Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: thatsbeth    13/04/2014    2 recensioni
xxHarry94: Ehi.
“Che nome originale” penso, tra me e me, ma allo stesso tempo sorrido.
*AnonimaXoXo*: Ciao!
Ammetto che nemmeno il mio nome è tra i più fantasiosi del mondo. Mi pento immediatamente del messaggio mandato. Sono sembrata troppo fredda? O troppo desiderosa di attenzioni, dato che ho risposto dopo nemmeno cinque minuti?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



                                                                                                  Anonymous. 

“In cosa speri?” mi chiede Sarah, con il bicchiere ancora pieno, mentre si siede vicino a me. Io abbasso lentamente lo sguardo, per non farle vedere che effettivamente sto piangendo.
“Ormai non lo so più.” Dico, cercando di nascondere un singhiozzo, mentre con i denti mi mordo violentemente il labbro inferiore.
“Beatrice … Andiamo, oggi è un gran giorno. Compi diciotto anni, non puoi stare qui su una sedia e guardare gli altri che si divertono … A spese tue, soprattutto.” Sarah ha ragione, però come posso divertirmi? Avrei voluto che lui fosse stato qui. Me lo aveva promesso, dopotutto.
 

                                                                                                                                                                                        02 Gennaio 2013.
 
Accendo il computer distrattamente, per cercare di sfuggire alle urla dei miei, che si fanno sempre più pesanti, sempre più oppressive. Ormai non fanno altro che litigare, anche il giorno del mio compleanno. Ho deciso di passarlo a casa, da sola, ma non è stata una buona idea, dato che i miei non si sono risparmiata una scenata … Come al solito. Con il mouse, clicco la finestra che dovrebbe aprire il sito da dove –qualche invenzione buona è stata fatta- posso leggere gratuitamente tutti i libri che voglio. Mentre si carica il server, una pubblicità lampeggia, e il mio occhio, probabilmente attratto da tutti quei colori, ci cade. Decido di cliccarci, e si apre un sito di chat. Mi sono sempre definita una ragazza ‘anticonformista’ e non posseggo nessun social network, ma questo mi attrae troppo … E potrei mettere un’identità falsa. Spacciarmi per chi non sono … Sembra divertente.
Inserisco velocemente tutti i dati, che non hanno nulla a che vedere con Beatrice Thompson, ovvero la ragazza che sono io. Lo spazio per la foto lo lascio in bianco, e passano alcuni minuti, che a me sembrano interminabili.
Niente. Nessuna richiesta di contatto, nessun messaggio … Sbuffando, decido di chiudere la finestra, e prendo il cuscino, stringendolo al petto e mi dedico completamente alla lettura di un libro, fino a che gli occhi non si chiudono per la stanchezza.

 
                                                                                                                                                                                          07 Gennaio 2013.

La scuola è ricominciata, e appena torno a casa, mi fiondo al computer per controllare le e-mail. Scorro velocemente, non notando nulla di interessante … Ma poi, il mio sguardo si sofferma su una in particolare.
Una richiesta di contatto.
Non posso crederci. Con le mani che tremano dall’emozione, apro la posta che mi allega il link; ci clicco su, ed ecco che compare un profilo. Assottiglio gli occhi, per controllare meglio i dati .. E mi accorgo che è  un ragazzo. Si chiama Harry, se ciò che è scritto qui è vero.
Harry, diciotto anni … Provenienza: Los Angeles.
Un sonoro sbuffo esce dalle mie labbra, ma non voglio essere io a scrivergli, aspetto che lo faccia lui.
Digito sulla barra di ricerca un film, e metto il computer ai piedi del letto, sdraiandomi a pancia giù. Imposto lo schermo intero, così da distrarmi, e le immagini cominciano a muoversi.

