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Autore: LizzieCarter    11/04/2014    4 recensioni
"Si china a terra e raccoglie un libro che ha urtato col piede avvicinandosi al bagagliaio aperto.
 -Un ponte per Terabithia?- chiede, con una sfumatura indecifrabile nel tono divertito [...]; sorride, sembra stia per dire qualcosa, ma poi si limita ad avvicinarsi e a riporre con delicatezza il libro nello scatolone che tengo in mano..."

Un'appassionata di libri in fuga dal passato,
un ragazzo che non è solo un attore famoso,
un giardino sempre misteriosamente fradicio,
una coinquilina stalker,
dei chiassosi polletti,
la storia di un'intrepida panettiera,
una nuova Terabithia...
"- E' meglio...- si schiarisce la voce, lasciandomi le mani per infilarsi un paio di guanti di pelle chiara; - E' meglio se ti tieni bene-.
Annuisco contro la sua spalla, sobbalzo lievemente quando lui toglie il cavalletto e fa partire la moto con un rombo, e poi... poi c'è solo il vento sul mio viso.
Cosa estremamente poetica, non fosse che mi sono mangiata metà dei miei capelli!"

[con illustrazioni all'interno :)]
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Un nuovo ponte per Terabithia'
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The comeback E' l'hostess a svegliarmi, mentre cerca di allacciarmi la cintura di sicurezza necessaria per l'atterraggio.
- Faccio... faccio io, grazie - borbotto, cercando di tenere aperti entrambi gli occhi contemporaneamente; cosa più difficile di quello che sembra, credetemi.
Finalmente riesco ad agganciare il meccanismo infernale della cintura, e la ragazza fa un cenno di approvazione con la testa, poi si allontana per andare a palpeggiare altre persone con la scusa di allacciare loro la cintura.
Mi volto a guardare Kellie. E' già sveglia; ha la cintura allacciata e il trucco rifatto di fresco. Mi sorride, poi si tende all'improvviso verso di me.
Io mi allontano d'istinto, pensando che voglia fare qualcosa d'importuno, tipo abbracciarmi, ma lei si limita a passarmi una mano sul viso con aria severa.
- Ti è colato il trucco. Hai le guance piene di strisce nere! -.
Oh, accidenti, chissà cos'avrà pensato la hostess! Ma probabilmente le capita spesso di far finta di non vedere le lacrime di chi si imbarca ed è costretto a salutare le persone che ama.
Per fortuna, prima che possa sprofondare nella depressione più nera e arrovellarmi su questi cupi pensieri, Kellie parte all'attacco e insiste nel volermi risistemare il trucco; non accetta scuse.
- Ma stiamo per atterrare, l'aereo sarà tutta una turbolenza! -.
- Nah, fanno sempre allacciare le cinture in anticipo. Faccio in tempo a truccarti tre volte prima che inizino le manovre di atterraggio, scometti? -.
Guardo l'orologio: segna le quattro del pomeriggio; questo vuol dire che manca ancora almeno mezz'ora all'atterraggio e che Kellie ha tutto il tempo che vuole per perseguitarmi, convincermi e poi pasticciarmi sul viso. Decido di rinunciare in partenza alle proteste e sospiro, rassegnata. Kellie batte le mani con un urletto di felicità.

Quando usciamo dall'aereo ho i segni delle ciglia stampati sulle guance in pieno stile Arancia Meccanica e un segno di burro cacao colorato che parte dalla bocca e mi sfregia la guancia, facendomi assomigliare in modo inquietante al Joker.
I passeggeri che scendono assieme a noi mi guardano con aria curiosa; alcuni sghignazzano, altri si esprimono nelle loro migliori arie di disapprovazione, mentre i bambini mi indicano e chiedono ai genitori se sto andando a una festa in maschera.
- Mai più, Kellie. Mai più - dico, imbronciata.
Cerco di ripulirmi il viso con la mano prima che qualcuno mi scambi per una drag queen e mi chieda di intrattenere i bambini al compleanno della propria figlia. Intanto, Kellie ed io ci facciamo largo trascinandoci dietro i bagagli e cercando Elvis in mezzo alla folla che occupa la zona degli arrivi.  

