Anime & Manga > Capitan Harlock
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Autore: Necrosis    12/04/2014    6 recensioni
Dal testo:
"Stava picchiando Yattaran con una rivista arrotolata che usava come un manganello.
“E QUINDI IO NON SAREI UNA DONNA, EH?!”
“Non intendevo nel senso offensivo del termine!AHIA!”
“TACI!Non voglio sentire le tue scuse per salvarti le chiappe razza di bietolone intergalattico!” "
Genere: Demenziale, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harlock, Miime, Yama, Yattaran, Yuki
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Vita "quotidiana" dell'Arcadia '
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Oh, ero ispirata e sono riuscita a finirla prima del previso
Sono fiera di me!
Grazie a tutti coloro che seguono e apprezzano i miei lavori.
Alla prossima storia

-Sybilla





Il Livido della Seduzione










 

Dopo la strigliata di Kei l'intero equipaggio si era ravveduto sulle buone maniere.
Non tanto per voglia, quanto per il terrore di ritrovarsi una pallottola in fronte...o peggio trovarsela ai piedi del letto mentre stai entrando nel cult della fase rem con sguardo e ghigno satanici, pronta per sventrarti.
Bastava un solo mugugnare a bocca piena per beccarsi un'occhiata di fuoco da parte della bionda e rischiare di soffocare.
Il medico di bordo aveva dovuto praticare il primo soccorso a quasi tutti i membri dell'Arcadia, impedendo loro di strozzarsi col boccone andato di traverso a causa del terrore che quelle occhiatacce scatenavano.
Per questo quando l'Arcadia puntò verso un luogo meno battuto dalla Gaia, Yuki chiese il permesso ad Harlock di organizzare una sorta di festa a bordo.
“Una festa? E perché mai?”
“Perché tutto sta andando per il meglio”
“E....?”
“E cosa?”
Kei posò i suoi innocenti occhioni blu su di lui, sbattendo velocemente le lunghe ciglia nere.
“Ah no, niente. Pensavo volessi mettere alla prova la ciurma per vedere se avevano imparato la lezione”
“....”
“Lo prendo come un sì”
“Sei insopportabile, non ti si può nascondere niente”
Sbuffò, mettendosi a braccia incrociate e piegando all'ingiù il labbro inferiore.
Harlock rise, avvicinandola a lui dopo averle allacciato le braccia intorno ai fianchi.
“Vederti col broncio mi diverte, perdonami”
Kei lo guardò con sguardo truce, riducendo gli occhi a due fessure.
“Hai forse bisogno di rieducazione anche tu?”
Un mezzo sorriso gli disegnò le labbra e scosse appena i capelli castani.
“Adoro prenderti in giro”
Un sospiro divertito uscì dalle labbra di Yuki quando lo sentì baciarle lievemente la fronte.
“Non ci avevo fatto caso, sai?”
I loro nasi si sfiorarono delicatamente, scambiandosi dolci carezze.
“Harlock”
“Dimmi”
“Per la festa allora...?”
“Tutto quello che desideri, basta che tu non torturi troppo quei disgraziati.”
Un sorrisone a 32 denti illuminò il viso di Kei che gli saltò quasi in braccio euforica
“Grazie”
Continuava a ripeterglielo sussurrando mentre ricopriva il suo viso di baci, facendogli provare una sensazione di benessere che avrebbe potuto persino rendergli la vista e far sparire quella cicatrice che gli segnava il volto.
Fece per darle un bacio serio, di quelli appassionati, ma lei lo spintonò via e corse verso la porta ridendo della perplessità del suo uomo.
Si voltò verso di lui velocemente continuando a sorridere e creando un'aureola di capelli color oro intorno al suo viso.
“AMO prenderti in giro”
Harlock sorrise, inclinando lievemente la testa.
“Non ci avevo fatto caso, sai?” glielo mormorò appena, ripetendo le sue parole.
La osservò correre via e scosse appena il capo.
Quella ragazza lo avrebbe fatto impazzire, ormai ne era certo.

 

“Siamo pirati, non abbiamo vestiti eleganti Kei”
Gne gne gne...quanto si lamentava Yattaran.
“Nessuno ti ha detto di essere elegante, o sbaglio? Basta che tu sia PULITO”
Un asciugamano bagnato lanciato da Kei gli aderì perfettamente alla faccia, schiaffeggiandolo.
“Stai insinuando che sono sudicio?!”
“Beh un po'”
“Taci tu moccioso, nessuno ti ha interpellato! Dove è finito il tuo rispetto?! Prima mi chiamavi SIGNOR Yattaran!”
“Ti chiamavo così prima di rendermi conto di quanto tu sia imbranato e di come Kei vi tenga tutti al guinzaglio”
“Ma sentitelo! Il gradasso! Eppure non ero io quello che stava per andare dal Creatore per colpa del boccone di traverso!”
Kei li studiò, ascoltando i loro battibecchi e inarcando un sopracciglio.
Come poteva fare per zittirli: Tagliare loro la lingua o gettarli fuoribordo?
Alla fine optò per le vecchie maniere e li afferrò entrambi per la collottola, iniziando a scrollarli con forza.
“AHI!AHIA!OUCH!KEI! SMETTILA!”
“Solo se avete finito con queste storielle, mi sembra di stare in un asilo!”
“OKOKOK MA PIANTALA!”
Per una volta erano finalmente d'accordo su qualcosa quei due incapaci.
Con un sorrisetto soddisfatto mollò la presa e li lasciò a massaggiarsi il collo dolorante.
“Vedete di essere decenti voi due!”
“Sissignora”

