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Autore: Slytherin_TeMe    10/04/2014    4 recensioni
(OOC perchè in una coppia non canon è impossibile tenere perfettamente il carattere originale del personaggio, nonostante io ci abbia realmente provato)
Dal testo:
-Prima di tutto questo, Stiles.- il tono sembrava annoiato, eppure non era così, aveva sentito una parola che non gli era piaciuta, non in quel contesto almeno.
-Casa?- optò Stiles.
-Prima.-
-Lasciami?-
-Prima.-
-Derek, non puoi semplicemente dirmi di cosa stai par..-
-Pensi che mi vergogni di te?- gli occhi si erano, per qualche istante, ridotti a due fessure, poi erano tornati a guardarlo, nel più profondo stupore.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Shame




Da quando lo erano, per Derek era cominciato l'inferno nel girone della vergogna. Stiles era un personaggio così ridicolo che lo faceva pentire della decisione che aveva preso. Probabilmente se fosse tornato indietro non gli avrebbe permesso di appiccicare su di loro quella stupida etichetta. Anche perché Stiles pareva molto voglioso ad usarla senza ritegno. 
-Tu sei il mio...- aveva iniziato quel giorno, mentre cercava di costringerlo a fare qualcosa per lui. 
-Stiles, se finisci la frase, ti stacco la testa. Con i denti.- mormorò Derek, sull'orlo di una crisi nervosa. 
Stiles alzò le braccia in segno di resa, poi uscì dal loft, seguito da Derek, anche se non aveva alcuna voglia di andare con lui e i suoi patetici amici, in quel patetico posto, dove tutti raggiungevano il massimo dell'essere patetici, credendosi fighi. 
Eppure ora aveva appena finito di litigare con Stiles, che voleva a tutti i costi andare con la sua jeep,  c'era voluta una sola frase, mormorata nel suo orecchio con tono roco e strascicato, per fargli cambiare idea. 
Salirono sulla Camaro, e stranamente fu proprio l'alfa a dire a Stiles di sedere davanti, quando lui stava già andando dietro. L'occhiata del ragazzo faceva ben intendere quanto fosse confuso, ma con un cenno del capo si sedette davanti. 
-Perché sono il..- 
-Stiles. Sta. Zitto.- accese il motore e sgommò via. La festa fu noiosa più di quanto si immaginasse. 

Era appoggiato da tutta sera a una colonna che sorreggeva l'edificio, e guardava dritto davanti a se, concentrandosi su una T-shirt larga e grigia, a dei corti capelli scompigliati, al viso e al corpo di Stiles. Quello, notando di essere fissato, si voltò verso di lui, e allontanandosi da dove si trovava, si avvicino scansando le altre persone, verso Derek. 
-Non ti piace per niente, vero?- gli chiese arrivando con le labbra alle sue orecchie. 
Derek, possessivo, avvolse la vita del giovane con un braccio, costringendolo a rimanere addosso a lui. -Non ti perdonerò tanto facilmente per avermi portato qui.- gli rispose lui, mordendo il lobo dell'orecchio del giovane, facendolo ridere. 
Arretrò un po' con il viso, guardando gli occhi verdi di Derek, e gli sorrise. Derek gli stampò un bacio sulle labbra, che venne prolungato da Stiles, che si spinse con forza contro il viso del lupo. 
-Stiles.- Derek lo allontanò senza gentilezza, guadagnandosi un occhiata tra lo sbalordito e l'offeso. Tornò poi sui suoi passi, per tornare tra gli altri, dando volutamente le spalle al lupo.
 -Ragazzino.- disse Derek scontroso, per tornare con le braccia incrociate al petto. A quanto pareva, la serata sarebbe stata molto lunga, piuttosto noisa (soprattutto per qualcuno) e pessima. 
Stiles non lo aveva più guardato, ballava, in quel modo ridicolo che faceva spesso sogghignare il lupo, dandogli le spalle, e nonostante si sentisse osservato, non aveva alcuna intenzione di voltarsi a controllare che il lupo fosse effettivamente li. 