***

- Siete tornate! -
Elvis ci sorprende alle spalle e ci abbraccia strette. Tiene in mano un cartello con scritto "Le ragazze più belle dell'aeroporto", come fanno gli autisti mandati a prendere le persone importanti, e si dà arie di grande importanza.
Quando ci saluta, però, ci chiama - La mia ciambella e il mio stecchino! - (e ovviamente lo stecchino sono io, non ho bisogno di dirvelo, vero?).
- Elvis, sei dimagrito! - lo rimprovero. Se proprio deve darmi della ciambella, come minimo non dovrebbe diventare uno stecchino anche lui. Per fortuna almeno Guendalina rimane dalla mia parte!
A proposito di sua moglie, Elvis fa un gran sospiro. - Gwenny è a dieta. Mi costringe a "supportarla" -. I suoi grandi occhi azzurri si allargano mesti, quando alza le spalle.
 - Il problema è che lei non perde peso. Credo nasconda scorte di dolciumi da qualche parte - ci confida, poi, con aria da cospiratore.
Kellie fa un verso di compatimento e gli dà una pacca amichevole sulla schiena; io cerco di nascondere un sorrisino. Guendalina è incorreggibile!
- Dovete aiutarmi a stanare le provviste, per il suo bene! -, ci prega Elvis.
In realtà, penso che lo dovremmo fare più per il suo bene, visto che non voglio vederlo morire di fame, ma mi limito ad annuire con aria decisa.
- E poi magari potreste ospitarmi per un po'. Gwenny diventerà intrattabile quando inizierà sul serio la dieta! -. Elvis finge di rabbrividire, ma è chiaro che parla della moglie con affetto. Ammicca, mentre ci fa segno di dirigerci verso l'uscita dell'aeroporto, poi sembra ricordarsi qualcosa. - A proposito, state cercando un'altra coinquilina? L'altro giorno sono passato da casa vostra per controllare che fosse tutto ok, e ho visto Robert che portava una ragazza a visitare l'appartamento -.
Robert, se non lo ricordate (ma come scordare un tipo del genere?), è l'uomo che mi ha affittato la casa qualche mese fa e che poi, senza avvertirmi, ha firmato un contratto anche con Kellie. Accidenti se quell'uomo è incorreggibile! La casa non ha nemmeno tre camere da letto, dove pensa che dovremmo infilare la nuova tipa?
- Non di nuovo! - esclamo, inferocita. Le persone attorno si voltano a guardare, curiose, e Kellie sobbalza, poi mi lancia un'occhiata risentita.
- Senza offesa, Kel, adesso ti adoro... - Ok, forse adorare è una parola grossa, ma ho davvero imparato ad apprezzare la sua compagnia e a considerarla un'amica, - però preferirei non ripetere più l'esperienza -.
Kellie mi lancia una lunga occhiata indagatrice -tanto che mi sembra di essere sottoposta alla macchina della verità-, poi scrolla le spalle e dice  - Non c'è verso che riusciamo a condividere il bagno di sopra in tre persone, comunque -.
- Quel tipo è un furbacchione! - rimarca intanto Elvis, come se ci fossero possibilità che ancora non l'avessimo capito.
- Se avete problemi con lui, abbiamo un paio di stanze al piano di sopra del bar che non usiamo. Potete trasferirvi lì finchè non trovate qualcosa -.
Faccio un gran sorriso ad Elvis, perchè la sua è un'offerta tremendamente gentile, ma il solo pensiero di non vedere più la casa di Josh dalla finestra, o che qualcuno (conoscendo Robert, probabilmente una fan ancora più pazza di Kellie) lo veda correre nel campo e si metta ad inseguirlo, o lo pedini fino a Terabithia, mi fa raggrinzire il cuore ai livelli di una prugna secca.
- Grazie, El - risponde Kellie, dopo che ci siamo scambiate un'occhiata decisa. - Ma penso che combatteremo per la nostra casa, anche a costo di finire sotto assedio -.
Non so se anche lei abbia provato lo stesso istinto protettivo che sento io nei confronti di Josh, o se semplicemente non voglia rinunciare allo spettacolo della corsa mattutina di Josh, quando lui tornerà (no, questo è assurdo... lei non lo ha visto correre, è la mia mente pervertita che si è fissata su quel ricordo!), ma sembra sicura della sua decisione almeno quanto me.
Elvis scrolla le spalle. - Poco male. Se davvero finite sotto assedio, vi verremo a rifornire di provviste. Almeno Gwen avrà una buona motivazione per svuotare la dispensa da quelle diavolerie tentatrici! -.
Poi, quando finalmente raggiungiamo la sua piccola macchina sgangherata, aggiunge sovrappensiero - E almeno posso scappare da voi se mia moglie cerca di mangiarmi -.

