra della propria disponibilità economica.
In ogni caso quella sera non era lì per perdersi nelle suoi continui biasimi interiori rivolti alla ricca società giapponese ma per cercare di scoprire qualcosa di più sulla sua nuova allieva. Appena entrato non gli fu difficile scorgere tra la modesta folla le solite comari intente a sparlare tra loro. Dopo i soliti saluti di convenevoli si diresse immediatamente verso di loro.
" Vediamo con chi parlo oggi " pensò tra sè mentre si avvicinava sempre di più, la vista che iniziava a dirgli chiaramente l'identità delle donne. In primo piano, vestita con un'improbabile mise glicine spiccava Eriko Hashimoto, moglie di un armatore, amante di molti. Di natura romantica la sua preferenza pettegola verteva sui vari flirt tra membri della società. Alla sua destra figurava Kazue Okada, sempre sobriamente vestita che per quella sera aveva optato per un austero tailleur beige. Moglie di un importante imprenditore operante nel settore delle telecomunicazioni tra tutte le sue informatrici era quella che stava ben attenta a distinguere le notizie certe dalle mere chiacchiere diffamatorie probabilmente a causa di una deformazione professionale derivata dal suo passato di annunciatrice della NHK. Fulgido esempio di imparzialità e correttezza, un'ottima fonte a cui Kanzai attingeva con piacere. Accanto a lei, intenta a sorseggiare un bicchiere di champagne, Hitomi Sato. Una delle poche donne divorziate, si manteneva grazie all'azienda siderurgica ereditata dalla famiglia. Donna forte ed indipendente poco avvezza alle chiacchiere ma ottima ascoltatrice. In quanto donna di mestiere una delle poche a poter fornire informazioni provenienti dall'altro sesso con cui si ritrovava a dialogare per questioni d'affari.Ultima, ma non per importanza, Homiko Takano. Sposata con un importante finanziere ( dall'ancora più importante patrimonio ) la Takano non mancava mai ad una serata di beneficienza, cosa che si aggiungeva ai motivi per i quali Kanzai non amava parteciparvi. Questa volta però la sua presenza era più che gradita in quanto era essenziale per lo scopo prefissatesi dal maestro. Difatti la Kanzai faceva parte di quella schiera di pettegole catalogabili nella categoria " diffamatrici ". Non che s'inventasse fandonie, per carità ( anche se ad onor del vero non mancava a volte di romanzare certi avvenimenti ) ma il suo interesse, o per meglio dire ossessione, era rivolto ad un soggetto mirato, ad una famiglia per la precisione, i Kaiou. Motivo di questa preferenza?

La Takano, da nubile Ikeda, nacque in una famiglia che a discapito del cognome assai comune poteva vantare un'origine aristocratica.
Come si concerne alle giovani ragazze di buona famiglia questa frequento l'allora migliore scuola di Tokyo, la congregazione delle sorelle Marianiste ( fondata secoli prima, ai tempi dell'apertura all'occidente del Giappone,dalla beata suor Maddalena d'Istria ) e fu proprio lì che ebbe come compagna di classe dalle elementari fino alla conclusione del ciclo di studi una giovane Asami*1 Sadayoshi, futura Asami Kaiou. Esiste un detto latino che recita “ Nomen Omen “ e nessuna locuzione può essere più adatta per descrivere l'allora giovane Asami.
Di una bellezza sfolgorante sin dalla tenera età questa spiccava su tutte le altre prima bambine poi ragazze, Homiko compresa la quale provava verso l'altra un viscerale sentimento d'inferiorità, presto trasformatesi in invidia. Per quanto Homiko cercasse di rivaleggiare ( mai apertamente vista la possibilità, quasi certezza di rendersi ridicola ) con Asami questa la batteva su tutti i fronti. Intelligenza, bellezza, talento.
Di una sola cosa era sprovvista la ragazza, un blasone famigliare. I Sadayoshi infatti appartenevano a quella giovane borghesia arricchitasi grazie alle imprese di ricostruzione post-belliche. Dei muratori che hanno avuto fortuna insomma. Ed è proprio su questo punto che Homiko si crogiolava quando la vita di tutti i giorni le dava l'ennesima riprova della grandezza dell'altra. Fu dunque uno shock quando, una volta che le ragazze raggiunsero l'età del debutto in società, Isoroku*2 Kaiou, rampollo della ben nota famiglia Kaiou le chiese formalmente di poter essere la sua fidanzata.
