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Autore: Lily_and_the_Marauders    10/04/2014    2 recensioni
SLASH!LARRY || AU || Fluff
Se un cane non gli avesse fatto pipì sulla gamba, probabilmente Louis non avrebbe mai conosciuto Harry.
Ospiti speciali di questa one-shot: Daisy e Phoebe Tomlinson.
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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N.d.A.: Salve, sempre io *fa ciao con la manina*. Ho scritto questa cosa circa un mese fa e non ero per nulla convinta del risultato, Mi sono presa un po' di tempo per riaggiustarla e poi mi son detta "perchè lasciarla ammuffire nel pc?". Quindi eccomi, eccola. Non è davvero nulla di speciale, solo un concentrato di fluff perchè ricordo che in quel periodo ne avevo parecchio bisogno. E' una breve AU campata per aria, insomma. By the way, spero che vi piaccia almeno un po', abbastanza da lasciare anche un commentino (lol). 
Non mi dilungo troppo, anche perchè ho sonno. Buona lettura c:

Breve disclaimer: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di queste persone, nè offenderla in alcun modo.
Avvertimento: Per chi ancora non l'avesse capito, questa è una SLASH. Uomo x uomo. Se non gradite, state alla larga.



Per qualunque cosa, mi trovate su twittah: https://twitter.com/ohmycastieel





 
Una panchina nel parco.
 
  
 
La primavera è una stagione meravigliosa; gli alberi fioriscono, gli uccellini cinguettano e i cani ti fanno pipì sui piedi.
Un momento. Cosa?
Okay, torniamo indietro di circa un'ora.