                                                                                                    
         
                                                                                                                                                                                               07 Gennaio 2013, 18:45.
 
Sto finendo di ripassare la lezione, in modo da non farmi trovare impreparata dalla professoressa di storia, quando sento un trillo. Afferro il cellulare, ma non vi sono messaggi. Mi gratto in maniera confusa la testa, ma poi un dubbio si fa largo nella mia mente; muovo il mouse in modo da far apparire nuovamente il display, e noto che ho lasciato una finestra di internet aperta. Continua a lampeggiare e trillare, così ci clicco sopra.
xxHarry94: Ehi.
“Che nome originale” penso, tra me e me, ma allo stesso tempo sorrido.
*AnonimaXoXo*: Ciao!
Ammetto che nemmeno il mio nome è tra i più fantasiosi del mondo. Mi pento immediatamente del messaggio mandato. Sono sembrata troppo fredda? O troppo desiderosa di attenzioni, dato che ho risposto dopo nemmeno cinque minuti?
Il ragazzo non sembra farci caso, dato che qualche secondo dopo, la chat lampeggia, informandomi che l’altra persona sta digitando. Mi mordo nervosamente l’unghia del pollice.
xxHarry94: Piacere, Harry.
Ridacchio appena. Ho capito come si chiama, perché me lo ripete in continuazione?
*AnonimaXoXo*: Piacere mio.
Ed ora, cosa invento? Gli dico o meno il mio nome?
Lui non me lo chiede, e cominciamo a parlare ininterrottamente. Il pallino verde vicino al nome, che mi fa capire che Harry è online, non scompare nemmeno per un secondo. Mi racconta della scuola che frequenta; fa l’ultimo anno di un liceo dove insegnano prevalentemente la matematica, così gli ho chiesto cosa ci trovasse di tanto affascinante in questa materia.
Lui mi ha detto che gli non piace nemmeno un po’, e sono rimasta basita. Ha subito aggiunto: “L’ho presa come una sfida personale.”
Mi ha anche detto che a Los Angeles, dove vive, fa sempre caldo. Anche in questo momento, lui è in pantaloncini corti e canottiera. Io non so se crederci o meno, perché non sono mai andata fuori dalla Gran Bretagna.
“Fortunato. Io sto gelando”
Ed è vero, perché mi sono infilata sotto le coperte, con il pigiama pesante e le finestre chiuse. Continuiamo a parlare, e questa volta è il mio turno di raccontare qualcosa della mia vita.
Gli dico che vivo in un paese chiamato Salisbury, nella contea del Whiltshire, in Inghilterra. Lui mi dice che non ne ha mai sentito parlare, ma sinceramente non mi stupisco.
Riprendo a raccontare, e per sbaglio mi faccio uscire che ho diciassette anni. Doveva rimanere un segreto, dato che nelle informazioni di base non l’ho scritto.
xxHarry94: Ho scoperto l’età dell’anonima … ahah. Qui si fa interessante.
Sorrido istintivamente mentre leggo quel messaggio, e quasi ho l’impulso di dirgli come mi chiamo esattamente, ma alla fine provo a prenderlo come un gioco, dato che lo fa anche lui.
Ho scoperto che ha una sorella ed un fratello più piccoli; vive con la famiglia e ogni domenica va in chiesa … Non riesco a trattenere una risata, immaginandomi un ragazzo basso e cicciottello, con gli occhiali che gli cadono sul naso e l’apparecchio a causa dei denti sporgenti, il quale è intento a pregare e legge anche quelle cose scritte sul foglio che ti consegnano all’entrata.
Non gli chiedo una foto, perché in un certo senso non voglio rimanere delusa. E’ così simpatico. Purtroppo, do un’occhiata all’orologio e mi accorgo che è tardissimo, così saluto Harry, promettendogli che ci sentiremo domani, e mi corico a letto, immaginando il ragazzo che si nasconde dietro un computer.

 
                                                                                                              