Isoroku era senza dubbio il giovane più ambito dalle ragazze dei tempi ( sorte che toccherà, inversamente, alla figlia anni dopo ). Nato quando il padre era arrivato a cinquantasei anni ( da qui il nome inusuale ) e la madre cinquantaquattro,ultimo dopo ben tre femmine la sua nascita era stata accolta come una grazia divina. Dopo tanto disperato cercare finalmente era nato il maschio che mancava al ramo principale dei Kaiou.
Inutile dire che se già normalmente le aspettative per un maschio erano alte su di lui ricaddero anni e anni di frustrazione e preoccupazioni accumulate dai genitori per non essere riusciti ad avere un degno erede. Nonostante il peso Isoroku fu un grado di sostenerlo.
Non solo ottenendo sempre ottimi voti nelle migliori scuole giapponesi, aggiudicandosi ogni anno il ruolo di capoclasse e negli ultimi anni dei cicli presidente del consiglio studentesco, capitano ogni anno della squadra di nuoto. Crescendo ed entrando nell'azienda di famiglia fu poi estremamente chiaro come fosse arrivato sulla scena un uomo che avrebbe dominato la scena giapponese per molti anni a venire.
Se i suoi cognati prima della sua nascita si sfregavano le mani in attesa di poter guidare il patrimonio dei Kaiou alla morte del patriarca,con la sua venuta furono costretti a rivedere in parte i propri piani. Consci però del fatto che il padre non avrebbe potuto influire troppo su di lui causa l'età avanzata vivevano comunque nella convinzione che una volta che Isoroku fosse entrato nel mondo del lavoro loro, in quanto più esperti avendo lavorato per le aziende di famiglia per anni, avrebbero potuto plagiarlo. Vana e stupida speranza, in quanto il Isoroku si dimostrò immediatamente un vero squalo che rimediava alla mancanza d'esperienza con l'irruenza e brama di successo propria di ogni giovane.
Come se non bastasse tutto questo gli fu fatto dono di una bellissima presenza nonchè una prestanza fisica decisamente inusuale per un giapponese. Il giovane infatti raggiunti i vent'anni poteva vantare la ragguardevole altezza di un metro e ottanta che lo aiutava a spiccare ulteriormente sui suoi coetanei, cosa che comunque avveniva lo stesso a causa del suo brillante carisma, tale da far provare ammirazione da parte del suo stesso padre,che già dalla nascita lo vedeva come un miracolo vivente e lo sosteneva in ogni sua decisione. Pure quella, decisamente inusuale,di voler sposare una figlia di arricchiti.
A suo dire, sarebbe stato da stolti ignorare questi nuovi ricchi in continua ascesa sul panorama giapponese e non, ripetendo così il medesimo errore avvenuto secoli addietro quando l'aristocrazia rifugiò dall'unirsi con la nascente borghesia cosa che col passare degli anni la costrinse a svendersi per riappropriarsi di un patrimonio adatto a stare in società. Del resto, sempre secondo lui, che differenza vi era tra un nuovo arricchito ed uno che lo è a causa della fortuna degli avi? Anzi, a parer suo queste nuove famiglie erano molto più degne di ammirazione visto che erano state in grado di sfruttare un'opportunità non vista dagli altri. Inutile dire che i Sadayoshi accolsero la richiesta della mano della figlia con estrema gioia consci che da quel momento la loro linea dinastica sarebbe stata per sempre connessa a quella di una delle più potenti ed influenti famiglie giapponesi.

Tornando ad Homiko questa faceva ovviamente parte della ragazze in età da marito che avevano puntato Isoroku ed il fatto che questo l'avesse snobbata per accasarsi con Asami non fece altro che accrescere ulteriormente la sua insofferenza verso di lei tanto che la rivalità ( unilaterale ) continuò anche con la nascita delle rispettive figlie con risultati ancora peggiori. Perchè se Homiko provava un sincero disprezzo per Asami lo stesso non si può dire di Akane Takano rispetto a Michiru anzi, questa provava una genuina ammirazione per la giovane Kaiou e soffriva delle aspettative materne totalmente irrealizzabili.