 

Dopo una doccia rinfrescante Kei andò nella sua cabina e si sedette sul letto, pensierosa.
Non era solo per metterli alla prova che aveva deciso di fare quella specie di festa.
Si alzò e da uno scomparto nascosto nell'armadio tirò fuori due vestiti.
Li aveva presi da una nave mercantile alcuni mesi prima, durante un abbordaggio.
Nella sua vita non aveva mai avuto l'occasione di indossare un vestito o una gonna e nel suo profondo la sentiva come una mancanza.
Ogni tanto si sentiva incerta della sua femminilità.
Era su una nave di uomini, sempre agguerrita e determinata a farsi rispettare da quella marmaglia. Talmente tanto presa da dimenticarsi di essere una ragazza.
Per questo, quando rovistando fra le merci, aveva trovato degli scatoloni di vestiti aveva deciso di prenderne due di nascosto.
Uno era corto, del colore dei suoi occhi con dei ricami e dei pizzi bianchi e argento.
L'altro era più lungo ma un po' più scoperto e di un color porpora.
Una parte di lei avrebbe voluto indossare uno di quegli abiti, l'altra le diceva che sarebbe stata ridicola e che Harlock avrebbe probabilmente riso di lei.
Sospirò sfiorando la stoffa dei due vestiti, scegliendo alla fine di giocarsi il tutto per tutto e di mettersi il primo vestito.
Il taglio orientaleggiante la fasciava perfettamente, ma la gonna era decisamente corta dato che le arrivava solo a metà coscia.
Probabilmente quella era una sorta di casacca e lei, da brava inesperta, non se ne era accorta e si trovava totalmente impreparata a quell'imprevisto.
Si osservò allo specchio a lungo, meditando sul da farsi.
Il vestito le piaceva e le stava bene, il problema erano le gambe totalmente nude.
Ma dopotutto anche la sua normale tuta di pelle lasciava ben poca immaginazione visto quanto era aderente: una gonna corta non era molto diversa.
Perciò si infilò i suoi soliti stivali col tacco e corse fuori dalla sua cabina.
Voleva proprio vedere la faccia di quei buzzurri.

 

“Ah-Ah! Hai perso ancora Yattaran!”
“Pff maledetto”
Yama rise di gusto, intascando i soldi della giocata e iniziò a mescolare le carte nuovamente.
Erano tutti sul ponte di comando dove erano stati portati anche un paio di tavoli per poterci appoggiare da mangiare e per potersi sedere.
La Furia Bionda non era ancora arrivata e speravano di vederla di buon umore.
Yattaran stava bevendo un caffè caldo quando vide comparire Kei e istintivamente sputò ciò che stava bevendo in faccia a Yama che iniziò a inveirgli contro.
“BRUCIA!Razza di idiota cosa diavolo combini?!”
Vedendo che non rispondeva e che anche il resto della ciurma era ammutolito si voltò e la vide anche lui.
“Kei?...Cosa è quello?”
Uno sguardo furente della donna lo ammutolì, facendolo sudare freddo nel vederla avvicinarsi a passo di carica.
“Cosa è quello COSA. E' un vestito, non si vede?”
“Sì ma-”
“Sì ma che? Mi sta male? Non è adatto a me?”
Yama aprì bocca per dire qualcosa di intelligente, ma venne prontamente interrotto da Yattaran.
“Ma dai! Per una volta sembri una donna, Kei!”
L'intero equipaggio sbiancò davanti a quelle parole mentre Kei divenne livida di rabbia.
“Come scusa?”
“Ho detto che sembri una donna!”
“Perché il resto del tempo cosa sono?!”