Appena la macchina di Elvis accosta con un fischio preoccupante sul selciato accanto al pub, P.T. corre fuori dal locale abbaiando e slittando sul terreno con le zampette corte. Rivederlo mi ricorda Josh in un modo sconcertate, e mi scopro a tirare su col naso, un po' commossa, trattenendo una risata. No, seriamente, devo essere prossima a quell'adorabile periodo del mese in cui tutte le donne vanno in depressione, perchè non è possibile che io sia diventata una tale lagna!
Mi abbasso per prenderlo in braccio e salutarlo, e lui mi salta addosso e inizia a leccarmi la faccia in modo disgustoso. Sembra un pesce pulitore! Probabilmente vuole togliermi dalla faccia tutta quella roba che Kellie ci ha spalmato sopra spacciandola per "trucco".
- Ehw, P.T., apprezzo il gesto, ma preferisco lavarmi il viso con l'acqua! - esclamo, cercando di frenare un po' del suo entusiasmo. Poi mi chino per rimetterlo a terra, e lo spedisco da Kellie perchè sia educato e sbavazzi un po' anche lei.
Quando mi alzo in piedi, vedo di fronte a me Guendalina, in piedi sulla soglia della porta, e le faccio un gran sorriso.
- Ah, la mia ciambellina! - brontola lei, prima di stringermi in un abbraccio stritolaossa.
Decido di ignorare il fatto che anche lei abbia iniziato a darmi della ciambella, anche se la cosa non mi va molto a genio, e passo ad argomenti più importanti.
- Guendalina, cosa ti salta in mente? Perché ti metti a dieta? - la rimprovero. E' così strano che adesso abbia deciso di mettersi in forma proprio lei, che diceva sempre di domandarsi dove le persone magre incastrassero tutta la loro personalità in quel poco spazio che avevano a disposizione.
- Sai com'è, il dottore mi ha detto che rischio il diabete - risponde, tutta mogia.
A quel pensiero, non posso fare a meno di rabbrividire. Anche Mary Margaret aveva il diabete, e guardate com'era finita.
Improvvisamente, non sono più così contraria alla dieta.
Però rimane un'altra questione. - Ma Elvis perché lo metti a dieta? - domanda Kellie, rubandomi le parole di bocca.
Ero convinta che fosse tutta presa dal coccolare P.T., steso arrendevolmente a terra a pancia in su, invece, a quanto pare, stava anche seguendo la nostra conversazione.
- Perchè mi faccia compagnia! - borbotta Guendalina in risposta. Poi incrocia il mio sguardo, che dice "Guarda che so tutto"; arrossisce, capendo che Elvis mi ha raccontato del genere di "dieta" che sta seguendo, e lo guarda un po' male per cercare di recuperare un minimo di contegno.
- Ma Guendalina, non puoi lasciare a stecchetto Elvis, o si dissolverà nel nulla! - protesto. Visto che sembra decisa a non rispondere, le lancio un'occhiatina maliziosa e aggiungo, usando le sue stesse parole contro di lei, - E poi dove la mette tutta la sua personalità? -.
- Nei capelli lunghi... - borbotta Guendalina, contrariata, riferendosi alla lunga chioma grigia che Elvis ha chiaramente fatto crescere per compensare la sua stempiatura.
Kellie mi guarda, incuriosita, ma io mi limito a scrollare le spalleper dirle che le spiegherò più tardi la storia della personalità.
-Senti, lascia stare Elvis. Puoi fare la dieta con... con... - sto per dire che la farò io, la dieta con lei, ma poi mi rendo conto che è una cosa logicamente impossibile. Morirei dopo un singolo giorno di dieta.
Un'unica soluzione si profila all'orizzonte: - Kellie! Kellie farà la dieta con te! -.
Kellie ripete un giorno sì e uno no che vuole mettersi a dieta, nonostante non ne abbia alcun bisogno, ma adesso questa sua fissa potrebbe tornare utile. In più, finalmente avrebbe l'occasione di mettersi d'impegno nel suo progetto, essendo motivata dalla necessità di aiutare Gwen. 
- Saremo compagne di dieta! Ho già i consigli del dietista! -. Entusiasta, Kellie lancia un urletto di felicità e corre ad abbracciare Guendalina, che mi guarda terrorizzata da sopra la sua spalla.
Kellie, intanto, si volta verso di me con una strana espressione, a metà tra quella del personal trainer di fronte ad una sfida emozionante e quella dispiaciuta di qualcuno che non vuole escludere l'amica da un'attività esclusiva ed elettrizzante.
- Grace, dovresti farla anche tu! - trilla, emozionata, probabilmente non capendo che ho messo in mezzo lei proprio per potermi sottrarre a quella tortura medievale.
- Dovrei? - mi acciglio, incrociando le braccia al petto.
- Certo! Adesso che stai ufficialmente con Josh apparirai di sicuro sui tabloid  e devi essere in forma. Tutti saranno pronti a giudicarti.
A quel pensiero, sento il cuore balzarmi in gola. - Da-davvero? -.
Dannazione, io non ho la figura da passerella, ho la corporatura da contadinotta inglese! E contavo di rimanere nascosta qui a Union, come il più sordido tra i segreti di Josh, per il resto della mia vita.
- Dovrò... Oddio, pensi che dovrò accompagnarlo a tutti quegli eventi sui tappeti rossi e robaccia del genere? -.
Oh no. Oh no! Troppa pressione.
Devo parlarne con Josh, dirgli che se vuole può portarci qualcun altro: Kellie, Guendalina, P.T., Sam... Chiunque ma non me!
All'improvviso sento qualcosa di molto simile alla rabbia montarmi dentro nei confronti di Kellie.
E' appena riuscita a distruggere quella felicità, quel senso di tranquillità che era riuscito ad accompagnarmi dalla nottata sulla collina di Hollywood  fin qui in Kentucky: il senso di pace che mi dava la consapevolezza che Josh ricambia quello che provo per lui.
E adesso invece l'idea dell'occhio critico dell'opinione pubblica mi tormenterà per sempre.
- Terrò nascosta la mia presenza - annuncio allora, drammatica, avvicinandomi a Kellie e sottraendole P.T. per una specie di vendetta indiretta. Mi carco in spalla in cagnolino, come un bimbo a cui bisogna far fare il ruttino, e lui uggiola allegramente e cerca di leccarmi le orecchie.
Poi Guendalina sgancia la bomba. - Ma, Ciambellotta, guarda che sei già su PopNews -.
Rischio di far cadere P.T. per la sorpresa. - Sono dove? -. Mi sembra di aver capito qualcosa di simile a "Pop Corn", e per un attimo inorridisco all'idea che la mia faccia stia sui pacchi di popcorn o sui bicchieroni che distribuiscono al cinema. La realtà, però, è ancora peggio: sono su Internet.
- Sul sito di news di Hollywood! Aspetta, adesso Elvis ti fa vedere -.
Dovete sapere che Elvis sembra tanto tranquillo, ma in realtà è una pettegola; ovvio che abbia trovato la news prima ancora che io potessi immaginare di esserci finita.
Kellie, intanto, salta su appena sente la notizia. - Ci sono anche io? - domanda, elettrizzata.