Su questo punto Kanzai poteva dire di avere un'esperienza diretta in quanto Akane è stata per anni una sua allieva. Una ragazza deliziosa priva però di un talento tale da renderla in grado di pensare ad un futuro da musicista, cosa che più volte il maestro aveva cercato di far capire alla madre, ottenendo però scarsi risultati.
Non appena le donne lo videro vicino lo salutarono con calore.
" Maestro Kanzai, è così raro averla in occasioni del genere " esordì Eriko
" Assolutamente " le diede corda Hitomi " A cosa è dovuta la sua eccezionale presenza? "
" Questa settimana ho avuto il piacere di tenere una lezione a Michiru Kaiou, immagino che la conosciate " rispose l'uomo volendo andare direttamente al sodo. Il leggero moto di stizza osservabile nello sguardo di Homiko gli fece capire di aver colpito nel segno " E' una ragazza molto interessante che ha portato una ventata di novità nella vita di un vecchio musicista e preso da questa nuova aria ho deciso di assaporare un pò di vita sociale "
" Dunque finalmente anche i Kaiou si sono arresi a mandare la figlia a lezione privata " non perse tempo a parlare Homiko. " Eppure pensavo che a quel genietto bastassero le lezioni del conservatorio "
" In verità come tecnica è superlativa, al livello dei migliori professionisti " affermò il maestro " Pecca unicamente di...una certa affettività diciamo. Per aiutarla però dovrei conoscerla un pò meglio, peccato che tra lei e la sua famiglia le occasioni di dialogo non sono molto ben accolte "
" Non faccio fatica a crederle " esclamò Eriko " Se ha preso dai suoi genitori è già un'impresa poterla vedere regolarmente. Mai viste due persone così allergiche alla mondanità. Pure mio marito oggi non è presente perchè si trova in viaggio d'affari ma sono comunque presente io a rappresentare la nostra famiglia. "
Invero, più che rappresentare la propria famiglia probabilmente Eriko accompagnava, o voleva farsi accompagnare, da uno dei suoi numerosi amanti e nonostante la cosa fosse palese ai presenti questi ebbero il buon gusto di lasciare questo pensiero per sè. Per quanto riguarda invece Isoroku ed Asami Kaiou di certo questi avevano una posizione tale da non necessitare di mere manifestazioni benefiche di facciata per ribadire il proprio strapotere economico anzi, da parte loro era pure una ( sicuramente non voluta ) forma di riguardo verso i presenti.
" Cosa vorrebbe sapere in merito ai Kaiou Kanzaki-san? " chiese Sato.
" Magari qualcosa inerente alle loro origini " rispose l'uomo.
" Non è facile, sono una famiglia piuttosto longeva " disse Okada sistemandosi gli occhiali da vista, tik che preannunciava la certezza che da lì a poco qualcuno avrebbe esaudito la richiesta d'informazioni. E come da programma fu Homiko ad esaudire quell'insolita richiesta. Dopo essersi schiarita la voce prese a raccontare il suo aneddoto.
 

Correva l'anno nono dell'era Taisho*3. Il Giappone si era ormai aperto completamente all'occidente. A seguito della Prima Guerra mondiale il prestigio giapponese era salito enormemente e questo aveva fatto sì che anche i commerci con l'occidente, in particolar modo Inghilterra e America, si fossero ulteriormente rafforzati. Ormai non c'era evento mondano o d'affari che non comprendesse qualche straniero. Se sul frangente del commercio questa unione portò ad innumerevoli vantaggi lo stesso non si può dire sul fronte umano. Le due culture facevano molta fatica ad unirsi, pure in un contesto che richiedeva la massima formalità come degli incontri d'affari. Molto diretti e poco avvezzi alla sottomissione, la comunicazione con gli stranieri non era delle migliori. Cosa ancora peggiore, soleva che questi ospiti portassero con sè la propria servitù. Niente d'ingombrante per carità, del resto non si poteva portare tutto l'apparato dei domestici in un viaggio trasatlantico, però se già era complicato rapportarsi con i padroni, figuriamoci con la servitù.

" Ci fu però qualcuno che riuscì perfettamente ad integrarsi con loro " affermò Homiko dosando le parole al fine di creare una maggiore suspance. Cosa che, vedendo i volti bramosi di parole delle interlocutrici, era perfettamente riuscita.

