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Autore: amorecheuccide    10/04/2014    0 recensioni
Mi sentivo bene, completa.
Era talmente bello che volevo urlarglielo.
Mi ero innamorata di Alessandro.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Conobbi Alessandro in uno degli ultimi giorni di scuola, il 5 giugno.

Quel giorno però, la scuola la saltai.
 Mio cugino stava per sposarsi, impossibile mancare.

La sveglia puntata alle 7:00 come ogni mattina e come ogni mattina in casa padroneggiava la confusione. Vestiti sparsi sul letto matrimoniale, scarpe fuori dall’armadio, trucchi e pettine appoggiati appena all’inizio del comodino mentre la piastra per terra a scaldarsi.
Avrei giurato che quel giorno sarebbe stato uno come tutti gli altri, che avrei vissuto solo perché dovevo e non perché volevo.
Avrei giurato che quel matrimonio sarebbe stato uno dei tanti, uno di quelli che dimentichi dopo un paio di settimane.
E invece, invece quel matrimonio a distanza di un anno quasi, è il mio ricordo preferito.

Vestito di blu, occhi color cioccolato fondente e capelli scuri. Sorriso da mandarti in paradiso e viso da angelo. Era proprio davanti a me.
Mi guardava con quegli occhi belli e dentro vidi solamente un oceano.
Un oceano in cui avrei voluto viverci a costo di annegarci, non per un’ora, non solo per quel giorno, avrei voluto viverci tutta la vita.
Due minuti, bastarono due minuti soltanto a guardare quegli occhi che già era parte dei miei pensieri.
“Quanto è bello” pensai tra me stessa mentre la mano di mia cuginetta mi prese, mi portò con sé.
Lei mi parlava, voleva che andassi con lei in macchina ma ero troppo presa dallo sguardo di Alessandro su di me da riuscire a rispondere.
Senza pensarci troppo a lungo salii sulla macchina e ancora mi teneva la mano.
“Voglio vederlo di nuovo” mi uscii dalla bocca.
Scesi dalla macchina dopo venti minuti di viaggio, se così si può chiamare.
Continuai a girarmi da ogni parte per trovarlo ma non c’era.
Abbassai il mio sguardo a terra ad ogni complimento dei parenti, dicevano che ero ancora più bella.
Quando finalmente, con la faccia piena di imbarazzo, alzai gli occhi e c’era lui.
Mi sentivo bene, completa.
Come se, pur non conoscendolo, sentissi che lui fosse la persona giusta.
Quella persona con la quale si condivide ogni cosa, che sia bella o brutta, basta stare insieme.
E avrei voluto vivere quel giorno diversamente.
Quante cose avrei voluto fare o dire, quanto avrei voluto dirgli che agli occhi miei pareva bellissimo oppure prendergli le mano e promettergli che non me ne sarei andata più via.
Perché sì, lo ammetto, non volevo più andarmene via.
Ma la mia timidezza mi ha dato solo coraggio di restare lì ferma, con lo sguardo su di lui a innamorarmi di più ad ogni sua mossa.
Era talmente bello che volevo urlarglielo.
Era talmente bello che non riuscivo a vedere nient’altro che lui.
Cosa succedeva intorno? E chi se lo ricorda più, se il resto del mondo lo avevo cancellato.
Si fece sera e la maggior parte degli invitati cominciava a tornare a casa.
In quella sala, dove un minuto prima era piena di gente che ballava, cantava o semplicemente parlava, rimanemmo solo io e lui e “Più bella cosa” di Eros Ramazzotti come sottofondo.
Gli occhi su di lui, i suoi occhi su di me.
Le nostre labbra cantavano ogni parola della canzone senza sbagliarne nemmeno una.
“Grazie d’esistereeee”. Si sentirono due voci, la mia e la sua.
Erano le nostre voci ad aver cantato quella frase, non la voce di Eros.
Era forse destino o semplicemente una casualità?
Quello era uno di quei giorni in cui a casa non avrei mai voluto tornarci.
Lo guardai l’ultima volta senza sapere quando e se l’avrei rivisto, ma negli occhi miei viveva solo l’amore e la speranza.
 “Sarà per sempre, te lo prometto” ripetei tra me e me guardandolo ancora una volta.

Salii in macchina con il cuore che batteva fin troppo velocemente, con gli occhi lucidi e un sorriso vero, sincero. Un sorriso che mancava da troppo tempo.
Mi ero innamorata di Alessandro.
  
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