Seguiamo in fila indiana Elvis fino al vecchio computer fisso nel retro del negozio. Io ho la pelle d'oca e, mentre aspettiamo che il computer si accenda, accarezzo in modo convulso P.T. tra le orecchie. Non so se sia per colpa dell'ansia, o se per l'effettiva lentezza del computer (che sembra risalire almeno all'epoca di Giulio Cesare), ma sembra passino secoli prima che Elvis riesca finalmente ad accedere al sito.
Una volta avviato il computer, Elvis smanetta velocemente all'interno della pagina web e trova in attimo la notizia di cui parlava Guendalina.
Di fronte a noi compaiono delle foto di Josh, Kellie, Dimitri e me che camminiamo sulla Walk of Fame, poi un'immagine sfocata della mia faccia durante il party alla Bat-Caverna (ringrazio mentalmente di non essere girata col costume di Kellie addosso, quella sera: ci mancano solo mie foto nel web con addosso delle mutande striminzite e un reggiseno palesemente superimbottito); la cosa sorprendente, però, è la serie di immagini che segue: in una ci siamo io, Kellie e Josh in posa al negozio di scherzi del centro commerciale di LA, e ricordo chiaramente che a scattare quella foto è stata proprio Kellie; in un'altra è catturato il momento del bacio tra Josh e me davanti alla scritta di Hollywood (è forse il prodotto del flash proveniente dal cespuglio da cui poi sono emersi Kellie e Dimitri?); infine, c'è un video.
- Oh, questo non l'avevo ancora visto - commenta Elvis, curioso, prima di premere col mouse sul simbolo di play. Di fronte ai nostri occhi, sullo schermo si ripete la scena del bacio tra me e Josh davanti al capannone delle esercitazioni degli attori.
- Questi paparazzi riescono ad infiltrarsi proprio dappertutto - commenta Elvis, ammirato, mentre Guendalina sospira in modo sospettosamente lacrimoso dietro alle sue spalle, prima di replicare severamente - Quei maledetti non sanno cosa sia il rispetto della privacy! -.
Io non riesco nemmeno a guardarli negli occhi per la vergogna. Mi sento come una ragazzina sorpresa dai genitori a pomiciare col proprio ragazzo, perchè, lo ammetto, ormai considero Guendalina ed Elvis un po' come dei genitori, visto quanto hanno fatto (e continuano a fare) per me.
Anzi, forse sono un po' più come dei suoceri, visto come si comportano con Josh e quanto lui vuole loro bene. Ma qui sto già pensano a me e Josh come ad una coppia sposata, e questa è una cosa melensa, quindi lasciamo perdere.
Un pensiero martellante, intanto, continua a martellarmi in testa: chiunque può vedere quelle foto e scaricare sul cellulare alcuni degli attimi più importanti della mia vita. L'idea mi nausea, e credo di non essermi mai sentita più tradita e umiliata di adesso.
- Come hai potuto? -. Mi giro verso di Kellie, a cui scompare subito il sorriso dalle labbra. - Come? - domanda, confusa. Guendalina ed Elvis ci guardano senza capire.
- Ci hai venduti! - esclamo, battendo furiosamente le ciglia quando mi si offusca la vista. Ci manca solo che lei adesso mi faccia una foto mentre piango e la diffonda sui giornali nazionali!
- E per cosa? Per avere più contatti su quello stupido Twitter? -.
Il suo nickname è scritto proprio in fondo all'articolo, tra le fonti delle notizie; non ha alcun senso che provi a negare. Mi chiedo se la paghino, o se faccia tutto semplicemente per orgoglio personale.
Kellie è rimasta a bocca aperta, sgomenta, ma non cerca di difendersi. Conoscendola, probabilmente è convinta di non aver fatto niente di male.
- Accidenti, sapevo che ti piace essere al centro dell'attenzione, ma arrivare fino a questo punto! - esclamo, pestando un piede a terra per la rabbia. - Hai trasformato la mia vita in un maledettissimo fotoromanzo! -.
Elvis ci guarda sbalordito, Guendalina si acciglia, e Kellie sembra ormai vicina alle lacrime. Sento che devo allontanarmi, perchè se no poi finirò per sentirmi in colpa io per quello che è successo e, per questo motivo, oltre che con Kellie, poi finirò per arrabbiarmi anche con me stessa.
Però non riesco a trattenere la stoccata finale. - Magari di me non ti importa, ma pensa a Josh. Come se non avesse già abbastanza persone a perseguitarlo! -.