Chiyoko Kaiou*4  ai tempi era una ragazza nel pieno della propria adolescenza e bellezza. Persino tra gli stranieri ( generalmente poco attratti dalle bellezze orientali, troppo lontane dai loro canoni ) era molto apprezzata. Ultima figlia dopo due maschi era chiaro come il suo scopo fosse unicamente quello di merce di scambio con una famiglia influente in quanto la linea dinastica principale sarebbe stata quella del fratello maggiore.Il destino invece decise di darle una sorte differente.
Si trovava nella propria casa quando arrivò all'interno un nuovo socio d'affari del padre, un certo nobil uomo inglese la cui famiglia fece fortuna grazie all'importazione di the e l'idea di donare pezzi pregiati alla nobiltà così da farsi un nome tra coloro che contano*5
Era giunto da Hisao*6 Kaiou in quanto questi, a dispetto da quelli che davano del pazzo, aveva subito capito che quest'apertura ad occidente avrebbe portato gli stranieri , generalmente più aperti e curiosi verso le altre culture, a comprare oggetti ed alimenti ( quando possibile ) giapponesi.
Prima Hisao finanziò la spedizione giapponese all'Esposizione Universale di Londra al fine di vendere, successivamente, manodopera prodotta da artigiani da lui foraggiati cavalcando l'onda della moda dell'oggetto giapponese. Moda che inaspettatamente durò più del previsto a causa di quel nuovo movimento, l'Art Nouveau*7 , che prendeva a piene mani dall'estetica orientale al fine di creare un proprio stile. In seguito decise di comprare numerosi campi coltivabili a the decidendo di incentrare la produzione unicamente sul mercato estero.
Ed era proprio qui che entrava in gioco il socio inglese. Difatti Hisao sapeva bene che ancor più degli americani, gli inglesi erano dotati di un'altezzosa superbia che faceva loro pensare di essere i migliori al mondo. Dunque per commerciare con loro niente era meglio di un partner commerciale della stessa etnia.
In secondo luogo, al contrario di quanto ci si potrebbe aspettare da un popolo così fedele alla propria tradizione in materia di the, gli inglesi erano molto aperti ai sapori stranieri ma solo per quanto riguarda le materie prime. Il taglio e ancor più la distribuzione, dovevano avvenire nelle mani di gentiluomini britannici. Hisao dunque si limitava unicamente al lavoro di coltivazione e raccolta, lasciando il resto del lavoro al suo socio. I loro rapporti si erano fatti così fitti che ormai praticamente da quando Lord Hummel era sbarcato a Tokyo si recava sovente nella casa dei Kaiou, portandosi dietro il suo uomo di fatica di fiducia un certo Liam*8 O'Sullivan, un ragazzo irlandese cresciuto nelle varie tenute degli Hummel in giro per le colonie e per questo molto portato a rapportarsi con le altre culture. Educato come un inglese fin dalla tenera età dalle varie domestiche, erano persino riuscite a mitigare l'irruenza tipica della sua razza.
Ovviamente durante le lunghe contrattazioni d'affari tra il suo padrone ed il socio giapponese il giovane soleva sostare in attesa nell'enorme giardino di casa Kaiou cercando di non farsi vedere dalle domestiche che, il giorno della sua prima venuta, si erano allarmate vedendo uno sconosciuto dai capelli irti e rossi aggirarsi per la magione. E fu proprio in una delle sue attese che Liam conobbe la giovane Kaiou.
 Inizialmente anche lei intimorita dal suo aspetto inusuale, diverso persino da quello degli stranieri che era solita vedere, dopo poco cominciò ad apprezzarne la compagnia. Liam le raccontava di viaggi interminabili su navi enormi, di templi indiani e mucche che venivano venerate come divinità, di città marmoree, di potenti macchine a vapore. Le parlava dell'Irlanda,sua terra natia eppure mai vista con occhi maturi. Lei invece gli parlava della cultura giapponese, della sua arte e di come fosse la vita di una signorina di buona famiglia. Ben presto i loro incontri si fecero sempre più assidui in concomitanza con quelli del padrone di lui ed il padre di lei e la loro conoscenza, divenuta in seguito amicizia profonda, si tramutò in amore. Sebbene giovani entrambi non erano così sprovveduti da pensare che questo loro sentimento fosse nato sotto una buona stella. Dovevano stare cauti ma come è facile prevedere, questa dote non è propria di un'età così giovane.