- Davvero, Stan, sono incasinatissimo oggi. Devo anche passare a prendere Daisy e Phoebe a scuola e portarle al parco, gliel'avevo promesso. Ti giuro che appena mi libero passo da te e proviamo il nuovo Fifa. - Louis teneva il cellulare incastrato tra la guancia e la spalla mentre procedeva a passo spedito vero le Elementari. Le mani erano indaffarate una a selezionare la prossima canzone da ascoltare e l'altra a cercare qualche spicciolo nella tasta dei pantaloni da spendere in caramelle per le due pesti. Come faceva a fare tutte quelle cose contemporaneamente? Non ne aveva assolutamente idea. 
Chiuse la chiamata con Stan e sbuffò spazientito. Si rimise gli auricolari e Don't Stop Me Now gli rimbombò nelle orecchie. 
Pochi minuti dopo, scorse, da lontano, le sue sorelline che lo stavano già aspettando fuori dal cancello. Quella mattina si erano messe degli strani cappelli a forma di testa di animale: una era una tigre, l'altra era una zebra. Louis sorrise. - Ehilà, nanette! - esclamò raggiungendole. 
Le bambine lo abbracciarono. - Hai le caramelle, vero? - chiese Phoebe.
Louis alzò gli occhi al cielo. - Alcune volte sembra che mi sfruttiate solo per ottenere delle caramelle extra. - 
Entrambe allora fecero gli occhi dolci e, all'unisono, intonarono un - Ma noi ti vogliamo tanto bene, Boo Bear! - 
Louis sorrise divertito e porse loro il saccetto pieno di dolciumi che si era fermato a comprare lungo la strada. - Che razza di ruffiane - commentò mentre le due si abbuffavano. 
Il parco distava solo dieci minuti a piedi quindi ci misero poco per arrivare. Le bambine, appena indtravidero scivolo e altalene, appiopparono a Louis gli zainetti e corsero via. 
Forunatamente per lui, le due parvero anche aver perso interesse per le tanto amate caramelle così il ragazzo trovò un modo per consolarsi. 
Si andò a sedere su una panchina non troppo lontana dai giochi per poterle tenere d'occhio. 
In un primo momento chiuse gli occhi e si rilassò; il sole sembrava essere emerso dalle nuvole e l'aria primaverile iniziava a farsi sentire. Poi però avvertì del bagnato. Sulle sue scarpe. Trattenne il fiato e, tristemente, cantilenò a mente la filastrocca della Signora Benson che, in quel momento, si addiceva perfettamente alla situazione. Wet and sticky is very icky. Sticky and wet makes Louis upset1. Piano, aprì prima un occhio e poi l'altro e Ti prego, fa che non sia ciò che penso. Per favore.
Ovviamente, fu proprio ciò che aveva pensato. Alla vista dell'alone formatosi sulle sue scarpe represse un urletto che sarebbe sembrato molto poco virile. Invece, puntò gli occhi sulla bestiolina che aveva osato far pipì sulle sue amate Vans nuove di pacca. 
- Sciò - gli fece, muovendo un po' la mano per mandarla via. Il cagnolino non si mosse, lo stava fissando. Decise di ignorarlo e tirò fuori un fazzoletto per asciugare quella catastrofe.
Quando alzò di nuovo lo sguardo, il cane era ancora lì. 
- Senti, sei davvero un bel cucciolo ma torna dal tuo padrone, okay? Io non sono un alberello su cui puoi fare i bisogni. - Improvvisamente si sentì un totale idiota perchè stava davvero parlando con qualuno che non poteva capirlo. Come per dispetto, poi, il cane lo stava ancora fissando con degli occhioni dolcissimi. E il pelo sembrava così morbido. Louis si riscosse. Quel cane gli aveva appena fatto pipì sulle scarpe, avrebbe dovuto avercela con lui. Il cucciolo si mise a sedere facendogli capire che non aveva nessuna intenzione di andarsene. Louis sbuffò. - Okay, piccoletto. Hai un collare? - ovviamente il cane non rispose alla domanda. Il ragazzo scosse la testa dandosi del cretino e gli si avvicinò individuando la targhetta su cui però era scritto solo il nome. 
- Ben - lesse. - Okay, quindi sei un lui. Perchè sto continuando a parlare da solo? - Gli accarezzò la testolina marrone e quello scodinzolò felice.
- Oh mio dio, ma è dolcissimo! - esclamò Phoebe che, nel frattempo, era sopraggiunta insieme alla gemella. Daisy si accucciò accanto al cagnolino e prese a giocherellarci. -Possiamo tenerlo, Boo? - domandò. 
Louis scosse la testa. - Non se ne parla, questo cane appartiene a qualcuno. Non possiamo portarlo via. - 
Proprio in quel momento, il cucciolo prese ad abbaiare facendo sobbalzare tutti e tre. 
- Cosa c'è? - chiese invano Daisy. 
- Probabilmente era una sorta di richiamo per il suo padrone - ipotizzò Louis anche era convinto di aver appena sparato un'idiozia; si alzò per guardarsi intorno. 
C'erano bambini ovunque, qualche signora anziana che passeggiava placidamente tra gli alberi e delle mamme apprensive che seguivano ogni movimento dei figli. 