Camminando impettita, esco dalla stanza e poi dal locale, tenendo P.T. stretto al petto. Sembra spaventato, perchè se ne sta zitto zitto e mi osserva con i suoi grandi occhi liquidi e dolci. Povera bestiola, lui non c'entra niente in questo macello. - Perdonami cucciolo, non volevo metterti in mezzo - mormoro, sprofondando il viso nella sua pelliccia. Me ne pento subito. Accidenti se ha bisogno di un bagno, questo Piccolo Terrier!
Spaesata, metto giù P.T., che mi scorrazza attorno alle gambe e poi abbaia.
Mi controllo nelle tasche, ma so già di aver lasciato tutto da Elvis e Guendalina, comprese le chiavi di casa, e sono ben decisa a girare alla larga dal bar per almeno qualche ora.
In tasca, però, ho solo pochi spiccioli, un fazzoletto e il cellulare.
Lancio un'occhiata colma di desiderio alla gelateria a pochi passi da qui, ma poi penso che, se prendessi il gelato, poi P.T. si metterebbe a guaire per averne un po' anche lui e, visto che io non sono il genere di persona che fa leccare il gelato al proprio cane e poi finisce tranquillamente di mangiarselo, dovrei comprarne uno intero anche per lui. Il problema è che non mi ricordo se il gelato faccia venire il mal di pancia ai cani (ricordo chiaramente di aver sentito qualcuno che ne parlava) e, d'altra parte, non credo di avere soldi a sufficienza.
Alla fine, decido di prendere un bel pacco di biscotti al supermercato alla fine della strada -lo stesso dove ho preso lo skateboard con Josh- e di condividerlo con il mio fido compare, seduta sul marciapiede.
Ripensare allo skateboard mi fa venire nostalgia di Josh (ci sarà qualcosa in questo paesino che non me lo ricordi?), perciò mi decido a chiamarlo. In questo momento, ho un bisogno quasi fisico di sentire la sua voce gentile, la sua risata, quel suo modo adorabile di pronunciare le "s"...
Mentre ascolto il "tuu-tuu" della linea, in attesa che Josh risponda, mi trovo a sperare ardentemente che i telefoni prendano anche sulla sperduta isola del Pacifico in cui dovrà girare Catching Fire, altrimenti sarò costretta a sopportare un orribile, lunghissimo periodo di astinenza.