                                                                                                                                                                                                31 Gennaio 2013.

Prendo il termometro dal comodino e lo infilo sotto il braccio, aspettando che esso suoni. Dovrei essere già a scuola, ma stanotte ho avuto la febbre e mia madre ha deciso di non mandarmi. Meglio così, perché mi sento veramente uno straccio.
“Beatrice, io esco. Ci vediamo oggi pomeriggio. Ti ho lasciato il pranzo pronto in frigo, se ti venisse fame.” Mi posa un bacio delicato sulla fronte, e poi la vedo allontanarsi. Accendo la tv, ma non c’è nulla di interessante.
Forse leggere un po’ mi rilasserebbe … Decisamente. Prendo il computer e lo appoggio sulle gambe, sospirando. Magari potrei dare un’occhiata anche alle chat … E meno male che lo faccio, dato che c’è un messaggio di Harry.
XxHarry94: Indovina, Bea? Non vado a scuola, perché si è allagata. Non piove quasi mai qui a Los Angeles, ma quando lo fa, ci sono danni.
Gli rispondo immediatamente, dicendogli che sono sola a casa ed ho la febbre. Lui prova a confortarmi, e di tanto in tanto devo sfregarmi i miei occhi (che non hanno un colore preciso, sono tra il verde e il marrone), per rimanere sveglia. 
Alla fine ho deciso di dirgli come mi chiamo. Lui è stato gentile e disponibile con me fin dall’inizio, perché mentirgli?
xxHarry94: Vorrei farti una proposta, ma ho paura di risultare sfacciato.
*AnonimaXoXo*: Ed anche se lo fossi? Attento, potrebbero non farti entrare in chiesa per il prossimo mese.
xxHarry94: Ah- ah. Non sei divertente. Comunque … ti andrebbe di vederci in videochiamata?
Rimango spiazzata dalle sue parole. E’ un miracolo che sia riuscita ad aprirmi così tanto, ma forse lo faccio perché si tratta solo di scrivere, buttare giù fiumi di parole … Lui mi sta chiedendo di vederci.
*AnonimaXoXo*: Mh … va bene. E quando?
xxHarry94: Ora.
Mi pietrifico davanti al computer, infatti impiego due buoni minuti prima di rispondere. Sospirando, accetto, ma prima corro in bagno e mi rinfresco il viso, legandomi i capelli in una coda di cavallo alta. Mi posiziono nuovamente sul letto, ed aspetto che sia lui a chiamarmi.
Pochi minuti dopo, comparare il messaggio, ed io clicco sulla cornetta verde. Ci mette qualche secondo a caricarsi, ma poi non posso credere ai miei occhi.
Davanti a me c’è un ragazzo con il viso ancora da bambino, le labbra carnose e (da quello che riesco a vedere, dato che la qualità della webcam non è alta) gli occhi verdi. Mi sorride, scompigliandosi i capelli e portandoli in su, in un ciuffo disordinato.
“Bea!” esclama, allargando ancora di più il sorriso, e posso vedere che ha due simpatiche fossette nelle guance. La sua voce è profonda, ma allo stesso tempo rassicurante. Mi sono passati i brividi di freddo.
“Harry!” Ridacchio, cercando di apparire il più carina possibile. Continuo a guardarlo, meravigliata più che mai.
“Se ti vedessi per strada, non direi che tu sei un tipo da chiesa.” Dico.
“Oh, avanti …” Si lascia scappare una risata, allargando le braccia, battendole poi sul letto. Mi è venuta voglia di mettermi tra le sue gambe ed abbracciarlo stretto.
Cominciamo a parlare, proprio come se fossimo a scrivere. Scopro, con felicità, di non avere imbarazzo e di essere molto spigliata con lui. Appoggio la testa sul cuscino e chiudo gli occhi, ascoltando la sua voce rilassante che mi racconta qualcosa a proposito di una certa Abigail, che a quanto pare l’ha scaricato … Poi non vedo più niente, perché lascio che il sonno si impadronisca di me.
 
Quando mi risveglio, scatto in avanti e mi guardo intorno.
“Che figura.” Sussurro tra me e me, stropicciandomi gli occhi.
“Buongiorno principessa!” Esclama una voce, ed io sobbalzo.
“Harry?” dico, stupita, mentre stringo le coperte tra le dita, per poi guardare lo schermo del pc ed accorgermi che lui è proprio lì, ancora davanti a me.
“Sì, sono io.” Mi risponde, con quel suo accento americano, che è completamente diverso dal mio. Io sorrido, e gli chiedo perché è restato a guardarmi dormire. Lui mi dice che pensava che io trovassi i suoi discorsi talmente noiosi tanto da addormentarmi, e al mio risveglio mi avrebbe fatta divertire. Inutile dire che sono arrossita, dicendo che è stata colpa della febbre se sono crollata così.