Poi ecco che Louis lo intravide, o almeno pensò di aver riconosciuto il probabile padrone. 
Rosso in viso, il ragazzo si stava guardando intorno con l'aria apparentemente disperata. 
- Aspettate qui, ragazze - ordinò alle sorelle. Prese in mano il guinzaglio che il cucciolo si era trascinato dietro e si incamminò verso il probabile perdi-cuccioli
Ben abbaiò di nuovo, questa volta trascinò praticamente Louis per tutto il parco. La taglia non è sinonimo di forza, dicono. 
Così, alla fine, Louis ci aveva visto giusto. Il poveretto, appena vide la coda scodinzolante del cagnolino, riprese un colorito normale e tornò a respirare. 
- Santo cielo! - esclamò precipitandosi verso Louis. - Grazie per averlo riportanto, mi hai letteralmente salvato la vita. - 
Louis gli porse il guinzaglio. In qualsiasi altro momento, gliene avrebbe persino dette quattro perchè, diamine, 'la prossima volta potresti fare più attenzione, no?' Invece disse solo: - Figurati, non c'è problema. - 
Perchè? Beh, semplicemente perchè il ragazzo aveva sorriso e Louis era rimasto intontito.
Seriamente, come si fa ad avere un sorriso del genere? Con quelle fossette. Dovrebbe essere vietato. 
Louis si schiarì la gola. - Uhm, voi un po' d'acqua? Sembri piuttosto agitato, ancora. - 
Effettivamente, Mr. Sorriso (okay, è un soprannome banale ma, hey, fin quando non gli avrebbe detto come si chiamava questo rendeva bene l'idea) aveva ancora il fiatone e i capelli dannatamente in disordine. Ci aveva di sicuro passato le mani chissà quante volte, in preda all'ansia. 
Mr. Sorriso annuì. - Grazie, sì. - 
Louis lanciò un'occhiata alla panchina dov'era seduto e notò che Phoebe e Daisy si stavano facendo delle coroncine di margherite. Proseguì verso il chioschetto, allora. 
- Può darmi un bicchiere d'acqua fresca, per piacere? - chiese cortesemente al barista. In un baleno, lui riempì il bicchiere e glielo passò. - Prendo anche due, uhm, lattine di coca-cola? - si voltò verso Harry che annuì sorridendo con gli occhi mentre beveva l'acqua tutta d'un fiato. 
- Due lattine di coca-cola. - ripetè allora deciso al barista. - E due gelati alla... uhm, al cioccolato. - Per le due pesti, aggiunse, tra sè e sè.
Harry si fece avanti per pagare ma Louis lo fermò. - Lascia, faccio io questa volta. - Okay, forse non avrebbe dovuto flirtare così esplicitamente con un ragazzo che conosceva appena. Non sapeva il suo nome e non sapeva neanche se fosse ga- 'oh, un momento, ha davvero ammiccato?' 
Sì schiarì la gola, cercando di guardare altrove  e, in qualche modo, riuscì a portare i due gelati alle bambine senza farli sgocciolare ovunque, men che meno sui propri vestiti. 
- Grazie, Boo - dissero in coro le gemelle. - Ciao, è tuo il cane? - chiese Phoebe rivolta a Mr. Sorriso. Seriamente, doveva farsi dire il nome.
- In teoria sì... Me l'hanno affidato per qualche settimana, i padroni sono in vacanza. - 
Le due bambine annuirono un po' deluse. 
- Comunque, io sono Harry - si presentò, inghinocchiandosi di fronte alle gemelle. 
- Io sono Daisy e lei è Phoebe. Quello che ti ha riportato il cane invece è nostro fratello, Louis. Non è adorabile? Scommetto che ti piace, eh? Piace a tutte le nostre compagne di scuola, vero Phoebe? - 
Louis si mise in mezzo. - Okay, avete detto abbastanza, tornate a giocare adesso. - Lanciò loro un'occhiata minacciosa e le due se la filarono ridendo a crepapelle. 
Imbarazzato, Louis si voltò verso Harry. - Mi... mi dispiace, davvero. Sono delle pesti. - 
Harry scosse la testa, sorridendo. - E così hai delle piaccole ammiratrici, eh? - 
Louis si portò una mano a coprirsi il volto. - Così pare - bofonchiò, imbarazzato. 
- Devi avere qualche talento nascosto per far cadere ai tuoi piedi così tante ragazzine - continuò imperterrito Harry, il sorriso che si allargava sempre di più. 
- Beh, in effetti è così - confessò Louis che a sua volta stava sorridendo. - Vediamo, uhm, sono capace di toccarmi il naso con la lingua, so dire l'alfabeto al contrario e conosco a memoria tutte le canzoni di Grease - disse, soddisfatto. 
Harry ridacchiò. - Accidenti, ora capisco perchè hai così tante ammiratrici! - 
Louis rise a sua volta, aprì con uno schiocco la lattina e si mise a sedere ai piedi di una delle quercie. Harry lo imitò portandosi poi il cagnolino in grembo. 
- E tu, Harry? Hai qualche talento nascosto? - 
Il ragazzo sembro pensarci su, alla fine se ne uscì con un - Toc, toc.
Louis sorrise. - Chi è ?- 
- Barbie. - 
- Barbie, chi? -
- Barbiecue 
Louis soppiò a ridere. -Harry, era davvero pessima - gli disse, poi, tra una risata e l'altra.
