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Autore: Rosalie97    11/04/2014    4 recensioni
Ciao a tutti! Vi presento una one-shot creata sul momento, che seppur sia nata dalla noia, mi sono impegnata molto a scrivere. Spero d'aver fatto un buon lavoro e vi invito a recensire :)
Dalla one shot:
''Ti avevo detto di fidarti di me. Dovevi lasciare la faccenda nelle mie mani.''
''Chi sei?'' sussurrò, disperato, mentre si passava le dita tra i capelli scuri.
''L’incubo.''
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mal, Mike, Zoey
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: A tutto reality - La vendetta dell'isola
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Mike se ne stava disteso sul suo letto, quella specie di scarto costruito con legno ormai marcito e con lenzuola bianche e scomode che di notte sembravano avvolgerlo come un sudario. Continuava a pensare a Zoey, a come lei pensava lui la stesse tradendo, con Ann Marie. Come lo poteva anche solo pensare?
Scosse la testa, Vito gli stava creando talmente tanti problemi…
Vuoi una mano?
Ed eccolo, la sua voce, piena di odio e malvagità. La sentiva spesso, in testa, e non riusciva a capire chi fosse. Forse stava solo impazzendo definitivamente.
Posso toglierlo dalla tua strada, basta solo che mi liberi.
Non ascoltò la voce, anzi, fece come se non l’avesse sentita, e si alzò in piedi. Fuori, nel cielo scuro, la luna era alta ed illuminava tutto con la sua pallida luce.
- Odio questo posto - disse quelle parole a voce alta. Tanto era solo, tutti si trovavano in mensa e stavano cenando, tutti tranne lui. Sentiva che se avesse anche solo visto del cibo avrebbe vomitato, il suo stomaco era rivoltato completamente.
Camminò lungo la riva, i piedi avvolti nelle scarpe che affondavano nella sabbia umida, fredda e compatta.
Ad un tratto, quando raggiunse il molo, sentì una voce. Anzi, no, era un pianto. Il pianto di una ragazza.
Seguì quel suono così angoscioso e pieno di disperazione, e trovò Zoey, nascosta al buio, sotto il molo alto, mentre le onde si avvicinavano a lei. Quasi arrivavano a toccarle i piedi nudi, mentre lei se ne stava tutta rattrappita, le braccia attorno alle gambe sistemate contro il petto. Il capo poggiato sulle ginocchia.
- Stai bene? - chiese lui, seriamente preoccupato, e la ragazza alzò di scatto la testa.
I suoi capelli color rosso fuoco questa volta erano sciolti e mossi. Sembrava una principessa sirena in disgrazia, costretta ad abbandonare il suo regno per vivere una vita che la faceva soffrire, sulla terra.
- Cosa vuoi? Vattene via! - la sua voce era cattiva, e piena di rabbia e pianto. A Mike si strinse il cuore, come poteva odiarlo così tanto?
- Mi odi così tanto?
- Torna da Ann Marie, io non ti voglio qui, vattene! - Urlò, ma lui non si mosse.
Le permetti di parlarti così? Dovresti lasciarmi libero, le farei vedere come ci si comporta. Avanti.
- No! - Scattò Mike, e la ragazza fece un passo indietro. Lui stava parlando con la voce, ma Zoey pensò stesse parlando con lei.
- Perché? Perché tieni tanto a farmi soffrire?
- Io non voglio farti soffrire! Zoey, io non amo Ann Marie, quella ragazza è odiosa! - il suo tono di voce era schifato. Provava solo antipatia nei confronti dell’ispanica, non gli piaceva per niente, ma Vito s’era deciso a complicargli la vita.
- E perché ci provi sempre con lei?! - Sputò quelle parole con ira crescente. - Qual è il tuo piano?
- Non c’è nessun piano, io.. Zoey.. - abbassò il capo, no, non poteva dirglielo, o avrebbe pensato che fosse stato fuori di testa, un pazzo, e lo avrebbe allontanato ancora di più.
- Cosa? Mike, se c’è qualcosa che devi dirmi, dilla ora!
- Io.. - Mike le si avvicinò, mentre lei lo guardava diffidente. - C’è una cosa che non sai.
- Di cosa stai parlando?
- Io.. Zoey - sospirò, e le prese la mano, delicatamente - non era uno scherzo, tutto… Chester, Vito, Svetlana.. Io..
- Ma di che diavolo stai parlando?! - Urlò lei, furiosa, ed il mare sembrò rispecchiare il suo stato d’animo. Un’onda colpì i piedi di Mike.
La ragazza strappò la mano da quelle di lui, prese la borsa e scappò via, mentre Mike se ne restava lì, impietrito. Non aveva avuto il coraggio di dirglielo, ed adesso lei si era allontanata definitivamente.
Di schianto si sedette sulla sabbia umida, con le mani tra i capelli, mentre lacrime salate gli scendevano sulle guance dalla pelle abbronzata.
Ti avevo detto di fidarti di me. Dovevi lasciare la faccenda nelle mie mani.
- Chi sei? - sussurrò, disperato, mentre si passava le dita tra i capelli scuri.
L’incubo.
- L’incubo?
Si, sono il fratello cattivo. E se tu mi libererai, io ti prometto che tutti i tuoi problemi scompariranno. Puoi chiamarmi Mal.
  
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