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Autore: Mela Shapley    12/04/2014    1 recensioni
Marzo, 1943: la Camera dei Segreti libera per la prima volta i suoi orrori, e mentre il panico dilaga alcuni studenti di Hogwarts rimangono vittima di misteriose pietrificazioni. Ma quello di Salazar Serpeverde potrebbe non essere l'unico mostro a vivere nel castello...
Dalla storia:
I suoi occhi ora erano rossi, iniettati i sangue. Le vene del suo viso erano in risalto come nuove cicatrici. Ringhiava minacciosamente, mettendo in evidenza i denti innaturalmente allungati e appuntiti.
[…]
“Cosa sei?”, balbettò.
“Sono la stessa cosa che ora sei anche tu,” rispose, e poi alzò un sopracciglio. “Sono un vampiro.”
Genere: Drammatico, Generale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom O. Riddle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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prologo.




La Biblioteca della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts era silenziosa. Nella sezione di Storia della Magia, una delle più distanti rispetto all’ingresso, la luce della luna illuminava gli scaffali ricolmi di libri.
 
Una ragazza era seduta per terra, con la schiena appoggiata al vetro dell’ampia finestra; un Incantesimo Riscaldante era stato strategicamente scagliato a tale vetro per evitare che le temperature gelide di quel marzo scozzese la distraessero dalla lettura.
La persona che da qualche tempo la stava tenendo d’occhio sapeva che probabilmente la ragazza era arrivata in Biblioteca un paio di ore prima, che si era diretta senza indugi verso quella particolare sezione, che aveva Evocato dal nulla i cuscini rossi su cui era seduta e che poi si era messa a leggere uno di quei tomi che sembravano piacerle tanto.
Lo sapeva perché era ciò che l’aveva vista fare quasi tutte le sere da una settimana a quella parte.
 
Forse nei giorni precedenti lei si era accorta della sua presenza, ma evidentemente non aveva dato troppo peso a quello che era solo uno dei tanti studenti che popolavano la Biblioteca a qualsiasi ora del giorno e della sera, seduti ai tavoli a studiare e svolgere compiti. Del resto, sembrava che nulla potesse distrarla o scalfire la sua concentrazione.
Quella sera, in quel momento, loro due erano gli unici presenti: se ne era assicurato, così come si era accertato che nessuno venisse a disturbare la lettrice alla finestra, la quale sfortunatamente – immersa com’era nel suo stupido libro – non si era resa conto che l’ora del coprifuoco era passata da un pezzo.
 
Lumos,” sussurrò, e uscì senza fretta dal buio dello scaffale che l’aveva nascosto alla vista, senza preoccuparsi di fare silenzio. Fingendo di essere appena arrivato in Biblioteca, si avvicinò alla ragazza tenendo alta la bacchetta per illuminare la scena. Lei alzò gli occhi, contrariata per il disturbo. Benedetta ragazza, non aveva idea.

“Ma guarda, un topo di biblioteca. Stai infrangendo il coprifuoco, Miss,” la rimproverò lui.

Buffo, non aveva neppure idea di come lei si chiamasse. Aveva un’aria familiare; probabilmente l’aveva già vista camminare per i corridoi del castello in cui entrambi vivevano. Solo una settimana prima, cioè prima che lei attirasse la sua attenzione, se l’avesse incrociata fuori da Hogwarts non l’avrebbe riconosciuta. Aveva un’aria giovane, ma ad occhio e croce doveva avere al massimo uno o due anni meno di lui.
Lauren? Bonnie? Aveva un’aria da Bonnie. Ma no, non aveva senso cercare di indovinarne il nome. Sarebbe stato tutto più facile se non l’avesse saputo, se lei fosse rimasta semplicemente un’estranea.
Nel frattempo la ragazza aveva adocchiato la sua spilla da prefetto di Serpeverde e si era alzata scompostamente, con un’aria intimidita. Una a cui non piaceva infrangere le regole, ad occhio e croce.

“Ah. Io – ecco,” disse dopo aver lanciato un’occhiata veloce all’orologio da polso, “non mi ero accorta che fosse così tardi. Mi dispiace, torno subito alla Torre.”
“Non così in fretta,” ribattè l’altro. La ragazza lo guardò rassegnata, forse in attesa che lui togliesse qualche milione di punti alla sua Casa. Non le avrebbe tolto punti: se l’avesse fatto, avrebbe dovuto giustificare la cosa con i Capiscuola alla successiva riunione dei Prefetti. Molto meglio che nessuno sapesse nulla di ciò che stava per accadere.

Il ragazzo le puntò la bacchetta al viso.
Stupeficium.”




Note dell'Autrice: questa fanfiction è nata per puro intrattenimento. Avevo voglia di scrivere qualcosa e avevo una mezza idea in testa, quindi mi sono detta: perchè no?
La storia è terminata, anche se necessita di revisione, quindi prevedo di riuscire ad aggiornare a intervalli regolari.
Ammetto di non avere grandi pretese: mi sono divertita molto a scriverla, e spero solo che risulti gradevole a chi avrà la bontà di leggerla.
Alla prossima.
  
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