- Ho un quadernino pieno di questa roba, dovresti vederlo - confessò allora lui, sorridendo.
Louis scosse la testa, incredulo. - Sei strano. - 
- Hey! - esclamò Harry dandogli una spintarella con la spalla. - Sei te quello che riesce a toccarsi il naso con la lingua, a dire l'alfabeto al contrario e che conosce a memoria tutte le canzoni di Grease. -
- Guarda che Grease è un must. Conoscere ogni battuta e ogni canzone mi pare il minimo - ribattè lui, cercando di fare l'offeso. 
Harry portò le mani avanti, in segno di resa. - Okay, va bene, hai vinto te. - 
Louis sembrò parecchio soddisfatto. Il sorriso gli sparì presto dal volto, però, perchè Phoebe arrivò da lui in lacrime accompagnata dalla sorella. 
- Che cosa è successo? Ti sei fatta male? - le domandò, preoccupato, una volta che lo raggiunsero.
Daisy scosse la testa. - Stavamo facendo delle coroncine con i fiori ed è arrivata una bambina che, per dispetto, ha distrutto quelle di Phoebe. - 
Louis asciugò le lacrime dal viso della sorellina. - Mi vuoi dire chi è stato? - 
La piccola tirò col naso. - Non ha importanza, ormai, sono andate distrutte. - 
Daisy le battè piano la mano sulla spalla, in segno di incoraggiamento. 
Harry a quel punto si avvicinò di più alle bambine facendo attenzione a non svegliare il cucciolo che si era assopito accanto a lui. - Phoebe, ti va se le rifacciamo? Ti aiuto io, dai. - 
Phoebe sorrise, riconoscente e, insieme alla sorella, andò a cogliere altre margheritine. 
Louis si perse poi nel guardare Harry intrecciare i gambi uno ad uno. Lo faceva con estrema delicatezza, attento a non far cadere i petali. Le sue mani erano grandi, questo perchè era alto almeno cinque centimetri in più di Louis anche se doveva avere qualche anno in meno. I tratti del viso erano dolci, gli occhi verdi si stavano concentrando sull'esile gambo dei fiorellini. Ogni tanto, i capelli ricci gli ricadevano morbidi sul viso e lui, con un movimento fluido della mano, se li riportava indietro. Louis si accorse di non essere l'unico a fissarlo, anche le bambine erano ammaliate dall'estrema precisione con cui il ragazzo stava creando la coroncina di fiori. 
- Ecco fatto - disse Harry dopo un po', spezzando il silenzio. Posò con altrettanta delicatezza le coroncine in testa alle due bambine che, scambiandosi uno sguardo gioioso, si fiondarono ad abbracciarlo. Harry rimase un tantino interdetto ma ricambiò affettuosamente la stretta.
Louis si ritrovò a sorridere. - Grazie - momorò poi, mentre guardava le due bambine andare mano nella mano a sfoggiare le nuove coroncine in giro per il parco giochi.
Harry, con un'alzata di spalle, disse: - E' stato divertente. Io e mia sorella lo facevamo spesso, da piccoli. Mi ha insegnato lei - sorrise, probabilmente ricordando quei momenti.
- Come si chiama? - 
- Gemma. E' al college adesso, si è diplomata l'anno scorso. -
- Ti manca? -
- Da morire - ammise lui. 
- Io ho quattro sorelle, tutte più piccole di me. Tengo più a loro che alla mia stessa vita. -
Harry gli sorrise. - Quindi c'è un po' di tenerezza dietro alle tue stranezze? - 
- Sono una macedonia di cose, io. - Ridacchiò. - Beh, è meglio che riacchiappi le pesti, si è fatto tardi - aggiunse poi, guardando l'orologio. Erano da poco passate le sei e il sole stava iniziando a tramontare. 
Harry annuì. - Grazie per aver salvato il piccoletto e... per tutto quello che ne è seguito. - 
- E' stato un piacere, sul serio. Dovremmo rifarlo - buttò lì la proposta, mentre raccoglieva le cose e si incamminava verso il parco giochi. Harry lo seguì. - Così potrò farti vedere il mitico quadernino del "Toc, toc" - rise. 
- Non vedo l'ora. - Chiamò le due bambine. - Avanti, è ora di salutare e di ringraziare. - 
Daisy si fece avanti per prima: - Grazie, Harry - si avvicinò per abbracciarlo e Louis notò che gli stava sussurrando qualcosa all'orecchio. Vide Harry sorridere ed annuire. 
Non volle indagare oltre, erano successe abbastanza cose imbarazzanti nella sua vita. 
Poi toccò a Phoebe: - Grazie, Harry... non ho mai visto nessuno creare una coroncina di margherite come fai te. - Harry sorrise e stampò un bacio sulla fronte della piccola. Lei approfittò del momento in cui il ragazzo si era abbassato per sfilarsi la coroncina e posargliela sui moribidi ricci. - Sta meglio a te - si giustificò. Prese la mano della sorella e, insieme, trotterellarono verso il cancello del parco. 
Ci fu un secondo in cui Harry e Louis si guardarono negli occhi. 
- Non ha tutti i torti - disse poi Louis, sorridendo. Si girò e se ne andò, facendo un segno di saluto con la mano e, poteva scommetterci la testa, aveva visto Harry arrossire. 
***