Col crescere dei loro sentimenti era sempre più difficile accontentarsi di un rapporto blando e controllato, il loro stesso essere richiedeva di più. Fu così che in una calda notte di mezza estate approfittando di un viaggio d'affari del padre, e di un'uscita libera richiesta al proprio padrone da parte del ragazzo, i due riuscirono ad incontrarsi lontano da occhi indiscreti.
Dopo aver passato mesi a perlustrare il perimetro della casa dei Kaiou ormai Liam conosceva a menadito quel territorio e non fu difficile per lui entrare indisturbato, contando anche su un notevole aiuto dall'interno da parte di Chiyoko che si premurò di fare delle richieste insolite alle domestiche al fine di levarle dai loro giri abituali. Liam fu così in grado di accedere per la prima, ed unica, volta alle stanza private di lei. Sebbene quei nuovi luoghi fossero indubbiamente interessanti da ammirare il giovane non li degnò neanche di uno sguardo, preferendo concentrarsi sulla sua bellissima, in un certo senso, ragazza.
Quella notte di due amanti si concessero vicendevolmente, incuranti delle conseguenze. Conseguenze con non si fecero attendere nel presentarsi, una settimana dopo, attraverso continui conati di vomito da parte di Chiyoko. Non ci volle molto prima che la sua famiglia si rendesse conto a cosa era dovuta questa sua improvvisa condizione.
Non partì una scenata di dimensioni epocali giusto perchè la riservatezza doveva essere mantenuta al fine di evitare un probabilissimo scandalo. Hisao volle però sapere immediatamente chi fosse quel disgraziato che aveva insidiato la figlia. Da parte di questa non ci fu nessuna apertura, decisa a difendere con tutte le forze il proprio innamorato non proferiva parola. Non fu però complicato per suo padre ottenere le giuste informazioni, del resto Liam era diventato una presenza assidua nella residenza e le domestiche non impiegarono molto tempo a collegare i fatti.
A Liam fu severamente proibito di avvicinarsi alla dimora dei Kaiou, per poco gli affari con Lord Hummel saltarono. Questi si premurò di giurare che, appena rientrati in Patria, avrebbe abbandonato il ragazzo con figlio appresso, in quanto era stato deciso che a quel bambino indesiderato ci avrebbe pensato lui.
In un modo o nell'altro si riuscì a tenere segreta la gravidanza e a ridosso del parto la nave di Liam si apprestava per salpare. Ryann*9 O'Sullivan nacque in una piovosa giornata d'aprile, il cielo che pareva compatire quel povero piccolo ripudiato dalla sua stessa famiglia. Aveva gli occhi ancora chiusi Ryann quando un servitore dei Kaiou lo trasportò, raccolto in una coperta, all'albergo in cui alloggiava Liam con l'accortezza di non farsi vedere. Neanche il tempo di stare tra le braccia materne che il piccolo si apprestava a lasciare la terra Natia. Liam spese quasi tutto il denaro accumulato per premurarsi di avere nel viaggio per l'Inghilterra una nutrice che allattasse il piccolo in mancanza della madre naturale. Ora che aveva perso per sempre Chiyoko non avrebbe mai permesso che quell'unico legame tra loro scomparisse.
La ragazza invece appena ristabilitasi dalla gravidanza fu fatta immediatamente maritare con il figlio di un socio d'affari del padre. Matrimonio che però non durò a lungo in quanto Chiyoko morì pochi mesi dopo l'affissione dei rispettivi sigilli sul documento di matrimonio. Alcuni dicono per la troppa disperazione, altri per una malattia, alcuni arrivarono persino a mormorare quella parola che suonava come una condanna verso la sua famiglia " suicidio ".
Il bambino ed il padre invece riuscirono a sbarcare a Londra. Come promesso a Hisao Liam fu immediatamente licenziato ritrovandosi di fatto in mezzo ad una strada. Questo però non fu di certo un motivo per deprimersi, non poteva ora che doveva badare a Ryann.
Fortunatamente la comunità irlandese è sempre stata molto unita ed una volta che i suoi compatrioti vennero a conoscenza della sua storia non persero tempo ad accogliere tra loro quel ragazzo un pò vagabondo ed il suo figlio mezzo-sangue. Liam prese così a fare il garzone in vari pub londinesi con a capo un irlandese mentre il bambino veniva tenuto dalle madri e mogli dei suoi amici.