 
                                                                                                                                                                                                28 febbraio 2013.

Io ed Harry ci scriviamo tutti i giorni, e ci siamo anche scambiati i numeri di telefono, perché il fratellino ha spesso i compiti da preparare al computer, e per rimanere in contatto, passiamo innumerevoli ore a parlare. Amo sentire la sua voce.
“Bea?” Mi dice, risvegliandomi da una specie di stato di trance.
“Mh?” mugugno.
“Ho litigato con Abigail … di nuovo.” Abigail, alla fine, è diventata la sua ragazza. Non nascondo di essere un po’ gelosa, ma lui questo non lo sa. Ed anche se lo sapesse, non potrei comunque competere con lei; è alta, con i capelli rossicci che le ricadono sulla schiena e gli occhi dello stesso colore di quelli di Harry, sempre abbronzata … e cosa più importante in assoluto, vive vicino a lui. Le loro case sono separate soltanto da alcune isolati. Io invece .. Beh, sono tutto il contrario.  Non bassa ma nemmeno alta, i capelli tra il biondo e il marroni, hanno un colore impreciso, come i miei occhi. E sono sempre pallida, dato che qui non ci sono occasioni di uscire per godersi una giornata di sole.
“Come mai?”
“E’ gelosa … di te. Ma tranquilla, la nostra amicizia non finirà mai. Ti voglio troppo bene, piccola.”
Sorrido appena, e sussurro un: “Anche io”, ma non sono completamente sicura … le amicizie a distanza sono difficili, potrebbe stufarsi di scrivermi anche subito, come faccio a fidarmi totalmente?
 
                                                                                                                                                                                                 31 dicembre 2013.

Sospiro, mentre con il pennello ripasso lentamente l’ombretto. A quest’ora sarei dovuta essere con i miei amici, ma la mamma ha deciso all’ultimo momento. Devo passare il capodanno in famiglia, e non ci potrebbe essere cosa peggiore di questa. Mentre infilo le scarpe con i tacchi, il telefono vibra ed io lo prendo, controllando i messaggi.
Da: Harry.
“Accendi subito il computer, devo mostrarti una cosa.”
Do’ un’occhiata all’orologio e mi accorgo che è ancora presto, e nessuno dei nostri parenti è venuto. E’ stato spietato, perché sa che sono dannatamente curiosa. Prendo il pc e lo appoggio sulle mie gambe, accendendolo velocemente, ed aspettando la notifica che mi segnali la sua videochiamata … che non tarda ad arrivare.
Lo vedo, ed è bellissimo; i ricci sono più sistemati del solito ed ha una camicia semiaperta sul petto, e non posso fare a meno di mordermi il labbro.
“Bea?”
“Sì?” Dico, spossata.
“Due notizie.” Sussurra, passandosi le mani sulle guance, visibilmente felice.
“Spara.”
“La prima: ho lasciato Abigail. Mi piace un’altra, e come sai non sono un ragazzo che prende in giro, anzi …”
“Rispetti molto le donne. Sì Harry, lo so.” Rido rumorosamente, mentre due sentimenti contrapposti si fanno largo nel mio cuore: sono felice, perché finalmente ha mollato quella rossa da quattro soldi, però ha anche detto che gli piace un’altra. Un’altra, che ovviamente non sono io.
“Ehi, ora mi fai il verso?” Non faccio in tempo a replicare, che subito ricomincia a parlare. “Dunque, come comincio … Il due gennaio è il tuo compleanno … Farai diciotto anni … Un’età importante … Ed io sono stato notti al regalo da farti. Qualsiasi cosa da spedirti, una piccola cavolata, per farti sapere che io sono qui per te, a migliaia di chilometri, dall’altra parte del mondo, ma per permetterti di sentirmi lì vicino. Qualcosa che ti facesse capire il bene che ti voglio”  E sospira, mordendosi violentemente il labbro inferiore “Ma non ho trovato niente che potesse soddisfarmi. E se non accontenta me, che sono un ragazzo, come potrebbe far felice te?”
“Harry, davvero, non devi farmi regali …” provo a dire, imbarazzata più che mai.
“Oh, sì che devo. Però, ho passato tante altre notti a pensare a quanto sarebbe bello …” Ma non riesce a finire la frase, perché mia madre apre bruscamente la porta. Vede Harry e gli rivolge un sorriso dolce, come fa sempre, per poi chiamarmi per la cena. Sbuffo, dato che ora dovrò stare tutta la sera con questa curiosità.
“Bea, collegati a mezzanotte. Per favore.”
Mi dice, con tono implorante. Io annuisco e mimo un bacio con le labbra, abbassando lo schermo del computer. Corro al piano di sotto e saluto tutti, sedendomi al mio posto, aspettando che la cena venga messa in tavola.
                                                                                            
