DISCLAIMERS:
~
Tutti
i personaggi, etc di "CAPTAIN TSUBASA" sono © di Yoichi
Takahashi. All rights reserved. First published
in Japan in 1981 by SHUEISHA INC., Tokyo.
~
Un
ringraziamento particolare da parte di Mentina va alle autrici stoiche della
sezione Captain Tsubasa, a tutte le Mary Sue della sezione e alle Fanfiction di
trenta capitoli…
~
Ho
deciso di utilizzare i nomi originali (tranne quello di Amy… Yayoi proprio non
mi piace, sorry per i fan) anche se non ho mai letto il manga, il motivo?
Perché rispecchiano la personalità di chi li possiede… va bene, le prime volte
che leggerete Wakabayashi probabilmente vi verrà da ridere, poi con l’andare
avanti del tempo scoprirete che sotto il cappellino si nasconde Genzo e non
Benji…
***Nagareoshi no
oyasumi***
(la buonanotte delle
stelle cadenti)
Mentre
la sedia a dondolo mi cullava, sentivo il rumore delle onde del mare
infrangersi a riva, il ronzio delle zanzare, il canticchiare delle cicale e i
rumori che si sentono quando di sera il mare è calmo e la luna riflette una
scia lattea sulla superficie argentea dell’acqua salata.
La
luce soffusa che arrivava dalla lampada alogena che avevo lasciato accesa sul
comodino, discreta e quasi nascosta, che bagnava di tenue luce nivea l’ambiente
alle mie spalle.
La
brezza frizzante della notte mi accarezza il viso.
Mi
volto e la osservo, silenzioso, compiaciuto… innamorato.
È
così dolce, il solo guardarla stringere tra le braccia quella creatura, frutto
del nostro amore, quel bambino così tranquillo, che strizza i suoi piccoli
grandi occhietti, che con le manine le accarezza il petto senza nemmeno
saperlo, che la studia mentre si abbandona alla sua voce che sta cantando una
canzone d’amore anziché una ninnananna, un motivo calmo come le acque del mare,
dolce come il profumo di fiori, come la sensazione di affetto che li circonda,
quel legame che hanno creato ormai più di nove mesi fa, quando ha iniziato a
fare parte di lei, di me… di noi.
E’
una mamma paziente, premurosa, affettuosa… come lo è sempre stata, una persona
stupenda, dolce e comprensiva, pacata e serena, forse poco capace di nascondere
le preoccupazioni ma mai, mai ossessiva, gioca con lui ogni momento della
giornata, alterna i sorrisi ai lavori di casa… una donna fantastica, capace di
organizzare la giornata al meglio, di cimentarsi ai fornelli nonostante
continui a sorvegliare il bambino.
Quando
ripenso a me, ai momenti che abbiamo condiviso… al modo in cui mi ha detto che
il nostro cucciolo aveva deciso di venirci a trovare sulla Terra, a come mi è
stata vicina nei momenti bui, a quando da ragazzini, era sempre al mio
fianco, a quando mi sono accorto dei
sentimenti che provo per lei…
“Mangaer…
io penso che tu debba sapere qualcosa…” mi guardava stranita, confusa e curiosa
con i suoi grandi occhi di cacao, aspettava impaziente ciò che dovevo dirle,
nascondendo il desiderio di saperlo il più presto possibile “ ecco… io…” il
sorriso di lampone che mi aveva regalato fino a quell’istante si stava piegando
in uno sguardo preoccupato, lo avevo notato da come stringeva i lati degli
schedari, uno dei suoi primi esami, appena dato, si era meritata un 29, solo
una piccolissima dimenticanza, un blocco psicologico… poi si era sciolta ed aveva
preso a parlare lentamente, socchiudendo gli occhi.
Avrei
voluto farlo anche io, ma, non avrei mai potuto.
Continuavo
a fissare quelle iridi di cioccolata, pescando le parole giuste, quelle che non
mi ero preoccupato di cercare prima di quel momento, quando si era avvicinata e
abbracciandomi aveva annunciato il voto preso… “capitano, qualcosa non va?”
chiese tutt’ad un tratto.
“Come?”
chiesi, poi cercai di farmi durare il cuore nuovo per altri dieci secondi e le
rivelai ogni cosa.
“Manager,
credo proprio di essermi innamorato di te” così, semplicemente, lasciandola
immobile dinanzi a me, mentre gli schedari precipitavano pericolosamente nella
sabbia del bordo campo…
Mi
guardava dagli spalti, seduta a fianco di Nakazawa.
Le
brillavano gli occhi mentre si avvicinava alla rete, la raggiunsi correndo
nonostante lo avessi già fatto per 90 minuti. La osservai… era davvero
bellissima. Incrociò le dita tra le mie, tra la rete e si avvicinò al mio viso
dicendomi “che goal fantastico, capitano!” allora le sorrisi “tutto tuo” anche
lei sorrise e poi mi fece segno di dirigermi verso l’entrata degli spogliatoi,
mi avrebbe raggiunto là.