- Pronto?
- Ciao! Ho una cosa importante da dirti.
- Omioddio, sei incinta? - esclama Josh, fingendosi preoccupato. Poi si mette a ridere. - Jen si è appena messa a strillare che siamo due irresponsabili, ci è cascata in pieno -.
Sbuffo, cercando di mostrarmi moralmente superiore e di disapprovare il modo in cui si prende gioco di Jennifer, ma, quando Josh protende il telefono verso di lei e le sue strilla mi raggiungono in diretta, non posso fare a meno di scoppiare a ridere.
- Duro il lavoro, eh? - lo prendo in giro.
- Non sai quanto - replica, drammatico.
Lascerei volentieri che la conversazione degenerasse in commenti ironici, battutine e aneddoti vari, ma l'idea del faro dell'opinione pubblica costantemente puntato su di me continua a martellarmi in testa.
- No, davvero, devo parlarti di una cosa - dico, tornando seria. - Non mi avevi avvertita delle condizioni della nostra relazione -.
Josh fa un verso confuso dall'altra parte del telefono, poi lo sento bisbigliare - Jen era uno scherzo! Gliela fai dopo la morale sulle protezioni, ok? Sciò! -.
 Scacciata Jennifer, rimane in silenzio, in attesa.
- Sai, l'essere costantemente sotto i riflettori e tutte quelle cose - mormoro allora, stringendo il cellulare contro l'orecchio con tutte e due le mani, nel tentativo di sentire Josh più vicino.
- Io non ci sono tagliata -.
Josh sbuffa, divertito. - Nessuno ci è tagliato. Ci si abitua, per forza, in un modo o nell'altro -.
Rimango in silenzio per un po', cincischiando con la mano libera con una ciocca di capelli che si è sciolta dalla mia coda di cavallo.
- Non ci riuscirò mai - dico, poi, sincera. - Penso dovremmo lasciarci -.
A  Josh sembra andar di traverso qualcosa, dall'altra parte del telefono. - Cosa?! -.
Gli faccio una pernacchia con la lingua, poi scoppio a ridere. - Cos'è, pensi di essere l'unico capace di fare scherzi? -.
In sottofondo si sente la voce di Jen (che, a quanto pare, ha continuato ad origliare) esclamare "Ben ti sta, nanerottolo!".
Josh sbuffa e minaccia tutte e due di terribili ritorsioni, ma poi torna serio. - Da dov'è che che ti sono venuti tutti questi complessi sull'opinione pubblica, comunque? -.
- Kellie -, mi limito a dire. Poi, però, esplodo come un fiume in piena quando rompe gli argini, e gli racconto tutta la storia delle foto.
Lui rimane in silenzio per un po', dall'altra parte del telefono, e riesco ad immaginarlo senza difficoltà mentre aggrotta le sopracciglia in quel suo modo stranamente sexy (qui lo dico e qui lo nego!) mentre riflette sulla questione. Sono quasi certa di sentirlo mangiarsi le unghie.
In sottofondo, intanto, Jen borbotta - Ha davvero diffuso il video della mia reazione al vostro bacio? Dio santo, ci mancava un'altra figuraccia del genere -.
Rido, mentre Josh sbotta a metà tra il divertito e l'esasperato - Ma si può avere un po' di privacy?! -.
Jen replica all'istante -apparentemente dopo aver preso possesso del cellulare di Josh, visto quanto si sente vicina la sua voce- in tono malizioso. - Voglio sentire se vi dite zozzerie! -.
Dopo un breve trambusto, probabilente a causa di una battaglia silenziosa tra i due, Josh torna in possesso del suo I-phone. - Ok, l'ho neutralizzata - annuncia col fiatone. Poi sbotta - La prossima volta le rubo io il cellulare mentre parla con Nicholas, poi voglio proprio vedere se ci riprova -.
- Vedete di non picchiarvi troppo forte, o nel film si vedranno i lividi - lo prendo in giro, dimenandomi sul gelido marciapiede in cerca di una posizione in cui non mi si congeli il sedere.
Il cast partirà domani per l'isola che costituirà il set delle riprese, e finalmente gli attori abbandoneranno i loro allenamenti per immergersi nella storia.
- A proposito, devi provare degli strani braccialettini verdi per il tuo mal di volo - dico, sovrappensiero, pensando al lunghissimo viaggio in aereo che il cast sarà costretto a fare. - La tipa dietro di me, in aereo, ne ha parlato per tutta la durata del viaggio di ritorno e, a suo dire, sono "portentosi" -.