La storia si sarebbe potuta concludere così, con una giovane morta per il mal d'amore, un volenteroso straniero ed un piccolo bastardo. Ma il fato non aveva ancora finito di accanirsi ( o premiare, dipende dai punti di vista ) su di loro.
Un altro aspetto negativo dell'apertura ad occidente del Giappone era il proliferarsi delle malattie. Gli stranieri, abituati a viaggiare, avevano anticorpi molto più forti rispetto ai giapponesi indi per cui questo aspetto li toccò in maniera lieve. Ma dall'altra parte ci fu una strage, in particolar modo nelle famiglie dell'altra società, quelle che avevano maggiori contatti con gli occidentali. Hiroshi Kaiou, primo figlio di Hisao morì di tubercolosi a ridosso del venticinquesimo anno di età lasciando due figlie femmine. Suo fratello Nobu che di anni ne aveva diciannove lo seguì presto. Essendo ancora celibe non lasciò nessun erede. Delle figlie di Hiroshi solo Mei, la minore, sopravvisse, lasciando a Hisao, dieci anni dopo la nascita di Ryann , un'unica erede, femmina tra l'altro.
L'uomo si ritrovò così con le spalle al muro. O perdere il ramo principale della famiglia a favore di parenti lontani o passarlo attraverso un matrimonio ad un membro di un'altra casata. Proprio quando la disperazione stava iniziando ad annebbiargli la mente questa fu rischiarata dal ricordo di quell'unico nipote maschio ripudiato anni prima. Usando tutto il suo potere cercò informazioni inerenti al bambino e dopo mesi fu in grado di rintracciarlo grazie ai suoi contatti finanziari. Ryann era vivo ed in salute, scorrazzava per le vie di Londra insieme ad altri bambini figli del ceto popolare.
Da lì in poi la strada fu tutta in discesa, non fu difficile per un uomo del suo livello ottenere ciò che voleva anche a chilometri di distanza. Usando Lord Hummel come tramite fece sì che Liam, ed i suoi amici che si opposero al prelievo del bambino, fossero incarcerati e poi giustiziati in quanto appartenenti a quel nuovo gruppo rivoluzionario nato da pochi anni che reclamava l'indipendenza irlandese, l'I.R.A. Sebbene questi predicassero la loro innocenza non vi fu alcun dubbio in sede d'udienza su quale fazione avesse maggior credito di fronte al giudice. Del resto, come potevano solo sperare di vincere degli zoticoni irlandesi contro uno dei più rinomati Lord della corona?
Subito dopo l’esecuzione della condanna Ryann fu fatto imbarcare su una nave diretta in Giappone al fine d'incontrare i suoi unici parenti rimasti in vita. Rispetto al suo primo viaggio avvenuto anni prima questa volta l'esperienza fu decisamente più traumatica. Ai tempi non aveva nessuna coscienza di ciò che gli accadeva intorno ma ora sapeva bene che si trovava su quella nave, strappato da suo padre e i suoi amici perchè suo nonno, che non aveva mai visto in vita sua, aveva deciso che gli serviva come erede.
Passò il suo viaggio chiuso in un serrato mutismo, interrotto unicamente per le lezioni ( impartitegli da Lord Hummel) di lingua e cultura giapponese, meditando vendetta verso quell'uomo che gli aveva rovinato la vita.
Pioveva quando Ryann O'Sullivan rimise piede nel Paese che gli diede i natali. Ad attenderlo una carrozza inviata da Hisao. Insieme a Lord Hummel vi salì per recarsi nella dimora dei Kaiou. Nonostante non volesse ammetterlo, il paesaggio che il bambino vedeva al di fuori della carrozza lo stava affascinando.
Benchè la pioggia ne attenuasse la bellezza il suolo giapponese, ricoperto di fiori di ciliegio, aveva molto fascino, ben diverso dal grigiore causato dal carbone a cui era abituato a Londra.Non ci volle molto prima che la carrozza sostasse davanti ai cancelli della residenza dei Kaiou.
Una volta sceso, Ryann venne fatto camminare fino al salone principale ove ad attenderlo era presente il nonno, la cugina e la madre di questa.