Il parco era diventato il loro posto di ritrovo. Dal giorno in cui si erano conosciuti, cinque mesi prima, Harry e Louis si davano appuntamento sotto la quercia ogni giorno. 
La sera stessa in cui si incontrarono, Louis si impazzì per cercarlo su Facebook maledicendosi per essersi scordato di chiedergli il numero e il cognome. Alla fine, dopo aver cercato tra gli amici degli amici nella zona della sua città, l'aveva trovato: Harry Styles. 
Parlarono un po' e si salutarono poi con la promessa di rivedersi il giorno dopo sempre in quel punto del parco, alla stessa ora, accanto alla stessa panchina. In seguito, riuscirono a scambiarsi i numeri di telefono. Mentre Phoebe e Daisy si rincorrevano tra un albero e l'altro, i due trovarono il tempo di parlare di tutto. Louis scoprì che Harry era all'ultimo anno di Liceo e che non aveva intenzione di frequentare l'Università. Scoprì che, in realtà, oltre al grande talento nel raccontare barzellette, Harry se la cavava alla grande come pasticcere.
Lentamente, Louis lasciò che anche il resto della sua famiglia lo conoscesse di persona. Le altre due sue sorella, Fizzy e Lottie, lo adoravano. Per non parlare di sua madre, poi, che era diventata pappa e ciccia con quella di Harry nel giro di un solo pomeriggio.
Infine, Louis aveva conosciuto Gemma. Oltre ad essere davvero, davvero bella (Louis era gay, non cieco) aveva un carattere spigliato che gli piaceva particolarmente. Harry tendeva ad essere più riservato mentre Gemma esternava le sue emozioni con facilità. I due, però, come Louis aveva fin da subito immaginato, avevano un legame speciale. Non erano i tipici fratello e sorella, erano come migliori amici. 
Parlando di amici, ovviamente non mancarono in seguito le presentazioni ufficiali con la combriccola sgangherata di Louis. Si venì anche a scoprire che il migliore amico di Harry, Ed, frquentava lezioni di chitarra insieme ad uno degli amici di Louis, Niall.
Quando si dice che il mondo è piccolo!
In ogni caso, tutti fecero i salti di gioia quando dopo un anno e mezzo dal fatidico incontro i due annunciarono il loro fidanzamento.
La madre di Louis pianse per venti minuti buoni.