Ero
ansioso di sapere che stava succedendo… le presi la mano e le diedi un bacio a
fior di labbra.
Mi
guarda titubante prendendo fiato. “Anche io ho qualcosa di tutto tuo, anzi,
tutto nostro” la guardai senza capire, fino a che non prese la mia mano tra le
sue e se l’avvicinò al ventre.
Ho
spalancato la porta dello spogliatoio, tra le urla di Wakabayashi che era
praticamente in mutande e quelle di Matsuyama che stava uscendo dalla doccia.
“… io … lei … insomma …” tutti si stavano chiedendo se stessi davvero bene e
addirittura Misaki mi appoggiò una mano sulla fronte.
“ehi,
amico… che ti succede?” lo guardai con la faccia da ebete “niente, aspetta un
bambino” si voltarono tutti guardandomi sornioni e tra subdole pacche sulle
spalle simpatiche battutine saltellavano da una parte all’altra della stanza.
La
mia vita mi corre davanti agli occhi attraversando l’immagine che osservo da un
tempo indefinito.
Poi,
separandomi dai miei ricordi, la vedo scrutarmi e avvicinarsi lentamente, senza
stendere il piccolo nel lettino, tenendolo ancora tra le braccia, fino a
giungere alle spalle dello schienale e adagiarmi sul petto il nostro piccino.
Gli
sfioro una guancia, prendo tra la mia una delle sue minuscole manine e comincio
a parlare.
“
Ehi… ciao cucciolo… sai una cosa? Un giorno, quando diventerai grande e forte,
se lo vorrai, papà ti insegnerà a giocare a pallone, ti farà conoscere i suoi
amici, potrai giocare con loro… vedrai quanto ti divertirai! E poi, quando
sarai un po’ più grandicello decideremo quale sarà il ruolo più adatto per te…
se farai il portiere come il grande Wakabayashi, lo chiamano Super Great Goal
Keeper, è davvero formidabile, pensa che una volta riuscì a parare un tiro del
Kaiser ad occhi chiusi… oppure chissà, diventerai un attaccante potente come
Hiyuga, la Tigre… si allena con una palla medica ancora oggi… e, se diventassi
una rivelazione come Tsubasa? Andrai in giro alla volta del * Boru wa Tomodachi
*… - sorrido divertito – Tsubasa è un grande amico, amico di chiunque decida di
correre dietro ad una cosa sferica a scacchi, al massimo crescerai come Misaki,
pensa che già da piccolo aveva girato per il mondo in tantissimi paesi
differenti, conosceva tante lingue diverse, chiamavano lui e Tsubasa la
GoldenCombi… insieme sapevano mettere in difficoltà qualsiasi barriera
difensiva. Sai cosa rimane? Un tiretto alla Matsuyama. Il rubacuori delle
manager… ti vedo già correre con un’ hakimaki legata in testa… ma il regalo più
grande, quello più bello, che tu potrai mai farmi, sarebbe di indossare la
maglia con il numero 6 in nazionale” concludo e lo guardo.
Si
è addormentato… forse per ora, parlare di calcio è troppo presto.
Lo
tengo fermo su di me ancora un poco.
E’
così leggero, così tenero e indifeso… eppure, so che è forte, che diventerà un
ragazzo fantastico, che quando crescerà sarà capace di rendermi il padre più
felice dell’universo intero.
Ci
guarda sistemando il lettino, mentre il suo sorriso lampone si dipinge ancora
una volta sul suo viso, torna da noi in terrazza, ci accarezza a tutti e due,
nella stessa maniera, passando lievemente la sua mano tra i nostri capelli, mi
fa segno di portarlo in camera e mi alzo con cautela tenendolo con più
delicatezza possibile, lei ci segue, lo sistema dopo che lo ho appoggiato e poi
mi prende la mano.
Si
alza in punta di piedi e mi dà un bacio sul naso.
Le
accarezzo le guance mentre chiude gli occhi e sfioro le sue labbra con le mie.
Un
bacio, un altro e un altro ancora, all’infinito.
Apro
gli occhi le prendo una mano.
“Amy
… mi vuoi sposare?”
sorride
e mi circonda il collo con le sue braccia di perla, tocca appena la mia guancia
e sento che una lacrima di cristallo, le sta attraversando la gota, non si
muove, mi stringe sempre di più e sussurra
“…
non aspettavo altro”
End
Nota
dell’autrice:
Ed
ecco che ne finisce un’altra.
Questa
mi è piaciuta davvero… anche perché diciamocelo, quanti di noi giovani pulzelle
hanno agognato a vedere qualche bella scena d’amore tra i nostri pupilli? … io
l’unica scena un po’ un po’ che ricordo (purtroppo mi sono persa quella di Maki
e Kojiro /me disperata piange stile fontana di Versailles)
era quando Sanae porge un fazzoletto a Tsubasa e dice “… asciugati il sudore”
-__-‘ a me ha fatto davvero schifo perché poi se lo è ripreso… ma che vogliamo
farci? L’amour è sempre l’amour!!
In
gamba, gente!
Un
kisu gigante, Mentina