~~Il bosco è fitto.
Buio. Pericoloso. Infido. Marcio dentro.
Come me.
Abito in una casa bianca, graziosa e pulita in mezzo ad esso. Vi abito durante il giorno. Quando ricevo visite di odiosi parenti. Quando i miei possono vedermi.
Sì, vi abito, ma quella non è la mia casa, no.
La mia casa è questo bosco che tanto mi somiglia.
La mia famiglia non è la mia famiglia. La mia famiglia è Lui.
L’Uomo Alto. L’Uomo Snello. L’Uomo Senza Faccia.
Lo Slenderman.
Io sono un Suo Discepolo. Un Figlio Suo. Della paura. Della notte.
Non ha bocca eppure mi narra mille storie. Storie di fuoco. Di sangue. Di ricerca. Sento la Sua voce a kilometri di distanza. Mi chiama. Mi dice cosa fare.
Non ha occhi eppure vede la mia anima. Un’anima nera. Storpia. Rozza. Sento il Suo sguardo addosso, la notte, mentre cammino nel bosco. È così intenso da far male.
Non ha orecchie eppure mi ascolta. Mi comprende. Mi rispetta.
E fanculo allo psicologo che dice che sono malato. Che devo curarmi. Che vuole aiutarmi. E fanculo anche ai genitori, ai parenti, agli amici che avevo.
Avevo, sì: Lui mi disse che li avrebbe fatti smettere. Che non mi avrebbero più motteggiato. Mi disse di portarglieli e io lo feci. E ora stanno zitti e ascoltano. Ora i loro corpi putridi sono appesi agli alberi. Ad infoltire la Sua Collezione.
Beh… ora sono più simpatici. A parte per la puzza. Quella no, non è simpatica.
So che non sono il Suo unico Discepolo; anche io, come altri prima di me, ho trovato le otto pagine. Ho vinto il Suo Gioco.
Chi perde muore. Chi vince diventa Suo.
No, questo sulle leggende e sui videogiochi non lo dicono.
Lui ama i Suoi Discepoli, ama quando nascondiamo le Sue pagine e gli portiamo altra gente che diverrà o Pezzo da Collezione o Discepolo. Già, le pagine le nascondiamo noi perché a Lui piace giocare senza barare e poi assistiamo alla Sua Caccia.
Il mio corpo si riempie di fremiti d’anticipazione: una nuova Partita, una nuova Preda, una nuova Caccia.
“Seth, dove l’hai visto, quel bastardo d’un ladro?”
“In mezzo al bosco, papà”
Lui ci crede, mi segue caricando il fucile.
Il sole tramonta.
Bene, ‘papà’, stai per raggiungere la mamma, glielo ho chiesto e Lui ha detto che va bene.
Arriviamo dove Lui mi ha detto, mi preparo ad esporre le Regole del Gioco.
“Se vuoi vivere, trova le otto pagine. O Lui ti ucciderà” dico; mio padre mi guarda stranito, poi io mi appoggio ad una roccia, tranquillo.
Papà sbarra gli occhi.
Un rumore di legno che scricchiola. Il cellulare di mio padre emette il rumore tipico delle interferenze. Una mano pallida e grande afferra un albero. Eccolo. Lui è qui. Il gioco ha inizio.
Papà spara. Gli spara dritto in petto. Vanamente: Lui vive in una dimensione sì vicina ma differente dalla nostra. Uno sparo, due, tre, quattro.
Le pallottole perforano il petto dell’Uomo Snello, lo trapassano come se nulla fosse. Ma lui è illeso.
Ride una risata cupa, cattiva.
“Trova le otto pagine, papà. E sarai salvo” dico.
E lui scappa, scappa in mezzo al bosco ma è troppo tardi.
No, Slenderman non vuole giocare, stanotte.
I Suoi tentacoli perforano la carne, strappano gli organi.
 “Non sei più mio figlio” geme papà mentre viene appeso ad un albero. Vicino a mamma. Ad allargare la Collezione.
“No. Io sono Suo Figlio” dico sorridendo. E sento le Sue mani fredde sulle mie spalle. “Lui ha dei piani per me”
Diamine, caro lettore, cara lettrice, mi piacerebbe conoscerti. Quindi più tardi… quando io e Lui verremo a trovarti… ricorda: chi perde muore, chi vive diventa Suo.
E lui ha dei piani diversi per tutti.