Non uscirono da quel locale, pieno di luci al neon, laser dall’alto e quella orribile luce lampeggiante, fino quando l’orologio non scoccò le quattro del mattino. Chi stanco, chi un po’ meno, e ancora chi, nonostante fosse davvero molto stanco, non aveva perso la sua energia, infatti Stiles sembrava il solito di sempre, iperattivo e logorroico, l’unica differenza era che nessuno si degnava di ascoltarlo. 
Si era seduto dietro questa volta, ignorando l’occhiataccia di Derek, e si era accoccolato contro la porta dell’auto, chiudendo gli occhi. Fece parecchie fermate, prima di giungere davanti a casa propria. Derek spense il motore e vide, grazie allo specchietto retrovisore, Stiles, che scattando in piedi come una molla (in un modo che solo lui sapeva fare) uscì dall’auto, dirigendosi a passi spediti verso la porpira jeep, ancora abbandonata li. 
-Dove credi di andare?- gli disse il lupo, sbattendo la porta dell’auto dietro di se. 
-A casa, Derek, dove dovrei essere da ore, dove ho intenzione di andare. E tu non puoi negarmelo, non ne hai alcun diritto.- aprì lo sportello della jeep, montandoci sopra, ma prima che potesse anche solo infilare la chiave nel quadro, il corpo muscoloso dell’altro, era davanti al muso dell’auto. 
-Forse non sono stato chiaro.- disse rocamente il lupo, le braccia incrociate al petto e lo sguardo serio. –Tu non vai da nessuna parte.- 
-Derek, ti investo se non ti sposti.- non era arrabbiato, era piuttosto scocciato, e voleva andare a casa. La mano appoggiata pigramente sul volante, le dita che tamburellavano inquiete su di esso e lo sguardo fisso davanti a se. 
Derek non si spostò, anzi, fece un passo in avanti, ora era a pochi centimetri dalla jeep. Stiles sbuffò, infilò la chiave nel quadro ed accese il motore, per poi ingranare e premere il piede sul gas, toccando, nemmeno con troppa delicatezza il corpo di Derek con il muso blu dell’auto. In uno scatto che sorprese persino l’umano, nonostante ormai conoscesse bene il licantropo, Derek arrivò alla portiera dell’auto, aprendola e tirando fuori il ragazzino per la maglia. 
-Non ti chiederò che cosa ti prende, solo perché non mi interessa.- lo guardò fisso, a una spanna dal suo naso. 
-Hai mai sentito parlare di “buone maniere”, Derek?- gli disse Stiles, cercando di allontanarsi dalla presa. Si arrese qualche istante dopo, quando l’unico risultato fu la maglia allargata e stropicciata alla base del collo. 
-Senti, è chiaro che ti vergogni di me, quindi, ora, lasciami andare a casa a rassicurare uno sceriffo della mia non morte, ne tanto meno di un rapimento o qualcosa del genere. Probabilmente ci saranno già in giro i cani e tutta la polizia che è riuscito a recuperare, vista la fuga inaspettata, è giusto un po’ paranoico, quindi ora, che ti dispiaccia o anche no, lasciami andare.- disse in modo rapido Stiles, e finalmente le mani di Derek si allontanarono dal proprio corpo. 
-Cos’hai detto?- disse aggrottando le sopracciglia. 
-Seriamente? Devo ripeterti tutto? Non credo che su di te il super udito funzioni alla grande, forse hai bisogno di un apparecchio acustico.- commentò. 
-Prima di tutto questo, Stiles.- il tono sembrava annoiato, eppure non era così, aveva sentito una parola che non gli era piaciuta, non in quel contesto almeno. 
-Casa?- optò Stiles. 
-Prima.- 
-Lasciami?- 
-Prima.- 
-Derek, non puoi semplicemente dirmi di cosa stai par..- 
-Pensi che mi vergogni di te?- gli occhi si erano, per qualche istante, ridotti a due fessure, poi erano tornati a guardarlo, nel più profondo stupore. 
-Non ho bisogno di spiegazioni, tante altre persone si sono vergognate di me in passato, forse qualche volta mio padre si vergogna di me, tutt’ora. Quindi nessun problema.- Derek non parlò più, ma non era una novità, ciò che sorprese un po’ entrambi, fu che nemmeno Stiles aveva più niente da dire, per questo voltò nuovamente le spalle al lupo, salì sulla sua auto e se ne andò, lasciando Derek da solo nel parcheggio. 