 

Harlock arrivò poco dopo, sentendo Yattaran lamentarsi come suo solito.
E la vide: era bellissima, più solito.
Stava picchiando Yattaran con una rivista arrotolata che usava come un manganello.
“E QUINDI IO NON SAREI UNA DONNA, EH?!”
“Non intendevo nel senso offensivo del termine!AHIA!”
“TACI!Non voglio sentire le tue scuse per salvarti le chiappe razza di bietolone intergalattico!”
“OUCH!”
Con calma si avvicinò e le prese lievemente il polso che brandiva quell'arma improvvisata, bloccandola.
“Credo tu lo abbia maturato a sufficienza”
La osservò gonfiare le guance, indispettita per la sua interruzione e poi la vide sorridergli.
“Avete ragione Capitano!”
Si voltò verso Yattaran.
“Non mi stupisco che tu sia senza una donna, razza di citrullo”
“Come se potessi trovarne una stando sull'Arcadia!E poi chi la vuole una femmina?! Specie se ti assomiglia è bene starle lontano!”
Kei sorrise, angelica.
“Hai ragione”
E gli tirò un poderoso pestone sull'arco del piede col tacco a spillo di metallo.
“KYAAAAAAAAAAAAAAH!”
“Non perdo più tempo coi cavernicoli! Ho sete!”
Si allontanò per prendere del vino e fu seguita da Harlock.
“Come mai hai messo questo vestito?”
“Non ne avevo mai messo uno prima...volevo provare”
Le dita di Harlock le sfiorarono il polso mentre la fissava.
“Tu sei sempre meravigliosa, Kei. Non hai bisogno di vestiti ricamati per essere bella”
Aveva pronunciato quelle parole tranquillamente senza smettere di guardarla, sondandole l'anima con il suo occhio castano.
Lei gli sorrise apertamente e con serenità.
“Grazie”

 

“Ma che si staranno dicendo quei due?”
“Sei peggio di una suocera Yattaran! Piuttosto pensa a non finire in bancarotta!”
“Ma fammi il piacere!”
“Avete finito di vociare come due vecchiette bisognose del corno acustico?!”
Alzarono gli occhi e videro Kei, di nuovo vestita della sua tuta.
“E quel vestitino?”
“Buttato!Non ho bisogno di quelle cose per essere la donna più bella che abbiate mai visto!”
“Modesta come sempre la signorina”
Le risatine dei due furono fatte terminare con due poderosi cazzotti sulle loro teste.
“ACCIDENTACCIO! Sarai anche una donna ma picchi come un pugile!”
“Oh mi perdoni messere, la prossima volta avrò la premura di darle un calcio rotante sulle gengive”
Sentirono Harlock sghignazzare di gusto mentre se ne stava sul suo trono, con Meeme vicina che strimpellava una musichetta allegra e andante.
Dalle labbra di Kei uscì uno sbuffo altezzoso e ancheggiando se ne andò a prendere nuovamente da bere.

 

“Donne...non le capirò mai”
“Ah non dirlo a me, piuttosto vedi di sganciare i soldi che hai appena perso”
“Se non fosse che il Galateo me lo vieta prenderei questo fantastico tavolino e te lo romperei sulla testa”.

 

Sospirò rilassata, affondando il viso contro il petto nudo del suo Capitano mentre erano nella penombra della sua stanza.
Intrecciò le gambe con quelle di Harlock e gli accarezzò i capelli.
“E io che credevo di piacerti di più con quel vestito”
Sentì una delle sue mani accarezzarle la schiena nuda, procurandole dei brividi.
“Tu non potresti piacermi di più, Kei”
Si baciarono appena, godendosi la quiete.
“Anche se, ripensandoci, quel vestito sarebbe stato più veloce da togliere”
“Pff maniaco!”
Rise mentre lei gli dava dei leggeri e scherzosi pugni sul petto.
Yuki gli posò un ultimo bacio sulle labbra prima di sciogliersi dal suo abbraccio e accingersi ad uscire dal letto.
“Dove vai?”
“Ho sete”
Si alzò e lo sentì soffocare le risate prima che lei potesse infilarsi al vestaglia.
“Che ti ridi?”
Corrugò la fronte, confusa e quasi seccata da quell'improvviso attacco di risa da parte del suo uomo.
“Hai un livido sul sedere!Quello che devo averti procurato io nello spingerti giù dalle mie ginocchia!”
Kei sbiancò e corse allo specchio e lo vide: un enorme livido violaceo sulla sua chiappa destra.
“TU!COSA RIDI?!”
“Scusami ma è troppo divertente!”
“Smettila!!”
Lo sentì zittirsi per un secondo e lo fissò truce. Dopo due secondi esatti d'orologio scoppiò di nuovo in una fragorosa risata.
“ME NE VADO!”
Rossa come un peperone si allacciò la vestaglia alla vita e si diresse verso la porta, ciabattando furente.
“AHAHAH!No dai piccola, non fare così non volevo offenderti!”
“NON CHIAMARMI PICCOLA QUANDO SONO ARRABBIATA CON TE!”
“Ma su-”
“ADESSO MI FARA' MALE IL SEDERE ED E' TUTTA COLPA TUA!”
“Mi sorprende che non ti faccia male per altri motivi”

Ci fu un attimo di silenzio. Un silenzio quasi mistico.
“BASTA!ME NE VADO NELLA MIA CABINA!”

  
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