Hisao non poteva credere alla fortuna che gli era capitata. Quel bambino, nonostante fosse un mezzo-sangue, mostrava pienamente la propria natura asiatica. Certo, gli occhi erano più grandi e aperti rispetto alla norma, la muscolatura era più pronunciata e il colore della pelle di un rosa vivace ma per il resto non sarebbe cozzato affatto affiancato a dei coetanei giapponesi. Anzi, questo suo distinguersi quel poco che basta lo avrebbe fatto positivamente spiccare sugli altri. Per quanto riguarda la sua pronuncia del giapponese, Hisao aveva già concordato con Asuka ( moglie del suo primo figlio) che da quel giorno il bambino sarebbe stato fatto passare come il gemello di Mei, fatto allontanare dal Giappone per preservarlo dalle epidemie così comuni e che ora che la situazione pareva essersi quietata era stato fatto tornare.
Quel piovoso giorno di marzo Ryann O'Sullivan sparì dalla faccia della terra per far posto ad Haruo Kaiou.*10

 
" Che storia! " esclamò Kazue " Però è abbastanza sorprendente per non essere di dominio pubblico " osservò dopo un momento di esitazione.
" I Kaiou hanno abbastanza influenza da mettere a tacere qualunque mala-voce " sentenziò Hitomi " Tenendo poi conto che gran parte delle famiglie presenti ai tempi sono cadute in rovina a seguito della Seconda Grande Guerra non mi sorprende se certe notizie siano sulla bocca di pochi. E poi chissà quante tra le famiglie rimaste devono la loro sopravvivenza a figli bastardi. "
" Quindi in definitiva tutto si riduce ad un “ se cado io mi porto dietro tutti voi “ " affermò Okada sistemandosi gli occhiali " Molto credibile "
" Beh, un conto è avere figli mezzo-sangue con inglesi o americani " esordì beffarda Homiko " Un altro è con degli irlandesi buoni solo ad ubriacarsi ed essere dominati dai vicini. Non credete anche voi? "
" In effetti... " mormorò appena Eriko.
" E ovviamente le cose non finiscono qui " sentenziò Homiko esibendosi in un sorriso a trentadue denti.
" Ce n'è ancora? " domandò perplessa Kazue.
" Si dice... " la voce della Takano si abbassò in concomitanza con l'avvicinarsi di un cameriere " Che Haruo Kaiou non amasse particolarmente la moglie scelta da suo nonno, tradendola sempre con donne di diversi Paesi. Pare poi che Isoroku sia in realtà figlio della sua ultima amante e non della madre ufficiale, del resto è impensabile una gravidanza in così tarda età non vi pare? In quanto unico maschio però è stato accolto in casa come figlio ufficiale della coppia. "
" Così sarebbe comprensibile anche l'insofferenza che Megumi Kaiou sembrava avere per il figlio " s'intromise Sato, di poco più vecchia di Isoroku più volte aveva avuto affari con il capofamiglia riscontrando questo fatto ai suoi occhi alquanto inusuale.
" Inoltre... " continuò Homiko " La giovane Michiru-san non è forse andata in Europa a studiare? Voi vi fidereste a mandare vostra figlia quattordicenne sola in un Paese straniero? "
" Vuoi forse dire che l'hanno mandata dalla sua vera nonna? " esclamò Eriko " Caspita, le sai proprio tutte tu "
La sua quantità d'informazioni è direttamente proporzionale alla propria ossessione, si ritrovò a pensare Kanzai che a quel punto poteva ritenersi soddisfatto delle notizie apprese. Con una scusa infatti si congedò dalle signore per poi andarsene dal ricevimento. E mentre percorreva la strada che l'avrebbe portato a casa pensò a come poter utilizzare queste nuove conoscenze.
 
 
*1 Bellezza del mattino
*2 Cinquantasei
*3 1920, in Giappone gli anni vengono contati attraverso “ periodi “ che comprendono gli anni di governo dei vari Imperatori.
*4 Bambina di mille generazioni
*5 Leggasi Earl Grey.
*6 Uomo dalla lunga vita
*7 In Italia questo movimento artistico è chiamato Liberty
*8 Guardiano
*9 Piccolo principe
*10 Uomo della primavera
Concluso il settimo capitolo!! Con un pò di ritardo devo ammettere XD. Capitolo incentrato principalmente  sul passato, in particolar modo di Michiru ( o per meglio dire della sua famiglia ) non sarò andata avanti con la storia ma penso che un capitolo del genere sia necessario. Boh, al massimo mi becco le vostre critiche XD Alla prossima!!
   
 
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