Pensava, stupidamente, che Derek avesse in qualche modo (in uno dei suoi modi piuttosto bruschi) provato a negare che non si vergognava di lui, del suo essere logorroico, iperattivo, sarcastico e anche un po’ strano, in tutte le sue sfaccettature. Credeva che gli avrebbe fatto intendere, senza usare le parole, che se stava con lui c’era un motivo. Anche se la parola “stare” era piuttosto ampia per il loro rapporto. 
Derek non aveva mai pronunciato la frase “il mio ragazzo” e ancor peggio, vietava al sottoscritto di dirla. Questo faceva nascere in Stiles il dubbio atroce che per Derek tutto ciò che erano, in realtà corrispondeva a un bel fico di niente. 
Guidò velocemente, spingendo la sua jeep oltre i limiti concessi, fino ad arrivare a casa, dove, con un parcheggio degno di un impedito, fermò l’auto. Fortunatamente suo padre non si era accorto della sua assenza, sgusciò lentamente in casa, salì con attenzione le scale e si barricò in camera. La prima cosa che fece fu quella di chiudere la finestra, ma ammettiamolo, un lupo incazzato può essere più veloce di una jeep da quattro soldi. 
-Sono già entrato.- disse Derek alle sue spalle, cogliendolo di sorpresa. Stiles represse lo spavento e si voltò appoggiando le spalle contro il vetro freddo. 
-Cosa vuoi?- domandò, e come il lupo davanti a se, incrociò le braccia al petto, guardandolo fisso, attraverso l’oscurità. 
-Pensi che io mi vergogni di te?- 
-Sei sicuro che non ti serve una visita? Mi sembri peggiorato d’udito.- con un dito fece un ampio giro attorno ad una delle proprie orecchie, senza mai abbassare lo sguardo. 
Ecco cosa lo rendeva speciale, confronto a tutti gli altri. Il fatto che Stiles, nonostante in principio avesse avuto paura del lupo, non abbassava lo sguardo, mai. 
-Idiota.- sbottò il lupo, facendo ridurre gli occhi di Stiles in due fessure, curioso. 
-Io sarei l’idiota?- domandò a quel punto il ragazzo. 
-Fatti una visita, cominci ad essere sordo.- ribatté Derek. 
Stiles non seppe cosa, ma qualcosa solo nell’accusa del lupo gli aveva fatto capire che forse non si vergognava troppo di lui, magari solo un pochino. Infondo, per ora, non aveva mai incontrato una persona che non si vergognasse di lui o per lui, se non se stesso. 
-Idiota.- fu la stessa accusa, Stiles brandì la stessa lama, prima di avvicinarsi al lupo. 
–E non dire che non hai sentito, perché te lo ripeto finchè non mi scoppiano i polmoni, o le corde vocali.- 
-Talvolta gradirei saperti muto.- Derek fece qualche passo avanti, fino a raggiungere il ragazzo. 
-Talvolta?- gli chiese Stiles, solitamente la gente lo avrebbe preferito muto. 
-Solo quando parli.- cinse la vita del giovane con le braccia, guidandolo verso di se. 
-Ah beh, è sempre bello sapere che il tuo ragazzo,- e sottolineò molto bene le ultime parole, -non vede l’ora di strapparti le corde vocali. Con i denti.- 
Non c’è ne fu bisogno però. 
Stiles smise di parlare dopo il mezzo sorriso di Derek, e smise di respirare, o così gli parve, quando le labbra del lupo toccarono le sue. 
Poi, semplicemente smise di pensare, quando il corpo di Derek lo spinse sul letto. Stiles si lasciò completamente, ed irrimediabilmente alle mani rudemente delicate di quello che, volente o nolente, era il suo ragazzo. 




Angolo autrice:
Piccola fic che mi è venuta in mente sul pulman direzione lavoro, spero sia di vostro gradimento! A presto!
Slytherin_TeMe
  
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