- Cosa ti ha detto Daisy all'orecchio? - chiese una mattina Louis ad Harry.
Il riccio si voltò nel letto per guardarlo in faccia. - Quando? - fece, perplesso.
- La prima volta che ci siamo incontrati, no? Quando ti ha salutato, prima di andare via, ti ha sussurrato una cosa all'orecchio e tu hai ridacchiato. - 
Harry sorrise al ricordo. - Perchè me lo chiedi ora? - 
- Perchè me lo sono ricordato adesso. E comuque ero troppo imbarazzato per chiedertelo, all'epoca. - 
- E sei stato un anno con questo pensiero fisso? - Harry si strinse un labbro tra i denti per non scoppiare a ridere. 
Louis alzò gli occhi al cielo. - Non un anno. Qualche settimana, poi mi è passato di mente. - 
Harry annuì. - Mi ha detto di ricordami che a te piace tanto il tè nero, specialmente il Prince Of Wales, con una zolletta di zucchero. E che ci mangi sempre quei biscottini al cioccolato, quelli a forma di cuoricino. -
Louis strabuzzò gli occhi. - Quando sei venuto a casa mia - continuò Harry - avevo già preparato le scorte di tè e biscotti. -
Louis si ricordò infatti di come fu sorpreso nel trovare, a merenda, le stesse cose che mangiava a casa sua. - Tu sei matto - commentò alla fine. 
Harry sorrise, scuotendo la testa. - Volevo solo far colpo su di te. - spiegò. - Quel piccolo genietto mi aveva fornito tutti i mezzi. Ora sai chi è la mia Tomlinson preferita. - 
Louis ridacchiò e si sporse un po' di più verso Harry per posargli una bacio a fior di labbra. - Forse non sai che mi hai mandato in pappa il cervello la prima volta che hai sorriso, però. Con i capelli che non avevano un verso e le guance rosse per l'affanno - gli sussurrò. - Non c'era bisogno del tè e dei biscottini. Avevi già fatto colpo su di me alla grande, curly. -
Harry struffò il proprio naso contro quello di Louis, abbozzando un sorriso dolce. Gli passò un braccio intorno alla vita e lo abbracciò. - Buongiorno, comunque. - 
Louis sarebbe potuto morire più che felice in quel modo, con il viso incastrato nell'incavo del collo di Harry ad ispirarne il profumo e le loro gambe intrecciate sotto il piumone. - Buongiorno. - sussurrò. Le sue labbra sfiorarono il collo di Harry facendogli venire la pelle d'oca accompagnata da un brivido lungo la spina dorsale. 
- Ti amo - mormorò Harry, lasciandogli un bacio tra i capelli. Per tutta risposta ricevette un piccolo morso sul collo che lo fece sobbalzare e ridere allo stesso tempo. 
Louis sorrise guardandolo di nuovo negli occhi. - Ti amo anche io. -
E passarono la mattinata così, a farsi le coccole nel letto perchè fuori era freddo e pioveva mentre dentro la loro camera c'era ancora aria di primavera e di prato, lo stesso dove più di un anno prima si erano scambiati il loro primo bacio.



1 E' una specie di filastrocca che la Signora Benson dice in una delle puntate di iCarly, iHurt Lubert. L'ho messa in inglese perchè in questo modo avrei potuto riarrangiarla meglio e appiopparla a Louis. In italiano fa così: Roba appiccicosa molto schifosa, se poi è bagnata mi rende agitata.
 
   
 
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