Io e Josh andiamo avanti a parlare del più e del meno, poi, quando giunge il momento di salutarci, P.T. mi salta in braccio e si rannicchia sulla mia pancia in cerca di calore. Il cielo si è fatto più scuro, e l'aria che mi sferza il viso inizia a diventare davvero fredda, quindi mi affretto a circondare con le braccia quello spelacchiato di P.T. per cercare di scaldarlo un po'. Dopo che ho fatto sentire a Josh il suo saluto canino (un miscuglio tra il suo fiatone puzzolente e un rauco abbaiare), lui mi chiede a bruciapelo - Cosa pensi di fare con Kellie? Vivete pur sempre nella stessa casa -.
Ci penso un po', considerando varie opzioni, ma non mi viene in mente di sensato. - Se non facesse così freddo, mi trasferirei nella tua capanna sbilenca a Terabithia pur di togliermela di torno.
- Non è sbilenca! - si offende Josh, distraendosi dal problema. - E' artisticamente asimmetrica -.
- E' sbilenca -. Il mio tono non ammette repliche. Però, sapendo che Josh è molto, molto orgoglioso per quanto riguarda la sua costruzione, mi affretto a cambiare argomento, per evitare che la discussione vada avanti all'infinito. - Potrei buttarla fuori di casa - considero. Il solo pensiero, però, mi fa sentire crudele in una maniera inverosimile, e non mi ci vuole nemmeno mezzo secondo prima di decidere di cestinarlo.
- Davvero a te non dà fastidio? - domando, allora. Mi sembra impossibile che Josh non si sia scaldato neanche un po' all'idea delle nostre foto finite sul web, pur sapendo che è un tipo pacifico e che non se la prende a male per nulla, a parte per le critiche alla sua capanna sbilenca.
- Ci sono abituato -. Lo immagino mentre scrolla le spalle, al di là della cornetta, e mi scappa un minuscolo sorriso. - A dir la verità, mi spaventano di più gli agguati dei fan -.
Scoppio a ridere, trovando che la sua prospettiva delle cose sia decisamente più assennata della mia, e lo ringrazio per avermi tirato su di morale.
Josh mi chiede di augurargli buona fortuna per il volo, e lo faccio. Però sono tranquilla; sono sicura che ci penserà Jen a distrarlo per tutto il viaggio.
E' ormai tarda sera, e inizia a far freddo, quando mi decido a tornare da Guendalina ed Elvis.

La porta del locale scricchiola un po' quando la apro, circospetta. Rientro, cauta, nella stanza principale e mi guardo attorno.
Kellie non c'è, ma non ci sono nemmeno Elvis e Guendalina. Forse l'hanno riportata a casa? Magari, penso, piena di speranza, possono prestarmi una di quelle stanze di cui parlava prima Elvis finchè Kellie non decide di sbaraccare. O magari Kellie può venire qui e io posso tenere la casa, visto che ci sono arrivata per prima.
Dio santo, mi sembra di essere una vecchia signora che pensa alla spartizione dei beni dopo il divorzio!
All'improvviso, qualcuno si schiarisce la voce.
Mi volto di scatto, e riconosco Guendalina sulla soglia della porta che dà sul retro.
- Ce ne hai messo di tempo - dice, col quel suo tono che riesce ad essere allo stesso tempo burbero e affettuoso. - Kellie ti ha aspettato qui per ore, per tornare a casa -.
- E' ancora qui? - gemo, guardandomi attorno in attesa che sbuchi da sotto qualche tavolo da un momento all'altro, come in un brutto film horror.
- Certo che è ancora qui! - protesta Guendalina; - Pensavi che vi portassimo a casa separate come il lupo e l'agnello sulla barca? -.
Scrollo le spalle. Certo che no.
So bene che lei ed Elvis hanno il bar a cui pensare, e che Elvis è stato già fin troppo gentile a portarci a casa dall'aeroporto, ma questo non mi ha impedito di sperare di poter evitare il confronto con Blondie.
Quasi richiamata dai miei pensieri, Kellie compare alle spalle di Guendalina, accompagnata da un quieto rumore di tacchi, e mi guarda con la sua migliore espressione da cucciolo bastonato. Ma non ci casco, eh! La ricambio con uno sguardo feroce.
Guendalina, allora, lancia un'occhiataccia a tutte e due e fa una smorfia. - In macchina, subito -, ordina,  pensando probabilmente che ci stiamo comportando come due bambine. Elvis compare in quel momento, come a seguito di un segnale preconcordato, e ci conduce alla macchina, ancora parcheggiata davanti al locale.
Guendalina, col potere del suo sguardo da generalessa, ci spinge praticamente a forza in macchina, poi si sporge all'interno dell'abitacolo.
- Vedete di risolvere in fretta, cocchine, perchè nel nostro bar non si accettano litigi - dice, burbera, agitando verso di noi il suo indice grassoccio. Poi richiude la portiera con un gran fracasso, senza darci la possibilità di replicare e mancando per un pelo la coda di P.T., che è saltato in macchina appena in tempo.