                                                                                                                                                                                               23:55.

“Chiedo scusa, ma devo proprio andare. Sapete, un mio amico …” Tutte le donne presenti nella sala mi rivolgono un sorriso malizioso. Io faccio finta di non averle viste e mi dirigo nuovamente in camera mia. Accendo il laptop, sospirando. Guardo  le chat e noto che Harry è online, ma lui è più veloce di me e fa partire la videochiamata.
“Sono le ventitré e cinquantanove. Bene. Ho pensato a quanto sarebbe bello abbracciarti, Beatrice. E allora …” Sento le mani tremare ed è come se dentro di me ci fossero delle lancette che scandiscono i secondi. Lo vedo gesticolare, per poi sventolarmi davanti un pezzo di carta.
“A quanto pare, il giorno del tuo diciottesimo compleanno, dovrai proprio sopportarmi.” Le orecchie mi fischiano, e le ginocchia cedono. Meno male che sono seduta.
“Cosa?” Dico, pensando di aver sentito male.
“Bea, verrò da te.” Mi guarda sorridendo, e sento gli occhi che si fanno lucidi. E’ una questione di istanti, perché poi divento un fiume in piena, singhiozzando per l’emozione, la gioia e la felicità. Sento la sua risata invadere le mie orecchie, e lo guardo, con la vista ancora appannata dalle lacrime.
“Tra due giorni ti abbraccerò.” Sussurro, in preda ancora agli ultimi singhiozzi. Decido di pulirmi il viso e portare via tutto il trucco che è colato, e torno da lui; riprendiamo a parlare, immaginando il fatidico giorno. Mi dice che dovrebbe arrivare per le sette di sera, il tempo di sistemare le cose in albergo e poi mi raggiunge. Io annuisco felicissima, e quando si fa davvero tardi e chiudo il pc, mi corico sotto le coperte, chiudendo gli occhi. Provo ad immaginare il suo profumo, e penso a lui che mi abbraccia, che mi parla e sento la sua voce, quella che mi rassicura tanto, nell’orecchio. Mi addormento quasi subito.
 
                                                                                                                                                                                     02 Gennaio 2014.

Cammino nervosamente, su e giù per la stanza. Sono le otto e gli invitati stanno per arrivare. Io ho indossato un vestito bellissimo, che mi ha regalato Sarah, la mia migliore amica, ed il rossetto, perché lei dice che si abbina con il mio viso pallido. Lei sa tutto di me ed Harry, e dice che sono pazza a farmi piacere un ragazzo che è dall’altra parte del mondo. Non ha ancora capito che io non ho imposto al mio cuore di farmelo piacere, ma è successo e basta.
Poco dopo, il campanello suona una, due, tre volte. La casa si riempie e faccio partire la musica. Tutti cominciano a ballare, col proprio fidanzato o un amico, o anche con qualcuno che hanno conosciuto qui.
Io mi siedo su una sedia e Sarah si avvicina, mettendomi una mano sulla spalla.
                                                                                                                      
                                                                                                                                                                                       Ore 23:30.

