Le note si sentono nella stanza, tranquillizandomi, come quando ero bambina, solo quelle note riuscivano a calmarmi, e ancora molteplici volte mi aiutano a superare brutti momenti, inizio a piangere al ricordo, le lacrime rigano il mio viso, ma imperterrito continuo a suonare le note che ormai accompagnano i momenti brutti della mia vita, sento dei passi so di certo che è lui, quando sono triste vengo sempre qui al teatro, e lui lo sa, le ultime note riecheggiano nella stanza, le ultime lacrime scorrono, la canzone termina. I passi si avvicinano, troppo vicini, smetto di suonare, sento la sua mano sulla mia spalla, «Hope» pronuncia il mio nome, che detto con quell'intensità ha molteplici significati, molteplici emozioni accompagnano quel nome così pronunciato, emozioni che passano da compassione a tristezza, dispiacere, non rispondo, il silenzio viene spezzato prontamente dai miei polpastrelli che scorrono veloci sui tasti color avorio, non voglio parlare, voglio tranquillizarmi, questo è il modo migliore. Continuo a suonare dimenticandomi della presenza di Harry, che appena finito di suonare prova a parlare nuovamente, ma non gli do il tempo, non capisco il perché sia venuto, sa che devo stare sola, sa che non può riuscire a confortarmi ma ugualmente è venuto.