Il viaggio in macchina è accompagnato da un lungo silenzio. Posso percepire, di tanto in tanto, lo sguardo di Kellie su di me, intento a sondare il mio stato d'animo, ma non faccio niente per incoraggiarla a parlare. Elvis, dal canto suo, non è tipo da immischiarsi in queste cose (se non indirettamente, attraverso le sue ricerche su internet), quindi si limita a fischiettare piano piano per tutta la durata del viaggio.
Intanto, l'aria si è fatta frizzante, e il mio istinto di persona costretta a convivere per tutta l'infanzia con altri bambini mi dice che Kellie, adesso, è probabilmente in quella fase in cui ci si arrabbia con una persona per il solo motivo che questa è arrabbiata con noi.
Tanto meglio; sono stanca della sua aria da cucciolo. Magari finalmente inizierà a sembrare una persona concreta!
Quando scendiamo dalla macchina, ci impieghiamo qualche istante per disincastrare le valigie dal bagagliaio. Lavoriamo in cupo silenzio, tenendoci ad una buona distanza l'una dall'altra, poi entrambe ringraziamo educatamente Elvis per il passaggio e, silenziose, percorriamo il vialetto che porta a casa.
P.T. ci precede di corsa, anche se le sue zampette corte non gli concedono un grande vantaggio su di noi, e si mette a grattare alla porta.
In fondo, anche lui è via di casa da una settimana intera, visto che mentre eravamo a Los Angeles lui è stato ospitato da Guendalina ed Elvis: casa  dev'essergli mancata almeno quanto a noi.
Dopo aver trafficato un po' con le chiavi e aver lasciato scivolare P.T. all'interno in un turbine di pelo, bava e gioia, Kellie ed io trasciniamo in silenzio le valigie dentro casa e poi su per le scale.
Le nostre stanze sono discretamente in ordine, esattamente come le avevamo lasciate prima di partire, eppure alla nuda luce delle lampadine appaiono spoglie e squallide.
Mi rendo conto all'improvviso che mi manca la Bat-Caverna, colma fino all'inverosimile di mobili (basti pensare al divano in camera da letto!) e animata da un sacco di colori vivaci, e realizzo che la casa in cui stiamo adesso ha un'atmosfera miseramente transitoria.
Certo, all'inizio non ero sicura di quanto tempo ci avrei trascorso; non sapevo se sarei riuscita a permettermi l'affitto, figurarsi i mobili per abbellirla!
Ma adesso che ho una coinquilina con cui dividere le spese (sempre che non la sbatta fuori, intendiamoci) e addirittura uno stipendio, posso iniziare a pensare in grande. La prima idea che mi viene in mente, stranamente, è che Kellie vorrà sicuramente dipingere l'ingresso di rosa shoking.
E' inutile: non sopporto quell'accidenti di biondina, ma allo stesso tempo non posso pensare di non averla nei paraggi a lanciare urletti elettrizzati!

- Kellie - dico, in tono neutro, quando la vedo passare davanti alla mia stanza per andare in bagno.
Lei si gira verso di me, un'espressione diffidente dipinta in volto, ed emette un grugnito interrogativo.
- Per stavolta passa... ma, per favore, non farlo più, ok? -
La sua espressione indecifrabile mostra chiaramente il suo conflitto interiore: è palese che vuole riappacificarsi con me tanto quanto lo voglio io, ma come rinunciare al suo adorato gossip?
Forse, però, possiamo trovare un compromesso. In fondo, se lei deve rimetterci, forse devo sacrificare anche io qualcosa a cui tengo. Sospiro.
- Insomma, almeno prima di postare foto su internet chiedi il permesso ai diretti interessati - dico, indicando me stessa per chiarire di chi sto parlando.
E, solo in quel momento, mi fulmina l'idea che potrei farle causa per quello che ha fatto e guadagnarci anche un po' di soldi. Peccato che l'arrabbiatura mi sia già passata, accidenti!
Non sarei mai in grado di farle qualcosa del genere. Credo che non sarei in grado di fare una carognata simile nemmeno a Robert, in realtà.
Kellie annuisce, e un gran sorriso le illumina il volto. Poi estrae velocemente di tasca il cellulare, mi avvolge un braccio attorno al collo esibendosi nel migliore dei suoi "abbracci da panda" e ci acceca col flash. -Posso postarla, questa? - chiede poi con aria diabolica.
- KELLIEEEEEEEEEE! -.





 
 Davvero, se continuo con questo ritmo finisce che scrivo La Storia Infinita D:
Mi dispiace per la lentezza con cui metto i capitoli! Spero comunque che vi sia piaciuto, nonostante i bisticci di Grace e Kellie :)
Eeeee... uh, vi siete preoccupate/i almeno un po' quando Grace ha minacciato di mollare Josh per colpa della sua fama xD?  Mi sa di no, ma pazienza!
Il prossimo capitolo sarà molto più allegro di questo, parlerà della nuova impresa delle nostre due eroine: ristrutturare la casa!
E mi raccomando, non dimenticate la minaccia della Nuova Inquilina all'orizzonte u^u
Un sacco di baci <3!
P.S. Mi consigliate un nickname per il Twitter di Kellie?
Liz
   
 
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