Di Harry neanche l’ombra, ed io corro in bagno, scoppiando a piangere. Lui me l’aveva promesso. Non voglio aver bisogno di lui in questo modo, non voglio desiderare con tutto il mio cuore che sia qui. Questo è innamorarsi nel modo più crudele.
D’un tratto ricordo la nostra ultima videochiamata, il suo sorriso mentre mi mostrava il biglietto dell’aereo … Il mio compleanno è quasi finito e non c’è ancora. Mi asciugo il viso con l’acqua che scorre dal rubinetto e passo di nuovo il rossetto, scendendo al piano di sotto. Non voglio far preoccupare Sarah, dato che era tantissimo che organizzava la mia festa. Provo a divertirmi e a ballare con diversi ragazzi; tutti mi riempiono di auguri, ed arriva il momento della torta, poi dei regali.
Ne ricevo veramente tantissimi, di tutti i generi, ma nemmeno quello riesce a farmi essere felice.

                                                                            
                                                                                                                                                                                         2:10.

Se ne sono andati tutti, fatta eccezione per la mia migliore amica.
“Beatrice …” Prova a dire, mentre io raccolgo tutte le cartacce. I miei sono andati dai nonni, ed ho casa libera. La guardo, sospirando.
“Me l’avevi detto, lo so.”
“Non posso vederti così … Vuoi che resti a farti compagnia?” Io scuoto la testa, dicendole di non preoccuparsi, che va tutto bene e che in un certo senso me l’aspettavo. Ma non è vero, perché io credevo che lui sarebbe venuto sul serio. Finiamo di sistemare il salone, e la ragazza mi saluta con un bacio sulla guancia. La guardo salire sulla sua auto ed allontanarsi. Mi siedo sul divano, e scoppio a piangere di nuovo, rumorosamente.

                                                                                               
                                                                                                                                                                                  2:30.

Sento qualcuno bussare alla porta. Probabilmente la mamma è tornata per accertarsi che vada tutto bene. Mi alzo, con gli occhi gonfi a causa del pianto, e mi passo una mano sul viso, per spazzare via le tracce delle lacrime.
Apro la porta, e spalanco la bocca.
“Beatrice, mi dispiace così tanto, ma a Los Angeles c’è stata una tempesta, e hanno fatto partire gli aerei in ritardo.” Dice lui, passandosi una mano tra i capelli.
E’ altissimo, ed io lo guardo, senza dire niente. Lui sospira e mi racchiude in un abbraccio, permettendomi di appoggiare la mia testa sul suo petto, e sento il suo cuore battere velocemente.
“C’è una cosa che vorrei dirti.” Io alzo lo sguardo, squadrando il suo viso. E’ ancora più perfetto dal  vivo.
“Io sono innamorato di te. Lo so, è stupido. Siamo troppo distanti, e tu sei così sensibile, fragile, non posso permetterti di soffrire …” Un fiume di parole comincia a scorrere dalla sua bocca, ma io lo zittisco.
“Sta’ zitto, ragazzo di chiesa.” Sorrido e prendo il suo viso tra le mani, baciandolo. Sento il sapore delle sue labbra, così morbide, che ho agognato per quasi un anno. Lui mi cinge i fianchi con le braccia, e poi sussurro appena: “Ti amo anche io.” 

 

sì, insomma. da dove l'ho partorita questa cagata?
PREMESSA: mi sentivo romantica e volevo scriverla. 
dato che ormai molti ragazzi e ragazze hanno questo tipo di relazione, ho pensato 
di dedicare una OS a un argomento veramente bello, anche se io non credo molto 
nei fidanzamenti a distanza. 
Diciamo che mi ha ispirato una storia di una mia amica, che è da quasi un anno 
fidanzata col suo ragazzo (madai) e sono taaanto distanti. aw. 
in più, taylor mi ha aiutata, eheh. 
(Le canzoni: 'The moment I knew' per il compleanno e tutto il resto 'Come back, be here). 
Niente, spero vi sia piaciuta e che, soprattutto, vi abbia
trasmesso qualcosa, perché l'unica ragione per cui scrivo, appunto, è per dare emozioni 
agli altri. 
so di non aver mai pubblicato niente scritto al tempo presente, ma questa mi 
piaceva di più scritta così. 
se volete lasciatemi in una recensione, scrivendomi se avete avuto un tipo di relazione così, 
e come è andata a finire, o semplicemente dandomi il vostro parere. 
bene, vado che sono stanchissima. 
aggiornerò prestissimo trouble, giuro. 
ps: ti amo amu :3.. 
xx beth
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: thatsbeth